Stanotte non ho praticamente chiuso occhio, sono andato a dormire verso la 1.30, ma è stato un continuo girarsi e rigirarsi nel letto.
Innervosito e ormai conscio che era inutile insistere, mi sono alzato e dopo essermi fatto un caffé mi sono seduto sul divano ripensando a quanto mi era capitato in giornata.
Dopo essere uscito dall'ufficio di un cliente n zona Buenos Ayres, avevo deciso di farmi quattro passi fino in piazza Duomo, la giornata di sole non mi invogliava certo a prendere la metropolitana.
Era presto, circa le 12.15 e non avevo altri impegni fino alle 15, quindi arrivato in C.so Venezia, costeggiato per un tratto la cancellata dei Giardini Pubblici e raggiunta l'altezza del Museo di Storia Naturale, decido all'improvviso di entrare nel parco. Era da molto tempo che non mi facevo quattro passi nei giardini... mi torna alla mente quando da bambio ci venivo con papà... c'erano le macchinine a pedali... 50 Lire un quarto d'ora... sono passati quasi cinquantanni, ma vedo ancora la scena... quel bambino felice che correva verso le macchinine con cento lire in mano, mentre papà si sedeva su una panchina a guardare le mie evoluzioni...
Avevo cinque anni e lui non ancora trenta... è passato praticamente mezzo secolo... mio padre non c'è più... proprio pochi giorni prima ricorrevano ventidue anni dalla sua scomparsa...
Il sole è caldo, ma un brivido gelido mi percorre dalla testa fino ai piedi, certi ricordi mi procurano sempre questo effetto... i ricordi, già... solo ora penso quanti ricordi sono legati a questo luogo.
Le macchinine a pedali, le barchette nella grande fontana, lo zoo ormai scomparso da anni, con la tigre, l'elefante e la giraffa... il carrettino dei gelati d'estate e quello delle caldarroste d'inverno... le passeggiate da ragazzi con gli amici quando non si riusciva a decidere che fare la domenica pomeriggio...
E poi...
E poi ci fu quel mese di giugno del 1979 quando venivo a passeggiare qui - al termine del quinto anno ed in attesa degli esami di maturità - con quello che è rimasto il vero grande amore della mia vita, la mia giovane professoressa d'italiano, io 19 anni e lei 25...
(Per chi non ricordasse e per chi non lo aveva letto riporto il link del mio post:
http://community.punterforum.com/professoressa-vt29121-3.html)
Senza rendermene conto, camminando assorto nei miei pensieri, mi sono ritrovato di fronte alla panchina dove venivamo a sederci, dove ci scambiammo il primo bacio... quanti anni sono passati? Quest'anno sono 35... quante volte sono tornato qui in questi, ma adesso era davvero molto che non venivo.
Mi siedo mentre la mente mi riporta a quei momenti...
È incredibile come certe sensazioni, certe emozioni restino inalterate dentro di noi nonostante l'inesorabile trascorrere del tempo... mi sento come avvolto da un misto di dolcezza e malinconia, provo una sorta di morsa al cuore, quella sensazione che si ha quando si è innamorati e si vive nell'attesa di rivedersi, quella sensazione che provavo allora quando non eravamo vicini, insieme... la sento così viva e intensa, come se questi anni non fossero mai passati... e mi rendo conto, forse per la prima volta così lucidamente, che no ho mai smesso di amarla, che le donne venute dopo di lei, quelle importanti nella mia vita, altro non erano che una sua proiezione... in loro avevo ricercato lei... la mia ex-moglie era un insegnante di italiano e aveva quasi cinque anni più di me, e la mia attuale compagna le somiglia molto, nel viso in particolare...
Assorto nei miei pensieri, guardo quello che mi circonda, ed è tutto identico ad allora... qui il tempo sembra essersi fermato... sarebbe bello avere un pianoforte, nel prato tra le piante e poter suonare per loro, per i pochi uccellini che svolazzano da un ramo all'altro...
Sono lì, e contemporaneamente in tutti i posti dove sono stato con lei... migliaia di immagini mi scorrono davanti agli occhi come in un film... mi appoggio alla panchina e allargo le braccia sullo schienale, chiudendo gli occhi, cercando di mettere a fuoco meglio quei "fotogrammi" con lil canto degli uccellini che fa da colonna sonora...
