Buon giorno a tutti.
Eh eh, la prima volta che scrivo su un uomo e sul suo operato…
Non so se sentirmi imbarazzato o lusingato dall’inusuale opportunità di cui mi sto fregiando improvvisandomi critico letterario!
Ho letto il volumetto in questione… Sì sono uno di quelli che hanno fatto il gioco dell’autore versando il ragguardevole contributo di 15 euro (12 e spicci per chi acquista on line).
Inizierei senza troppi giri di parole con l’affermare che è del tutto inutile, a mio avviso, cercare un filo conduttore nel testo semplicemente perché non c'è. Un’idea personale che l’autore voglia trasmettere sul tema? Neppure.
La mia personalissima impressione è che il dott. Armano, in questo periodo, fosse un po’ a corto di argomenti e si sia riciclato, magari suo malgrado, a pescare qua e là storie altrui. Per quanto mi riguarda non sono neppure in grado di considerare la questione del diritto d’autore ma critico con veemenza la superficialità con cui quelle 210 pagine sono state raccolte. Ne traspare una vera e propria selezione random, una fretta di fondo di consegnare “qualcosa” alle stampe.
Non credo che molti possano riproporre il fenomeno prostituzione come fece la Corso a suo tempo ma scrivere per presentare uno spaccato di società richiede almeno qualche ricerca specifica (vedi per esempio il lavoro della Monzini).
L’intento del nostro giornalista era quello di dare in pasto al pubblico “off line” un argomento fuori dal comune con cui intrattenersi sotto l’ombrellone? Sta bene ma avrebbe potuto, con poco sforzo, farlo molto meglio.
Ossequi.