CARATTERISTICHE GENERALI
NOME INSERZIONISTA: Natalia, Vera pompinara, Morena, Alessandra, Radunia, Delia Mamiron altri ancora
RIFERIMENTO INTERNET: http://www.escortmonella.com/ragusa/natalia-escort-girl-ragusa-2049
RIFERIMENTO INTERNET: http://ragusa.bakecaincontrii.com/donna-cerca-uomo/sconto-stasera-scopate-inculate-n98m52120788
CITTA DELL'INCONTRO: Floridia
DATA DELL’INCONTRO: Fine novembre del 2012
NAZIONALITA': Pensavo rumena, ma invece albanese (a detta di lei)
ETA': Sui 25
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: Conforme
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, Daty, Leccata di palle, Rai1, Rai2, DP, Gangbang ecc...
SERVIZI USUFRUITI: BJ, Rai, Rai2
COMPENSO RICHIESTO: 100 (se ricordo bene)
COMPENSO CONCORDATO: 100 (vedi sopra)
DURATA DELL'INCONTRO: Una mezz’ora
DESCRIZIONE FISICA: Uguale alle foto: una normalissima ragazza, altezza media, capelli tinti, poco seno, bel culo
ATTITUDINE: La via di mezzo tra Freud e un film porno
REPERIBILITA': Facile
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: Un gradino
INDEX RICERCHE (numero telefonico nel formato 1234567xx): 32011944xx - 39285504xx
La chiamo allora la mattina di un sabato, fisso un rendez-vous per il pomeriggio, di lì a qualche ora. Al telefono mi sembra simpatica, mi da l’indirizzo, riattacco.
L’odissea comincia non appena metto piede a Floridia. Arrivo all’indirizzo che mi ha dato: è un garage. La chiamo, mi dice che ho capito male il numero e me ne da un altro. È sempre in quella strada, qualche centinaio di metri più avanti. C’è un negozio di animali lì. Mi guardo attorno, per cercare di capire fosse là, nelle vicinanze, ma nulla. Solo negozi, casupole, un vecchio edificio abbandonato, perfetto per una crack house. La chiamo di nuovo. Ho sbagliato di nuovo indirizzo, dice. Me ne da un altro totalmente diverso da quello di prima, che nemmeno fossi stato sordo stonato avrei mai potuto confonderli. Faccio per sfancularla, anche perché il sospetto che la ragazza non ci stesse tanto con la cucuzza si faceva sempre più strada nei miei pensieri, ma alla fine desisto. L’oscuro passeggero è lì che insiste. Dexter mi faceva una sega. Vado.
Sta parlando al cellulare quando apre la porta. Mi fa un cenno, mi guida verso la camera da letto. Non mi caga nemmeno di striscio. Si siede a letto, comincia a messaggiare. La cosa va avanti per un po’, con me che me ne sto lì con la mia espressione da ‘Ma che cazzo sta succedendo qui?’ stampata in faccia. La cosa finisce, posa il cellulare e ancora seduta mi domanda (testuali parole): «Cos’hai mangiato oggi? Cos’hai mangiato ieri? Cos’hai mangiato domani?»
Io mi guardo attorno sospettoso, sempre più aspettandomi di trovare Norman Bates con tanto di parrucca della madre lì tutto contento di affettarmi il culo a coltellate, ma niente! Non ricordo che le ho detto. Scambiamo qualche parola, poi, pagate le cento cucuzze, mi spoglio e mi siedo accanto a lei, che è ancora vestita. La guardo incuriosito, lei mi fa qualche domanda, mi chiede come mi chiamo. Le dico un nome a caso, le faccio la stessa domanda. Lei sta lì a pensarci su, dieci, venti secondi, con gli occhi rivolti in alto. Dopo un bel po’ si ricorda come si chiama, me lo dice. La situazione è talmente grottesca che ormai resto per pura curiosità. Devo sapere dov’è che andremo a finire!
Detto questo la spoglio. Le sfilo il golfino annodato sotto le tette, le tiro via gli short a jeans assieme al perizoma. Rimane finalmente nuda. Le smanetto le tette, le titillo la fica. Lei mi massaggia le palle e, previo incappucciamento, comincia finalmente a succhiarlo. Dopo cinque secondi si rialza. Cinque secondi cronometrati. «Ho voglia di un po’ di cioccolata!» dice. «Cosa?» Si volta e prende una barretta di cioccolata dal comodino, la scarta, ne rompe qualche quadrato e ci mettiamo a mangiare. È la cosa più assurda che mi sia mai capitata! Ci fosse stato Kafka si sarebbe fatto una fortuna con lei!
Finito il pic-nic riprende la pompa. Lo succhia con gusto, questo lo si deve dire. Io sono ancora seduto, lei china su di me. La prendo per i capelli, lei va su e giù, l'accompagno con la mano.