Provo cone la sensazione di essere seduto su una nuvola, di galleggiare nel vuoto... sento una voce prima lontana e poi più vicinsa pronunciare il mio nome...
"Gianluca... Gianluca..." (É il mio vero nome, molti di voi lo conoscono e alcuni post li ho firmarti senza usare il mio nick, quindi non c'è motivo di cambiarlo)
"Gianluca...Sei tu...?"
Apro gli occhi d'istinto, la mia espressione deve essere il rusultato di un'infinità di stati d'animo: stupore, incredulità, gioia, spavento e mille altri... ho aperto gli occhi, ma non ho smesso di sognare, oppure...
Oppure...
"Mio Dio... Gianluca..."
Mi manca la voce, con uno sforzo incredibile riesco a pronunciare il suo nome a sillabe (uso un nome di fantasia perché il suo è così particolare che la renderei troppo riconoscibike)
"Ca-mil-la...?"
"Sì... sono io..."
Volevo ridere, ma al contempo sentivo le lacrime agli occhi, ed è quello che ho fatto mentre d'istinto ci siamo abbracciati...
L'ho stretta forte a me, le ho baciato la fronte e ho visto piangere anche lei... siamo rimasti così a lungo, stretti senza più riuscire a dire una parola...
Poi mi ha preso le mani nelle sue e ci siamo seduti.
"In questi anni ti ho visto diverse volte, ci siamo incrociati spesso, ma non sono mai riuscita a fermarti o a raggiungerti..."
"Anch'io qualche hanno dopo ti ho vista... stavi arraversando C.so Buenos Ayres, non lontano da casa tua, ma ero in macchina al semaforo e non sono riuscito a fermarmi e raggiungerti... So che fino a un paio d'anni fa insegnavi dalle parti della Stazione Centrale, ma dall'anno scorso non sei più lì..."
Stupita mi chiede come facevo a saperlo...
"Sai, con internet ho provato a cercarti e ti ho trovata, impossibile un'omonimia non credi... avrei voluto vederti, salutarti..."
"Perché non lo hai fatto...?"
"Per rispetto nei tuoi confronti e della tua vita Camilla... non sapevo se ti avesse fatto piacere e non volevo correre il rischio di crearti problemi, ho pensato che sicuramente hai una famiglia, un marito e dei figli... non mi sembrava corretto dopo tanti anni correre il rischio di disturbare la tua serenità e quella di altre persone..."
Mi sorride, non è cambiata molto, solo qualche piccola ruga d'espressione più accennata... ha sempre dimostrato molto meno della sua età, e anche oggi non dimostra 60 anni,.. come allora sembra decisamente più giovane di me..., dei miei prossimi 54 anni...
"Non ho figli e non mi sono mai sposata... vedi? Non avresti corso nessun pericolo... Tu invece...?"
Le racconto in breve le mie dissvventure sentimentali... matrimonio, figlio, separazione e divorzio, mancanza di rapporti con il figlio, nuova convivenza e catastrofe anche in questo caso.
Quando le dico che la mia ex moglie è un insegnante di italiano più grande di me di quasi cinque anni, ha una specie di sussulto accompagnato da un mezzo sorriso, idem quando, su sua richiesta, le faccio vedere la foto della mia compagna..."
"Beh... è come se avessi sempre cercato me... non bisogna essere psicologi per capirlo..."
"Hai ragione, è vero e me ne sono accorto anch'io, anche se solo recentemente... ma tu come mai non ti sei sposata?
"Per lo stesso motivo per cui tu invece lo hai fatto... Inconsciamente mi hai cercata in altre donne, io invece ho capito da subito che a mia volta cercavo te negli altri uomini che conoscevo, una relazione o peggio un matrimonio su queste basi è destinato a fallire, come è capitato con il tuo..."
Le prendo le mani e le do un bacio sulla guancia...
"Anche se in ritrado di qualche giorno... Buon compleanno!"
"Ti ricordi ancora la data...?"
