SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Lallio (BG)
ZONA: 45.656026,9.625713
NOME: Sara
NAZIONALITA': HUN, di Buda
ETA': 25-28 stimati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ
COMPENSO RICHIESTO: 80
COMPENSO CONCORDATO: 90 (per mancanza di pezzi giusti)
DURATA DELL'INCONTRO: circa 40' lordi
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, fisico formoso, seno di un 4° misura con capezzoli enormi, viso carino con occhioni castani molto espressivi e capelli biondi (tinti) alla P!nk
ATTITUDINE: tecnica del BJ a mio avviso superiore alla media, buon impegno complessivo; nel complesso socievole, ma racconta sicuramente un sacco di balle
LA MIA RECENSIONE:
Come riferito anche dal collega nosferatu:
da una decina di giorni a questa parte è avvenuto un discreto rimescolamento di carte davanti alla forma di Grana, con la (temporanea?) dipartita di Laura e con la comparsa di un paio di nuove ragazze. Già durante il mio primo giro di ricognizione lungo la statale dell'amore, proprio davanti alla forma di Grana noto una bella bionda dalla silhouette e dal viso interessanti. Anche se confesso di avere avuto il dubbio che si trattasse di Elena, faccio un nodo al fazzoletto per ricordarmi di passare più tardi (tanto, la postazione è sempre presidiata sino alle 6 del mattino, come accadeva per il distributore davanti all'Eden ...) e mi spingo verso Osio, per fare nuove conoscenze.
Dopo un rapido incontro con Sara, che ho trovato un po' "né carne né pesce", riporto il mio vascello nelle acque di Lallio. Imbocco una prima volta via della Madonna, per scrutarla meglio. Dato che mi convince sia di fisico che di viso, faccio immediatamente inversione, mi riaffaccio allo stop, controllo che non vi siano minacce aliene nei paraggi e lesto accosto alla bionda. I rate sono i soliti (30 in macchina e 80 in appartamento), per cui mi accerto solo che non sia una speedy gonzales: "Ma possiamo fare tutto con calma, vero?". "Sì, sì, tranquillo, non ti metto fretta", mi tranquillizza la fanciulla, la cui capigliatura con le ciocche bionde all'aria somiglia decisamente a quella della cantante P!nk (la somiglianza però si ferma lì, fortunatamente :
Tranquillizzato dalle sue abbondanti rassicurazioni, l'accordo è trovato e la fanciulla è presto ospite della mia vettura.
IL VIAGGIO VERSO IL LOFT
Come da prassi, la mia improvvisata accompagnatrice estrae subito dalla borsa una gonna molto lunga e se la infila sopra quella micro che già indossava, per celare le sue gambe alla vista. "Sai, è per i vicini ...", mi spiega. "Che strani gusti che hanno i tuoi vicini, se non apprezzano le belle ragazze in minigonna ", le butto lì, per dare inizio alla mia operazione-piaggeria. Prima che si copra completamente, faccio in tempo a notare (e a farle notare) che ha la pelle d'oca. "Eh sì, visto che oggi pomeriggio faceva caldo, ho provato a uscire senza calze, ma non è stata una buona idea! Comunque, sono sicura che poi ci penserai tu a scaldarmi ;-)", mi risponde in modo ammiccante. "Farò del mio meglio - le replico - però, se vuoi posso alzare un po' la temperatura del climatizzatore". "No, no, non ce n'è bisogno, tanto il viaggio è corto ", mi stoppa subito. Già che siamo in argomento loft, mi domanda: "Forse nell'appartamento c'è ancora la mia amica ... Se troviamo la camera occupata, non è un problema se ci mettiamo nell'altra, col separè?". Le confermo che per me la cosa è Ok e, finalmente, posso passare alla raccolta delle generalità.
Riporto fedelmente quanto riferitomi dalla ragazza, anche se la mia personale macchina della verità registra un tasso di balle un po' fantasiose non inferiore al 90% Valentina è il suo nome di battaglia e, sorprendentemente, mi dice di provenire da Venezia. Dato che l'accento non è esattamente veneto, le domando di dove sia esattamente originaria. "Mia madre è ungherese e mio padre è invece di Venezia", mi risponde, in modo che mi lascia assai dubbioso. Dato che una nutrita colonia di ungheresi affollava una particolare zona del Terraglio a Mestre (io, ad esempio, avevo incontrato tali Cinzia e Barbora), la cosa più plausibile è che sia davvero ungherese e che, dopo avere esercitato lungo le strade venete, sia venuta a cercare miglior fortuna nella bergamasca. "E di che città sei originaria, in Ungheria?", le chiedo, dato che sono stato un paio di volte in quel Paese. "Buda ..." (senza il Pest), mi risponde dopo avere esitato un attimo, il che non fa che aumentare ancora di più le mie perplessità sulla sua vera provenienza (per cui potrebbe tranquillamente essere rumena o albanese ...). In ogni caso, non faccio di mestiere il carabiniere e le mie domande erano giusto per scambiarci quattro chiacchiere, per cui evito di procedere con l'"interrogatorio". In ogni caso, Valentina è assai lesta a svicolare e mi domanda: "Tu, invece, da dove vieni?". "Ma anch'io da Venezia ", la prendo un po' in giro, imitando il simpatico accento dei nostri vicini veneti. "Ma davvero?", mi domanda un po' stupita. "No, scherzavo, sono di Milano", mi fermo subito, anche perché non sono stato abbastanza in quei paraggi da saper rispondere in modo circostanziato a domande più precise ...
