CARATTERISTICHE GENERALI
NOME: Silvana
CITTA DELL'INCONTRO: Prato
ZONA: Via Fratelli Cervi
NAZIONALITA': albania
ETA': 29
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): bj, rai1
COMPENSO RICHIESTO: 30
COMPENSO CONCORDATO: 30
DURATA DELL'INCONTRO: 25 minuti
DESCRIZIONE FISICA: robusta ma non grassa, chubby style, capelli neri lunghi, occhi neri.
ATTITUDINE: socievole
LA MIA RECENSIONE: Passando per la via in oggetto noto questa apparente novità. Silvana albanese della prima ora di 29 anni dichiarati. Propone bj e rai1 per 30. La carico al volo e andiamo nel solito posto denominato "green space". Parla bene italiano essendo nello stivale da circa 7 anni. Il lavoro on the roads lo fa saltuariamente e questo lo apprezzo, dandomi l’idea di avere a che fare con una no prof e non con una macchinetta mangiasoldi. Così è.
Arrivati nella location noto che non è possibile spingersi oltre a causa di una catena che sbarra la strada. Qualcuno l’ha apposta per impedire il passaggio e solo dopo scoprirò il perché.
La ragazza gomma il tamburlano e inizia un pompino lodevole. Chiedo di levare la mano e usare solo bocca cosa che diligentemente fa. Preso dall’eccitazione esco dalla macchina e passo dalla parte del passeggero, apro lo sportello e la faccio mettere a pecorina porgendo il culo all’esterno. Inizio a pompare godurioso. Mentre pompo le faccio i complimenti per il bel culo.
Mentre sono in piena fase d’opera si apre un curioso sipario, per fortuna benigno.
Vedo sopraggiungere nell’oscurità un personaggio in bicicletta. Sul momento ho pensato: “Ora ci vede e se ne va via”. Macché. Si avvicina sempre di più. Anzi, più si avvicina e più inizio a pompare lentamente presagendo qualcosa di pericoloso e imbarazzante. Rallento lo stantuffo sempre di più fino a fermarmi completamente allorquando il tipo arriva a 1 metro da me. Si trattava di un marocchino errante.
Magreb: “Nooooou! Tu cousa fare qua? Tu vvia!”
Io: “Eh????? Oh!”. Lo guardo inebetito.
La ragazza che fino a quel momento non poteva vedere il nuovo sopraggiunto, nel sentire voci estranee si spaventa. Si sfila il cazzo dalla passera e chiude repentinamente lo sportello. Praticamente rimango chiuso fuori con pantaloni e mutande abbassati alle caviglie, nonché con la fava gommata in stato di erezione seminascosta dai lembi della camicia. Smutandato e rincretinito davanti al magrebino.
Magreb: “Tu nou stare qua! Venire poulizia, pericouloso!”
Io: “Ma… ma… ma… veramente…”.
Situazione assurda. Balbettavo cercando di focalizzare con quale spirito reale si fosse avvicinato il personaggio. Se era un guardone se ne sarebbe stato a distanza. Ma non sembrava neanche un pappone, piuttosto uno sciagurato.
Io: “Abbi pazienza, ma tu chi sei?”
Magreb: “Tu scusare me, tu nou volere mali me. Io dico andare vvia”.
Io: “Non comprendo.”
Magreb: “Ieri stato poulizia e fatto multa qui. Tu nou arrabbiari con me. Io qui e tu vvia. Tu pourcheria altri parti”.
Il marocchino poi apre la catena con il lucchetto e oltrepassa l’altra parte dell’area, richiudendo il tutto.
Io: “Ah, se le cose stanno così allora ti ringrazio. Ciao”
A questo punto mi rendo conto che è cosa buona rialzare mutande e pantaloni e riassettarmi per non urtare la suscettibilità religiosa del musulmano paratosi di fronte. Lo faccio quindi velocemente senza neanche sfilarmi il preservativo.
Magreb: “Tu nou arrabbiari! Ti prego! Io nou mali!”