"Certo che la ricordo, e anche se solo nei miei pensieri, in questi anni ti ho sempre fatto gli auguri il giorno del tuo compleanno... 15 febbraio 1954... quest'anno sono stati 60, ma ne dimostri sempre almeno dieci di meno, come allora... e... usi sempre lo stesso profumo..." le dico avvicinando il mio viso al suo e dandole un baciio su una guancia....
"Sì, lo stesso... solo che ora uso l'Eau de Toilette che è più delicato... E i tuoi genitori?"
Le spiego che mio padre è venuto a mancare ventidue anni fa a 56 anni, che mia madre oggi ha 82 anni, vive con il mio terzo fratello e che, nonostante le oltre 20 sigarette al giorno, scoppia di salute. Mi dice che suo padre è morto lo stesso anno del mio a 74 anni e sua madre dieci anni fa a 86.
Dopodiché essendo figlia unica, vendette la casa troppo grande per un'unica persona e ne comprò una più piccola in zona, dove ha sempre vissuto da sola.
Continuiamo a parlare tenendoci per mano, raccontandoci delle nostre vite, del lavoro...
"Suoni ancora il pianoforte...."
"Certo - rispondo - quando ho tempo e ispirazione... mi sono fermato al quinto anno con gli studi, ma non ho mai smesso di suonare... è l'unico a non avermi mai tradito..."
"Non è vero - ribatte subito - le cose tra noi sono andate come sappiamo, abbiamo sbagliato tutti e due, io sicuramente di più, ero troppo influenzabile dalla mia famiglia, ma io non ti ho mai tradito, non ho tradito neppure il ricordo di te... di noi..."
La abbraccio ancora, mentre le nostre labbra si sfiorano anche se per un breve momento...
Si sono fatte le 14, il tempo è volato e lei per le 14.30 deve essere a Scuola, è diventata Preside, o meglio Dirigente scolastico, come si dice oggi, in un Istituto poco distante, così mi offro di accompagnarla facendo quattro passi insieme. Mi racconta che anche lei è tornata spesso nel parco a quella panchina e che da quando è in questa scuola, se c'è un po' di sole approfitta sempre per farsi una passeggiata nei Giardini.
Ci scambiamo i numeri di cellulare con la promessa di sentirci e di rivederci presto... ed arriviamo davanti al portone d'ingresso... ci abbraccismo ancora e ci scambiamo due baci sulle gance...
Poi si avvia all'ingresso e prima di chiudere il portone si gira e mi manda un bacio con la mano...
Mentre rientro in ufficio, provo le sensazioni più disparate... la mia vita è sempre stata un casino, costellata da un'infinità di combinazioni, di giochi del destino, di fatti imprevedibili, quando addirittura incredibili, niente è mai stato "normale" e men che meno semplice... mi sono sempre trovato a percorrere strade tortuose e lunghe e ogni volta, pensando che fosse l'ultima, sono sempre stato smentito... c'è sempre stato dell'altro.
Ieri sera poco prima di mezzanotte le ho mandato un messaggio al quale ha risposto con parole molto belle e stamattina, mentre me ne stavo sul divano a scrivere queste pagine, me ne ha mandato uno lei per augurami una buona giornata e chiedendomi se possiamo sentirci dopo pranzo...
Non riuscivo a dormire ripensando a ieri, a quello che mai avrei pensato potesse accadere e ho iniziato a scrivere, come faccio sempre quando devo fare ordine nella mia testa, nei miei pensieri... oggi la chiamerò, risentirò la sua voce al telefono come nelle nostre lunghe telefonate di allora e ci rivedremo, ne sono sicuro, lo vogliamo entrambi, abbiamo ancora tante cose da raccintarci... e poi...
E poi... ma deve esserci sempre e per forza un poi? Forse nella mia vita ho guardato sempre un po' troppo avanti, forse è arrivato il momento di vivere oggi... o forse, molto semplicemente, non so più cosa siano i poi e i forse.
Questo forum è il posto più strano e incredibile che conosca, si parla di tutto, dalle avventure psy, alle free, si fanno recensioni, si esprimomo dubbi e timori sugli argomenti i più disparati, si mettono a nudo le nostre debolezze e i nostri sentimenti e ci sono persone fantastiche, con le quali poter condividere tutto questo.
Ho voluto condividere con voi anche questo momento della mia vita.
