- Espulso
- #1
I MIGRANTI SONO UNA RISORSA ?
Nel titolo ovviamente non possono essere contenute tutte le informazioni,e da' quindi solo un'indicazione generica dell'argomento che si sta per trattare.
Ad esempio ,oltre a verificare se di "risorsa" si puo' parlare,bisognerebbe definire anche che tipo di "migranti" si prendono in considerazione,e per chi(e perche')sono eventualmente una risorsa.
Nel mio caso,onde sfrondare subito il terreno da eventuali equivoci,preciso che mi riferisco alle immigrate africane ,e che per me decisamente sono sempre state,e sono tuttora , una insostituibile risorsa.
Ho incominciato a prendere atto ,ed a gradire,l'esistenza di questo fenomeno,non appena sono rientrato definitivamente dall'Africa e dai paesi arabi,dove ho imparato ad apprezzare ed a conoscere in modo approfondito le donne africane.
Non mi ero pero' reso conto,all'inizio,che per me sarebbero diventate una necessita',quasi come una droga.
Inizialmente non avevo focalizzato questo problema perche' ,girando l'Italia in trasferta per lavoro,avevo trovato ,a Roma,Torino,Firenze,Napoli,abbondanza di donne somale ed etiopi,immigrate in Italia per i motivi piu' diversi,da quelli economici a quelli relativi alla situazione di pericolo venutasi a creare nel loro paese d'origine,come la caduta di Siad Barre in Somalia .
E a Roma ad esempio ho ritrovato vecchie conoscenze come Nadia Muse,Amina Bile,Assli,Kadija......a Torino Jamila,l'amica di Fama,e Nurta....e poi Aberrasha,la tigrina,e Tabara,la senegalese.
Così ho passato piacevolmente i primi anni dopo la "diaspora".Poi , pero',le mie amiche di un tempo se ne sono andate,o hanno trovato una "sistemazione",ed io ho incominciato a rivolgermi verso nuove risorse:ed e' iniziata la serie delle ivoriane,da Viviane a Danielle,da Roxane a Therese.
On the road non mi e' mai capitato di trovare ivoriane....in genere arrivano qui con le famiglie,cercano e trovano un lavoro,in fabbrica o come badanti o baby sitter,ma non disdegnano di arrotondare,quando trovano l'individuo che ispira fiducia.
Diverso e' il discorso con le nigeriane:il filone piu' "facile" e' ovviamente quello "on the road",dove ho attinto abbondantemente negli ultimi 20 anni,traendone a volte grandi soddisfazioni(con una di queste,Susan,ho avuto una storia che e' durata 12 o 13 anni,ed alla fine ,come sempre succede,ha lasciato l'amaro in bocca sia a lei che a me...........con un'altra,Doris,ci siamo "rincorsi" da Roma a Torino fino a MIlano,finche' non si e' sistemata nella citta' della Mole).
Ultimamente,pero',con i sempre piu' frequenti arrivi di profughi dalla Libia,si e' aperto un nuovo e pressoche' inesauribile filone con le "giovani" nigeriane.
Ragazze che ovviamente,per il solo fatto di essere passate attraverso l'inferno della Libia ,non si possono certo definire di primo pelo,ma che non si sono ancora rovinate sulle strade.
Anche perche' rimangono almeno un anno o due nei centri di raccolta immigrati,dove non godono di piena liberta' di movimento:mi sembra che devono pernottare al campo,salvo ottenere 2 o 3 permessi mensili,ed inoltre hanno dei controlli pressoche' quotidiani da parte di personale addetto.
Vengono aiutate nelle pratiche per l'ottenimento del permesso di soggiorno,devono partecipare a corsi di lingua italiana,e se vogliono,oltre all'alloggio, possono usufruire del vitto(benche' mi risulti che poche vi si adeguino,perche' sono abituate ai loro cibi africani).
Rimane loro la possibilita' di avere qualche introito incontrando,normalmente nelle ore diurne,dei "volontari",che ,come me,preferiscono fare beneficenza consegnando direttamente ai (alle)bisognose il loro contributo,anziche' affidarlo alle incerte e farraginose procedure di Unicef,Save the Children,e via dicendo.
Il contatto avviene tramite appositi siti web,dove l'unica difficolta' consiste nello sfogliare i profili che appaiono "promettenti",e palesare poi la propria disponibilita' "a fare del bene".
E' così che sono entrato in contatto con alcune tra le migliori strafighe che mi sono capitate nella mia pluriennale carriera.
La loro gratitudine e' incommensurabile , benche' proporzionata al contributo ricevuto,e da questi incontri posso ben dire di tornarmene a casa "...stanco,ma felice...".