Senza che ci fossero molti dubbi al riguardo, raggiungiamo abbastanza rapidamente la solita palazzina di Lallio, ove sono stato già condotto da altre fanciulle operative lì nei paraggi. Parcheggiata la macchina sul lato rivolto alla strada, ci incamminiamo verso il portone d'ingresso. Dato che Sara sta camminando in modo abbastanza innaturale (scarica il suo peso praticamente solo sulle punte, evitando di appoggiare i tacchi vertiginosi per terra) e la ragione mi pare abbastanza semplice (non fare troppo rumore, per evitare di svegliare eventuali residenti), le domando se qualcuno abiti davvero nella palazzina, dato che ho sempre visto tutti gli infissi sistematicamente serrati. "Sì, ci sono un paio di famiglie sull'altro lato e quindi non devo fare troppo rumore", mi spiega Sara. "Ma devono farti un male cane quelle scarpe, da quanto è alto lo stiletto ...", le butto lì, giusto per proseguire la conversazione. "Sì, non hai idea di quanto mi facciano male i piedi. Stasera, poi, non ho praticamente lavorato e sono stata tutto il tempo in piedi!", mi risponde sconsolata. Mentre scopro che il tacco raggiunge la spaventosa quota di 15 cm (grazie anche alla spessa zeppa anteriore), varchiamo il cancelletto, il portone d'ingresso e siamo finalmente di fronte alla porta dello scannatoio. Sono passati un po' di mesi, ma sono quasi certo che si tratti dello stesso appartamento in cui mi aveva condotto Elena l'ucraina lo scorso dicembre (il che farebbe pensare che quest'ultima e la sua amica Maria "la sicula" abbiano definitivamente abbandonato la scena bergamasca, dopo le ultime vacanze natalizie; in effetti, mi pare di avere letto un link all'Eco di Bergamo da cui traspariva abbastanza chiaramente che almeno una delle due era stata destinataria di un foglio di via).
Entriamo infine nello scannatoio e Valentina sonda immediatamente l'eventuale presenza della collega: "Ljuko?" (o qualcosa di simile), domanda ad alta voce. Nessuno risponde (il che non mi sorprende, dato che - nell'arrivare al parcheggio - avevo notato una vettura che stava allontanandosi) e quindi possiamo incamminarci verso la camera da letto. "Come si chiama la tua amica", le chiedo, dato che il nome mi suona un po' troppo mascolino. Dato che Valentina me lo ripete esattamente uguale, le domando: "Ma, in italiano, come suonerebbe?". "Lei non è italiana e, comunque, non c'è un equivalente in italiano", mi spiega.
LA RECE VERA E PROPRIA
Mentre scambiamo ancora quattro chiacchiere, procediamo alle rispettive svestizioni. Ciò che mi sorprende di Valentina non è tanto il letterale crollo della sua statura (che da 1,75-1,80 precipita a 1,60-1,65), quanto il fatto che, per il momento, tenga indosso mutandine e reggiseno, il che potrebbe rendere plausibile che si tratti effettivamente di un'OTR saltuaria (in alternativa: un missile). Quando giunge il momento di regolare le formalità burocratiche, Valentina dice di essere sprovvista del resto, il che farebbe pendere l'ago della bilancia verso il secondo piatto. Dato che non mi sembra il caso di questionare per un pezzo da 10, le consegno 90 e mi appunto che dovrò assolutamente trovare anch'io il modo di recuperare queste preziosissime banconote da 30, di cui si è parlato recentemente nelle pagine di cronaca:
Valentina mi ringrazia per la "mancia" anticipata e promette che faremo ancora con più calma. Dopo una breve sosta in bagno (dato che volevo lavarmi accuratamente il fratellino, dopo la sommaria pulizia effettuata in precedenza con le salviette umidificate), ritorno in camera e trovo Valentina che sta aspettandomi proprio nel mezzo del lettone. Mi avvicino a lei e, mentre scarta il profilattico, mi accoglie con un sorriso a 32 denti, per cui non posso fare a meno di notare che ha un piercing proprio sotto il labbro superiore. "Ma è sul labbro o sulla gengiva? Chissà che male deve averti fatto, quando ti sei fatta infilzare quell'anellino!", le domando. "E' sul filetto della gengiva e, comunque, non mi ha fatto per niente male!", precisa Valentina. In effetti, anche una girl tedesca mi aveva detto che era stato molto più doloroso il piercing al naso di quello nella gengiva.
Dopo che mi ha incappucciato il fratellino e poco prima di mettersi all'opera, mi domanda se voglia che si tolga il reggiseno. "Magari ...", le rispondo, dato che la cosa mi sembrava abbastanza scontata. Detto, fatto e Valentina si rimuove l'inutile orpello, mettendo in mostra due seni di taglia davvero considerevole (direi almeno una 4° misura) e dai capezzoli di dimensione mai vista (non vorrei esagerare, ma gli stessi hanno un diametro di almeno 4-5 cm!). Completata la parziale svestizione (perché la vulva è ancora coperta dalle mutandine), Valentina si mette finalmente all'opera e, chapeau , resto davvero impressionato dalla sua perizia tecnica! Credo di aver visto ben poche ragazze cimentarsi in una tale varietà di operazioni: prima lo succhia letteralmente (come se dovesse dovesse aspirare un liquido), quindi inizia con il classico su e già lungo l'asta, poi si ferma e inizia a leccarlo su un fianco e infine riprende con il normale moto alternato, a cui sovrappone però dei curiosi avvitamenti della testa, che probabilmente fanno sì che il prepuzio arretrato sfreghi maggiormente contro la struttura interna. E' superfluo dire che il tutto è davvero piacevole!
