HO INCONTRATO CARLA O IL SUO CLONE?
SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Dalmine
ZONA: 45.641725,9.61286
NOME: Carla
NAZIONALITA': ROM
ETA': 25 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, RAI1 (mission)
COMPENSO RICHIESTO: 70
COMPENSO CONCORDATO: 70
DURATA DELL'INCONTRO: 35'
DESCRIZIONE FISICA: altezza ca. 1,60 m, fisico magro sodo, seni marmorei (ma ovviamente siliconati

, fondoschiena buono, capelli castani schiariti di media lunghezza, viso carino con occhi azzurri, ma già un po' sciupato
ATTITUDINE: tecnicamente nella media, buon impegno, assai poco loquace
LA MIA RECENSIONE
Sono più o meno le 2:40 e, dopo essermi divertito un po' con un'altra mia conoscenza, sarei anche pronto per tornare a casa. Per questo, da Osio mi dirigo verso Dalmine, per prendere l'autostrada che mi ricondurrà a casa. Giusto per onore di cronaca, riporto che la postazione di
Alessia/Giulia è ora tenuta in caldo dalla cugina
Alina, che però parcheggia la sua C3 azzurra in modo più discreto, non direttamente all'ingresso ma radente la recinzione. Evidentemente la prima si è presa una breve sosta pasquale e nessuna delle due è già passata in agenzia di viaggi a ritirare i biglietti aerei per la Norvegia
Quando passo davanti al Kebab, do un'occhiata distratta alla pensilina, aspettandomi di trovare
Andreea e
Adriana (che qualche settimana fa mi ha sgridato perché ho avuto il coraggio di presentarmi da lei alle 5:00, raccomandandosi che in futuro vada a trovarla non più tardi delle 4:30

. Anche se la loro postazione è deserta, la nota positiva è che i lavori di consolidamento del muro di cinta dello stadio sono finalmente terminati, tanto è vero che ci sono già un po' di macchine parcheggiate a lisca di pesce e dunque in futuro sarà più facile fermarsi per l'intervista. Il mio sguardo e i miei pensieri sono già rivolti altrove, quando con la coda dell'occhio intravedo una sagoma bionda stazionare nello spazio tra due vetture. "
Carla!!!", è l'urlo che mi si strozza in gola.
Raggiungo il semaforo del Maria Bonita praticamente incollato allo specchietto retrovisore, perché nel frattempo una macchina ha già parcheggiato accanto a lei e il collega sta già procedendo all'intervista. "Che sfiga!", sono le uniche parole che mi vengono in mente, mentre attendo che il semaforo diventi verde. Un po' come la volpe con l'uva, cerco di consolarmi pensando al fatto che sono stanco e scarico e che quindi difficilmente l'avrei assaporata al meglio. L'attesa sembra interminabile ma foriera di buone notizie, perché - quasi nello stesso istante in cui si accende la luce verde - vedo nello specchietto che il nostro presunto collega è già ripartito e Carla è nuovamente sola sul ciglio della strada. In un baleno mi fiondo nell'area di servizio dell'IP e mi affaccio all'uscita, per fare inversione di marcia. Scruto i mezzi in arrivo da Bergamo (1 camion e 2 macchine), escludo che il primo possa fermarsi da lei e incrocio le dita perché dalla roulette esca il mio numero e non quello degli altri due conducenti. Appena la strada è libera, riprendo la direzione di Osio e seguo con trepidazione quello che accade davanti a me. Il primo non si ferma ... il secondo neppure ... Il terzo (cioè io), invece sì
Parcheggio a lisca di pesce e, non appena abbasso il finestrino, Carla capisce che sono lì per lei e si avvicina. Il primo impatto non è entusiasmante: il fisico è sicuramente gradevole, ma il viso mi lascia un po' così: dalle descrizioni (e avendola vista solo di sfuggita mentre transitavo lungo la carreggiata) mi sarei aspettato un angelo caduto dal cielo e invece trovo i suoi lineamenti solo poco più che carini, oltretutto molto appesantiti dal trucco (ma questo fa parte del ruolo che recita

e in apparenza anche un po' sciupati. Giusto per fare un paio di confronti, ho trovato molto più piacevoli le fattezze di sua cugina
Alina, per non parlare della Perlettina, di
Anna e di
T.G.F.K.A.K, che - fra tutte - stava decisamente su un altro pianeta. Probabilmente, se non fosse stata "
the one and only Carla", ci avrei solo scambiato quattro chiacchiere e poi avrei ripreso il mio viaggio. Dato che mi si sta presentando un'occasione più unica che rara, non è però il caso di fare troppo i preziosi ... Anche se so già tutto (probabilmente potrei raccontarle la sua vita, almeno quella professionale

