PERCHE’ LO SCOOTER – parte seconda

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Fortunatamente sono passati i tempi bui. Ore, minuti, secondi interminabili passati in coda. Se penso a quanta vita ho sprecato in fila, mi verrebbe voglia di pigliarmi a schiaffi da solo. Anche perché, quando sei lì chiuso in quella scatola di metallo, prigioniero, ridotto ad ostaggio, schiavo istituzionale, cosa fai quando anche la radio ormai ti da noia? Per non impazzire, avevo cominciato a passare il tempo nel traffico osservando il mondo intorno a me e avevo scoperto che i nemici di noi poveri e inermi automobilisti sono principalmente una dozzina, equamente suddivisi fra pedoni, motorini, motorette e automobilisti.

Pedoni

L’INDIFFERENTE
Cammina come se niente fosse, dritto e imperturbabile, con la testa leggermente bassa, ma solo in rispetto dei suoi pensieri profondi. Non per la vergogna d’essere uno stolto, come invece apparirebbe molto più logico. Il fatto che tra un ometto rosso e l’altro ci siano delle strisce pedonali disegnate gli fa credere di camminare tra pareti trasparenti che lo ripareranno dal mondo.

SCUSATE, SONO UN COGLIONE
Fa la stessa cosa di quello sopra, ovvero passa con il rosso, ma ne è consapevole e allora con le braccia fa gesti di scuse, si ferma a metà del percorso per evidenziare le scuse, ferma metaforicamente la tua macchina con la mano e dopo dieci minuti di questa agonia ha finalmente attraversato la strada. E’ convinto che ammettere la colpa la annulli, mentre non sa che spero per tutto il tempo che dall’altra parte arrivi uno e lo travolga.

L’OCHETTA
Vede che il semaforo diventa rosso, se ne fotte e si precipita lo stesso, poi però si trova in mezzo a quattrocento macchine e allora, per lo spavento, si blocca in mezzo alle strisce, fermando il traffico per mezz’ora, guardando spaesata e buttando gli occhi ovunque, con la tipica espressione che annuncia uno stridulo “ma io…”.

LO STRAFIGO
Lo sa che è rosso, ma se ne sbatte i coglioni, lui. Sta camminando mano nella mano con la sua donna e deve dimostrarle continuamente la sua forza e il suo disprezzo del pericolo. Ma, a ben pensarci, quale pericolo? Chiunque, infatti, vedendolo precipitarsi ad attraversare col rosso, ma con quella sua bella faccia da cazzo che mostra il grugno duro e il petto da tacchino alla città, si fermerà immantinente per lasciarlo camminare tra inchini e cappelli levati. Ma vaffanculo, va…

LA STRAFIGA
Lei passa, tanto è figa. Cazzo gliene frega? Anzi, i maschietti potrebbero cogliere la palla al balzo per dedicarsi a una pratica onanistica, mentre osservano il suo passaggio. Stangona, tette sode, cosce al vento, lei passa dritta e sicura del suo successo nei confronti del pubblico automobilistico maschile. Le donne dovrebbero ammutolirsi, fermarsi e ringraziarla per questi cinque minuti di rivalsa femminile nella fallocrazia stradale, invece.

LA VECCHIETTA
Fatta del “rispetto per gli anziani” una bandiera, se l’è messa a mantello e con tutte le regole ci si è candidamente pulita il culo. Il semaforo resta materia da giovani, questi drogati capelloni che vanno in giro con sciacquette mezze nude. Per lei, ormai è tempo di vendetta. Se c’è il verde tanto meglio, sennò si passa lo stesso, con quel visino un po’ triste e un po’ allegro. Triste perché gli anni passano, allegro perché finalmente può fare il cazzo che le pare.
FERMI TUTTI, PASSO IO!
Quello che si mette in mezzo alla strada e con la mano ferma le macchine perché sta passando lui. Manco fosse Spiderman che sta andando a sventare una rapina.

