Zanza...evergreen

DoctorJ

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Mi hanno riferito che le giornate estive le trascorreva spesso seduto vicino alla pizzeria gatto nero...
 
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Detto in tutta franchezza, a me non piacerebbe per nulla fare una fine del genere.
A parte il disagio creato ai soccorsi giunti e alla donzella che dovrà convivere con quel fardello, il pensiero di far rimanere impresso nella memoria della mia famiglia il ricordo di una morte in circostanze imbarazzanti che renderebbe difficile eventuali domande sulla causa del decesso del loro caro, renderebbe il mio oltrepasso carico di rimpianti.

caro collega L3ONARDO..forse non hai visto o non ricordi il mitico film amici miei?..ovvio la mia vuole essere solo una battuta e non mi permetto di dissentire dal tuo pensiero..
 
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hardy

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un saluto al vecchio leone..ma secondo voi era diventato anche lui uno di noi...che metteva mano al portafoglio per appartarsi con ragazzetta dell'est di 23anni per riprovare l'ebbrezza dei vecchi tempi ..magari dopo aver preso un bel pasticcone blu..
 
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DoctorJ

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Rimini, 10 agosto 2014 - È LUI, proprio lui. Ivo Mattioli, quello che inventò il fondamentale «festival del birro». Un concorso per vitelloni di paese (Casale di Sant’Ermete, sulle colline di Rimini) che ‘pesava’ le conquiste dell’estate con tanto di premiazione finale. Durò 9 anni, a partire dal 1984 e a bruciarlo fu proprio la sua popolarità: nel 1992 Alba Parietti, che conduceva su Rai 3 ‘La piscina’ fece arrivare nel bar di Casale le troupe della Rai.

Piombarono nel ghetto 5 camion con le parabole e 30 operatori per la diretta. Apoteosi. Giornalisti e televisioni da tutto il mondo s’arrampicarono sulla collinetta.


Ivo, che non aveva paura di niente, andò in crisi quando dovette spiegare a una tivù inglese perchè portarsi a letto un’anglosassone comportasse un malus e non un bonus. Poi arrivarono le femministe e ciao...

Senta, Mattioli, quel regolamento, per una donna era da forca e da galera...

«Ma no, era per ridere...».

Vabbè.. 1,5 punti per ogni tedesca, austriaca e svizzera e fin qui ci sta. Nordiche 2,5 perchè più rare. Ma 4,5 per romene, polacche, bulgare ceche ungheresi e 5,5 per una russa. Perchè?

«C’erano il muro di Berlino e la cortina di ferro. Valle a trovare nel 1985...».

Una francese 7,5

«Inarrivabili a letto...».

Adesso vengono i guai: meno sei punti per un’inglese...

«Erano considerate di agevole conquista».

Veniamo alle italiane: bresciane, comasche e bergamasche, un punto in meno. Ma come!?

«Semplice, venivano da terre in cui i mariti lavoravano come muli. Un’ora per andare in ufficio, un’ora per tornare... E noi invece avevamo tutto il tempo per dir loro che erano splendide, di portarle in riva al mare. Cadevano come pere mature».

Una romana 5 punti...

«Quelle della Capitale se la tiravano...».

Bolognesi e reggiane 9 punti!

«Non mi faccia dire perchè...».

Le indigene tre punti. Infermiere, parrucchiere e segretarie dei notai, malus di 5 punti?

«Vatti a ricordare perchè...».

Ma lei quanti punti metteva assieme?

«Io? Pochi... A me bastava sentire il profumo di una ragazza. Sfiorarle le labbra, il resto era un dippiù».

Ma poi cosa raccontava?

«Ah, al bar qualcosa dovevi inventarti perchè uscire tanto per uscire non era concepibile. Dovevi far legna o stare a casa».

Chi dominava?

«La premiazione era rigorosamenter anonima. Si saliva sul palco col cappuccio perchè le fidanzate erano sempre in agguato. Il primo torneo fu vinto dallo ‘squalo’ che battè ‘ramarro’, ‘lince’, ‘falco’, ‘farfallino’, ‘zucchino’, ‘leprotto’, ‘zingaro‘ e ‘formica...’».

Ma si usciva in gruppo?

«In gruppo?! Mai! Lo storno in branco smagrisce. Si usciva al massimo in due. Ma a ma piaceva anche l’uscita a solo...».

E dove andava?

«Evitavo lo Chic di Zanza e il Blue Up, quelli erano presidiati da professionisti, Io battevo un localaccio sfigato di Bellaria dove c’erano sì e no venti straniere. Ma mi bastavano».

Le rimorchiava e le portava a cena?

«Sì, a cena... Se avevo 10mila lire per la benzina era già tanto. Al massimo una piadina. Poi in spiaggia».

Ma come si faceva a imbastire un incontro senza il telefonino?

