[RECE] Roxana - OTR diurna - Trigoria (Roma)

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"Tranzilvania, Tranzilvania bitteee!"
CARATTERISTICHE GENERALI

NOME: Rozana
CITTA DELL'INCONTRO: Roma
ZONA: Trigoria
NAZIONALITA': rumena
ETA': 19 anni
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): bj, rai1
COMPENSO RICHIESTO: 30 in loco; 100 per 1 ora in hotel
COMPENSO CONCORDATO: un po' e un po'
DURATA DELL'INCONTRO: variabile da luogo a luogo
DESCRIZIONE FISICA: piccola, magrissima, pelle olivastra, viso graziosissimo
ATTITUDINE: dolce e gentile

LA MIA RECENSIONE:

Roxana... mi ero ripromesso di parlare di Roxana quando mi fossi stancato di una fidelizzazione che si protrae da un po', quindi colgo l'occasione di una richiesta info en passant di un collega nei suoi riguardi per buttare giù il mio raccontino... armatevi dunque di santa pazienza se vorrete proseguire nella lettura :)
Spesso mi è capitato e mi capita di includere in qualche mi recensione dei rimandi a un romanzo che in quel momento ho sotto gli occhi. Il caso ha voluto che nel periodo in cui conobbi Roxana fossi preso dalla lettura della straordinariamente potente narrazione di Nabokov... chi ha letto Lolita, mi capirà. Se non lo avete mai letto, leggetelo; se vi volete bene, leggetelo...
Ed un giorno come gli altri ecco materializzarsi dietro una curva, su uno sterrato di periferia (quello di via Leonida Lay, per la precisione), la mia Lolita, la mia impudica Lolita: Roxana... magra come raramente mi è capitato di incontrarne (benché, in questo senso, io possieda un lungo curriculum da skinnologo) tanto da sembrare anoressica, impressione tuttavia smorzata dalla proporzionalità con cui questa sua magrezza si armonizza alla sua figura minuta... la pelle bruna, lo sguardo e il suo modo di piegare il capo per guardarti teneramente dal basso in alto... e il viso con la bella e larga bocca che a ben vedere (oppure con uno sforzo di fantasia che a me non difetta) ricorda una bellezza sudamericana, venezuelana direi, una Aida Yespica in nuce, oppure se le si applicasse il segno del terzo occhio sulla fronte e una pesante catenella d'argento fra il naso e l'orecchio, una sposa indiana... magari, più prosaicamente, una zingara, se lei non avesse in odio di essere confusa con una nazionalità diversa dalla propria.
Nonostante il trucco pesante, i capelli che cambiavano di colore da una settimana all'altra, gli stivali sfacciati che ne alzavano la figura di una decina di centimetri almeno, sotto tutto questo ciarpame da vita di strada traspariva ai miei occhi chiarissima la sua ninfità... ed io non ebbi il coraggio d'intrattenermi con lei finché non mi mostrò un documento d'identità con cui la Repubblica di Romania certificava inequivocabilmente la sua maggiore età.
Ammazza quanto chiacchiero, quanto la faccio lunga, tanto più perché si tratta solo di un'OTR... allora, l'imbosco per l'auto – non molto distante – non è eccellente, riservato quanto basta solo la domenica mattina allorquando è chiusa una rivendita prospicente. Il bj lo giudico molto buono e mi sono sempre state assicurate sia gentilezza che disponibilità in termini di posizioni e di tempo. A seguito di qualche disavventura, credo che ultimamente abbia optato per il solo infratto appiedato a bordo strada, fra gli arbusti e a distanza di voce dalle colleghe. Inutile dire che un luogo disagevole si ripercuote negativamente sulla prestazione e limita oltremodo il piacere che si trae dalla vista e non soltanto dal contatto di un corpicino simile, motivo per cui ho preso l'abitudine di portare Roxana in qualche alberghetto di infima categoria, anche questi tanto simili a quelli abbondantemente descritti da Nabokov, ma con un'accortezza mia propria: non in orario di stazionamento diurno ma la sera, quando lei ha terminato la sua sfacchinata quotidiana e non ha la premura di rinnovare al più presto agli automobilisti di via di Trigoria la pubblica offerta del suo corpo. In un contesto sui generis come questo, il corrispettivo è soggetto a contrattazione... diciamo che la sua richiesta di fondo è di 100 euro per un'ora... ma quella che ho scoperto così è tutt'altra Roxana, proprio la Roxana di cui avevo intravisto appena il potenziale... dunque immaginate quella stessa ragazza senza un filo di trucco, con le ballerine e una tutina attillata e sdrucita saltarvi addosso su un divanetto, abbracciarvi con tutte le sue forze e sprofondare la testa nel vostro petto inondandovi di affettuose carinerie. Ma la ninfità delineata da Nabokov è la commistione di due elementi: una dolcezza apparentemente infantile da una parte e – dall'altra – il naturale quanto rapido trapasso ad una sfacciataggine da battona navigata, quindi immaginate di nuovo questa creatura bifronte che, dopo un profluvio ai limiti del melenso, si rizza su gioiosa e vi fa “allora, mi scopi qui o sul letto?”
Il piacere maggiore, per quanto mi riguarda, alla fin fine non sta tanto nelle capriole da letto (cui pure si presta di buon grado) quanto – sembrerà sciocco – nella possibilità di godere interamente della sua vista del suo fisico così raro a trovarsi... non a caso, più del soddisfacimento delle mie fregole l'immagine che carezzo maggiormente coi ricordi è il senso di crescente eccitazione provato guardandola la prima volta togliersi pian piano, in piedi, gli indumenti intimi di dosso.
Roxana, ovviamente, è conscia dell'attrattiva che la sua immagine sa esercitare sugli uomini che la apprezzano, quindi non manca occasione per cercare di trarre ulteriori vantaggi da essa nascondendo la sua indole di OTR profittatrice dietro il candore che sa tanto bene inscenare... gioco al rialzo nel quale io, “mostro pentapodo” e punter incallito, mi sono ben guardato dal cadere ma al quale costa non poca fatica resistere.
Concludo chiarendo che il richiamo al romanzo di Nabokov è, ovviamente, soltanto una eco letteraria e nulla più... ne cito un passaggio che ho particolarmente amato: “che amico premuroso ero […], attento a soddisfare tutti i bisogni corporei della mia ramata brunetta! L'unica cosa che rimproveravo alla natura era di non poter rivoltare Lolita come un guanto, di non poter applicare le mie labbra voraci al suo giovane utero, al suo cuore sconosciuto, al suo fegato madreperlaceo, all'uva di mare dei polmoni, agli avvenenti reni gemelli”.
 
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