, conduco una breve intervista, in cui mi viene confermato il notorio rate di 70 nel suo
loft lì di fronte, e pronuncio senza esitazione alcuna il fatidico "Andiamo!".
UNA STATUA (QUASI) MUTA
Il tempo di raccogliere i miei averi e lei è già ad aspettarmi davanti alla scalinata. La solita arrampicata di 6° grado, passiamo davanti al
loft di Adriana e Andreea ("speriamo che non escano proprio adesso!", penso tra me e me) ed entriamo in quello di Carla e Alina. Appena varcata la soglia, si svolta subito a sinistra, per entrare nella cameretta ove avevo incontrato Alina diversi mesi fa. Una tendina, tirata alla bell'e meglio oscura quasi completamente la vista dello stanzone di fronte, che immagino essere lo "scannatoio" di servizio, quando quello principale è occupato. Come mi ricordavo, la camera è tinteggiata e arredata con grazia (ad esempio, una greca argentata di foglie corona il letto, creando un contrasto piacevole con la tonalità rosa uniforme delle pareti). Per cercare di rompere un po' il ghiaccio (perché sinora Carla non ha ancora profferito parola e la cosa mi sorprende decisamente, dato che un minimo di
public relations sono sicuramente indispensabili per svolgere bene il suo lavoro), mi complimento con lei per l'arredamento e le domando se sia tutta farina del suo sacco. "Sì, l'abbiamo fatto io e la mia amica", mi risponde. "Non ci credo!", oso dubitare, dato che vedo bene entrambe le ragazze a stendere lo smalto sulle unghie ma non certo la vernice sulle pareti

"No, guarda che non è mica così difficile!", tronca lì Carla.
Senza prestarmi troppa attenzione, si siede su un fianco del lettone e inizia a spogliarsi, voltandomi le spalle. Non essendoci una seggiola, l'istinto mi suggerirebbe di appoggiarmi sugli scatoloni disposti lungo la parete frontale, ma mi ricordo della raccomandazione di Alina ("Mi raccomando! Non sederti lì, perché si sfondano!") e quindi uso anch'io il letto a mo' di divano e inizio a spogliarmi. La situazione è decisamente surreale, perché ci stiamo praticamente voltando le spalle e quindi diventa anche innaturale scambiare quattro chiacchiere nel mentre. Non che mi aspetti di ricevere tutte le volte il super-trattamento che mi aveva riservato tale Ioanna al Pascha di Colonia:
Esaurito l'angolo del romanticismo, le verso l'obolo e comincio a spogliarmi. Mentre sono più o meno a metà della svestizione, Ioanna mi raggiunge tutta nuda e, con mia grande sorpresa, mi dà una mano a completare le operazioni: apre uno ad uno i bottoni della camicia, me la toglie di dosso e poi mi sfila anche la maglietta intima e le mutande. Rimasti entrambi nudi come mamma (non la stessa, ovviamente

ci ha fatti, ci abbracciamo stretti e Ioanna inizia a farmi un succhiotto, prima all'orecchio e poi al collo, più o meno dove passano la carotide e la giugulare.
però la sua scarsa loquacità mi lascia davvero interdetto: anche la "Perlettina", che i più giudicavano stronza e antipatica, al confronto diventa una specie di cabarettista logorroica!
Oltre che a me, non presta molta attenzione neppure alla pecunia, perché, quando le domando "te li lascio qui sulla credenza?", mi risponde distrattamente di sì, senza neppure controllare se il taglio e il numero dei pezzi di carta filigranata sia quello giusto. Se penso che altre ragazze avevano praticamente sottoposto i vari fogliettini colorati a una scansione ai raggi X, Carla dev'essere davvero o molto ricca o molto scazzata (o tutte e due le cose assieme

.
Quando io sono ancora a metà della svestizione, lei è praticamente già pronta (c'è da dire che, rispetto alle colleghe incontrate le ultime settimane, indossava 4 capi d'abbigliamento di numero: vestitino, reggiseno, mutande e parigine di lana