Si affaccia la ragazza dal finestrino: “Ciao e grazie (ma vaffanculo!)”
Magreb: “Tu nou arrabbiari! Ti prego! Io nou mali!”
Mentre rimonto in macchina lo vediamo aprire una delle porte delle baracche in lamiera delle serre e ci va dentro, forse a dormire. Era chiaro che il marocchino era stato assoldato dalla proprietà per fare la guardia notturna al vivaio. Ecco a cosa si giunge quando fuori le tipe lasciano il sudicio della loro opera. Sono 22 anni che nel mio piccolo cerco di farglielo capire… ma nulla.
Passato l’effetto ghibli ce ne andiamo via dal luogo alla ricerca di un altro posto. La ragazza stante la perdita di tempo non rilancia assolutamente ed è proprio lei a richiedere che io finisca. Ce ne andiamo quindi in un campo desolato all’aperto. Il mezzo del campo è completamente buio. Le macchine dalla strada non possono vedere (provato di persona durante lo studio delle papabili location) ma dal campo vedi tutto il perimetro illuminato. Ottimo punto di osservazione per queste camporelle di fine stagione. La ragazza si smutanda rimanendo vestita solo sopra. Ci avviamo nel campo dove nel mezzo c’è una porta da calcio. La tipa corre veloce e fa un salto aggrappandosi alla traversa e ciondolandosi da essa. Con quel grosso culone nudo pareva una coscia di prosciutto disossata appesa in una norcineria.
Io: “Ma che fai? Scendi dai!”
La tipa si lascia andare a terra e si appoggia al palo della porta mettendosi a pecorina.
Lei: “Vieni a fare goal!”.
Ma mi improvviso il Luis Silvio della situazione! Mi attacco dietro di lei e inizio a pompare riprendendo il discorso da dove eravamo rimasti. Una sborrata in contropiede.
Conclusioni: social time ok, nessuna fretta, cordiale, bel culo. Negativo: poco o nulla se non per il posto d’opera ormai sgamato.
NOME: Silvana
CITTA DELL'INCONTRO: Prato
ZONA: Via Fratelli Cervi
NAZIONALITA': albania
ETA': 29
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): bj, rai1
COMPENSO RICHIESTO: 30
COMPENSO CONCORDATO: 30
DURATA DELL'INCONTRO: 25 minuti
DESCRIZIONE FISICA: robusta ma non grassa, chubby style, capelli neri lunghi, occhi neri.
ATTITUDINE: socievole
LA MIA RECENSIONE: Passando per la via in oggetto noto questa apparente novità. Silvana albanese della prima ora di 29 anni dichiarati. Propone bj e rai1 per 30. La carico al volo e andiamo nel solito posto denominato "green space". Parla bene italiano essendo nello stivale da circa 7 anni. Il lavoro on the roads lo fa saltuariamente e questo lo apprezzo, dandomi l’idea di avere a che fare con una no prof e non con una macchinetta mangiasoldi. Così è.
Arrivati nella location noto che non è possibile spingersi oltre a causa di una catena che sbarra la strada. Qualcuno l’ha apposta per impedire il passaggio e solo dopo scoprirò il perché.
La ragazza gomma il tamburlano e inizia un pompino lodevole. Chiedo di levare la mano e usare solo bocca cosa che diligentemente fa. Preso dall’eccitazione esco dalla macchina e passo dalla parte del passeggero, apro lo sportello e la faccio mettere a pecorina porgendo il culo all’esterno. Inizio a pompare godurioso. Mentre pompo le faccio i complimenti per il bel culo.
Mentre sono in piena fase d’opera si apre un curioso sipario, per fortuna benigno.
Vedo sopraggiungere nell’oscurità un personaggio in bicicletta. Sul momento ho pensato: “Ora ci vede e se ne va via”. Macché. Si avvicina sempre di più. Anzi, più si avvicina e più inizio a pompare lentamente presagendo qualcosa di pericoloso e imbarazzante. Rallento lo stantuffo sempre di più fino a fermarmi completamente allorquando il tipo arriva a 1 metro da me. Si trattava di un marocchino errante.
