[RECE] Anna sotto l'A4 ("GRE", ALB?) - OTR notturna - Dalmine (BG)

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SCHEDA TECNICA

CITTA DELL'INCONTRO: Dalmine (BG)
ZONA: 45.637451, 9.609566 (alla famosa postazione del pont de l'autoroute, che fu di Alinette le Citroen)
NOME: Anna
NAZIONALITA': si dichiara greca di Atene, ma è più facile che sia albanese di Durazzo ;)
ETA': 21 dichiarati (ma gliene davo qualcuno in più)
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, RAI1 (smorza, pecos e mission), HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 70
COMPENSO CONCORDATO: 60
DURATA DELL'INCONTRO: circa 35', da mattonella a mattonella
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,70, capelli mori a caschetto con frangetta, viso un po' squadrato con mascellone alla Ridge, begli occhi azzurri, corporatura che si potrebbe definire da pallavolista, seno celato sotto il reggipetto (per cui sospetto << 2°)
ATTITUDINE: un po' svogliata e passiva, ma quantomeno è paziente ; parlicchia discretamente l'italiano, ma è quasi in depressione per la mancanza d'introiti

LA MIA RECENSIONE:

Avevo già adocchiato la ragazza da un po' (quand'era ancora inverno e aveva la chioma rossa), ma fermarsi lì al pont de l'autoroute con un minimo di discrezione è impresa davvero impossibile. Se non altro, stasera la fanciulla non sta nello sterrato vicino al ponte, dove servirebbe il rover della NASA per riuscire a muoversi senza arenarsi tra le gobbe, ma una trentina di metri prima, in un altro slargo un po' più agevole. La principale difficoltà è trovare il sincronismo tra il semaforo di Dalmine, che regola il traffico verso sud, e quello di Osio, che lo scagliona verso nord. Dopo un po' di giri in tondo nel rondeau della REA ("Ma questo è scemo!", devono avere pensato Eva e le nuove Adalgina e Ginascore), non ci sono luci bianche (e men che meno blu) in arrivo da Osio, per cui posso finalmente lanciarmi a tutta velocità verso Bergamo. Passo il lampadarista dove sta la bionda Mirella, mi assicuro che i fari siano ancora fermi al semaforo del Kebab e finalmente posso accostare di fianco alla mora, che rapidamente si china verso la mia vettura.

Innalzata da high heels vertiginose, la ragazza appare decisamente alta e slanciata (poi lo sarà un po' meno ...) e potrebbe avere il fisico di una pallavolista: la giusta via di mezzo tra l'anoressica e la corporatura in carne. Per rimanere in tema, potrebbe somigliare un po' a Nami Hayase (anche se i capelli a caschetto sono fortunatamente neri come il carbone e non viola), ma con la mascella di Ridge di Beautiful :). E' tutto sommato cordiale nell'approccio e vengo subito al dunque, per non trattenermi lì troppo a lungo. Ha un loft e non oppone la benché minima resistenza a ridurre il rate a 60, per cui la invito ad accomodarsi a bordo, per recarci tra le sue quattro mura.

ANNA, COLEI CHE STA SOTTO UN PONTE

Appena seduta, si presenta subito come Anna, nome che desta in me bei ricordi ormai svaniti. Come dice giustamente l'amico cpl, questo nome deve significare "colei che sta sotto a un ponte", in qualche lingua dei Balcani :) L'approccio è stato subito amichevole e mi faceva ben sperare, ma la moretta dagli occhi di ghiacchio si attacca subito al telefono e inizia a confabulare in italiano con una collega, che poi scoprirò essere la vicina di postazione Mirella la lampadarista. Oggetto del disquisire sono gli introiti delle ultime serate, che le ragazze si confessano a vicenda un po' sconsolate e che oscillano tra i 130-180 euri (ma, quando si parla con una rivale, bisogna sempre sparare un po' basso e non scoprire del tutto le carte ...). Infatti, Anna non sembra credere del tutto a Mirella, perché ha contato le volte che l'ha vista partire alla volta del parcheggio e tenta di contestare le statistiche del PIL che si genera nello spiazzo dei lampadari, evidentemente ritoccate al ribasso per ottenere fraudolentemente i sussidi dell'UE :)

Quando la telefonata finisce, siamo quasi alla fine del tragitto. Anna ha parlato con uno strano accento (e con una s sibilante come quella di Piteshti), per cui le domando di dove sia. Mi dice di essere greca, il che registro diligentemente, ma nella lista delle balle colossali. Più probabile, a questo punto, che sia schipetara. Scambiamo quattro chiacchiere sulla congiuntura greca, la fanciulla si mostra abbastanza convinta di un'uscita del Paese dall'Euro, ma potrebbe essere l'opinione di chi legga un qualunque quotidiano e ascolti distrattamente i telegiornali, senza per questo essere nata nella patria del sirtaki e dello tzatziki.