. "Mentre tu finisci di spogliarti
(voce da destra), vado un attimo in bagno
(voce di fronte a me) a lavarmi
(è già fuori dalla porta)", mi dice. La velocità del suo transito è stata così elevata che ho percepito distintamente l'effetto doppler, come quando passa un'ambulanza con la sirena spiegata: la sua voce, dapprima più acuta, ha raggiunto il timbro normale e infine si è fatta più grave

Se non altro, il mio occhio è stato abbastanza veloce da "fotografare" i numerosi tatuaggi sul lato destro della sua schiena: qui non si parla più di qualche farfallina qua e là, ma di un intero stormo di lepidotteri, che svolazzano tra numerosi fiori di campo!
Al suo ritorno, l'oscartr desnudo può contemplare il lato A di Carla, che è impreziosito da un paio di piercing nei dintorni dell'ombelico e coronato da due seni maestosi, sia per dimensione che per consistenza (ma che tutti sappiamo non essere completamente opera della natura

. Vestita delle sole parigine (bianconere, quindi posso almeno escludere che sia milanista e questo già mi rincuora un po'), si mette ginocchioni sul letto e mi fa cenno di raggiungerla. Sistemo i cuscini per la mia massima comodità, mi sdraio accanto a lei e sono finalmente pronto per ...
LA RECE VERA E PROPRIA
Appena calza il profilattico sul mio fratellino e si cala su di lui per iniziare il BJ di rito, chiudo gli occhi e mi aspetto i fuochi d'artificio. Invece, anche qui, resto abbastanza stupito dalla sua tecnica: per quasi una decina di volte effettua dei brevi risucchi con la bocca, si stacca, lecca il glande e poi riparte da capo, il che però non mi procura piacere particolare, tanto è vero che il fratellino stenta a raggiungere il giusto turgore. Per questo, riapro gli occhi, per studiare meglio il suo
modus operandi, ma la barriera dei suoi capelli (che sono castani schiariti) sciolti lungo la spalla sinistra mi oscura completamente la vista di quanto sta accadendo al mio basso ventre. In ogni caso, questa fase interlocutoria si esaurisce abbastanza rapidamente e Carla si rimette all'opera in modo più convenzionale, con movimenti oscillatori ripetuti. Se non ricordo male, le mani non sono state sicuramente usate per aiutare l'azione orale, ma neppure per stimolare le zone erogene circostanti, dato che i palmi sono bene appoggiati sul letto (ciò è l'occasione per notare che anche a lei piace la
nail art bicolore, però nelle tonalità arancione e blu).
Dato che là sotto è tutto abbastanza tranquillo (ma, a sua discolpa, va menzionato che sono arrivato scarico da un incontro precedente e con aspettative stellari sulla sua abilità nelle arti amatorie), comincio a prendere confidenza col suo bel fisico, che è minuto ma ben sodo, pressoché perfettamente depilato e brunito dalle lampade. Essendo lei accovacciata più o meno di traverso rispetto a me, mi rivolge soprattutto la schiena e, in modo meno accessibile, i seni e l'addome. Comincio a carezzarle in lungo e in largo la prima, soffermandomi anche ad esaminare più attentamente le varie farfalle che vi svolazzano allegramente. Quando l'ho ben scaldata, rivolgo le mie attenzioni all'addome (titillandole un po' i vari piercing) e poi risalgo verso le sue mammelle, che hanno una consistenza davvero marmorea (probabilmente anche il silicone, con il freddo, diventa duro

. Le massaggio lungamente e poi inizio a stuzzicarle i capezzoli, che sono davvero molto pronunciati e assai turgidi (mi sorge il sospetto che il chirurgo plastico le abbia impiantato anche dei ciucci della Chicco, direttamente sottopelle