Finito si sdraia, la prendo da sopra, la faccio voltare, da dietro. Le infilo un dito nel culo. Si risdraia di nuovo, allora, a pancia in su, faccio per sintonizzare Rai2. Lei si ferma, vuole cambiare letto. (Nella stanza c’erano tre letti: uno matrimoniale, al centro, e due letti singoli ai due lati della camera). Le dico che la cosa non ha senso, ma non ne vuole sapere. Cambiamo letto.
A meno che non se ne sia stata tutto il tempo con lo stringiculo, l’aveva davvero stretto il pertugio. Giuro! Mi unge, entro dentro. Prima piano, poi sempre più convinto, mi faccio strada. La cosa va avanti per un bel po’. Le aro il buco del culo che è un piacere. Quando vengo, come mio solito, m’intrufolo più che posso, do l’ultimo colpo di reni. C’entro fino alle palle. Lei cerca di disarcionarmi, ma le riesce mica. La cosa finisce.
Mi rivesto. Subito le arriva una telefonata. In men che non si dica ecco comincia a sbraitare peggio di un hooligan, non ho idea di quel che dica ma è incazzata come una iena. Sfancula il cellulare, lo lancia contro il muro, quello esplode peggio di uno shrapnel. Continua a sgolarsi. «Ecco ci siamo...» mi dico, «Sei finito nel covo di una psicopatica. Fra qualche ora sarai finito nel congelatore, come minimo, il povero Ted servito in salmì con un piatto di fave e un bel chianti...» Ma niente! Da che era posseduta dallo spirito di Vittorio Sgarbi subito si calma. Va a prendere il cellulare, rimonta batteria e coperchio. Si mette a scherzare. Mi accompagna alla porta che è ancora nuda, la spalanca. L’appartamento da sull’androne d’ingresso di un condominio. Pure Ray Charles avrebbe potuta vederla, lì, con la fica al vento, e da un capo all’altro della strada per giunta. Il portone che da sulla strada è praticamente a vetri. Fuori c’è uno che aspetta. Sto per dirgli: «Scappa finché sei in tempo!..» ma è troppo tardi. La porta è già chiusa, come in un film di Tobe Hooper...
NOME INSERZIONISTA: Natalia, Vera pompinara, Morena, Alessandra, Radunia, Delia Mamiron altri ancora
RIFERIMENTO INTERNET: http://www.escortmonella.com/ragusa/natalia-escort-girl-ragusa-2049
RIFERIMENTO INTERNET: http://ragusa.bakecaincontrii.com/donna-cerca-uomo/sconto-stasera-scopate-inculate-n98m52120788
CITTA DELL'INCONTRO: Floridia
DATA DELL’INCONTRO: Fine novembre del 2012
NAZIONALITA': Pensavo rumena, ma invece albanese (a detta di lei)
ETA': Sui 25
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: Conforme
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, Daty, Leccata di palle, Rai1, Rai2, DP, Gangbang ecc...
SERVIZI USUFRUITI: BJ, Rai, Rai2
COMPENSO RICHIESTO: 100 (se ricordo bene)
COMPENSO CONCORDATO: 100 (vedi sopra)
DURATA DELL'INCONTRO: Una mezz’ora
DESCRIZIONE FISICA: Uguale alle foto: una normalissima ragazza, altezza media, capelli tinti, poco seno, bel culo
ATTITUDINE: La via di mezzo tra Freud e un film porno
REPERIBILITA': Facile
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: Un gradino
INDEX RICERCHE (numero telefonico nel formato 1234567xx): 32011944xx - 39285504xx
LA MIA RECENSIONE: È cominciata così. Tempestava di annunci la bekeca, un fottio di inviti a prenderla davanti, dietro, sopra, sotto, e così, colà... sta di fatto che dopo un po’ ne ero plagiato. Peggio della CIA, lei. Fossi stato suo prigioniero avrei spifferato tutti i più segreti segreti di Stato, la Patria sarebbe andata in vacca a tempo di record! Di lì in un niente ecco una voglia irrefrenabile di sbatterglielo nel tafanario, di trivellarle il culo che nemmeno Daniel Day-Lewis ne ‘Il petroliere’. Ne ero succube. Lo dovevo fare. Un pensiero fisso quello d’incularla. La mente è debole, si sa. Non si ragionava più!..Il posto lo conoscevo: il solito trombodomo in via Vittorio Emanuele. C’ero già stato una volta, un anno fa circa. Una scopata che potrebbe dare lo spunto ad un episodio di ‘Ai confini della realtà’ (Una lunga storia che ha a che fare con una rumena sociopatica che non vi sto a dire...)
La chiamo allora la mattina di un sabato, fisso un rendez-vous per il pomeriggio, di lì a qualche ora. Al telefono mi sembra simpatica, mi da l’indirizzo, riattacco.
L’odissea comincia non appena metto piede a Floridia. Arrivo all’indirizzo che mi ha dato: è un garage. La chiamo, mi dice che ho capito male il numero e me ne da un altro. È sempre in quella strada, qualche centinaio di metri più avanti. C’è un negozio di animali lì. Mi guardo attorno, per cercare di capire fosse là, nelle vicinanze, ma nulla. Solo negozi, casupole, un vecchio edificio abbandonato, perfetto per una crack house. La chiamo di nuovo. Ho sbagliato di nuovo indirizzo, dice. Me ne da un altro totalmente diverso da quello di prima, che nemmeno fossi stato sordo stonato avrei mai potuto confonderli. Faccio per sfancularla, anche perché il sospetto che la ragazza non ci stesse tanto con la cucuzza si faceva sempre più strada nei miei pensieri, ma alla fine desisto. L’oscuro passeggero è lì che insiste. Dexter mi faceva una sega. Vado.
Sta parlando al cellulare quando apre la porta. Mi fa un cenno, mi guida verso la camera da letto. Non mi caga nemmeno di striscio. Si siede a letto, comincia a messaggiare. La cosa va avanti per un po’, con me che me ne sto lì con la mia espressione da ‘Ma che cazzo sta succedendo qui?’ stampata in faccia. La cosa finisce, posa il cellulare e ancora seduta mi domanda (testuali parole): «Cos’hai mangiato oggi? Cos’hai mangiato ieri? Cos’hai mangiato domani?»
Io mi guardo attorno sospettoso, sempre più aspettandomi di trovare Norman Bates con tanto di parrucca della madre lì tutto contento di affettarmi il culo a coltellate, ma niente! Non ricordo che le ho detto. Scambiamo qualche parola, poi, pagate le cento cucuzze, mi spoglio e mi siedo accanto a lei, che è ancora vestita. La guardo incuriosito, lei mi fa qualche domanda, mi chiede come mi chiamo. Le dico un nome a caso, le faccio la stessa domanda. Lei sta lì a pensarci su, dieci, venti secondi, con gli occhi rivolti in alto. Dopo un bel po’ si ricorda come si chiama, me lo dice. La situazione è talmente grottesca che ormai resto per pura curiosità. Devo sapere dov’è che andremo a finire!
Detto questo la spoglio. Le sfilo il golfino annodato sotto le tette, le tiro via gli short a jeans assieme al perizoma. Rimane finalmente nuda. Le smanetto le tette, le titillo la fica. Lei mi massaggia le palle e, previo incappucciamento, comincia finalmente a succhiarlo. Dopo cinque secondi si rialza. Cinque secondi cronometrati. «Ho voglia di un po’ di cioccolata!» dice. «Cosa?» Si volta e prende una barretta di cioccolata dal comodino, la scarta, ne rompe qualche quadrato e ci mettiamo a mangiare. È la cosa più assurda che mi sia mai capitata! Ci fosse stato Kafka si sarebbe fatto una fortuna con lei!
Finito il pic-nic riprende la pompa. Lo succhia con gusto, questo lo si deve dire. Io sono ancora seduto, lei china su di me. La prendo per i capelli, lei va su e giù, l'accompagno con la mano.
Finito si sdraia, la prendo da sopra, la faccio voltare, da dietro. Le infilo un dito nel culo. Si risdraia di nuovo, allora, a pancia in su, faccio per sintonizzare Rai2. Lei si ferma, vuole cambiare letto. (Nella stanza c’erano tre letti: uno matrimoniale, al centro, e due letti singoli ai due lati della camera). Le dico che la cosa non ha senso, ma non ne vuole sapere. Cambiamo letto.
A meno che non se ne sia stata tutto il tempo con lo stringiculo, l’aveva davvero stretto il pertugio. Giuro! Mi unge, entro dentro. Prima piano, poi sempre più convinto, mi faccio strada. La cosa va avanti per un bel po’. Le aro il buco del culo che è un piacere. Quando vengo, come mio solito, m’intrufolo più che posso, do l’ultimo colpo di reni. C’entro fino alle palle. Lei cerca di disarcionarmi, ma le riesce mica. La cosa finisce.
Mi rivesto. Subito le arriva una telefonata. In men che non si dica ecco comincia a sbraitare peggio di un hooligan, non ho idea di quel che dica ma è incazzata come una iena. Sfancula il cellulare, lo lancia contro il muro, quello esplode peggio di uno shrapnel. Continua a sgolarsi. «Ecco ci siamo...» mi dico, «Sei finito nel covo di una psicopatica. Fra qualche ora sarai finito nel congelatore, come minimo, il povero Ted servito in salmì con un piatto di fave e un bel chianti...» Ma niente! Da che era posseduta dallo spirito di Vittorio Sgarbi subito si calma. Va a prendere il cellulare, rimonta batteria e coperchio. Si mette a scherzare. Mi accompagna alla porta che è ancora nuda, la spalanca. L’appartamento da sull’androne d’ingresso di un condominio. Pure Ray Charles avrebbe potuta vederla, lì, con la fica al vento, e da un capo all’altro della strada per giunta. Il portone che da sulla strada è praticamente a vetri. Fuori c’è uno che aspetta. Sto per dirgli: «Scappa finché sei in tempo!..» ma è troppo tardi. La porta è già chiusa, come in un film di Tobe Hooper...
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