Nel mentre, inizio a prendere confidenza con il suo fisico. La ragazza è decisamente più formosa di quanto apparisse nello showroom (talvolta i tacchi riescono a slanciare la figura oltre ogni aspettativa ...), tuttavia appare nel complesso proporzionata e non è ancora giunta allo stadio "completamente burrosa", dato che si può ancora percepire un discreto tono muscolare. La pelle è brunita dalle lampade ed è decorata da qualche tatuaggio qua è là (ne ricordo uno abbastanza grosso dietro la spalla sinistra), oltre che da alcuni piercing (ce ne sono almeno un paio incastonati nei dintorni dell'ombelico). Come da mia prassi, inizio a carezzarle un po' il collo e la schiena ma poi è giocoforza portarsi sul lato A, per fare la conoscenza delle sue mammelle di taglia imperiale. Data la dimensione, è inevitabile che risentano un po' della forza di gravità, ma hanno il pregio di essere del tutto naturali (la consistenza morbida conferma l'assenza di masse siliconiche all'interno e sotto non vi sono cicatrici che possano far pensare a precedenti operazioni chirurgiche).
Dato che il mio fratellino non vuole saperne di raggiungere il pieno turgore, nonostante l'ottima azione orale di Valentina e tutto quel ben di Dio da guardare e toccare, la fanciulla si ferma, mi scruta con i suoi occhioni espressivi e mi domanda: "Ma cosa succede lì sotto? Aspetta che mi tolgo le mutandine, così puoi vedere e toccare anche la patatina ...". Non avevo detto niente al riguardo, perché ero proprio curioso di vedere quando se le sarebbe sfilate (sicuramente non più tardi che iniziasse la sintonia di RAI1, salvo che volesse obbligarmi alla visione di Sky o di qualche altro canale erotico criptato . L'ultimo capo intimo che le era rimasto addosso viene prontamente rimosso, Valentina si riposiziona in modo da mettere in bella vista la sua vulva e riprende ad armeggiare attorno al mio fratellino. La rasatura nella zona pubica non è proprio freschissima, mentre la struttura della sua vulva è molto carnosa, con le labbra interne (non le chiamo piccole, perché non lo sono grandi e prominenti, un po' come quelle di Carla, giusto per citare un riferimento noto ai più. Mi diverto a strofinarle un po', per poi divaricarle e portare alla luce il suo clitoride, cui dedico le mie successive attenzioni. La vagina è già completamente fradicia (ma di lubrificante, di cui si era probabilmente cosparsa mentre io mi ero brevemente recato in bagno), per cui è pressoché impossibile capire se la cosa sia per lei piacevole o indifferente.
Quando è giunto finalmente il momento di sintonizzare le trasmissioni del primo canale, Valentina si interrompe nuovamente e mi domanda: "Ti va di scopare? Facciamo alla pecorina?". Avrei preferito esordire alla mission, ma probabilmente la fanciulla preferisce mantenere le distanze, per cui accolgo alla sua proposta e ci risistemiamo nella nuova posizione. Infiliamo assieme il fratellino nella sua vagina e incomincio a stantuffarla un po'. Sarà che ho sempre trovato la pecorina abbastanza asettica o che (soprattutto) sono ancora scarico dall'incontro precedente, ma dopo non più di una decina di colpi sento che il fratellino sta già perdendo il turgore faticosamente conquistato poc'anzi. Senza avere neppure avuto il tempo di carezzare seriamente la schiena e il fondoschiena che si stagliano dinanzi a me, mi fermo e mi sfilo, proponendole di proseguire le operazioni orali. Mentre io resto inginocchiato, Valentina si rigira davanti a me e si ridispone in una posa plastica degna di una contorsionista, in modo da rivolgermi comunque la sua zona pubica sul mio lato sinistro, mentre la sua bocca ricomincia a prendersi cura del mio fratellino.
A interrompere le operazioni in questa postura (che, secondo me, non avrebbe potuto reggere per più di un altro paio di minuti ...), arriva la solita telefonata di controllo. La prima sequenza di squilli viene ignorata ma, quando viene cercata anche sul telefonino privato, Valentina si interrompe e mi dice: "Scusa, ma la mia amica deve proprio essere preoccupata, perché è tanto che siamo via. Devo proprio risponderle ...". Si rialza, va verso il comodino, rovescia sul lettone parte del contenuto della sua borsa, raccoglie uno dei due cellulari (uno smart-phone che poi mi farà pensare che i suoi discorsi sulle sue difficoltà economiche siano un po' campati per aria ...) e risponde alla "amica". Con mia grandissima sorpresa, si parlano in italiano, il che mi rende plausibile che Valentina e la collega siano davvero di nazionalità diverse, magari ungherese la prima e albanese o rumena la seconda.
Terminata la conversazione, cerchiamo di riprendere le operazioni. "Dài che mi sdraio, almeno stiamo entrambi più comodi", le butto lì, risistemandomi supino sul lettone. Anche a causa della pausa indesiderata, il mio fratellino è tornato completamente flaccido e quindi i tentativi di Valentina di rianimarlo, sia di mano che di bocca, si rivelano del tutto vani. Per cui, dopo qualche minuto (e dopo un paio di sguardi desolati da parte sua), le dico di fermarsi pure.