Scusate la mia proverbiale lunghezza...
ACE
Innervosito e ormai conscio che era inutile insistere, mi sono alzato e dopo essermi fatto un caffé mi sono seduto sul divano ripensando a quanto mi era capitato in giornata.
Dopo essere uscito dall'ufficio di un cliente n zona Buenos Ayres, avevo deciso di farmi quattro passi fino in piazza Duomo, la giornata di sole non mi invogliava certo a prendere la metropolitana.
Era presto, circa le 12.15 e non avevo altri impegni fino alle 15, quindi arrivato in C.so Venezia, costeggiato per un tratto la cancellata dei Giardini Pubblici e raggiunta l'altezza del Museo di Storia Naturale, decido all'improvviso di entrare nel parco. Era da molto tempo che non mi facevo quattro passi nei giardini... mi torna alla mente quando da bambio ci venivo con papà... c'erano le macchinine a pedali... 50 Lire un quarto d'ora... sono passati quasi cinquantanni, ma vedo ancora la scena... quel bambino felice che correva verso le macchinine con cento lire in mano, mentre papà si sedeva su una panchina a guardare le mie evoluzioni...
Avevo cinque anni e lui non ancora trenta... è passato praticamente mezzo secolo... mio padre non c'è più... proprio pochi giorni prima ricorrevano ventidue anni dalla sua scomparsa...
Il sole è caldo, ma un brivido gelido mi percorre dalla testa fino ai piedi, certi ricordi mi procurano sempre questo effetto... i ricordi, già... solo ora penso quanti ricordi sono legati a questo luogo.
Le macchinine a pedali, le barchette nella grande fontana, lo zoo ormai scomparso da anni, con la tigre, l'elefante e la giraffa... il carrettino dei gelati d'estate e quello delle caldarroste d'inverno... le passeggiate da ragazzi con gli amici quando non si riusciva a decidere che fare la domenica pomeriggio...
E poi...
E poi ci fu quel mese di giugno del 1979 quando venivo a passeggiare qui - al termine del quinto anno ed in attesa degli esami di maturità - con quello che è rimasto il vero grande amore della mia vita, la mia giovane professoressa d'italiano, io 19 anni e lei 25...
(Per chi non ricordasse e per chi non lo aveva letto riporto il link del mio post:
http://community.punterforum.com/professoressa-vt29121-3.html)
Senza rendermene conto, camminando assorto nei miei pensieri, mi sono ritrovato di fronte alla panchina dove venivamo a sederci, dove ci scambiammo il primo bacio... quanti anni sono passati? Quest'anno sono 35... quante volte sono tornato qui in questi, ma adesso era davvero molto che non venivo.
Mi siedo mentre la mente mi riporta a quei momenti...
È incredibile come certe sensazioni, certe emozioni restino inalterate dentro di noi nonostante l'inesorabile trascorrere del tempo... mi sento come avvolto da un misto di dolcezza e malinconia, provo una sorta di morsa al cuore, quella sensazione che si ha quando si è innamorati e si vive nell'attesa di rivedersi, quella sensazione che provavo allora quando non eravamo vicini, insieme... la sento così viva e intensa, come se questi anni non fossero mai passati... e mi rendo conto, forse per la prima volta così lucidamente, che no ho mai smesso di amarla, che le donne venute dopo di lei, quelle importanti nella mia vita, altro non erano che una sua proiezione... in loro avevo ricercato lei... la mia ex-moglie era un insegnante di italiano e aveva quasi cinque anni più di me, e la mia attuale compagna le somiglia molto, nel viso in particolare...
Assorto nei miei pensieri, guardo quello che mi circonda, ed è tutto identico ad allora... qui il tempo sembra essersi fermato... sarebbe bello avere un pianoforte, nel prato tra le piante e poter suonare per loro, per i pochi uccellini che svolazzano da un ramo all'altro...
Sono lì, e contemporaneamente in tutti i posti dove sono stato con lei... migliaia di immagini mi scorrono davanti agli occhi come in un film... mi appoggio alla panchina e allargo le braccia sullo schienale, chiudendo gli occhi, cercando di mettere a fuoco meglio quei "fotogrammi" con lil canto degli uccellini che fa da colonna sonora...
