[RECE] Emma "la sirenetta" (GRE) - OTR notturna - Lallio (BG)

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SCHEDA TECNICA

CITTA DELL'INCONTRO: Lallio (BG)
ZONA: 45.656026,9.625713
NOME: Emma
NAZIONALITA': GRE, di Ios :-))
ETA': 25 stimati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, RAI1 (smorza, mission, pecos), HJ
COMPENSO RICHIESTO: 80
COMPENSO CONCORDATO: 80
DURATA DELL'INCONTRO: circa 40' lordi
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,70, fisico snello da velina, , viso più che carino con occhi castani, capelli castano chiari/biondo scuri abbastanza corti, raccolti in piccolo codino
ATTITUDINE: buona perizia nel BJ, disponibile a varie posizioni; un po' troppo taciturna

LA MIA RECENSIONE:

A ZONZO PER LA SS 525

L'avanzare della primavera sta decisamente rimpolpando le presenze lungo la SS 525, poiché (ri)appaiono stimate professioniste che avevano già allietato la primavera/estate 2012. Scendendo da Dalmine verso Osio Sotto, le uniche postazioni che risultano sguarnite sono quelle di Carla + Alina (ma ci sono Adriana + Andreea e numerosi sfaccendati davanti al kebab, che stasera è aperto :-)) e della Perlettina.

All'IP di Dalmine, accanto al Maria Bonita, c'è quella che dovrebbe essere la ragazza omonima, con una nuova collega più piccola di statura. Sulla sinistra, appena passato il ponte dell'autostrada, c'è "Donna Mercedes", che secondo me - di lineamenti - somiglia troppo alla Perlettina per non essere sua cugina un tempo nota come Alinette le Citroen. Al Bolgia, vedo sia "Ginascore" che "Adalgina", le quali però non mi entusiasmano al punto da fermarmi a chiedere i loro veri nomi di battaglia. E, francamente, resto anche un po' deluso dalla vista di Michela "Smart", le cui gambe mi sembrano già tradire un po' l'incedere dell'età. Come mi aspettavo, dopo la sosta pasquale non è per il momento ricomparsa la giovane e inesperta Nadia. Sulla sinistra, Giorgia, Sara (al paninaro) e Alexandra (poco più in giù).

Nuove e vecchie presenze lungo il primo rettilineo di Osio Sotto, comprese un paio, che non mi hanno entusiasmato, al TotalErg. Davanti alla BPS, una bionda che ha tutto l'aspetto di essere una celebrità, sia per la macchina in cui attende (mi è sembrata una Jaguar - o era solo una Rover? - con targa ungherese) che per la coda di colleghi che pazientemente attendono il loro turno. Poco più in là, hanno timbrato il cartellino anche Alina la "Perlettina dei poveri" e la presunta Daniela "del Continental". Come già riferito da Cippolappo, a fare salotto davanti al Benaglia Frutta c'è un plotoncino di OTR così nutrito che le fanciulle dovrebbero indossare una maglia con nome e numero, per essere meglio identificabili :) Manca però la leggendaria (per la sua bellezza) Monica/Veronica "la polacca". Pur non disponendo della necessaria vettura sportiva, stavolta mi spingo fino alla rotonda di Zingonia, per inquadrare almeno visivamente la fanciulla della pensilina del bus (Claudia l'amante delle belle macchine), ma la postazione è purtroppo sguarnita. Giro di boa e risalgo a esplorare il versante bergamasco.

FOLGORATO IN VIA DELLA MADONNA

Quando transito alla forma di Grana resto però folgorato dalla visione di una nuova biondina, che non è sicuramente né Elena né la Valentina che avevo incontrato settimana scorsa. Per dovere di cronaca mi spingo sino a BG, dove riscontro la presenza della vettura di Anna, della "mature" bionda che già in un altro frangente aveva "usurpato" la sua postazione e, poco più avanti, di un'altra ragazza abbastanza appariscente che avevo già notato le settimane scorse.

Rapidamente torno però a Lallio, perché il boccone che ho visto poc'anzi mi sembra troppo ghiotto per rischiare di vederlo sfumare in un eccesso di confidenza da parte mia. Un paio di giri tattici per attendere che altrettante macchine munite di lampeggianti liberino la scena (ma, a conti fatti, si trattava solo di vetture della sorveglianza) e sono finalmente accanto a lei per l'intervista (ma quanto è bella di fisico, con un viso che è solo di poco da meno!).

