CITTA DELL'INCONTRO: Milano - Via Torino
NOME INSERZIONISTA: ANYA
NAZIONALITA': Russa
ETA': 23-24
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: Qualche chiletto in più di quanto mostrato
SERVIZI OFFERTI: BBJ cabrio, DATY, FK, RAI 1, RAI2
COMPENSO RICHIESTO: 150
COMPENSO CONCORDATO: 150
DURATA DELL'INCONTRO: 35 minuti
DESCRIZIONE FISICA: tipica ragazzona della steppa, tanta carne ma tonica, bellissimo decolletè, lato B così così, da cambiare l'acconciatura che la invecchia
ATTITUDINE: inizialmente timida, ha rivelato un piacevole GFE
REPERIBILITA': ottima
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: ascensore stretto
INDEX RICERCHE: 34080646XX
LA MIA RECENSIONE:
Lo so, sono stato cattivo, ma era un po’ di tempo che non mi imbattevo in una manza del genere con il culo quasi intatto. E non ho avuto pietà. Mettiamoci pure che l’imbarazzo iniziale non lasciava certo presagire la spigliatezza che poi Anja ha dimostrato. E mi sono lasciato traviare da pensieri tipo: “Fai pure la simpatica, che poi ti faccio vedere io la festa che ti combino”
Le foto sono ingannevoli, ma è lei. La realtà è più ruspante, probabilmente l'interessata non disdegna pastasciutta e tagliatelle al ragù. La tinta dei capelli, questa fissazione per il biondo platino delle proletarie russe, non aiuta, e glielo’ho anche detto, irritato per cotanta stupidità: “Hai vent’anni, giusto? Perché ti sei tinta i capelli come una quarantenne” “Cosa?!”
E che abbia poco più di vent’anni lo senti leccandole la fica, quella superba scultura di carne celata tra due formidabili cosce tese e diafane, su cui svetta questa ragazzona della steppa: “Sono di Mosca ..” “Sì, vabbè …”
Si presenta con una guepiere avvolgente e rimane lì impalata a guardarti mentre ti togli il giubbotto e poi le scarpe e poi …
“Vuoi fare doccia”? – “Doccia??” – “Una lavatina … il bagno è pronto” “Mi aiuti”?“No, devi fare tu”
Mi lavo il pisello sul bidet, anche se l’ho fatto a casa poco prima, e penso: “Forse è una tattica per rompere il ghiaccio, di sicuro ora la trovo distesa sul letto, pronta all’amplesso” E invece, quando esco fuori, è sempre lì, impalata con le mani in mano. Le faccio ? e il mio sonar comincia a scansionare l’ambiente alla ricerca del pesce sola.
Intanto rimango in mutande e accorcio le distanze, azzardo un timido bacio e dopo cinque secondi mi ritrovo la sua lingua a frugarmi la gola, mentre una mano soppesa le mie palle. Mi rilasso, meno male va, il pesce sola si allontana.
E’ lei a sfilarmi le mutande, sedendosi sul letto. Poi lo prende in bocca e comincia a pompare. Tento di governare il suo impeto, ma devo soccombere sotto i suoi deep-troat focosi e gorgoglianti: per la sua idrovora il mio è un cazzettino da passeggio.
Fatico non poco ad interrompere questo raptus irrumatorio, ma devo farlo, se non voglio bruciare le tappe. Lei mi fa gli occhi dolci e si lascia andare a commenti inusitati: “Mmmm…. Che bel cazzo che hai, non riuscivo a staccarmi”. Rimango basito, chi l’avrebbe mai detto che la timidona impalata con le mani in mano sarebbe stata capace di commenti così salaci.
Si sfila la guepiere Anja e mostra un bel seno ampio, florido, decisamente immune alla forza di gravità. Riprendo il comando delle operazioni e la mando giù distesa. Mi accovaccio ai piedi del letto e immergo la faccia tra le sue cosce possenti. La fica è già prodiga di umori che versano sull’inguine e finiscono sul letto: in capo a due minuti le sue chiappe guazzano in una pozza sudicia.
“Ti piace la mia fica”? Il turpiloquio continua, con il soave contrasto dei suoi occhioni che mi interrogano con sincero interesse. “E’ una gran bella fica - le dico - non riuscivo a staccarmi”
Vinco la tentazione di fotterla a sangue subito e la invito ad una reciproca assistenza orale. Lei ricomincia il deep-troat, io continuo a smaialeggiare a tutta faccia nella sua fica rugiadosa, che abbandono solo per repentine e furtive pennellate sul buco del culo.