"Secondo me è perché sei nervoso ... Forse è perché non vai molto spesso con le ragazze a pagamento e ti senti un po' in imbarazzo, vero?", mi domanda Valentina. "Mah, non è che ci vada spessissimo - le rispondo, non avendo il coraggio di dirle che è la 73esima fanciulla distinta incontrata negli ultimi 12 mesi scarsi - ma non è neppure la prima volta ...". Dato che la sua prima teoria è stata smontata, Valentina si lancia in una congettura più ardita: "Ma tu, che lavoro fai?". "Faccio il filosofo ", le rispondo, per rimanere un po' sul vago. "Ah, adesso è tutto chiaro: pensi troppo ed è per questo che non sono riuscita a farti venire ". La seconda spiegazione è quantomeno simpatica (in effetti, uno dei difetti della mente maschile è che il pensiero e l'erezione sono controllati da due emisferi distinti e, se uno lavora alacremente, l'altro si prende una meritata pennichella ...), per cui le do ragione ed evito di rivelarle che non più di tre quarti d'ora prima mi ero appartato con un'altra ragazza. Per la prossima volta, sarò certamente più accorto e massimizzerò la resa del mio investimento, invertendo l'ordine dei fattori: prima l'incontro loft e poi quello in macchina ;-)
ANCORA QUATTRO CHIACCHIERE
Dato che sono rimasto bene impressionato dalla sua abilità tecnica nel BJ (e non è più giovanissima, per cui suppongo che abbia un'onorata carriera alle spalle), le domando dove abbia lavorato in precedenza, prima di fare la sua comparsa qua a Lallio. "Guarda che è solo la seconda volta ...", esordisce, per poi correggersi prontamente: "... la seconda sera che faccio questo lavoro". Mi spiega quindi che il suo vero mestiere è quello di parrucchiera (il che, vista la particolarità della sua capigliatura, potrebbe anche starci) e che, avendo bisogno di denaro, ha raccolto l'invito della sua amica "Ljuko" a raggiungerla qua a Lallio. "Comunque sarà una cosa breve - puntualizza - Magari mi fermo una decina di giorni, giusto il tempo di raccogliere i soldi che mi servono". "Lo sai che non ci credo Anche perché sei stata troppo brava nel pompino ... Dove hai imparato a farlo così bene?", le domando. "Una volta avevo un ragazzo e ho potuto fare molta pratica con lui ", mi risponde (e penso che il tipo è stato parecchio fortunato, dato che la ragazza media italiana è abbastanza restia a concedere questo tipo di pratiche ...).
Poi, continuando il discorso, mi racconta che comunque la sua raccolta-fondi sta rivelandosi più difficoltosa del previsto, dato che stanotte ha avuto solo 2 clienti in appartamento e 1 in macchina (il che fa la "miseria" di 200 Eur, compresa la mia "mancia"). "Certe notti, però, si arriva anche a 800-1.000", precisa con una punta di orgoglio (il che smentisce definitivamente che fosse la sua seconda serata sul marciapiede, dato che non può avere introitato così tanto in un giovedì sera infrasettimanale ...). "Be', se poi te ne resta in tasca solo la metà o anche meno, oggi quasi non ne è valsa la pena", commento. "Oh, ma guarda che restano tutti a me! Io lavoro senza protettore!", mi risponde quasi sdegnata, con un tono e una mimica facciale che potrebbero essere sottotitolate con un "ahò, ma che stai a ddì?" (se lei fosse "de Roma", ma in realtà è veneta doc, come il Prosecco di Conegliano . Dato che la forma di Grana ha tutta la faccia di essere una postazione presidiata quasi militarmente (e dunque avrei un'altra opinione al riguardo), faccio apparire gli stessi sottotitoli sul mio volto ma mi fermo lì, dato che è lungi da me voler approfondire la questione.
Durante il viaggio di ritorno, mi complimento con lei per la capigliatura. Mi spiega che la sua tinta naturale è corvina (ma questo lo si era già capito dal colore della peluria e che, essendo parrucchiera, ama cambiare spesso il colore e la foggia dei suoi capelli, anche se ritiene che il biondo cenerino sia decisamente quello che le dona di più. Poi si addentra in un'ardita teoria, secondo cui cui i capelli sono lo specchio dell'anima (ma, probabilmente, uno chef direbbe lo stesso del cibo che mangiano e Mastro Lindo del detersivo che utilizziamo per pulire il cesso . A suo parere, quando non ci sentiamo molto bene (e stasera sarebbe una di quelle sere), anche la brillantezza della chioma ne risente negativamente, perdendo parte del suo smalto. Pur trovandomi più d'accordo con Anna, secondo la quale lo stato della capigliatura è maggiormente influenzato dall'umidità presente nell'aria, raccolgo diligentemente anche questa opinione.