- Ciao, come ti chiami? - le domando
- Perché vuoi saperlo? - mi chiede
- E' un segreto? :) - le domando nuovamente
- Mi chiamo ... Emma - mi risponde, dopo avere esitato un attimo, probabilmente perché al momento non si ricorda neppure lei quale sia il suo nome di battaglia :)

Dato che nel frattempo sta evidentemente dando una sbirciata tra i sedili posteriori (il che mi fa pensare che tema la presenza di un complice nascosto), gioco d'anticipo:

- Stai tranquilla, non c'è nessuno dietro!
- No, no, mi stavo solo specchiando nel finestrino della macchina - risponde, senza troppa convinzione

Dopo questo approccio surreale, mi faccio confermare i soliti rate (30 in macchina e 80 in appartamento) e, soprattutto, che non sia frettolosa. Come la collega Valentina che l'ha preceduta sulla medesima mattonella, anche lei spende le più ampie rassicurazioni e quindi non ci vuole molto perché io pronunci il fatidico "Andiamo".

QUATTRO CHIACCHIERE (UNA PER UNA)

Fingo di non sapere dove stia per condurmi e mi faccio indirizzare da lei, mentre si infila i pantaloni grigi di una tuta, per coprirsi le gambe. Dato che Emma non soffre certo di logorrea (al più di mutismo, direi ...), la nostra è un'"estorsione" di informazioni, più che una conversazione. Mi dice di essere Greca, dell'isola di Ios, per l'esattezza. L'esitazione con cui mi ha rivelato questo dettaglio mi ha fatto subito pensare che abbia sparato il primo (e forse l'unico ...) nome di località greca che le è venuto in mente, magari perché ci è stata in vacanza al mare :) Mi racconta poi che è in Italia già da 4 anni e che per 2 stagioni ha svolto la stessa professione a Milano, nei pressi di Piazzale Lugano (nel redigere questo racconto, ho poi cercato "emma otr milano piazzale lugano" su Google ed effettivamente è emerso un profilo del tutto compatibile :-)). E' invece alla postazione del Grana Padano da soli 3 giorni, probabilmente nella speranza che il cambio d'aria le porti migliore fortuna.

Raggiungiamo il solito parcheggio della solita palazzina e, mentre iniziano a cadere le prime goccioline di pioggia, varchiamo finalmente il portone d'ingresso. Come Valentina, anche lei indossa delle high heels altissime, che ne innalzano la statura di una buona dozzina di cm. Tra l'altro, il piede destro deve darle davvero molto fastidio (vesciche?), perché lo appoggia completamente storto e come se fosse un peso morto. Rispetto alla mia estemporanea accompagnatrice dello scorso week-end, Emma ha però il fisico di un'etoile del balletto, sottile e flessuoso. Le domando se abbia fatto la ballerina, mi dice di sì, ma sembra riluttante a volere fornire qualunque ulteriore dettaglio, come se se ne vergognasse, magari perché ciò non è accaduto alla Scala o al Bolshoi ma in qualche night di dubbia fama ....

Anche se io fingo di voler prendere l'ascensore per salire ai piani superiori, l'appartamento è ovviamente il medesimo di Valentina. Stavolta, Emma è però certa che siamo soli, poiché entra senza esitazione e, senza neppure domandare alla "padrona di casa" se sia presente, mi fa subito strada verso la camera.

Con lo stesso entusiasmo con cui aveva chiacchierato poc'anzi, inizia a svestirsi e mi indica la sedia dove posso accomodarmi, precisando tra l'altro che vorrebbe i soldi subito. Se non altro, non accampa scuse quando le chiedo se abbia il resto: dopo avere ravanato un po' nella borsetta, estrae vari pezzi da 5 un po' sgualciti e li appoggia sul letto. Le domando se possa usare il bagno, ma mi dice che c'è solo l'acqua fredda (anche se, solo una settimana fa, non era stato uno shock così traumatico da impedirmi di essere qua a raccontare di un secondo incontro in quello stesso appartamento ...) e mi porge alcune salviettine umidificate, per permettermi una rapida ripulita delle zone intime.

LA RECE VERA E PROPRIA

Sbrigate le classiche formalità burocratiche, assumiamo le postazioni di combattimento, io comodamente sdraiato in mezzo al lettone, con la testa appoggiata su soffici guanciali, e lei in ginocchio accanto a me. Dicendo di avere preso un po' di freddo, non si è denudata completamente, ma ha lasciato indosso il reggiseno e un top floreale, che poi provvederò ad arrotolare verso l'alto :) Dato che ciò accade più comunemente d'inverno che non in primavera (mi era successo anche con Katia che tenesse addosso una maglietta, non lesinandomi però la visione e il contatto del suo seno ...), immagino che Emma l'abbia fatto per celare quello che, evidentemente, è l'unico asset in cui non eccelle.

