NOME INSERZIONISTA: Dyana
RIFERIMENTO INTERNET: https://catania.bakecaincontrii.com/donna-cerca-uomo/new-new-new-9829-hik3247424571/
CITTA' DELL'INCONTRO: Catania
NAZIONALITA': Rumena
ETA': Sulla ventina
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: Conforme
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ o BBJ, Rai1 e Rai2, Cim (+20)
SERVIZI USUFRUITI: BBj, Rai1 e Rai2
COMPENSO RICHIESTO: 50
COMPENSO CONCORDATO: 50
DURATA DELL'INCONTRO: Una ventina di minuti scarsi
DESCRIZIONE FISICA: Ragazza normale, capelli neri come nelle foto. Volto pienotto, poco seno, un accenno di pancia, bel culo
ATTITUDINE: Potenzialmente potrebbe essere buona, ma tende a mettere fretta. Quindi: attitudine da loft sbrigativa
REPERIBILITA': Facile
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: Nessuna
TELEFONO: 3897621510
LA MIA RECENSIONE: Esiste una vasta letteratura, da quella gotica a quella moderna, riguardante le case maledette. Case infestate, spettrali, catapecchie decrepite, assassine, luoghi di omicidi, costruite sopra porte per l’inferno, sopra cimiteri indiani, case che ti portano alla pazzia, che t’ammazzano o, come nel bellissimo racconto di Henry Lieferant, addirittura al suicidio (Henry Lieferant: La casa dei suicidi. 1924). Poe, Lovecraft, fino ad arrivare ai giorni nostri, con Steven King e il suo ‘Shining’. L’orrore degli omicidi commessi in passato (Mr. Brady eccetera), rimane come una presenza infernale dentro le quattro mura dell’Overlook Hotel, nella storia che spero voi tutti conosciate (non tanto per il libro, ma per il capolavoro di film di Kubrick).
Lo so... già vi vedo, lì che leggete, e pensate: ma porca di quella puttana!.. ma è mai possibile che questo miserabile bastardo deve partire addirittura dalle porte dell’inferno! Ma non può parlare solo di trombate! E lo so benissimo, ci mancherebbe! ma il discorso, credetemi, ha un suo senso. Scrivo mai a vanvera, io. Alla fine tutto si collega. Datemi solo tempo.
Dicevo delle case maldette.
C’è una casa, a Catania, che è come maledetta per me. Che non escludo sia stata costruita sopra un antico cimitero indiano! Due volte ci sono stato, due volte sono uscito con l’amaro in bocca (la prima volta non solo con l’amaro). A questo pensavo mentre andavo da Dyana. Che c’ero già stato in quel posto. Quando fu, anni e anni fa, con una sedicente ucraina, alla fine m’ero portato a casa un focolare di candida. L’uccello in fiamme, le piaghe purulente, a finire i miei giorni pazzo e cieco, peggio della peggio sifilide. Sono cose che ti fanno pensare, voi capite! Se dovessi incontrarla, difficilmente la riconoscerei (l’untrice), ma la casa, il palazzo, quello lo ricordo alla perfezione. L’androne delle scale ampio, dalle mattonelle marroni, la casa al piano terra. La volta passata la stanza col letto era subito a sinistra l’entrata, quella che dava sulla strada, mentre questa volta è ricavata da un piccolo sgabuzzino proprio davanti l’ingresso. Sarà un due metri per un metro e mezzo, o poco più grande. Non una finestra, una tenda per porta. Fosse stata camuffata da un mobile, la porta, sarebbe stato preciso il covo di Aldo Moro. Già mi vedevo ficcato dentro una Renault 5... me, che sono il più rosso dei rossi...
Lei è una ragazza normale, né bella né brutta. È identica alle foto, il volto rotondo, un filo appena di pancia, un culo bello morbido, poco seno. Già da subito mette un po’ di fretta. Mi chiede il cucuzzario, mi invita a spogliarmi mentre lei va a nascondere il malloppo nell’altra stanza, dove ci sta Rebeka (non l’ho vista, ma c’era lei).