«Ti appostavi davanti all’hotel. E se non usciva ti facevi coraggio e chiedevi all’albergatore. Per scoprire che era già uscita con un altro... faceva parte del gioco».

Poveri ma felici?

«Sì, felici. Perchè c’era il gusto della scoperta, della conquista. Tutto arrivava poco a poco. Adesso su Facebook c’è tutto e troppo. E i ragazzi vogliono tutto e subito. Non sanno cosa si perdono...».

E Ivo Mattioli, l’ultimo romantico, cosa fa oggi?

«Fa l’ultimo metalmeccanico, con moglie di Bagnacavallo e tre figli.
 
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RIP mitico....beh era un figlio di quei tempi, concordo che oggi sarebbe un pò una caricatura, il paragone con Rizzi non regge erano due target differenti, anche per una questione economica, non concordo invece sul fatto che in quegli anni in Riviera fosse cosi ostico il cuccaggio, i giovani di quei tempi avevano meno smartphone e social con cui baloccarsi, il cercare la socializzazone "dal vivo" era ancora uno dei pochi modi per divertirsi, almeno per il ceto medio/basso, sono invece d' accordo che tutte queste straniere ingrifate non ci fossero, almeno per me, ricordo invece con mucho gusto, molte italiane, che trascorrevano le canoniche 2 settimane di vacanza, in spensieratezza e con una sana voglia di divertirsi e anche di trom...
vabbè....poi tempo, problemi di lavoro, di privacy, ci hanno portato a questo sport...come si dice..ogni stagione ha i suoi frutti
 
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DoctorJ

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«Le parole che mi disse quando lo incontrai la prima volta al Blow Up? Le ricordo perfettamente, semplici e dirette, tipicamente italiane: "Ciao bella". Ma furono sufficienti». Per cosa? Mette Homburg, norvegese di 50 anni, due figlie, risponde d' un fiato, prima in italiano e poi in inglese: «Per innamorarmi. I was so in love...». Quella per «Zanza» fu qualcosa di più di una «cottarella» adolescenziale: «Era l' estate del 1984, Rimini fu il mio primo viaggio all' estero. Ero con delle amiche e conobbi Maurizio la seconda sera di vacanze. Aveva l' aria del macho, ma era dolce e spiritoso».



mette-homburg-1063134_tn.jpg

Mette tornò in Romagna, sempre per Maurizio, anche l' estate successiva. E poi quella dopo e quella dopo ancora. Quattro anni consecutivi sino al 1987, sempre pensando al «buttadentro» della Riviera con l' aria da pirata. «Restammo in contatto, io gli scrivevo di continuo - ricorda al telefono Mette dalla sua casa a Larvik, nel sud della Norvegia - e lui ogni tanto mi rispondeva. Sapevo che aveva tante donne, ma non me importava». «Ero poco più di una ragazzina, lui era un uomo» sospira Mette che ha saputo della scomparsa di Maurizio «leggendolo sul suo profilo Facebook dove lo avevo rintracciato». Non solo. Per rivedere «Zanza», l' amica norvegese organizzò anche un Capodanno a Rimini. «Ci limitammo a ricordare la nostra bella storia...». La voce di Mette s' incrina. La telefonata finisce qui.
 
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da articolo tgcom:

Avevamo appena fatto l'amore, mi stavo rivestendo e mi sono accorta che lui stava male. Soffriva visibilmente e respirava a fatica. Ho chiamato i soccorsi, quelli del 118 hanno provato a rianimarlo ma purtroppo non c'è stato nulla da fare". A parlare è la 23enne romena che ha trascorso l'ultima notte con Maurizio Zanfanti, in arte Zanza, il re dei playboy della Riviera morto a Rimini nella notte tra martedì e mercoledì.

La ragazza, ancora sotto shock per quanto accaduto, ha raccontato a Il Resto del Carlino che la tragedia è avvenuta "intorno alle 2 di notte. Mi era passato a prendere intorno all'una in viale Principe Amedeo, dopo che ci eravamo sentiti al telefono. Da lì, con la sua auto, siamo andati poi in un campo di sua proprietà in via Pradella. Abbiamo fatto l'amore in macchina, stavamo per tornare a casa quando, all'improvviso, lui ha accusato il malore".

"Mi ha chiesto di tenergli la mano" - Secondo la giovane, Zanza fino al momento del malore non aveva manifestato alcun sintomo: "E' successo tutto nel giro di pochi minuti. Io ero spaventata, sono uscita dalla macchina per capire in quale via fossimo e poi ho telefonato al 118. L'auto medica e l'ambulanza sono arrivate pochi minuti dopo. Nel frattempo sono risalita in auto, per stargli vicino. Lui continuava a peggiorare, e mi ha detto: 'tienimi la mano'. Così ho fatto, in attesa dei soccorsi".