Arrivati a destinazione (una sorta di vecchia corte nella semi-periferia di Dalmine), mi fa strada su verso il loft, che è un classico appartamento di ringhiera. La rampa di scale da risalire mi dà come al solito l'occasione per ammirare la sua silhouette da vicino. Le gambe sembrano davvero lunghe (ma poi, come scritto sopra, perderanno un po' del loro slancio) e i glutei proprio belli tondi (e si confermeranno tali), nonché coperti a mala pena coperti da una coulotte di pizzo nero. Un'ultima passeggiata sul balcone/corridoio e siamo infine all'ingresso del loft, un bilocale tanto spazioso e luminoso (più che altro perché illuminato da fari che farebbero la loro onesta figura anche a San Siro) quanto un po' vetusto.

TRUCCO E PARRUCCO

Ci spostiamo in camera da letto e Anna si sfila subito le high heels color senape, con una smorfia di sofferenza. "Ti facevano male i piedi?", le domando. "Tantisshimo. E' tutta la shera che shono là in piedi!", mi risponde un po' sconsolata. Abbassatasi di una buona spanna, credo che si riposizioni tra l'1,65-1,70 e dunque rimane discretamente alta. senza i tacchi, perde un po' di slancio (non potrei certo definirla una gazzella), ma rimane comunque tonica. Giusto per fare un po' di bechmarking, potrebbe più o meno avere la corporatura di una Michela Benaglior di un paio d'anni fa.

"Scushami un attimo", mi dice la moretta, mentre io ho già depositato l'obolo sulla credenza (seppure non richiesto di farlo) e sto iniziando a spogliarmi. Recupera dal comodino un paio di tubetti e, davanti allo specchio, si risistema il trucco, riapplicandosi il fondotinta sulla mascellona alla Ridge. Andiamo poi un attimo in bagno, dove lei si lava le mani e si rimuove il lucidalabbra, dato che a breve dovrà usarle per uno scopo diverso da quello per cui sono state originariamente progettate.

LA RECE VERA E PROPRIA

Completate le abluzioni iniziali, torniamo in camera da letto e ci posizioniamo sul lettone, io coricato supino nel mezzo e lei ginocchioni alla mia destra. "She mi dai qualcosha in più, puoi fare anche nel culo", mi propone. "Grazie mille, ma non sono amante del genere", cerco di limitare il danno economico. Il fratellino viene manipolato brevemente, quasi tranciato dalle sue unghie affilate ("Ti ho fatto male?", "Un po' sì, ma sono ancora vivo e questo è quello che conta ...") nell'infilare il solito condom color rosso sangue e poi si può dare inizio all'intrattenimento.

Il BJ è di discreta fattura ed è fatto con aiuto moderato della mano, senza però che vi siano particolari squilli di tromba. Nel frattempo, carezzo un po' la sua pelle decisamente abbronzata e osservo il tatuaggio che ha sulla spalla sinistra. Sono due iniziali in caratteri latini (e non una beta e una sigma), per cui è sempre più forte il dubbio che di greco abbia solo la feta che magari tiene in frigorifero. Per inciso, non si è tolta né si toglierà il reggipetto, per cui il seno dev'essere di piccola taglia (lo stimerei tra una 1° e una 2°).

Dopo 2-3 minuti di intrattenimento orale, è il momento di copulare. "Come vuoi fare?", mi domanda. "Già che sei lì, ti va di venirmi sopra?". La moretta acconsente, procediamo all'infilamento e inizia a galoppare sul mio basso ventre. Anche qui l'arte è discreta, con buone percussioni lungo la verticale, ma nulla rispetto ai movimenti pelvici che avevo ammirato la sera prima con Simona B. E la resistenza della moretta di Atene (così mi dirà poi) è ben lungi da quella della moretta di Giurgiu, sorella minore della ben più famosa Rebecca B., che deve avere esercitato anche on the road, sia lungo il boulevard che la promenade. Durante la sua breve galoppata, Anna sembra anche triste e assorta nei suoi pensieri, perché tiene la testa girata da un lato e non riesco quasi mai a incrociare il suo sguardo di ghiaccio.