Può bastare. Infilo il condom e la prendo con veemenza, mentre lei trafelata mi mordicchia il collo: “Ma guarda che troietta sono andato a beccare” - penso soddisfatto.
Non è facile resistere: le sue cosce serrate, la sua lingua concessa generosamente alla mia bocca, la vampirizzazione del mio collo: tutto complotta per condurmi ad un orgasmo liberatorio.
Ma più forte è la voglia di fare strame del suo culo. Non è un gran culo, non ha l’esaltante forma del celebre strumento e il fianco è appena pronunciato, ma ho avvertito una interessante consistenza prima, durante il 69. Non è certamente intonso il budello che ho provato a trivellare con la lingua, ma di sicuro non è neanche così agibile. Non posso, ma proprio non posso, lasciarmi sfuggire uno dei miei test preferiti.
Mi sfilo da quella fica calda e accogliente per avventurarmi verso un destino incerto e forse inconcludente. Mi alzo in piedi, facendole segno che l’ora della verità è venuta. Lei guaisce delusa, ma si accovaccia dandomi le spalle e mi raccomanda, con un tono ansioso che tradisce insicurezza nei suoi mezzi: “Fai piano, per favore … per favore, sei troppo grosso”. “Grosso? Nnnaaa …. Stai serena”. Il suo culo a 90 mi manda il sangue alla testa.
Cerco di capire che cosa mi attende con una leggera pressione del dito e lei scatta come una iena: “No … il dito no…, per favore … piano”, confermando quel nervosismo che rende così adrenalinica la dissestata strada verso l’altro lato del piacere.
Punto la cappella e dopo tre secondi la ragazzona della steppa si ritrae, piagnucolante. “No … troppo grosso”, insiste mentre afferra un flacone di olio profumato. Riprovo, cercando di governare le fiamme che mi divampano in testa, con la voglia di fare mio quel culo che mai avrei detto così poco aduso.
Rimango fermo con la cappella dentro, trattenendo l’impeto di buttar giù la porta che per una manciata di minuti mi darà il controllo delle più intime sensazioni di questa stangona di vent’anni. Lei scuote la testa, ma, oscillando il bacino all’indietro, cerca di immolarsi, di abbreviare il rituale che aprirà la via al sacrificio.
La tecnica sembra funzionare ma all’ultimo decisivo scattino Anja desiste e non si immola: “Troppo grosso …” piagnucola, seduta sul letto. Mi siedo anche io, al suo fianco, fingendo comprensione: “Ok, facciamo solo un ultimo tentativo, Anja”.
Per nulla convinta si rimette a 90 e ricomincia ad oscillare verso il mio cazzo, pietrificato come un Priapo. In capo a pochi secondi ci ritroviamo al punto che precede il punto di non ritorno.
Anja sta per sabotare di nuovo il mio disegno, ma la blocco in tempo, serrandole i fianchi. “Aspetta, ci siamo quasi … stai calma …” Rimango immobile ad ascoltare i suoi sospiri, con il cazzo piantato quasi a metà nel suo culo. “Vai …. Dai … dai … dai ….mmmm….” avverto uno strappo, qualcosa che si rompe, lei picchia un pugno sul letto, biascicando non so che cosa, forse sta smadonnando in ostrogoto.
Io non mi muovo, trattengo anche il respiro, in attesa di indicazioni per il futuro. Dopo qualche secondo accenno una spintarella micrometrica: nessuna reazione. Azzardo un movimento a stantuffo: niente. Dopo una manciata di secondi, comincio a picchiare duro, anche perché le mie risorse stanno per finire. Ora o mai più.
Me la fotto con impeto calcolato, tenendola ferma per i fianchi. Anja continua a biascicare parole incomprensibili, forse sta mordendo un cuscino, ma non abbandona il campo di battaglia. Ma ecco che avverto l’orgasmo incipiente e cerco gli ultimi disperati brandelli di piacere, aumentando vorticosamente il ritmo dello stantuffo.
Solo quando il piacere esplode mi accorgo del singultio che scuote la lunghissima schiena di Anja. Mi sfilo un po’ imbarazzato. Lei con due falcate raggiunge il bagno, in silenzio.