Purtroppo, il tragitto è troppo breve per raccogliere altre perle di saggezza tascabile e siamo di nuovo allo showroom. Ci congediamo, la bionda "Ljuko" accoglie con un sospiro di sollievo il ritorno di Valentina e io posso finalmente dirigermi verso casa (anche perché, verso oriente, la volta celeste inizia quasi a schiarire ...). La certezza è che, a differenza del simpatico collega Amico_Chips:
mi accontenterò di aspettare il ritorno della mia prediletta il prossimo week-end, per darmi prova di virilità, dopo avere fatto fiasco con Valentina
CITTA DELL'INCONTRO: Lallio (BG)
ZONA: 45.656026,9.625713
NOME: Sara
NAZIONALITA': HUN, di Buda
ETA': 25-28 stimati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ
COMPENSO RICHIESTO: 80
COMPENSO CONCORDATO: 90 (per mancanza di pezzi giusti)
DURATA DELL'INCONTRO: circa 40' lordi
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65, fisico formoso, seno di un 4° misura con capezzoli enormi, viso carino con occhioni castani molto espressivi e capelli biondi (tinti) alla P!nk
ATTITUDINE: tecnica del BJ a mio avviso superiore alla media, buon impegno complessivo; nel complesso socievole, ma racconta sicuramente un sacco di balle
LA MIA RECENSIONE:
Come riferito anche dal collega nosferatu:
ieri sera passando alla forma del grana dato che cercavo Laura ho visto due nuove entry insieme a Elena una mora e una bionda non ho potuto intervistarle per il sopraggiungere di luci blu. La bionda molto carina mentre la mora cosi cosi entrambe longilinee ma ripeto una visione breve bisogna ripassare per intervista e per testare le ragazze che a occhio credo romene
da una decina di giorni a questa parte è avvenuto un discreto rimescolamento di carte davanti alla forma di Grana, con la (temporanea?) dipartita di Laura e con la comparsa di un paio di nuove ragazze. Già durante il mio primo giro di ricognizione lungo la statale dell'amore, proprio davanti alla forma di Grana noto una bella bionda dalla silhouette e dal viso interessanti. Anche se confesso di avere avuto il dubbio che si trattasse di Elena, faccio un nodo al fazzoletto per ricordarmi di passare più tardi (tanto, la postazione è sempre presidiata sino alle 6 del mattino, come accadeva per il distributore davanti all'Eden ...) e mi spingo verso Osio, per fare nuove conoscenze.
Dopo un rapido incontro con Sara, che ho trovato un po' "né carne né pesce", riporto il mio vascello nelle acque di Lallio. Imbocco una prima volta via della Madonna, per scrutarla meglio. Dato che mi convince sia di fisico che di viso, faccio immediatamente inversione, mi riaffaccio allo stop, controllo che non vi siano minacce aliene nei paraggi e lesto accosto alla bionda. I rate sono i soliti (30 in macchina e 80 in appartamento), per cui mi accerto solo che non sia una speedy gonzales: "Ma possiamo fare tutto con calma, vero?". "Sì, sì, tranquillo, non ti metto fretta", mi tranquillizza la fanciulla, la cui capigliatura con le ciocche bionde all'aria somiglia decisamente a quella della cantante P!nk (la somiglianza però si ferma lì, fortunatamente :
Tranquillizzato dalle sue abbondanti rassicurazioni, l'accordo è trovato e la fanciulla è presto ospite della mia vettura.
IL VIAGGIO VERSO IL LOFT
Come da prassi, la mia improvvisata accompagnatrice estrae subito dalla borsa una gonna molto lunga e se la infila sopra quella micro che già indossava, per celare le sue gambe alla vista. "Sai, è per i vicini ...", mi spiega. "Che strani gusti che hanno i tuoi vicini, se non apprezzano le belle ragazze in minigonna ", le butto lì, per dare inizio alla mia operazione-piaggeria. Prima che si copra completamente, faccio in tempo a notare (e a farle notare) che ha la pelle d'oca. "Eh sì, visto che oggi pomeriggio faceva caldo, ho provato a uscire senza calze, ma non è stata una buona idea! Comunque, sono sicura che poi ci penserai tu a scaldarmi ;-)", mi risponde in modo ammiccante. "Farò del mio meglio - le replico - però, se vuoi posso alzare un po' la temperatura del climatizzatore". "No, no, non ce n'è bisogno, tanto il viaggio è corto ", mi stoppa subito. Già che siamo in argomento loft, mi domanda: "Forse nell'appartamento c'è ancora la mia amica ... Se troviamo la camera occupata, non è un problema se ci mettiamo nell'altra, col separè?". Le confermo che per me la cosa è Ok e, finalmente, posso passare alla raccolta delle generalità.
Riporto fedelmente quanto riferitomi dalla ragazza, anche se la mia personale macchina della verità registra un tasso di balle un po' fantasiose non inferiore al 90% Valentina è il suo nome di battaglia e, sorprendentemente, mi dice di provenire da Venezia. Dato che l'accento non è esattamente veneto, le domando di dove sia esattamente originaria. "Mia madre è ungherese e mio padre è invece di Venezia", mi risponde, in modo che mi lascia assai dubbioso. Dato che una nutrita colonia di ungheresi affollava una particolare zona del Terraglio a Mestre (io, ad esempio, avevo incontrato tali Cinzia e Barbora), la cosa più plausibile è che sia davvero ungherese e che, dopo avere esercitato lungo le strade venete, sia venuta a cercare miglior fortuna nella bergamasca. "E di che città sei originaria, in Ungheria?", le chiedo, dato che sono stato un paio di volte in quel Paese. "Buda ..." (senza il Pest), mi risponde dopo avere esitato un attimo, il che non fa che aumentare ancora di più le mie perplessità sulla sua vera provenienza (per cui potrebbe tranquillamente essere rumena o albanese ...). In ogni caso, non faccio di mestiere il carabiniere e le mie domande erano giusto per scambiarci quattro chiacchiere, per cui evito di procedere con l'"interrogatorio". In ogni caso, Valentina è assai lesta a svicolare e mi domanda: "Tu, invece, da dove vieni?". "Ma anch'io da Venezia ", la prendo un po' in giro, imitando il simpatico accento dei nostri vicini veneti. "Ma davvero?", mi domanda un po' stupita. "No, scherzavo, sono di Milano", mi fermo subito, anche perché non sono stato abbastanza in quei paraggi da saper rispondere in modo circostanziato a domande più precise ...