Nel pompino s’impegna, va su, giù, mi guarda negli occhi, lei messa a pecora sul bordo del letto. Un pompino normalissimo, che non rimarrà negli annali dei pompini, ma che comunque raggiunge il suo scopo. M’incappuccia, mi sale di sopra. Qui fin da subito si muove bene, cerca di prenderlo più che può, quasi a farsi entrare dentro pure le palle. Ovviamente tutto ben accetto. Io la tengo per il culo, ripeto: bello morbido. Lei va su e giù. È partecipe, quello che è giusto è giusto. Lei sopra come alla missionaria, dove la metto, qualche minuto dopo. Qui, come successe la prima volta che andai da Rebeka, l’amica la chiama dall’altra stanza (allora fu Simona/sibdc, ora proprio Rebeka), parlano in rumeno, non ho la minima idea di cosa si dicono, ma posso immaginare il contenuto. Mi devo sbrigare. Lei comunque non ci dà importanza. La faccio mettere a pecora e così m’intrufolo nel suo bucostretto. Lei non si lamenta, né a né ba, nessun stringiculo. C’entro con mio sommo gaudio. Dopo un po’ la faccio sdraiare sulla pancia, io ancora a ravanarle il tafanario. Ed ecco che la voce subito torna. Questa volta mi invita a sbrigarmi e così faccio, sperando che nessuno mi parli più perché se no è davvero la fine. Addio concentrazione, libido.
Le martello in culo per bene e di fretta fino a quando mi ci liquefo dentro.
Si riveste, mi rivesto. Qualcuno nel frattempo è entrato, è nell’altra stanza con Rebeka. Questa faccenda dell’essere coinquiline è una gran rottura di cazzo, son lì che mi penso io. La prima volta che ho incontrato Rebeka, che poi è la volta raccontata qui sul forum, è stato un vero disastro, con Simona (l’allora coinquilina) che mi sfondava i coglioni invitandomi continuamente a sbrigarmi. Ho incontrato mesi e mesi dopo Rebeka, da sola, sollecitato da un collega del forum, e devo dire che è stata una cosa piacevole. Pur sempre una sveltina, per capirci, ma piacevole. E penso che sarebbe lo stesso con Dyana. Da sola, senza nessuna a fare da tassametro. È questo l’amaro in bocca che ho quando esco fuori, nella calmarìa della strada. Che i numeri in fondo ci potrebbero pure essere, è tutto il resto... (Continua qui)
RIFERIMENTO INTERNET: https://catania.bakecaincontrii.com/donna-cerca-uomo/new-new-new-9829-hik3247424571/
CITTA' DELL'INCONTRO: Catania
NAZIONALITA': Rumena
ETA': Sulla ventina
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: Conforme
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ o BBJ, Rai1 e Rai2, Cim (+20)
SERVIZI USUFRUITI: BBj, Rai1 e Rai2
COMPENSO RICHIESTO: 50
COMPENSO CONCORDATO: 50
DURATA DELL'INCONTRO: Una ventina di minuti scarsi
DESCRIZIONE FISICA: Ragazza normale, capelli neri come nelle foto. Volto pienotto, poco seno, un accenno di pancia, bel culo
ATTITUDINE: Potenzialmente potrebbe essere buona, ma tende a mettere fretta. Quindi: attitudine da loft sbrigativa
REPERIBILITA': Facile
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: Nessuna
TELEFONO: 3897621510
LA MIA RECENSIONE: Esiste una vasta letteratura, da quella gotica a quella moderna, riguardante le case maledette. Case infestate, spettrali, catapecchie decrepite, assassine, luoghi di omicidi, costruite sopra porte per l’inferno, sopra cimiteri indiani, case che ti portano alla pazzia, che t’ammazzano o, come nel bellissimo racconto di Henry Lieferant, addirittura al suicidio (Henry Lieferant: La casa dei suicidi. 1924). Poe, Lovecraft, fino ad arrivare ai giorni nostri, con Steven King e il suo ‘Shining’. L’orrore degli omicidi commessi in passato (Mr. Brady eccetera), rimane come una presenza infernale dentro le quattro mura dell’Overlook Hotel, nella storia che spero voi tutti conosciate (non tanto per il libro, ma per il capolavoro di film di Kubrick).
Lo so... già vi vedo, lì che leggete, e pensate: ma porca di quella puttana!.. ma è mai possibile che questo miserabile bastardo deve partire addirittura dalle porte dell’inferno! Ma non può parlare solo di trombate! E lo so benissimo, ci mancherebbe! ma il discorso, credetemi, ha un suo senso. Scrivo mai a vanvera, io. Alla fine tutto si collega. Datemi solo tempo.