Nel titolo ovviamente non possono essere contenute tutte le informazioni,e da' quindi solo un'indicazione generica dell'argomento che si sta per trattare.
Ad esempio ,oltre a verificare se di "risorsa" si puo' parlare,bisognerebbe definire anche che tipo di "migranti" si prendono in considerazione,e per chi(e perche')sono eventualmente una risorsa.
Nel mio caso,onde sfrondare subito il terreno da eventuali equivoci,preciso che mi riferisco alle immigrate africane ,e che per me decisamente sono sempre state,e sono tuttora , una insostituibile risorsa.
Ho incominciato a prendere atto ,ed a gradire,l'esistenza di questo fenomeno,non appena sono rientrato definitivamente dall'Africa e dai paesi arabi,dove ho imparato ad apprezzare ed a conoscere in modo approfondito le donne africane.
Non mi ero pero' reso conto,all'inizio,che per me sarebbero diventate una necessita',quasi come una droga.
Inizialmente non avevo focalizzato questo problema perche' ,girando l'Italia in trasferta per lavoro,avevo trovato ,a Roma,Torino,Firenze,Napoli,abbondanza di donne somale ed etiopi,immigrate in Italia per i motivi piu' diversi,da quelli economici a quelli relativi alla situazione di pericolo venutasi a creare nel loro paese d'origine,come la caduta di Siad Barre in Somalia .
E a Roma ad esempio ho ritrovato vecchie conoscenze come Nadia Muse,Amina Bile,Assli,Kadija......a Torino Jamila,l'amica di Fama,e Nurta....e poi Aberrasha,la tigrina,e Tabara,la senegalese.
Così ho passato piacevolmente i primi anni dopo la "diaspora".Poi , pero',le mie amiche di un tempo se ne sono andate,o hanno trovato una "sistemazione",ed io ho incominciato a rivolgermi verso nuove risorse:ed e' iniziata la serie delle ivoriane,da Viviane a Danielle,da Roxane a Therese.
On the road non mi e' mai capitato di trovare ivoriane....in genere arrivano qui con le famiglie,cercano e trovano un lavoro,in fabbrica o come badanti o baby sitter,ma non disdegnano di arrotondare,quando trovano l'individuo che ispira fiducia.
Diverso e' il discorso con le nigeriane:il filone piu' "facile" e' ovviamente quello "on the road",dove ho attinto abbondantemente negli ultimi 20 anni,traendone a volte grandi soddisfazioni(con una di queste,Susan,ho avuto una storia che e' durata 12 o 13 anni,ed alla fine ,come sempre succede,ha lasciato l'amaro in bocca sia a lei che a me...........con un'altra,Doris,ci siamo "rincorsi" da Roma a Torino fino a MIlano,finche' non si e' sistemata nella citta' della Mole).
Ultimamente,pero',con i sempre piu' frequenti arrivi di profughi dalla Libia,si e' aperto un nuovo e pressoche' inesauribile filone con le "giovani" nigeriane.
Ragazze che ovviamente,per il solo fatto di essere passate attraverso l'inferno della Libia ,non si possono certo definire di primo pelo,ma che non si sono ancora rovinate sulle strade.
Anche perche' rimangono almeno un anno o due nei centri di raccolta immigrati,dove non godono di piena liberta' di movimento:mi sembra che devono pernottare al campo,salvo ottenere 2 o 3 permessi mensili,ed inoltre hanno dei controlli pressoche' quotidiani da parte di personale addetto.
Vengono aiutate nelle pratiche per l'ottenimento del permesso di soggiorno,devono partecipare a corsi di lingua italiana,e se vogliono,oltre all'alloggio, possono usufruire del vitto(benche' mi risulti che poche vi si adeguino,perche' sono abituate ai loro cibi africani).
Rimane loro la possibilita' di avere qualche introito incontrando,normalmente nelle ore diurne,dei "volontari",che ,come me,preferiscono fare beneficenza consegnando direttamente ai (alle)bisognose il loro contributo,anziche' affidarlo alle incerte e farraginose procedure di Unicef,Save the Children,e via dicendo.
Il contatto avviene tramite appositi siti web,dove l'unica difficolta' consiste nello sfogliare i profili che appaiono "promettenti",e palesare poi la propria disponibilita' "a fare del bene".
E' così che sono entrato in contatto con alcune tra le migliori strafighe che mi sono capitate nella mia pluriennale carriera.
La loro gratitudine e' incommensurabile , benche' proporzionata al contributo ricevuto,e da questi incontri posso ben dire di tornarmene a casa "...stanco,ma felice...".