Dopo avere risvegliato il fratellino con la mano, provvede a calzarlo e inizia prontamente il BJ. Seppure senza fare i numeri da circo di Valentina, anche lei sembra distinguersi bene in questa specialità. Inizialmente, concentra la sua attenzione soprattutto sul glande, solleticandone anche la punta con la lingua. Nel mentre, con la sua manina massaggia con sapienza i testicoli, il che accelera decisamente l'inturgidimento del mio fratellino. In questa fase, non posso non rimanere ammaliato dalla vista di un volto così carino, il cui sguardo è completamente concentrato sull'atto. Tra l'altro, noto anche che ha una manicure simile a quella recente di Anna, con l'unghia dell'anulare colorata con uno smalto (o gel?) dorato. All'anulare sinistro, per la cronaca, porta un bell'anello che ha tutto l'aspetto di essere una fede nuziale o un pegno d'amore. Ovviamente, dato che qui non vale la regola "guardare ma non toccare", comincio a prendere confidenza con il suo fisico, che è davvero snello, sodo e levigato (direi del tutto paragonabile a quello di Katia, a parte il dettaglio del seno celato). L'unico leggero inestetismo sono alcune sottili smagliature delle pelle nella parte bassa della schiena e sui fianchi delle cosce, che la sua abbronzatura artificale mette un po' in evidenza.

IL PRIMO CANALE

Al termine della più rapida erezione provocatami da un BJ (ma credo anche dalla bellezza della ragazza), è il momento di sintonizzare le trasmissioni del primo canale. "Mi vieni sopra?", le domando. "Va bene", mi risponde Emma. Si inumidisce le dita con la saliva, lubrifica un pochettino il canale d'accesso e si infila cavalcioni sopra il mio membro. Inizia a questo punto una discreta serie di spinte, anche se ho l'impressione che eviti di andare "a fine corsa", lasciando sempre 3-4 dita del mio pene al di fuori della sua vagina. In questa posizione, le carezzo dapprima l'interno delle cosce e poi l'addome, risalendo quindi verso il suo seno, ove vengo però arrestato dal contatto con il suo reggiseno (a balconcino, il che fa pensare che lo stesso celi una 1°-2° misura).

Dopo un tempo che ho percepito come relativamente breve (2-3 minuti?), mi chiede di cambiare posizione. Mentre ci risistemiamo alla mission, le domando: "Perché, sei stanca?". "Un po' sì ... Ma almeno, così, lavoriamo un po' tutti e due ...", mi risponde con un mezzo sorriso. Dopo che mi sono infilato, mi calo completamente su di lei, la abbraccio da sotto la schiena e con una mano le carezzo il collo e con l'altra i suoi capelli, vicino all'orecchio. La stantuffo per lungo tempo, alternando qualche breve pausa per rifiatare, in cui cerco di strusciare circolarmente il pene nella sua vagina e il mio pube contro il suo (movimento che lei contraccambia). La fase di mission è abbastanza prolungata, tanto è vero che comincio a sentire entrambi i corpi perlati delle prime goccioline di sudore (l'estate sta arrivando, nel bene e nel male ;-)). Come preferisco, Emma è abbastanza parca nella parte coreografica, limitandosi a respirare profondamente e a rivolgermi qualche spradico incitamento ("sì, dai, continua!"). Soprattutto nella parte finale, quando io la serro più intensamente a me, anche lei mi cinge con le braccia e mi carezza la parte alta della schiena, quasi solleticandomi con le sue unghie. L'unica sua lamentela è quando mi accosto troppo al suo volto e, guancia contro guancia, sente la mia barba ispida di un giorno raschiare contro la sua pelle levigata. La prossima volta, mi ricorderò di arrivare perfettamente rasato :)