QUELLO CHE MENA
Già per il fatto che i vostri occhi si sono incrociati, sta pensando seriamente di prelevarti dalla macchina, senza aver preventivamente aperto la portiera, ma direttamente dal finestrino, e darti una ramata di botte. Ora, se lo lasci passare con il rosso fermandoti senza inchiodare (se no si gira, ti prende a pugni il cofano e ti urla “Calma, ma non lo vedi che ci sono le strisce?”) e accendendoti una sigaretta soddisfatto (si deve proprio capire che stai pensando “Oh, finalmente mi posso fermare e accendermi questa agognata sigaretta”), questi se ne andrà felice. Ma se inchiodi, imprechi e, madre di tutti gli errori, suoni… in questo caso l’epilogo oscillerà tra la mezz’ora più brutta della tua vita ai cinque giorni di ospedale.
 
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se qualcuno ne ha voglia, può aggiungere altre versioni dei modelli che ho indicato. :biggrin:
 
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eddyvedder ha scritto:
se qualcuno ne ha voglia, può aggiungere altre versioni dei modelli che ho indicato. :biggrin:
Ti prendo in parola...

LE VECCHIETTE COMUNICATIVE
Categoria di nicchia, e non necessariamente di età avanzata, anche se le statistiche dicono che prevalentemente trattasi comunque di mammiferi femmina.
Il loro campo d'azione sono generalmente le striscie pedonali di vie di piccole dimensioni. Si incontrano su di esse e, non si sa in base a quale convinzione, pensano che sia zona di conversazione e non di transito. L'incontro, sempre di solito, è un mix dell'incontro di Teano e una rimpatriata stile "Carramba che sorpresa". Se la raccontano per tutto il tempo che hanno a disposizione, che generalmente finisce quando l'automobilista significa loro che dovrebbe passare proprio di lì. Le reazioni possono variare fra lo stupito e il risentito. Si accommiatano, bruscamente interrotte dall'automobilista, con un "Poi niente, ti racconterò".

LE SIGNORE IN BICICLETTA
Sottospecie alquanto pericolosa, convinta che la bicicletta non sia un veicolo, e per questo non soggetta alle norme del codice della strada. Da usarsi prevalentemente in senso unico e comunque con virile disprezzo della destra come senso di marcia. Nidificano solitamente dietro un angolo, più celato è e meglio è. La loro reazione alla brusca frenata dell'automobilista che così evita di "giustiziarle" è anche qua fra lo stupito e il risentito, mai del dispiaciuto, convinte come sono che la ragione è dalla loro.
Curioso il loro modo di partire e arrivare in sella alla bici. Più che in sella, si mantengono con una gamba sola su un pedale (sempre dal lato auto), mentre con l'altra gamba spingono o rallentano la bicicletta. Per effetto del peso finiscono invariabilmente in mezzo alla strada. Qualche volata la selezione naturale fa il suo corso.
 
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LE SIGNORE IN BICICLETTA
Sottospecie alquanto pericolosa, convinta che la bicicletta non sia un veicolo, e per questo non soggetta alle norme del codice della strada. Da usarsi prevalentemente in senso unico e comunque con virile disprezzo della destra come senso di marcia. Nidificano solitamente dietro un angolo, più celato è e meglio è. La loro reazione alla brusca frenata dell'automobilista che così evita di "giustiziarle" è anche qua fra lo stupito e il risentito, mai del dispiaciuto, convinte come sono che la ragione è dalla loro.
Curioso il loro modo di partire e arrivare in sella alla bici. Più che in sella, si mantengono con una gamba sola su un pedale (sempre dal lato auto), mentre con l'altra gamba spingono o rallentano la bicicletta. Per effetto del peso finiscono invariabilmente in mezzo alla strada. Qualche volata la selezione naturale fa il suo corso.[/quote]

:rofl: :rofl: Oh ! e il gambaletto colant che scende...nn lo mettiamo...?? Brivido
 
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