Ritorna sorridente dopo un paio di minuti. Cara ragazza, che bel regalo che mi hai fatto
NOME INSERZIONISTA: ANYA
NAZIONALITA': Russa
ETA': 23-24
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: Qualche chiletto in più di quanto mostrato
SERVIZI OFFERTI: BBJ cabrio, DATY, FK, RAI 1, RAI2
COMPENSO RICHIESTO: 150
COMPENSO CONCORDATO: 150
DURATA DELL'INCONTRO: 35 minuti
DESCRIZIONE FISICA: tipica ragazzona della steppa, tanta carne ma tonica, bellissimo decolletè, lato B così così, da cambiare l'acconciatura che la invecchia
ATTITUDINE: inizialmente timida, ha rivelato un piacevole GFE
REPERIBILITA': ottima
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: ascensore stretto
INDEX RICERCHE: 34080646XX
LA MIA RECENSIONE:
Lo so, sono stato cattivo, ma era un po’ di tempo che non mi imbattevo in una manza del genere con il culo quasi intatto. E non ho avuto pietà. Mettiamoci pure che l’imbarazzo iniziale non lasciava certo presagire la spigliatezza che poi Anja ha dimostrato. E mi sono lasciato traviare da pensieri tipo: “Fai pure la simpatica, che poi ti faccio vedere io la festa che ti combino”
Le foto sono ingannevoli, ma è lei. La realtà è più ruspante, probabilmente l'interessata non disdegna pastasciutta e tagliatelle al ragù. La tinta dei capelli, questa fissazione per il biondo platino delle proletarie russe, non aiuta, e glielo’ho anche detto, irritato per cotanta stupidità: “Hai vent’anni, giusto? Perché ti sei tinta i capelli come una quarantenne” “Cosa?!”
E che abbia poco più di vent’anni lo senti leccandole la fica, quella superba scultura di carne celata tra due formidabili cosce tese e diafane, su cui svetta questa ragazzona della steppa: “Sono di Mosca ..” “Sì, vabbè …”
Si presenta con una guepiere avvolgente e rimane lì impalata a guardarti mentre ti togli il giubbotto e poi le scarpe e poi …
“Vuoi fare doccia”? – “Doccia??” – “Una lavatina … il bagno è pronto” “Mi aiuti”?“No, devi fare tu”
Mi lavo il pisello sul bidet, anche se l’ho fatto a casa poco prima, e penso: “Forse è una tattica per rompere il ghiaccio, di sicuro ora la trovo distesa sul letto, pronta all’amplesso” E invece, quando esco fuori, è sempre lì, impalata con le mani in mano. Le faccio ? e il mio sonar comincia a scansionare l’ambiente alla ricerca del pesce sola.
Intanto rimango in mutande e accorcio le distanze, azzardo un timido bacio e dopo cinque secondi mi ritrovo la sua lingua a frugarmi la gola, mentre una mano soppesa le mie palle. Mi rilasso, meno male va, il pesce sola si allontana.
E’ lei a sfilarmi le mutande, sedendosi sul letto. Poi lo prende in bocca e comincia a pompare. Tento di governare il suo impeto, ma devo soccombere sotto i suoi deep-troat focosi e gorgoglianti: per la sua idrovora il mio è un cazzettino da passeggio.
Fatico non poco ad interrompere questo raptus irrumatorio, ma devo farlo, se non voglio bruciare le tappe. Lei mi fa gli occhi dolci e si lascia andare a commenti inusitati: “Mmmm…. Che bel cazzo che hai, non riuscivo a staccarmi”. Rimango basito, chi l’avrebbe mai detto che la timidona impalata con le mani in mano sarebbe stata capace di commenti così salaci.
Si sfila la guepiere Anja e mostra un bel seno ampio, florido, decisamente immune alla forza di gravità. Riprendo il comando delle operazioni e la mando giù distesa. Mi accovaccio ai piedi del letto e immergo la faccia tra le sue cosce possenti. La fica è già prodiga di umori che versano sull’inguine e finiscono sul letto: in capo a due minuti le sue chiappe guazzano in una pozza sudicia.
“Ti piace la mia fica”? Il turpiloquio continua, con il soave contrasto dei suoi occhioni che mi interrogano con sincero interesse. “E’ una gran bella fica - le dico - non riuscivo a staccarmi”
Vinco la tentazione di fotterla a sangue subito e la invito ad una reciproca assistenza orale. Lei ricomincia il deep-troat, io continuo a smaialeggiare a tutta faccia nella sua fica rugiadosa, che abbandono solo per repentine e furtive pennellate sul buco del culo.