Senza che ci fossero molti dubbi al riguardo, raggiungiamo abbastanza rapidamente la solita palazzina di Lallio, ove sono stato già condotto da altre fanciulle operative lì nei paraggi. Parcheggiata la macchina sul lato rivolto alla strada, ci incamminiamo verso il portone d'ingresso. Dato che Sara sta camminando in modo abbastanza innaturale (scarica il suo peso praticamente solo sulle punte, evitando di appoggiare i tacchi vertiginosi per terra) e la ragione mi pare abbastanza semplice (non fare troppo rumore, per evitare di svegliare eventuali residenti), le domando se qualcuno abiti davvero nella palazzina, dato che ho sempre visto tutti gli infissi sistematicamente serrati. "Sì, ci sono un paio di famiglie sull'altro lato e quindi non devo fare troppo rumore", mi spiega Sara. "Ma devono farti un male cane quelle scarpe, da quanto è alto lo stiletto ...", le butto lì, giusto per proseguire la conversazione. "Sì, non hai idea di quanto mi facciano male i piedi. Stasera, poi, non ho praticamente lavorato e sono stata tutto il tempo in piedi!", mi risponde sconsolata. Mentre scopro che il tacco raggiunge la spaventosa quota di 15 cm (grazie anche alla spessa zeppa anteriore), varchiamo il cancelletto, il portone d'ingresso e siamo finalmente di fronte alla porta dello scannatoio. Sono passati un po' di mesi, ma sono quasi certo che si tratti dello stesso appartamento in cui mi aveva condotto Elena l'ucraina lo scorso dicembre (il che farebbe pensare che quest'ultima e la sua amica Maria "la sicula" abbiano definitivamente abbandonato la scena bergamasca, dopo le ultime vacanze natalizie; in effetti, mi pare di avere letto un link all'Eco di Bergamo da cui traspariva abbastanza chiaramente che almeno una delle due era stata destinataria di un foglio di via).
Entriamo infine nello scannatoio e Valentina sonda immediatamente l'eventuale presenza della collega: "Ljuko?" (o qualcosa di simile), domanda ad alta voce. Nessuno risponde (il che non mi sorprende, dato che - nell'arrivare al parcheggio - avevo notato una vettura che stava allontanandosi) e quindi possiamo incamminarci verso la camera da letto. "Come si chiama la tua amica", le chiedo, dato che il nome mi suona un po' troppo mascolino. Dato che Valentina me lo ripete esattamente uguale, le domando: "Ma, in italiano, come suonerebbe?". "Lei non è italiana e, comunque, non c'è un equivalente in italiano", mi spiega.
LA RECE VERA E PROPRIA
Mentre scambiamo ancora quattro chiacchiere, procediamo alle rispettive svestizioni. Ciò che mi sorprende di Valentina non è tanto il letterale crollo della sua statura (che da 1,75-1,80 precipita a 1,60-1,65), quanto il fatto che, per il momento, tenga indosso mutandine e reggiseno, il che potrebbe rendere plausibile che si tratti effettivamente di un'OTR saltuaria (in alternativa: un missile). Quando giunge il momento di regolare le formalità burocratiche, Valentina dice di essere sprovvista del resto, il che farebbe pendere l'ago della bilancia verso il secondo piatto. Dato che non mi sembra il caso di questionare per un pezzo da 10, le consegno 90 e mi appunto che dovrò assolutamente trovare anch'io il modo di recuperare queste preziosissime banconote da 30, di cui si è parlato recentemente nelle pagine di cronaca:
Valentina mi ringrazia per la "mancia" anticipata e promette che faremo ancora con più calma. Dopo una breve sosta in bagno (dato che volevo lavarmi accuratamente il fratellino, dopo la sommaria pulizia effettuata in precedenza con le salviette umidificate), ritorno in camera e trovo Valentina che sta aspettandomi proprio nel mezzo del lettone. Mi avvicino a lei e, mentre scarta il profilattico, mi accoglie con un sorriso a 32 denti, per cui non posso fare a meno di notare che ha un piercing proprio sotto il labbro superiore. "Ma è sul labbro o sulla gengiva? Chissà che male deve averti fatto, quando ti sei fatta infilzare quell'anellino!", le domando. "E' sul filetto della gengiva e, comunque, non mi ha fatto per niente male!", precisa Valentina. In effetti, anche una girl tedesca mi aveva detto che era stato molto più doloroso il piercing al naso di quello nella gengiva.
Dopo che mi ha incappucciato il fratellino e poco prima di mettersi all'opera, mi domanda se voglia che si tolga il reggiseno. "Magari ...", le rispondo, dato che la cosa mi sembrava abbastanza scontata. Detto, fatto e Valentina si rimuove l'inutile orpello, mettendo in mostra due seni di taglia davvero considerevole (direi almeno una 4° misura) e dai capezzoli di dimensione mai vista (non vorrei esagerare, ma gli stessi hanno un diametro di almeno 4-5 cm!). Completata la parziale svestizione (perché la vulva è ancora coperta dalle mutandine), Valentina si mette finalmente all'opera e, chapeau , resto davvero impressionato dalla sua perizia tecnica! Credo di aver visto ben poche ragazze cimentarsi in una tale varietà di operazioni: prima lo succhia letteralmente (come se dovesse dovesse aspirare un liquido), quindi inizia con il classico su e già lungo l'asta, poi si ferma e inizia a leccarlo su un fianco e infine riprende con il normale moto alternato, a cui sovrappone però dei curiosi avvitamenti della testa, che probabilmente fanno sì che il prepuzio arretrato sfreghi maggiormente contro la struttura interna. E' superfluo dire che il tutto è davvero piacevole!
