GLI AMICI DEGLI AMICI

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Lo ammetto: sono un individuo piuttosto strano, tendenzialmente fuori dagli schemi. Solitario. Parlo a ruota libera, a volte persino logorroico, ma solo con i pochi e fidatissimi amici che ho, mentre in mezzo a gente nuova mi muovo con estrema cautela, tendo a stare in disparte e a muovere le labbra il meno possibile.
Non è un pregio, purtroppo. Ma è un difetto che, invero, mi dà il tempo per osservare tutte le persone che mi stanno attorno, e che si parlano e si conoscono e si raccontano di loro.
E’ più forte di me. Mi intrippa guardare le persone e a classificarle, per poi accorgermi che alla fine c’è un numero di categorie, per quanto grande, piuttosto ridotto. Sono raggruppabili in una serie di insiemi dei quali prendo nota. Il mio catalogo da Johnny Mnemonic, come una sorta di album di figurine, mese dopo mese si arricchisce. A volte mi chiedo se sono io ad essere davvero così poco tollerante, se davvero odio il mondo come a volte ho l’impressione di avere. In definitiva credo di no.
In realtà, le persone che mi stanno sulle palle, sono davvero poche.
Non ci volevo andare a cena, l’altra sera da Giulio, uno dei miei migliori amici. Sapevo che aveva invitato anche altri amici suoi che io non conoscevo, e non avevo voglia di incontrare. Ma mi aveva assicurato che il disco pub che aveva affittato era veramente bello e che il solo vederlo, sarebbe valsa la serata.
Ed ecco che magicamente quella sera, ho avuto la netta sensazione che il più completo campionario di tipi che mi stanno sul cazzo, si fosse dato appositamente appuntamento in quel loco, giustappunto per compiacere il sottoscritto.
C’era IL SIMPA, per esempio. Il simpa non è simpatico, ma fa il simpatico. Quelli che fanno i simpatici sono la razza peggiore presente sulla faccia della terra. Hanno questa pessima abitudine di voler far ridere a tutti i costi e non ci riescono praticamente mai, imbarazzando te e loro. Li riconosci perché fanno una battuta e poi si ammazzano dal ridere. Se gli sei vicino e mantieni un’espressione impassibile, te la spiegano.
Cercano in tutti i modi di tirarti nella risata, tu ne accenni una sforzata ma si capisce che sforzi. Spesso, se accompagnati, sono causa di imbarazzo anche per il partner, a meno che non facciano entrambi parte della stessa razza, cosa che in genere succede. E’ consigliabile inventarsi una scusa plausibile per eclissarsi e lasciarli entrambi alla loro simpatia.
C’era poi IL CONSIGLIERE. Lo conosci da trenta secondi eppure ha già un consiglio da darti. Se sei in procinto di fare qualcosa, un viaggio, una spesa, una manciata di cazzi tuoi, lui l’ha già fatta e ti spiega subito la strada migliore, la scelta migliore, la decisione migliore.
La tentazione di mandarlo ‘affanculo, spesso si fa impellente, ma in genere l’educazione ti frena.
C’era poi L’INTENDITORE. Lui è simile a un consigliere, ma più che darti consigli ha interesse nel farti sapere che lui se ne intende. Di tutto, ovviamente. Dalla più grande minchiata al segreto di Fatima, lui ha una discreta conoscenza, e solitamente smantella la poca che hai tu.
A volte te la demolisce anche con faccia schifata, guardandoti dall’alto in basso, oppure con un sorriso che ti concede pietà. Se cambi argomento, ne sa anche di quello, e così all’infinito.
Il FIN TROPPO ONESTO non poteva mancare. E’ uno che non sa ancora chi sei e ti snocciola un punto di vista che prevede l’ovvia coglioneria della fazione opposta. Nella quale potresti esserci anche tu. Forse perché sicuro di riconoscere sempre i suoi simili, il tizio di questa specie fa affermazioni categoriche senza sapere la categoria di appartenenza del suo interlocutore. Dice cose tipo “Quelli del G8 sono tutti dei drogati” a uno che è stato manganellato dalla polizia a Genova; “Quella ragazza è un cesso” al fidanzato della ragazza e ai suoi amici; “Gli arbitri sono tutti dei froci” a un arbitro e via di questo passo.
La versione “professional” è questo tizio che oltre a sentenziare senza sapere dove sta gettando la monnèzza, ti fa anche sorrisini complici o addirittura ti dà una pacca sulla spalla, convinto che non puoi che essere della sua idea.
LA MITRAGLIA, invece, è quel tipo che dopo averti agganciato inizia a parlare e lo fa per un periodo così lungo che alla fine non solo tu non ti ricordi tutto quello che ha detto, ma non se lo ricorda più nemmeno lui.
Dopo venti minuti, senza interruzioni e senza prender fiato, di ascolto continuo, perdi proprio il senso delle parole, che si amalgamano e diventano dei suoni gutturali. C’è un momento nel quale arrivi ad odiarlo, perché ti manca il respiro, e vorresti chiudergli la bocca, vorresti che sparisse dalla tua vista, che si levasse dai coglioni in un batter di ciglia, adesso, in questo preciso istante. Poi ti passa e ti rassegni.
L’UBRIACO COLLOSO è quello che amo di meno. Così come adoro quelli pacati e in pace col mondo, odio quelli che ti si appiccicano addosso e con un braccio rigorosamente sulle tue spalle per tenersi in piedi ti soffiano nelle orecchie frasi sconnesse di alito caldo e puzzolente, e ti coinvolgono nei discorsi più astrusi e spossanti… e se cerchi di defilarti si offendono pure.
Non manca la versione “professional”, che nell’offesa vede un affronto da lavare con il sangue, andando a creare immantinente l’immancabile siparietto del “momento di tensione”, che è un classico di ogni festa che si rispetti, come il gioco della bottiglia.
Quanto a momenti di tensione non è stato male nemmeno SCHERZETTO, che è un altro di quei tipi ai quali inietterei soda caustica nei bulbi oculari, mentre li ho di fronte.
Scherzetto se arriva da dietro ti piega le ginocchia con le sue per farti cadere, oppure ti afferra le palle, che è un grande classico. Le palle te le afferra anche da davanti, perché un classico non ha limiti direzionali.
Davanti, può farti anche la mossa, che dovrai ovviamente pagare in caso di spavento, oppure un altro evergreen: il pizzicotto sul capezzolo. Quest’ultimo può lasciarti lividi anche per settimane, quindi è un buon modo per farsi ricordare, se vi servisse un’idea originale per amici e parenti.
Infine c’era FICHETTO, che è uno che ti guarda i vestiti e sembra stia pensando di pisciarci sopra, ai tuoi jeans non pulitissimi. In vacanza ci va in genere in barca, le sue scarpe costano 300 euro, è amico di due veline e di un calciatore, pippa la coca, ha la macchina strafiga da 80mila euro, abbronzatura impeccabile, e per lui tu sei una merda. E questo vorrebbe fartelo capire fin dall’inizio. Ma anche se ti schifa non si leva dai coglioni, e sta invece lì a farti una lista di quello che ha e che fa e che può avere e che può fare e di chi conosce e di chi si scopa e “se il mondo avesse un buco del culo io ci starei infilando il mio uccello.”
La serata si era poi mestamente conclusa, e una volta salutato Giulio e sua moglie, ero riuscito a defilarmi e a raggiungere la macchina, evitando accuratamente L’AMICO MIGLIORE CHE SI POSSA AVERE.
La pensa sempre come te, ma solo quando parla con te. Se parla con un altro, la pensa come lui. Se parla di un altro a te, ti dice che l’altro è un coglione. Se parla di te all’altro, gli dice che sei un coglione. Tiene il piede in tutte le scarpe possibili. E’ amico di tutti e in realtà non è amico di nessuno. Grazie a Dio, questa volta ero riuscito ad evitarlo. Per una volta non ho saputo quanto mi stima.
Finalmente fuori dal disco-pub, nel silenzio nel quale si espande il rumore del motore acceso, “Jungleland” di Bruce nell’autoradio e poi la strada di casa.
A casa, dove posso sedermi di fronte al mio PC a scrivere qualcosa, una tazza di tè verde, e dopo un paio di sorsi, sono in pace con il mondo e mi accorgo che in realtà non mi sta più sul cazzo nessuno.
 