Può bastare. Infilo il condom e la prendo con veemenza, mentre lei trafelata mi mordicchia il collo: “Ma guarda che troietta sono andato a beccare” - penso soddisfatto.
Non è facile resistere: le sue cosce serrate, la sua lingua concessa generosamente alla mia bocca, la vampirizzazione del mio collo: tutto complotta per condurmi ad un orgasmo liberatorio.
Ma più forte è la voglia di fare strame del suo culo. Non è un gran culo, non ha l’esaltante forma del celebre strumento e il fianco è appena pronunciato, ma ho avvertito una interessante consistenza prima, durante il 69. Non è certamente intonso il budello che ho provato a trivellare con la lingua, ma di sicuro non è neanche così agibile. Non posso, ma proprio non posso, lasciarmi sfuggire uno dei miei test preferiti.
Mi sfilo da quella fica calda e accogliente per avventurarmi verso un destino incerto e forse inconcludente. Mi alzo in piedi, facendole segno che l’ora della verità è venuta. Lei guaisce delusa, ma si accovaccia dandomi le spalle e mi raccomanda, con un tono ansioso che tradisce insicurezza nei suoi mezzi: “Fai piano, per favore … per favore, sei troppo grosso”. “Grosso? Nnnaaa …. Stai serena”. Il suo culo a 90 mi manda il sangue alla testa.
Cerco di capire che cosa mi attende con una leggera pressione del dito e lei scatta come una iena: “No … il dito no…, per favore … piano”, confermando quel nervosismo che rende così adrenalinica la dissestata strada verso l’altro lato del piacere.
Punto la cappella e dopo tre secondi la ragazzona della steppa si ritrae, piagnucolante. “No … troppo grosso”, insiste mentre afferra un flacone di olio profumato. Riprovo, cercando di governare le fiamme che mi divampano in testa, con la voglia di fare mio quel culo che mai avrei detto così poco aduso.
Rimango fermo con la cappella dentro, trattenendo l’impeto di buttar giù la porta che per una manciata di minuti mi darà il controllo delle più intime sensazioni di questa stangona di vent’anni. Lei scuote la testa, ma, oscillando il bacino all’indietro, cerca di immolarsi, di abbreviare il rituale che aprirà la via al sacrificio.
La tecnica sembra funzionare ma all’ultimo decisivo scattino Anja desiste e non si immola: “Troppo grosso …” piagnucola, seduta sul letto. Mi siedo anche io, al suo fianco, fingendo comprensione: “Ok, facciamo solo un ultimo tentativo, Anja”.
Per nulla convinta si rimette a 90 e ricomincia ad oscillare verso il mio cazzo, pietrificato come un Priapo. In capo a pochi secondi ci ritroviamo al punto che precede il punto di non ritorno.
Anja sta per sabotare di nuovo il mio disegno, ma la blocco in tempo, serrandole i fianchi. “Aspetta, ci siamo quasi … stai calma …” Rimango immobile ad ascoltare i suoi sospiri, con il cazzo piantato quasi a metà nel suo culo. “Vai …. Dai … dai … dai ….mmmm….” avverto uno strappo, qualcosa che si rompe, lei picchia un pugno sul letto, biascicando non so che cosa, forse sta smadonnando in ostrogoto.
Io non mi muovo, trattengo anche il respiro, in attesa di indicazioni per il futuro. Dopo qualche secondo accenno una spintarella micrometrica: nessuna reazione. Azzardo un movimento a stantuffo: niente. Dopo una manciata di secondi, comincio a picchiare duro, anche perché le mie risorse stanno per finire. Ora o mai più.
Me la fotto con impeto calcolato, tenendola ferma per i fianchi. Anja continua a biascicare parole incomprensibili, forse sta mordendo un cuscino, ma non abbandona il campo di battaglia. Ma ecco che avverto l’orgasmo incipiente e cerco gli ultimi disperati brandelli di piacere, aumentando vorticosamente il ritmo dello stantuffo.
Solo quando il piacere esplode mi accorgo del singultio che scuote la lunghissima schiena di Anja. Mi sfilo un po’ imbarazzato. Lei con due falcate raggiunge il bagno, in silenzio.
Ritorna sorridente dopo un paio di minuti. Cara ragazza, che bel regalo che mi hai fatto
Allegati
Ultima modifica di un moderatore: