MI PIACEREBBE

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MILANO
Mi piacerebbe avere la scienza del saper ripiegare una cartina stradale dopo averla aperta. La apro, poi la richiudo e per le prime due o tre pieghe sembra anche andare bene… invece niente, le ultime due sono proprio incomprensibili, serve Silvan. Le compro che sono sottili come una carta di credito e dopo averle usate una volta le ripongo nel cruscotto spesse come una bibbia… Se siamo in macchina in cinque bisogna scegliere se tenere la cartina e far scendere uno per farcela stare o buttarla via e vaffanculo.
Mi piacerebbe avere una forza adeguata allo schiaccianoci, perché ogni volta che mi viene voglia di mangiarmene un paio, faccio per aprirle con lo schiaccianoci e SKRATCH!… le spappolo continuamente e devo raccogliere microframmenti di noci e infilarmeli in bocca disgustato, misti alle pellicine e ai pezzettini di guscio. Senza contare i pezzettini del suddetto guscio che sono schizzati per tutta la cucina.
E a proposito di pezzettini, mi piacerebbe che qualcuno inventasse del vetro, non dico infrangibile, fa niente dai, ma che almeno si rompesse in massimo cento pezzi. Invece se mi si rompe un bicchiere, anche un piccolo e insignificante bicchiere, scopo pezzi di vetro per un’ora, raccolgo con le mani quelli grandi finiti sotto ai mobili e poi cerco di fare attaccare ai polpastrelli i piccoli frammenti e poi scopo via degli altri pezzi e poi sembra tutto finito e mi siedo e vedo un riflesso di pezzetto di vetro dietro alla gamba di una sedia e butto anche quello. E una settimana dopo c’è un pezzo di vetro sotto al termosifone, che è scampato a passaggi di scopa e di aspirapolvere. Poi passa un mese e vedo il gatto che sta giocando con qualcosa ed è un pezzo di vetro di quel maledetto bicchiere, che era finito dietro al bordino del mobiletto piccolo a destra. Poi un giorno mi cade una forchetta e rimbalza sotto al mobile del lavandino e mi abbasso per raccoglierla e la vedo e… minchia!, è accanto a un pezzo di vetro di quel bicchiere. E cinque anni dopo trasloco e mentre sposto un mobile cosa trovo? Esatto. Ma neanche piccolo. Un pezzo di vetro grande così. Di quel bicchiere del cazzo di cinque anni prima.
Mi piacerebbe che qualcuno si inventasse un modo migliore per inscatolare stampanti e computer, perché ogni volta che apro uno scatolone e vedo quell’oggetto costoso e delicato compresso nello spazio utile e inchiodato dal polistirolo mi viene l’orticaria. E ora come lo tiro fuori? Devo sforzarmi e schiacciare le dita come Mr Fantastic e infilarle ai lati, tra polistirolo e cartone, poi cercare di estrarre un computer da 30 chili facendomi forza solo con le nocche per sfilare via lo scatolone mentre tengo il blocco di polistirolo e hardware e l’ernia con le dita. Quando sono riuscito a tirar fuori l’oggetto calcio via lo scatolone e vago per casa con questa roba in mano cercando di capire come togliere una delle due parti di polistirolo e poi l’altra senza far cadere tutto a terra e correndo verso un piano d’appoggio libero che in questi casi non esiste mai. Cazzo, ma inventatevi qualcosa di meglio. L’ho comprato sto coso, mica l’ho rubato!
Mi piacerebbe che tra un viaggio in Space Shuttle e un prelievo volante di frammento di meteorite in mezzo allo spazio profondo qualcuno trovasse anche il tempo per inventare un cerotto che resti appiccicato alla pelle per più di mezz’ora.
 
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