Nel mentre, inizio a prendere confidenza con il suo fisico. La ragazza è decisamente più formosa di quanto apparisse nello showroom (talvolta i tacchi riescono a slanciare la figura oltre ogni aspettativa ...), tuttavia appare nel complesso proporzionata e non è ancora giunta allo stadio "completamente burrosa", dato che si può ancora percepire un discreto tono muscolare. La pelle è brunita dalle lampade ed è decorata da qualche tatuaggio qua è là (ne ricordo uno abbastanza grosso dietro la spalla sinistra), oltre che da alcuni piercing (ce ne sono almeno un paio incastonati nei dintorni dell'ombelico). Come da mia prassi, inizio a carezzarle un po' il collo e la schiena ma poi è giocoforza portarsi sul lato A, per fare la conoscenza delle sue mammelle di taglia imperiale. Data la dimensione, è inevitabile che risentano un po' della forza di gravità, ma hanno il pregio di essere del tutto naturali (la consistenza morbida conferma l'assenza di masse siliconiche all'interno e sotto non vi sono cicatrici che possano far pensare a precedenti operazioni chirurgiche).
Dato che il mio fratellino non vuole saperne di raggiungere il pieno turgore, nonostante l'ottima azione orale di Valentina e tutto quel ben di Dio da guardare e toccare, la fanciulla si ferma, mi scruta con i suoi occhioni espressivi e mi domanda: "Ma cosa succede lì sotto? Aspetta che mi tolgo le mutandine, così puoi vedere e toccare anche la patatina ...". Non avevo detto niente al riguardo, perché ero proprio curioso di vedere quando se le sarebbe sfilate (sicuramente non più tardi che iniziasse la sintonia di RAI1, salvo che volesse obbligarmi alla visione di Sky o di qualche altro canale erotico criptato . L'ultimo capo intimo che le era rimasto addosso viene prontamente rimosso, Valentina si riposiziona in modo da mettere in bella vista la sua vulva e riprende ad armeggiare attorno al mio fratellino. La rasatura nella zona pubica non è proprio freschissima, mentre la struttura della sua vulva è molto carnosa, con le labbra interne (non le chiamo piccole, perché non lo sono grandi e prominenti, un po' come quelle di Carla, giusto per citare un riferimento noto ai più. Mi diverto a strofinarle un po', per poi divaricarle e portare alla luce il suo clitoride, cui dedico le mie successive attenzioni. La vagina è già completamente fradicia (ma di lubrificante, di cui si era probabilmente cosparsa mentre io mi ero brevemente recato in bagno), per cui è pressoché impossibile capire se la cosa sia per lei piacevole o indifferente.
Quando è giunto finalmente il momento di sintonizzare le trasmissioni del primo canale, Valentina si interrompe nuovamente e mi domanda: "Ti va di scopare? Facciamo alla pecorina?". Avrei preferito esordire alla mission, ma probabilmente la fanciulla preferisce mantenere le distanze, per cui accolgo alla sua proposta e ci risistemiamo nella nuova posizione. Infiliamo assieme il fratellino nella sua vagina e incomincio a stantuffarla un po'. Sarà che ho sempre trovato la pecorina abbastanza asettica o che (soprattutto) sono ancora scarico dall'incontro precedente, ma dopo non più di una decina di colpi sento che il fratellino sta già perdendo il turgore faticosamente conquistato poc'anzi. Senza avere neppure avuto il tempo di carezzare seriamente la schiena e il fondoschiena che si stagliano dinanzi a me, mi fermo e mi sfilo, proponendole di proseguire le operazioni orali. Mentre io resto inginocchiato, Valentina si rigira davanti a me e si ridispone in una posa plastica degna di una contorsionista, in modo da rivolgermi comunque la sua zona pubica sul mio lato sinistro, mentre la sua bocca ricomincia a prendersi cura del mio fratellino.
A interrompere le operazioni in questa postura (che, secondo me, non avrebbe potuto reggere per più di un altro paio di minuti ...), arriva la solita telefonata di controllo. La prima sequenza di squilli viene ignorata ma, quando viene cercata anche sul telefonino privato, Valentina si interrompe e mi dice: "Scusa, ma la mia amica deve proprio essere preoccupata, perché è tanto che siamo via. Devo proprio risponderle ...". Si rialza, va verso il comodino, rovescia sul lettone parte del contenuto della sua borsa, raccoglie uno dei due cellulari (uno smart-phone che poi mi farà pensare che i suoi discorsi sulle sue difficoltà economiche siano un po' campati per aria ...) e risponde alla "amica". Con mia grandissima sorpresa, si parlano in italiano, il che mi rende plausibile che Valentina e la collega siano davvero di nazionalità diverse, magari ungherese la prima e albanese o rumena la seconda.
Terminata la conversazione, cerchiamo di riprendere le operazioni. "Dài che mi sdraio, almeno stiamo entrambi più comodi", le butto lì, risistemandomi supino sul lettone. Anche a causa della pausa indesiderata, il mio fratellino è tornato completamente flaccido e quindi i tentativi di Valentina di rianimarlo, sia di mano che di bocca, si rivelano del tutto vani. Per cui, dopo qualche minuto (e dopo un paio di sguardi desolati da parte sua), le dico di fermarsi pure.