Provo cone la sensazione di essere seduto su una nuvola, di galleggiare nel vuoto... sento una voce prima lontana e poi più vicinsa pronunciare il mio nome...
"Gianluca... Gianluca..." (É il mio vero nome, molti di voi lo conoscono e alcuni post li ho firmarti senza usare il mio nick, quindi non c'è motivo di cambiarlo)
"Gianluca...Sei tu...?"
Apro gli occhi d'istinto, la mia espressione deve essere il rusultato di un'infinità di stati d'animo: stupore, incredulità, gioia, spavento e mille altri... ho aperto gli occhi, ma non ho smesso di sognare, oppure...
Oppure...
"Mio Dio... Gianluca..."
Mi manca la voce, con uno sforzo incredibile riesco a pronunciare il suo nome a sillabe (uso un nome di fantasia perché il suo è così particolare che la renderei troppo riconoscibike)
"Ca-mil-la...?"
"Sì... sono io..."
Volevo ridere, ma al contempo sentivo le lacrime agli occhi, ed è quello che ho fatto mentre d'istinto ci siamo abbracciati...
L'ho stretta forte a me, le ho baciato la fronte e ho visto piangere anche lei... siamo rimasti così a lungo, stretti senza più riuscire a dire una parola...
Poi mi ha preso le mani nelle sue e ci siamo seduti.
"In questi anni ti ho visto diverse volte, ci siamo incrociati spesso, ma non sono mai riuscita a fermarti o a raggiungerti..."
"Anch'io qualche hanno dopo ti ho vista... stavi arraversando C.so Buenos Ayres, non lontano da casa tua, ma ero in macchina al semaforo e non sono riuscito a fermarmi e raggiungerti... So che fino a un paio d'anni fa insegnavi dalle parti della Stazione Centrale, ma dall'anno scorso non sei più lì..."
Stupita mi chiede come facevo a saperlo...
"Sai, con internet ho provato a cercarti e ti ho trovata, impossibile un'omonimia non credi... avrei voluto vederti, salutarti..."
"Perché non lo hai fatto...?"
"Per rispetto nei tuoi confronti e della tua vita Camilla... non sapevo se ti avesse fatto piacere e non volevo correre il rischio di crearti problemi, ho pensato che sicuramente hai una famiglia, un marito e dei figli... non mi sembrava corretto dopo tanti anni correre il rischio di disturbare la tua serenità e quella di altre persone..."
Mi sorride, non è cambiata molto, solo qualche piccola ruga d'espressione più accennata... ha sempre dimostrato molto meno della sua età, e anche oggi non dimostra 60 anni,.. come allora sembra decisamente più giovane di me..., dei miei prossimi 54 anni...
"Non ho figli e non mi sono mai sposata... vedi? Non avresti corso nessun pericolo... Tu invece...?"
Le racconto in breve le mie dissvventure sentimentali... matrimonio, figlio, separazione e divorzio, mancanza di rapporti con il figlio, nuova convivenza e catastrofe anche in questo caso.
Quando le dico che la mia ex moglie è un insegnante di italiano più grande di me di quasi cinque anni, ha una specie di sussulto accompagnato da un mezzo sorriso, idem quando, su sua richiesta, le faccio vedere la foto della mia compagna..."
"Beh... è come se avessi sempre cercato me... non bisogna essere psicologi per capirlo..."
"Hai ragione, è vero e me ne sono accorto anch'io, anche se solo recentemente... ma tu come mai non ti sei sposata?
"Per lo stesso motivo per cui tu invece lo hai fatto... Inconsciamente mi hai cercata in altre donne, io invece ho capito da subito che a mia volta cercavo te negli altri uomini che conoscevo, una relazione o peggio un matrimonio su queste basi è destinato a fallire, come è capitato con il tuo..."
Le prendo le mani e le do un bacio sulla guancia...
"Anche se in ritrado di qualche giorno... Buon compleanno!"
"Ti ricordi ancora la data...?"
"Certo che la ricordo, e anche se solo nei miei pensieri, in questi anni ti ho sempre fatto gli auguri il giorno del tuo compleanno... 15 febbraio 1954... quest'anno sono stati 60, ma ne dimostri sempre almeno dieci di meno, come allora... e... usi sempre lo stesso profumo..." le dico avvicinando il mio viso al suo e dandole un baciio su una guancia....