Dicevo delle case maldette.
C’è una casa, a Catania, che è come maledetta per me. Che non escludo sia stata costruita sopra un antico cimitero indiano! Due volte ci sono stato, due volte sono uscito con l’amaro in bocca (la prima volta non solo con l’amaro). A questo pensavo mentre andavo da Dyana. Che c’ero già stato in quel posto. Quando fu, anni e anni fa, con una sedicente ucraina, alla fine m’ero portato a casa un focolare di candida. L’uccello in fiamme, le piaghe purulente, a finire i miei giorni pazzo e cieco, peggio della peggio sifilide. Sono cose che ti fanno pensare, voi capite! Se dovessi incontrarla, difficilmente la riconoscerei (l’untrice), ma la casa, il palazzo, quello lo ricordo alla perfezione. L’androne delle scale ampio, dalle mattonelle marroni, la casa al piano terra. La volta passata la stanza col letto era subito a sinistra l’entrata, quella che dava sulla strada, mentre questa volta è ricavata da un piccolo sgabuzzino proprio davanti l’ingresso. Sarà un due metri per un metro e mezzo, o poco più grande. Non una finestra, una tenda per porta. Fosse stata camuffata da un mobile, la porta, sarebbe stato preciso il covo di Aldo Moro. Già mi vedevo ficcato dentro una Renault 5... me, che sono il più rosso dei rossi...
Lei è una ragazza normale, né bella né brutta. È identica alle foto, il volto rotondo, un filo appena di pancia, un culo bello morbido, poco seno. Già da subito mette un po’ di fretta. Mi chiede il cucuzzario, mi invita a spogliarmi mentre lei va a nascondere il malloppo nell’altra stanza, dove ci sta Rebeka (non l’ho vista, ma c’era lei).
Nel pompino s’impegna, va su, giù, mi guarda negli occhi, lei messa a pecora sul bordo del letto. Un pompino normalissimo, che non rimarrà negli annali dei pompini, ma che comunque raggiunge il suo scopo. M’incappuccia, mi sale di sopra. Qui fin da subito si muove bene, cerca di prenderlo più che può, quasi a farsi entrare dentro pure le palle. Ovviamente tutto ben accetto. Io la tengo per il culo, ripeto: bello morbido. Lei va su e giù. È partecipe, quello che è giusto è giusto. Lei sopra come alla missionaria, dove la metto, qualche minuto dopo. Qui, come successe la prima volta che andai da Rebeka, l’amica la chiama dall’altra stanza (allora fu Simona/sibdc, ora proprio Rebeka), parlano in rumeno, non ho la minima idea di cosa si dicono, ma posso immaginare il contenuto. Mi devo sbrigare. Lei comunque non ci dà importanza. La faccio mettere a pecora e così m’intrufolo nel suo bucostretto. Lei non si lamenta, né a né ba, nessun stringiculo. C’entro con mio sommo gaudio. Dopo un po’ la faccio sdraiare sulla pancia, io ancora a ravanarle il tafanario. Ed ecco che la voce subito torna. Questa volta mi invita a sbrigarmi e così faccio, sperando che nessuno mi parli più perché se no è davvero la fine. Addio concentrazione, libido.
Le martello in culo per bene e di fretta fino a quando mi ci liquefo dentro.
Si riveste, mi rivesto. Qualcuno nel frattempo è entrato, è nell’altra stanza con Rebeka. Questa faccenda dell’essere coinquiline è una gran rottura di cazzo, son lì che mi penso io. La prima volta che ho incontrato Rebeka, che poi è la volta raccontata qui sul forum, è stato un vero disastro, con Simona (l’allora coinquilina) che mi sfondava i coglioni invitandomi continuamente a sbrigarmi. Ho incontrato mesi e mesi dopo Rebeka, da sola, sollecitato da un collega del forum, e devo dire che è stata una cosa piacevole. Pur sempre una sveltina, per capirci, ma piacevole. E penso che sarebbe lo stesso con Dyana. Da sola, senza nessuna a fare da tassametro. È questo l’amaro in bocca che ho quando esco fuori, nella calmarìa della strada. Che i numeri in fondo ci potrebbero pure essere, è tutto il resto... (Continua qui)