. Carla dev'essere però molto sensibile in quella zona (o il mio titillamento un po' fastidioso, come quando Katia mi pizzicava i capezzoli per stimolare la mia eiaculazione ...), per cui ad un certo punto sento la sua manina destra che scosta la mia e la riposiziona sull'addome. "Ti dava fastidio?", le domando. "Sì, un po'", risponde succintamente Carla. "Scusami", le chiedo perdono e cerco a questo punto di scendere verso il suo pube. E' però talmente accovacciata su se stessa e le gambe sono tenute così strette che il santuario del piacere è pressoché inaccessibile. Tento quindi la manovra di aggiramento, saggiando la consistenza dei suoi glutei (che è Ok, ma niente di stratosferico) e poi infilandomi da dietro nella piega tra le gambe. Percepisco distintamente il suo orifizio anale e finalmente raggiungo e inizio a strofinare le sue labbra, che appaiono molto prominenti, quasi penzolanti (l'impressione sarà poi confermata durante la sintonia di RAI1).
UNA TENACIA ENCOMIABILE
Nel mentre, il mio fratellino è sempre semi-addormentato e non vuole saperne di raggiungere il pieno turgore. Sorprendentemente, però, Carla non demorde e continua ad accudirlo con dedizione, mentre io sono intento a carezzarla. Dato che, nel frattempo, i minuti trascorrono veloci, almeno 4 o 5 volte ho pensato: "Adesso questa mi manda a quel paese! Oppure, alla fine, mi mette fuori una parcella milionaria!". E, invece, da parte sua non giunge alcun segnale di insofferenza, né fisico (ogni tanto si limita a riposizionarsi un po') né verbale (ma si sa che è difficile parlare con la bocca piena ;-)). Solo dopo diversi minuti si risolleva, si rivolge verso di me e, scrutandomi con sguardo interrogativo, mi domanda: "Ma cosa succede lì sotto?". Non le dico ovviamente la verità e accampo una scusa: "Probabilmente è la stanchezza, perché è veramente tardi ...".
Senza bisogno che le dia indicazioni (ma è "la" Carla per questo, giusto?), sfila d'impeto il profilattico e inizia un piacevole lavoro scoperto. Ovviamente non con la bocca (anche se sarebbe sicuramente bastato versare un obolo aggiuntivo, per fruire dell'
upgrade, ma ho preferito rimanere alla larga dall'argomento pecuniario, temendo che aggiungesse a piè di lista anche il tempo extra che mi stava dedicando), ma con la mano. Anche questa operazione, che non è stata una semplice masturbazione del mio membro ma anche un intenso massaggio dei gioielli di famiglia e il ripetuto accarezzamento delle zone circostanti, si è protratta per diversi minuti. Per cercare di "ipnotizzarla" e di farle dimenticare lo scorrere del tempo, continuo a mia volta a massaggiarla un po' dappertutto, riesplorando ogni centimetro quadro della sua pelle vellutata. Noto solo una sorta di ciste proprio dietro il suo gomito sinistro, ma non vuole rivelarmi cosa sia e come se la sia procurata. In quest'ultima fase, tiene anche le gambe più allargate e quindi posso insinuare la mia mano tra le sue cosce e verso la vulva, percependo un evidente calore.
IL PRIMO CANALE
Scorsa altra sabbia nella clessidra, Carla si rialza e si volge nuovamente verso di me. "Stavolta è il triplice fischio!", do quasi per scontato. Ben diverse sono invece le parole che escono dalla sua bocca: "Scopiamo?". Guardo il mio fratellino e, risollevato, constato che ha ripreso la sua normale taglia operativa