"Sì, lo stesso... solo che ora uso l'Eau de Toilette che è più delicato... E i tuoi genitori?"
Le spiego che mio padre è venuto a mancare ventidue anni fa a 56 anni, che mia madre oggi ha 82 anni, vive con il mio terzo fratello e che, nonostante le oltre 20 sigarette al giorno, scoppia di salute. Mi dice che suo padre è morto lo stesso anno del mio a 74 anni e sua madre dieci anni fa a 86.
Dopodiché essendo figlia unica, vendette la casa troppo grande per un'unica persona e ne comprò una più piccola in zona, dove ha sempre vissuto da sola.
Continuiamo a parlare tenendoci per mano, raccontandoci delle nostre vite, del lavoro...
"Suoni ancora il pianoforte...."
"Certo - rispondo - quando ho tempo e ispirazione... mi sono fermato al quinto anno con gli studi, ma non ho mai smesso di suonare... è l'unico a non avermi mai tradito..."
"Non è vero - ribatte subito - le cose tra noi sono andate come sappiamo, abbiamo sbagliato tutti e due, io sicuramente di più, ero troppo influenzabile dalla mia famiglia, ma io non ti ho mai tradito, non ho tradito neppure il ricordo di te... di noi..."
La abbraccio ancora, mentre le nostre labbra si sfiorano anche se per un breve momento...
Si sono fatte le 14, il tempo è volato e lei per le 14.30 deve essere a Scuola, è diventata Preside, o meglio Dirigente scolastico, come si dice oggi, in un Istituto poco distante, così mi offro di accompagnarla facendo quattro passi insieme. Mi racconta che anche lei è tornata spesso nel parco a quella panchina e che da quando è in questa scuola, se c'è un po' di sole approfitta sempre per farsi una passeggiata nei Giardini.
Ci scambiamo i numeri di cellulare con la promessa di sentirci e di rivederci presto... ed arriviamo davanti al portone d'ingresso... ci abbraccismo ancora e ci scambiamo due baci sulle gance...
Poi si avvia all'ingresso e prima di chiudere il portone si gira e mi manda un bacio con la mano...
Mentre rientro in ufficio, provo le sensazioni più disparate... la mia vita è sempre stata un casino, costellata da un'infinità di combinazioni, di giochi del destino, di fatti imprevedibili, quando addirittura incredibili, niente è mai stato "normale" e men che meno semplice... mi sono sempre trovato a percorrere strade tortuose e lunghe e ogni volta, pensando che fosse l'ultima, sono sempre stato smentito... c'è sempre stato dell'altro.
Ieri sera poco prima di mezzanotte le ho mandato un messaggio al quale ha risposto con parole molto belle e stamattina, mentre me ne stavo sul divano a scrivere queste pagine, me ne ha mandato uno lei per augurami una buona giornata e chiedendomi se possiamo sentirci dopo pranzo...
Non riuscivo a dormire ripensando a ieri, a quello che mai avrei pensato potesse accadere e ho iniziato a scrivere, come faccio sempre quando devo fare ordine nella mia testa, nei miei pensieri... oggi la chiamerò, risentirò la sua voce al telefono come nelle nostre lunghe telefonate di allora e ci rivedremo, ne sono sicuro, lo vogliamo entrambi, abbiamo ancora tante cose da raccintarci... e poi...
E poi... ma deve esserci sempre e per forza un poi? Forse nella mia vita ho guardato sempre un po' troppo avanti, forse è arrivato il momento di vivere oggi... o forse, molto semplicemente, non so più cosa siano i poi e i forse.
Questo forum è il posto più strano e incredibile che conosca, si parla di tutto, dalle avventure psy, alle free, si fanno recensioni, si esprimomo dubbi e timori sugli argomenti i più disparati, si mettono a nudo le nostre debolezze e i nostri sentimenti e ci sono persone fantastiche, con le quali poter condividere tutto questo.
Ho voluto condividere con voi anche questo momento della mia vita.
Scusate la mia proverbiale lunghezza...
ACE