Magreb: “Nooooou! Tu cousa fare qua? Tu vvia!”
Io: “Eh????? Oh!”. Lo guardo inebetito.
La ragazza che fino a quel momento non poteva vedere il nuovo sopraggiunto, nel sentire voci estranee si spaventa. Si sfila il cazzo dalla passera e chiude repentinamente lo sportello. Praticamente rimango chiuso fuori con pantaloni e mutande abbassati alle caviglie, nonché con la fava gommata in stato di erezione seminascosta dai lembi della camicia. Smutandato e rincretinito davanti al magrebino.
Magreb: “Tu nou stare qua! Venire poulizia, pericouloso!”
Io: “Ma… ma… ma… veramente…”.
Situazione assurda. Balbettavo cercando di focalizzare con quale spirito reale si fosse avvicinato il personaggio. Se era un guardone se ne sarebbe stato a distanza. Ma non sembrava neanche un pappone, piuttosto uno sciagurato.
Io: “Abbi pazienza, ma tu chi sei?”
Magreb: “Tu scusare me, tu nou volere mali me. Io dico andare vvia”.
Io: “Non comprendo.”
Magreb: “Ieri stato poulizia e fatto multa qui. Tu nou arrabbiari con me. Io qui e tu vvia. Tu pourcheria altri parti”.
Il marocchino poi apre la catena con il lucchetto e oltrepassa l’altra parte dell’area, richiudendo il tutto.
Io: “Ah, se le cose stanno così allora ti ringrazio. Ciao”
A questo punto mi rendo conto che è cosa buona rialzare mutande e pantaloni e riassettarmi per non urtare la suscettibilità religiosa del musulmano paratosi di fronte. Lo faccio quindi velocemente senza neanche sfilarmi il preservativo.
Magreb: “Tu nou arrabbiari! Ti prego! Io nou mali!”
Si affaccia la ragazza dal finestrino: “Ciao e grazie (ma vaffanculo!)”
Magreb: “Tu nou arrabbiari! Ti prego! Io nou mali!”
Mentre rimonto in macchina lo vediamo aprire una delle porte delle baracche in lamiera delle serre e ci va dentro, forse a dormire. Era chiaro che il marocchino era stato assoldato dalla proprietà per fare la guardia notturna al vivaio. Ecco a cosa si giunge quando fuori le tipe lasciano il sudicio della loro opera. Sono 22 anni che nel mio piccolo cerco di farglielo capire… ma nulla.
Passato l’effetto ghibli ce ne andiamo via dal luogo alla ricerca di un altro posto. La ragazza stante la perdita di tempo non rilancia assolutamente ed è proprio lei a richiedere che io finisca. Ce ne andiamo quindi in un campo desolato all’aperto. Il mezzo del campo è completamente buio. Le macchine dalla strada non possono vedere (provato di persona durante lo studio delle papabili location) ma dal campo vedi tutto il perimetro illuminato. Ottimo punto di osservazione per queste camporelle di fine stagione. La ragazza si smutanda rimanendo vestita solo sopra. Ci avviamo nel campo dove nel mezzo c’è una porta da calcio. La tipa corre veloce e fa un salto aggrappandosi alla traversa e ciondolandosi da essa. Con quel grosso culone nudo pareva una coscia di prosciutto disossata appesa in una norcineria.
Io: “Ma che fai? Scendi dai!”
La tipa si lascia andare a terra e si appoggia al palo della porta mettendosi a pecorina.
Lei: “Vieni a fare goal!”.
Ma mi improvviso il Luis Silvio della situazione! Mi attacco dietro di lei e inizio a pompare riprendendo il discorso da dove eravamo rimasti. Una sborrata in contropiede.
Conclusioni: social time ok, nessuna fretta, cordiale, bel culo. Negativo: poco o nulla se non per il posto d’opera ormai sgamato.