"Più che volentieri", è la mia risposta. Mentre espande il profilattico con le dita e poi lo chiude "a schiocco" sul mio membre, mi domanda: "Come vuoi fare?". "Ti va di salirmi sopra?", è la mia timida proposta. "Eh no, per stasera ho già lavorato abbastanza! Adesso tocca a te fare fatica!", mi risponde. Per cui è
mission (si spera
possible e non
impossible
Si cosparge un pochettino di lubrificante sulle labbra e mi si posiziona davanti a gambe rannicchiate contro il petto. Per un attimo, vedendo i suoi arti fasciati dalle spesse calze di lana messi a mo' di barriera proprio davanti a me, temo di rivivere l'esperienza negativa che avevo sperimentato con Elena di Lallio:
Giunge quindi il momento di passare alla mission, che però è solo una specie di pecorina rovesciata. Infatti, avendo le gambe parzialmente immobilizzate da pantaloni/collant/mutandine, non può divaricarle per permettermi di sdraiarmi prono sopra di lei. Al contrario, dimostrando comunque una discreta mobilità, le solleva contro il proprio busto e mi volge nuovamente le sue terga. Infiliamo per la seconda volta il mio membro nella sua vagina, ma capisco subito che anche stavolta la cosa non sarà molto appagante. Ogni contatto con il suo corpo è praticamente off-limits (in pratica mi appoggio contro le sue gambe, avvolte dai vari strati descritti sopra) e la visione che mi rimane più impressa è quella della bandiera del Regno Unito (sic), disegnata sulle sue mutandine. Provo sia a spingere che a strusciarmi con movimenti circolari, ma - anche al secondo giro - devo desistere dopo un paio di minuti.
In realtà, quella di Carla è solo una mossa per facilitare l'inserimento del membro, perché poi riappoggerà le gambe sul materasso e nulla mi impedirà di calarmi completamente su di lei. Prima di procedere oltre, vale però la pena spendere due parole sulla sua vulva. Mentre altre ragazze, come la Perlettina, hanno le piccole labbra appena sporgenti, per cui le grandi formano in modo molto evidente la figura del "
camel toe", quelle di Carla sono davvero prominenti e molto carnose. Per il mio personale gusto, sono esteticamente più belle le prime, mentre immagino che, per gli appassionati del DATY, sia più gustoso assaporare le seconde, a mo' di ostrica. Per inciso, mentre Carla tiene divaricate le grandi labbra, anche il clitoride è molto pronunciato e ben visibile.
Anche se Carla è evidentemente abile nel suo mestiere (mi serra le gambe contro i glutei e, con le mani, alterna un po' di carezze sulla schiena a qualche strizzata ai gioielli di famiglia), l'operazione di stantuffamento non mi procura particolare piacere. Probabilmente, quello che è già un tunnel a tre corsie diventa una vera e propria caverna ampia come le grotte di Frasassi, quando è reso ancora più scivoloso dal lubrificante. Dopo un po' devo interrompermi perché, privo di stimolazione, il fratellino sta perdendo turgore.
Mi sfilo da lei e inizio a masturbarmi con una mano il mio membro e con l'altra a carezzarle dapprima l'addome, per poi scendere al monte di Venere e al clitoride, che le strofino per un po'. Dopo un minuto abbondante così, sono di nuovo pronto a ritentare la penetrazione, per cui reinfiliamo il mio membro nel suo orifizio vaginale e mi rimetto prontamente all'opera. Nonostante Carla continui la sua sapiente azione di stimolazione erogena con le mani, il
feeling che mi giunge dal basso ventre è quello di un'anguilla sgusciante, che non riesce a fare attrito da nessuna parte. Dopo un paio di minuti d'insistenza, mi fermo e le dico che possiamo pure chiudere la sessione, perché non vedo alcuna possibilità di raggiungere l'eiaculazione. Carla si dice (o si finge) dispiaciuta di non essere riuscita a farmi venire, ma credo che, avendo praticamente tirato l'alba, pure lei sia sollevata di avere finalmente posto fine a un incontro interminabile (probabilmente sono stato il cliente più difficile della sua carriera

.
QUATTRO (MA PROPRIO) QUATTRO CHIACCHIERE FINALI
Mentre ci rivestiamo, scambiamo quattro chiacchiere. Seppure non completamente muta come all'inizio, anche in questa fase Carla è molto stringata nelle risposte, come se sospettasse che io avessi intenzione di riferire del nostro incontro su Gn...aforum

Fingendo di cascare dal pero, cerco di capire come mai sia sempre introvabile e le domando se sia nuova (deve avere pensato: "ma questo è proprio scemo!"), dato che non l'ho mai vista in postazione ad ora così tarda, prima di stasera. Anche se sono fatti ampiamente noti a tutti, mi riferisce di essere nel nostro Paese "da un po' di anni" (senza entrare in maggiori dettagli, sbilanciandosi solo sul fatto che ha varcato le 25 primavere), di montare in servizio poco dopo le 21 e di smontare ad orari abbastanza elastici (raramente così tardi).
Il principale cruccio della sua serata è stato il gran freddo patito, al che non sono abbastanza ruffiano e commento che, tutto sommato, le temperature non mi sembrano più così rigide come qualche settimana fa, tanto è vero che sono sceso dalla macchina e l'ho raggiunta senza giubbotto! "Vorrei vedere te a stare fuori in mutande, con la temperatura che c'è!", è la sua prima risposta. "Beh, non proprio in mutande... Però giustamente tu mi dirai che sono vestita troppo leggera, giusto?", completa il suo pensiero. "Diciamo che tra un mese il tuo abbigliamento sarebbe perfetto