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eddyvedder ha scritto:
Finalmente fuori dal disco-pub, nel silenzio nel quale si espande il rumore del motore acceso, “Jungleland” di Bruce nell’autoradio e poi la strada di casa.
A casa, dove posso sedermi di fronte al mio PC a scrivere qualcosa, una tazza di tè verde, e dopo un paio di sorsi, sono in pace con il mondo e mi accorgo che in realtà non mi sta più sul cazzo nessuno.
In fondo è tutta una questione di prossemica...
:clapping: :good: :clapping:
 
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  • #3
ovviamente, se qualcuno conosce qualche "amico dell'amico", e ne volesse illustrare le prerogative,
e tutto ben accetto, beninteso :wink:
 
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eddyvedder ha scritto:
ovviamente, se qualcuno conosce qualche "amico dell'amico", e ne volesse illustrare le prerogative,
e tutto ben accetto, beninteso :wink:

Più che amici degli amici sono gli amici del bar che abbiamo frequentato da quando avevamo i pantaloni corti e si arrivava in bicicletta, sospirando di essere un giorno come i "vecchi" che erano seduti ai tavolini a giocare a carte con la "cicca" appesa alla bocca. E adesso, le poche volte che ci si ritrova, si fa la conta di chi c'è ancora e si ricade sempre sul "ti ricordi?!".
C'era il "tirchio".....quello che faceva di tutto per scroccare il passaggio per andare in discoteca e mai e poi mai si è proposto di dividere le spese per benzina e/o pedaggi vari. Il massimo lo raggiunge quando chiede se può venire con te in moto al mare e ti dice "dividiamo...sia chiaro! Tu metti la moto e la benzina....io l'olio per la miscela!" Sua "generosità" poi si lancia in versione
spiaggia quando srotola "l'ospitino" (la spugnetta da bidet!) e ci si butta sopra...salvo poi trovartelo sul tuo telo mare non appena lo lasci per andare in acqua. Oppure quando ti chiede il tubetto della mitica majonese sprimacciato malamente e lui se lo "limona" tutto sino a quando non è uscito sino all'ultimo milligrammo di prodotto....e quando si faceva il classico "puttan tour" lui davanti alle battute di noi tutti sul fatto che non avesse mai consumato si difendeva dicendo:" ma siete matti...spendere i soldi quando puoi fare da solo?!". Logica stringente ed inoppugnabile.
Mitico "Rodolfo Lavandino".....il "Richard Gere" della compagnia. Impeccabile nel suo trench bianco alla Bogart, havana, truccato da corsa......scende dal suo "lupetto" con porte che si aprono controvento con tanto di freno a mano a martinetto che viene tirato per buoni 20 sec manco avesse da fermare un Tir! E una volta fatta la sua entrata al bar a chi gli chiede se a ballare venisse con il "mezzo" lui in dialetto ti rispondeva :" embè....me a ven col lupetto....perchè ed fije anan'carii na camiunà!" (trad. si..vengo col camion..perchè io di donne ne carico una camionata!).

Come soggetti li riconoscete anche voi oppure sono solo frutto della fauna e genetica locale?!
 
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