- Creatore Discussione
- #261
Innanzitutto posate i bicchieri, che vi vedo alticci ed il discorso prende una piega discendente....
https://www.youtube.com/watch?v=eXQjg2_ejfE
Torniamo ab ovo
Tutto parte da una mia frase, questa:
Il nostro ospite da Vinci ha inteso eccepire che in realtà la pay ci vende più che altro il suo tempo.
Ciò è sostanzialmente vero, l'importante è comprendere la mia frase all'interno del contesto nel quale l'ho formulata.
Un nostro collega si chiedeva se le pay potessero essere utili per vincere la timidezza, svolgendo un'azione simile a quella di un terapeuta. Io ho detto che ciò può anche accadere, ma che -ovviamente- le pay non sono preparate a lavorare come terapeute, nè si accingono a priori a farlo: infatti ci approcciamo a loro tenendo ben presente il loro aspetto fisico. La pay non potrebbe di fatto lavorare, se enucleata dal suo corpo.
Direi che ai due antipodi corpo versus tempo si posizionano due casi estremi: la bambola gonfiabile e la telefonista erotica 899.
Nel primo caso si paga per un corpo (sintetico, ahimè): che poi noi lo utilizzeremo dieci minuti e mai più, o talmente tanto da doverla portare al gommista una volta a settimana per farla vulcanizzare :sarcastic_hand:, il costo resterà invariato.
All'opposto la telefonista erotica dell'899 ci vende solo ed esclusivamente il suo tempo: il suo corpo lo ignoriamo, non lo vediamo, mentre ci parla potrebbe cucinare due uova o fare la cacca.
Ma tornando ai casi comuni, è evidente che difformemente da un terapeuta che mette in gioco la sua preparazione e la sua voce, mentre la sua presenza fisica è insopprimibile per quanto ultronea rispetto ai risultati attesi, la pay deve mettere a disposizione il suo corpo perchè per il cliente abbia senso approcciarla: che poi il cliente scelga di rinunciare al possesso del corpo, per godere solo della sua compagnia, questo è il risultato di una libera scelta successiva.
Ergo conclusivamente: la pay tradizionale vende si il tempo, ma per farlo parte dal mettere a disposizione ed in mostra il suo corpo. Questa è una migliore formulazione della mia frase originaria. Il concetto finisce con l'osservazione che questo tempo può avere un effetto terapeutico, ma ciò esula dalle intenzioni primigenie della pay, nè più nè meno come un orgasmo del cliente di un analista esula dagli obiettivi che l'analista si era prefissato che il suo paziente potesse raggiungere durante la seduta.
https://www.youtube.com/watch?v=eXQjg2_ejfE
Torniamo ab ovo
Tutto parte da una mia frase, questa:
Ma ti ricordo, banalmente , che se le pay si chiamano prostitute e non terapeute è perchè vendono essenzialmente il loro corpo: se fossero scientificamente preparate e diversamente orientate, lavorerebbero vestite..
Il nostro ospite da Vinci ha inteso eccepire che in realtà la pay ci vende più che altro il suo tempo.
Ciò è sostanzialmente vero, l'importante è comprendere la mia frase all'interno del contesto nel quale l'ho formulata.
Un nostro collega si chiedeva se le pay potessero essere utili per vincere la timidezza, svolgendo un'azione simile a quella di un terapeuta. Io ho detto che ciò può anche accadere, ma che -ovviamente- le pay non sono preparate a lavorare come terapeute, nè si accingono a priori a farlo: infatti ci approcciamo a loro tenendo ben presente il loro aspetto fisico. La pay non potrebbe di fatto lavorare, se enucleata dal suo corpo.
Direi che ai due antipodi corpo versus tempo si posizionano due casi estremi: la bambola gonfiabile e la telefonista erotica 899.
Nel primo caso si paga per un corpo (sintetico, ahimè): che poi noi lo utilizzeremo dieci minuti e mai più, o talmente tanto da doverla portare al gommista una volta a settimana per farla vulcanizzare :sarcastic_hand:, il costo resterà invariato.
All'opposto la telefonista erotica dell'899 ci vende solo ed esclusivamente il suo tempo: il suo corpo lo ignoriamo, non lo vediamo, mentre ci parla potrebbe cucinare due uova o fare la cacca.
Ma tornando ai casi comuni, è evidente che difformemente da un terapeuta che mette in gioco la sua preparazione e la sua voce, mentre la sua presenza fisica è insopprimibile per quanto ultronea rispetto ai risultati attesi, la pay deve mettere a disposizione il suo corpo perchè per il cliente abbia senso approcciarla: che poi il cliente scelga di rinunciare al possesso del corpo, per godere solo della sua compagnia, questo è il risultato di una libera scelta successiva.
Ergo conclusivamente: la pay tradizionale vende si il tempo, ma per farlo parte dal mettere a disposizione ed in mostra il suo corpo. Questa è una migliore formulazione della mia frase originaria. Il concetto finisce con l'osservazione che questo tempo può avere un effetto terapeutico, ma ciò esula dalle intenzioni primigenie della pay, nè più nè meno come un orgasmo del cliente di un analista esula dagli obiettivi che l'analista si era prefissato che il suo paziente potesse raggiungere durante la seduta.