"Non eravamo fidanzati, gli volevo bene" - La 23enne ha precisato che Zanza non aveva assunto farmaci in sua presenza: "Non so se avesse preso qualcosa prima di venire a prendermi, ma mentre è stato con me non ha fatto uso di pillole o sostanze". La giovane romena ha infine parlato del suo rapporto con Zanfanti: "Ci conoscevamo da un paio di anni. Eravamo soltanto amici, non fidanzati né formavano una coppia. E ogni tanto capitava di uscire insieme. Avevamo già fatto l'amore altre volte. Gli volevo bene".
 
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DoctorJ

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I funerali, per chi volesse andare, si terranno in Svezia per volere delle famiglie
 
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Si be insomma da altre parti han scritto che era una professionista, poi ovvio che non lo va a dichiarare ai giornali. Ma in alcuni articoli mi ha fatto ridere che ritenssero un po' inglorioso che sia andato a pagamento. Perché uno anche se era un playboy a 60 anni conquista ancora le 20enni? Ed è inglorioso che ci andasse per soldi anziché per "meriti"? Quando anche rocco anche prima dei 50 ha ammesso di farlo normalmente. La gente che sta fuori dal giro del punteraggio capisce proprio gran poco della vita e parla lo stesso
 
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nautilus 70

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Solita e purtroppo diffusissima mentalità antipunteristica nazionale, della serie chi va a puttane è uno sfigato a prescindere...
 
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sono invece d' accordo che tutte queste straniere ingrifate non ci fossero, almeno per me, ricordo invece con mucho gusto, molte italiane

C'erano, c'erano eccome. Io sono della generazione subito successiva al Zanza e da Bologna, tempo d'estate, estendevamo la zona di caccia in Riviera. Il Zanza non l'ho mai conosciuto, ma tra Riccione e Misano avevamo sviluppato una rete di amicizie con alcuni ragazzi locali: non erano proprio dei Zanza, ma poco ci mancava. Tutti capaci di parlare almeno 3 lingue, giusto l'indispensabile per il rimorchio. E tutti a fine stagione avevano nel carnet una media di almeno 20- 30 conquiste. Noi bolognesi eravamo più imbranati, però anche noi ci davamo da fare e quelle 4 - 5 conquiste a stagione le facevamo. Ed era semplice farle: bastava conoscere qualche parola d'inglese e risultare simpatici alle straniere, per lo più tedesche - alla mia epoca le scandinave avevano già passato il testimone. Ed era così semplice proprio perché arrivavano ingrifate, con l'obbiettivo preciso di avere dei flirt con gli italiani.
Erano assetate più di emozioni che di sesso, intendiamoci; però quello arrivava poi come conseguenza.
Le italiane non le consideravamo proprio, quando eravamo in Riviera: troppe complicazioni.

Ora quel tipo di straniere esistono ancora, ma non vengono più qui da noi. Frequentano altri lidi.
Non c'è bisogno di spiegare il perché...
 
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nautilus 70

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I funerali, per chi volesse andare, si terranno in Svezia per volere delle famiglie

In realtà si terranno nella chiesa del Cimitero Comunale Monumentale di Rimini, zona Celle.
https://www.ilrestodelcarlino.it/rimini/cronaca/zanza-1.4209059

Così almeno Zanza potrà avere un ultimo saluto vicino alle tombe di Federico Fellini e Giulietta Masina.
A suo modo, ha contribuito a rendere Rimini famosa nel mondo pure lui.
:hi:

P.s. sulla questione della mancata alla celebrazione nella chiesa della sua zona di residenza effettiva, ossia la chiesa Regina Pacis nella zona Lagomaggio di Rimini, c'è una nota della Curia che vorrebbe chiarire e smentire il proprio rifiuto, ma che secondo me risulta abbastanza confusa ( infatti ammette che la prima proposta del Parroco competente era stata quella di una celebrazione in forma riservata, senza chiarire cosa si intendesse definire con questo termine ): https://www.ilrestodelcarlino.it/rimini/cronaca/zanza-funerale-1.4209957
Da non credente, mi permetto di dire che non mi meraviglio delle bizzarrie della Chiesa Cattolica.
 
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alligator

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Di solito non e' che mi trovi d'accordo con gli scritti di Facci....eppero'....tratto da dagospia.com:

In teoria la Chiesa non dovrebbe benedire neppure i divorziati, chi ha commesso reati,
chi fa scandalo in generale: poi fa i funerali ai Casamonica (a proposito di chiasso) nella
stessa chiesa romana in cui li rifiutò Piergiorgio Welby, che scelse l' eutanasia e ne fece
una battaglia pubblica. Insomma, lo spiegano anche i moderni teologi: la chiesa
in sostanza fa come le pare.

E poi ancora :

Perché questa moltitudine, forse, vede solo uno sgarbo cattivo fatto a un uomo
colpevole di amare le donne. Vabbeh, tante donne.


http://www.dagospia.com/rubrica-29/...unica-ndash-facci-contro-decisione-184188.htm
 
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