Quando mi pare che il programma rischi di venire a noia, le propongo di passare alla "pecos". Ennesimo cambio di posizione e riprendiamo le operazioni. All'inizio, Emma è stranamente tutta storta, con la schiena piegata verso destra. La faccio raddrizzare, pensando di farle assumere una posizione più comoda, ma poi mi rendo conto che forse si era messa così per accedere meglio alla vagina e controllare che il profilattico restasse in posizione. Anche da dietro, il suo fisico è davvero un'opera d'arte, che è un piacere per la vista e per il tatto. Come notato anche prima, vi sono solo un po' di smagliature trasversali nella parte bassa della schiena, che corrono quasi parallele al "negativo" lasciato durante le lampade dall'elastico delle sue mutandine. La stantuffo per un po', serrandole la vita per avere un buona contrapposizione di movimenti. Ogni tanto mi fermo, per godere appieno del contatto col suo corpo: prima le carezzo l'addome e scendo sino a raggiungere la sua vulva; poi mi dedico alla schiena e ai suoi glutei; infine, le mie mani sfiorano le sue cosce, i polpacci (su uno dei quali c'è un tatuaggio, che poi mi dirà avere fatto per celebrare il diploma di maturità) e i suoi piedi (con le unghie pure colorate).

SI RIPARTE PER CONCLUDERE

Dopo che anche la fase "pecos" ha avuto una durata ragionevole, le accordo inizialmente il consenso a finirmi con un HJ. Lei si rigira e, con me ancora inginocchiato, inizia a masturbarmi il pene incappucciato, per cercare di portarmi all'eiaculazione. Mentre sta lavorando, mi chino su di lei e le cingo le spalle, per sentire di più il contatto fisico col suo bellissimo corpo (altrimenti, tanto valeva usare la mia, di mano :-)) Da questa posizione sopraelevata, riesco anche a dare una sbirciata nel suo decolleté e noto che su una delle mammelle (quella sinistra?) c'è anche un piccolo tatuaggio ormai un po' sbiadito.

Solo a questo punto, Emma comincia ad accennare al fattore-tempo, specificando che una time-extension richiederebbe il versamento di un ulteriore obolo. Per non correre questo rischio ed accelerare la conclusione, le propongo: "Ti va di finire di bocca?". Senza la minima esitazione, Emma acconsente e ci riposizioniamo come all'inizio del giro di giostra. Poiché, con mia sorpresa, sta per avventarsi subito sul fratellino, le domando: "Ma non vuoi cambiare il profilattico?". "Perché?", mi chiede. "Perché è stato dentro nella vagina. Le altre ragazze di solito lo cambiano, se devono rimetterlo in bocca", le spiego. Parere che però deve essere percepito da Emma come un affronto nei confronti del suo stato di salute: "Mica ho malattie!", mi replica quasi piccata, ingoiando testè il mio pene con il medesimo cappuccio in cui era stato inguainato sin dall'inizio. In questo remake del film già visto venti minuti prima, insiste con ancora più forza nella manipolazione dei testicoli, che vengono quasi strizzati dal suo massaggio (e rischiano anche di essere affettati in due dalle sue unghie affilatissime ;-)). Il bombardamento di stimoli è così forte che rapidamente capitolo, varcando così la soglia del traguado.

LA SIRENETTA

Il tempo, per entrambi, di darci una sommaria ripulita coi fazzolettini e di rivestirci e, per Emma, di riassortire il contenuto della sua borsetta e siamo finalmente pronti per abbandonare il loft. Ad accoglierci non c'è ovviamente una romantica luna piena ma una pioggia decisamente più fitta di prima. "Devi prendere un ombrello?", le domando. "No, ne ho già uno là", risponde la previdente Emma. Una breve (e non desiderata) rinfrecata e siamo di nuovo alla macchina.

Dato che anche durante il viaggio di ritorno non ha certo l'effervescenza di una Perrier, le domando: "Ma è perché sei stanca o sei sempre così triste?". Pungolata sul vivo, è finalmente smossa dalla sua apatia. Mi fa il primo vero sorriso della serata e mi dice: "No, non sono triste! Anzi, di solito mi piace chiacchierare. E' che, al primo incontro con una persona che non conosco, di solito non parlo tanto. Però, quando poi entro più in confidenza, mi piace parlare ...". Dato che si è finalmente un po' sciolta (ma proprio poco poco ...), mi faccio spiegare meglio i suoi trascorsi da ballerina. Inizialmente, mi parla di una fantomatica "danza sportiva", che è specialità a me sconosciuta. Poi mi spiega che l'attività si pratica in acqua e, finalmente, capisco che si tratta di nuoto sincronizzato, al che resto davvero estasiato dalla sua prestanza atletica.

Raggiunto lo showroom, ci congediamo, vengo squadrato dalla sua "matrona" e, ad orario un po' troppo tardo per una nottata infrasettimanale, mi dirigo finalmente verso casa.
 
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