"Secondo me è perché sei nervoso ... Forse è perché non vai molto spesso con le ragazze a pagamento e ti senti un po' in imbarazzo, vero?", mi domanda Valentina. "Mah, non è che ci vada spessissimo - le rispondo, non avendo il coraggio di dirle che è la 73esima fanciulla distinta incontrata negli ultimi 12 mesi scarsi - ma non è neppure la prima volta ...". Dato che la sua prima teoria è stata smontata, Valentina si lancia in una congettura più ardita: "Ma tu, che lavoro fai?". "Faccio il filosofo ", le rispondo, per rimanere un po' sul vago. "Ah, adesso è tutto chiaro: pensi troppo ed è per questo che non sono riuscita a farti venire ". La seconda spiegazione è quantomeno simpatica (in effetti, uno dei difetti della mente maschile è che il pensiero e l'erezione sono controllati da due emisferi distinti e, se uno lavora alacremente, l'altro si prende una meritata pennichella ...), per cui le do ragione ed evito di rivelarle che non più di tre quarti d'ora prima mi ero appartato con un'altra ragazza. Per la prossima volta, sarò certamente più accorto e massimizzerò la resa del mio investimento, invertendo l'ordine dei fattori: prima l'incontro loft e poi quello in macchina ;-)
ANCORA QUATTRO CHIACCHIERE
Dato che sono rimasto bene impressionato dalla sua abilità tecnica nel BJ (e non è più giovanissima, per cui suppongo che abbia un'onorata carriera alle spalle), le domando dove abbia lavorato in precedenza, prima di fare la sua comparsa qua a Lallio. "Guarda che è solo la seconda volta ...", esordisce, per poi correggersi prontamente: "... la seconda sera che faccio questo lavoro". Mi spiega quindi che il suo vero mestiere è quello di parrucchiera (il che, vista la particolarità della sua capigliatura, potrebbe anche starci) e che, avendo bisogno di denaro, ha raccolto l'invito della sua amica "Ljuko" a raggiungerla qua a Lallio. "Comunque sarà una cosa breve - puntualizza - Magari mi fermo una decina di giorni, giusto il tempo di raccogliere i soldi che mi servono". "Lo sai che non ci credo Anche perché sei stata troppo brava nel pompino ... Dove hai imparato a farlo così bene?", le domando. "Una volta avevo un ragazzo e ho potuto fare molta pratica con lui ", mi risponde (e penso che il tipo è stato parecchio fortunato, dato che la ragazza media italiana è abbastanza restia a concedere questo tipo di pratiche ...).
Poi, continuando il discorso, mi racconta che comunque la sua raccolta-fondi sta rivelandosi più difficoltosa del previsto, dato che stanotte ha avuto solo 2 clienti in appartamento e 1 in macchina (il che fa la "miseria" di 200 Eur, compresa la mia "mancia"). "Certe notti, però, si arriva anche a 800-1.000", precisa con una punta di orgoglio (il che smentisce definitivamente che fosse la sua seconda serata sul marciapiede, dato che non può avere introitato così tanto in un giovedì sera infrasettimanale ...). "Be', se poi te ne resta in tasca solo la metà o anche meno, oggi quasi non ne è valsa la pena", commento. "Oh, ma guarda che restano tutti a me! Io lavoro senza protettore!", mi risponde quasi sdegnata, con un tono e una mimica facciale che potrebbero essere sottotitolate con un "ahò, ma che stai a ddì?" (se lei fosse "de Roma", ma in realtà è veneta doc, come il Prosecco di Conegliano . Dato che la forma di Grana ha tutta la faccia di essere una postazione presidiata quasi militarmente (e dunque avrei un'altra opinione al riguardo), faccio apparire gli stessi sottotitoli sul mio volto ma mi fermo lì, dato che è lungi da me voler approfondire la questione.
Durante il viaggio di ritorno, mi complimento con lei per la capigliatura. Mi spiega che la sua tinta naturale è corvina (ma questo lo si era già capito dal colore della peluria e che, essendo parrucchiera, ama cambiare spesso il colore e la foggia dei suoi capelli, anche se ritiene che il biondo cenerino sia decisamente quello che le dona di più. Poi si addentra in un'ardita teoria, secondo cui cui i capelli sono lo specchio dell'anima (ma, probabilmente, uno chef direbbe lo stesso del cibo che mangiano e Mastro Lindo del detersivo che utilizziamo per pulire il cesso . A suo parere, quando non ci sentiamo molto bene (e stasera sarebbe una di quelle sere), anche la brillantezza della chioma ne risente negativamente, perdendo parte del suo smalto. Pur trovandomi più d'accordo con Anna, secondo la quale lo stato della capigliatura è maggiormente influenzato dall'umidità presente nell'aria, raccolgo diligentemente anche questa opinione.
Purtroppo, il tragitto è troppo breve per raccogliere altre perle di saggezza tascabile e siamo di nuovo allo showroom. Ci congediamo, la bionda "Ljuko" accoglie con un sospiro di sollievo il ritorno di Valentina e io posso finalmente dirigermi verso casa (anche perché, verso oriente, la volta celeste inizia quasi a schiarire ...). La certezza è che, a differenza del simpatico collega Amico_Chips:
Quindi per recuperare la mia autostima nelle sere successive ho dovuto darmi prova di virilità e direi che sono tornato rapidamente in forma, anche se la cosa, come dicevo prima, m'è costata parecchi eurini questa settimana.
mi accontenterò di aspettare il ritorno della mia prediletta il prossimo week-end, per darmi prova di virilità, dopo avere fatto fiasco con Valentina
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