Tra l'altro, quando ti accarezzavo, non mi sembrava che fossi così fredda", rispondo e poi le domando: "Ma dov'è che soffri di più il freddo, sul sedere?" (ripensando alla scena di Katia che si scaldava il fondoschiena davanti al radiatore o alle chiappette tutte arrossate di Adriana, nonostante i vari fuseaux indossati). "Sì, il sedere e le gambe", replica lei, chiudendo così la breve discussione meteorologica, che - se non altro - è stata utile per chiarire i miei dubbi: Carla se ne stava in appartamento, ricevendo quasi solo i clienti fidelizzati, perché soffre terribilmente il freddo! Ora che sta per arrivare la primavera, mi aspetto di vedere più spesso anche lei sotto la pensilina (anche perché, con un carico di lavoro normale, mi avrebbe espulso dal
loft ben prima!).
E' comunque sollevata dal fatto che io sia l'ultimo cliente della serata (anche perché, ormai, sono le 3:20) e che a breve potrà tornare a casa, per riposare. "E dove abiti, a Bergamo?", le domando. "Sì", mi risponde, mentendo (anche perché il suo accento non ha nulla di bergamasco

. "E tu, invece, di dove sei?", mi chiede, cogliendo evidentemente che neppure il mio accento è dei paraggi. Le spiego da dove arrivo e il social time è finito, anche perché sono ormai completamente vestito e quindi non ci sono altri pretesti per trattenersi oltre. C'è da dire che Carla non mi sta mettendo fretta, tanto è vero che mi domanda: "Sei pronto per scendere? Aspetta che ti apro" solo quando mi vede avvicinarmi alla porta della camera, con le chiavi della macchina e il telefonino in mano.
Si alza, mi fa strada (non che fosse molto difficile percorrere da solo il metro e mezzo che mi separava dall'ingresso dell'appartamento

, controlla attraverso lo spioncino che non ci sia nessuno in corridoio e poi sblocca la serratura. "Buona notte! Mi dispiace ancora che non sono riuscita a farti venire", mi dice e protende le sue labbra verso di me, come per schioccarmi il bacio della buonanotte. La sua bocca è a non più di 10 cm dalla mia e quindi sarebbe un gioco da ragazzi ottenere un bacio sulle labbra, anche se leggero. Però sono un uomo d'altri tempi

ed, essendo solo il nostro primo incontro, volgo leggermente la testa su un lato e me lo faccio schioccare sulla guancia. Faccio lo stesso con lei e la saluto, abbandonando il suo
loft e incamminandomi verso le scale con la massima discrezione, per non farmi sentire da Adriana. Per mero dovere di cronaca, vedrò le altre due Kebabbare sgusciare fuori dall'uscio e riprendere rapidamente posizione sotto la pensilina proprio mentre sono intento a salire in macchina (quindi, pericolo scampato proprio per una manciata di secondi)!
LE CONCLUSIONI
Per concludere, mi ero forse abituato troppo bene con Katia, ma Carla non mi ha entusiasmato granché (e, per ora, mi sto trovando decisamente meglio con Anna e Adriana). Persino gli incontri con la Perlettina, che è bistrattata dai più, sono stati per me decisamente più appaganti. Nella parte strettamente erotica, è stata a mio parere senza infamia né lode, anche se non ha sicuramente lesinato l'impegno e non ha messo alcuna fretta (altre avrebbero premuto il pulsante dell'espulsione o mi avrebbero chiesto il codice del Bancomat, dopo tutto quel tempo). A suo merito, per lo meno dal mio punto di vista, menzionerei anche che non ha ecceduto in ansimi, rantoli e tutto quel corollario di sceneggiate che trovo abbastanza stucchevole.
Più che altro, mi ha lasciato davvero interdetto la sua scarsa socialità, che è stata più o meno quella di un automa di una catena di montaggio. Può essere che sia stata abbastanza taciturna perché "a pelle" non le sono stato simpatico o perché era stanca e infreddolita, ma ho avuto l'impressione che sia veramente demotivata (forse "scoglionata" è il termine più giusto) e che stia svolgendo questo lavoro quasi per inerzia e senza più alcun entusiasmo, come se si fosse completamente assuefatta anche all'ebbrezza di guadagnare un sacco di soldi. Per cui, avendo già 25 anni, non escluderei che pure lei decida di gettare la spugna e di ritirarsi a vita priva da qui ai prossimi 12-15 mesi.