UNA RAGAZZA MULTI-TASKING

Trascorsa un'altra manciata di minuti, le propongo di cambiare posizione, perché la vedo davvero poco motivata. Non sembra sprizzare entusiasmo da tutti i pori, ma accetta di passare alla pecorina, per cui ci ridisponiamo sul lettone. Nel frattempo, si sente scattare la serratura della porta d'ingresso e una collega con il suo cliente entrano nella cucina/soggiorno, perché posso sentirne distintamente le voci, seppure un po' attenuate dalla distanza. La privacy è davvero al minimo, dato che la porta della camera da letto è aperta e Anna ne approfitta anzi per parlare con l'altra comare, mentre la sto stantuffando da dietro. La lingua non è certamente rumeno, ma non padroneggio abbastanza né l'albanese né il greco, per capirci qualcosa di più. Di certo, è sconfortante fare sesso con una ragazza che è in tutt'altre vicende affaccendata. La nota positiva è che Anna ha una bella schiena e glutei ben torniti, per cui è quantomeno piacevole osservare e carezzare il suo corpo, che ondeggia sotto le mie percussioni. E' anche abbastanza curioso vedere le labbra della vulva protese verso l'esterno, che avvolgono il mio fratellino come una guaina e che alternativamente sono trascinate in fuori e risucchiate all'interno dal mio movimento pelvico.

CI SONO ANCHE GLI SPETTATORI

Dopo un po' Anna smette finalmente di parlare e se ne sta lì abbastanza passiva, con la schiena molto flessa verso il basso e sempre con la testa girata su un lato. Le uniche altre parole che escono dalla sua bocca non mi giungono nuove, perché le ho già sentite mille altre volte e l'unica novità è la esse sibilante: "Ma shei shempre coshì lungo?". Nonostante la lamentela, la ragazza è però discretamente paziente, nonostante di là la sua collega scalpiti per entrare, al punto che arriva addirittura ad affacciarsi alla camera da letto! Noto infatti che Anna si volta per un attimo all'indietro, mi giro anch'io e vedo che l'altra comare (che altri non è che l'ormai stagionata Cristina la greca) sta ridendo e mimando i miei movimenti pelvici.

E' chiaro che il tempo è agli sgoccioli, dato che la compagna di reparto e il nostro collega stanno già aspettando da un po' troppi minuti. Propongo allora ad Anna di concludere (mentivo sapendo di mentire :)) con una veloce missionaria. L'invito viene accolto e si riparte con lei sotto e io sopra, puntellato sugli avambracci. Nonostante io sia abbastanza distante col busto, anche in questa posizione è assorta nei suoi pensieri e tiene la testa reclinata su un lato, probabilmente terrorizzata che tenti un FK. Sapevo che non avrei dovuto mangiare zuppa d'aglio e cipolle, prima di uscire per il mio punter tour :) Per il resto, nulla di memorabile da riferire, dato che è ancor più passiva che nella pecorina. Deve probabilmente appartenere all'8° gruppo della tavola periodica, quello degli elementi completamente inerti. Sicuramente non si tratta del neon, perché la fanciulla non rifulge di luce propria; più facile che occupi la casellina dell'elio. O magari quella dell'azoto, che sta in un'altra colonnina della tabella di Mendeleev, ma che allo stato liquido dà abbastanza l'idea della temperatura di Anna. Passando dalla chimica alla ragioneria (specialità in cui le OTR di solito eccellono, ma forse ancor di più i loro "fidanzati"), nella colonnina del dare va però registrata una pazienza quasi giobbiana, soprattutto considerato che di là la comare Cristina sta ormai scalpitando come un cavallo imbizzarrito.

IL REGGISENO, PROPRIO NON SE LO TOGLIE

"Ma come mai non ti sei tolta il reggiseno? Ti vergogni?", le domando, mentre sono intento nelle mie percussioni pelviche. "No, coshì ...", è la sua risposta enigmatica. Preludio all'ennesima doglianza: "Ma shei proprio lunghisshimo!". Capito che ormai sto abusando del tempo a mia disposizione, le propongo allora di concludere le operazioni con un po' di smanacciamento del fratellino. Ci riposizionamo sul lettone e la lascio terminare così. C'è il tempo di raccogliere un'altra sua lamentela su quanto sia lungo e poi il traguardo viene varcato, con il mio compare del piano di sotto massaggiato energicamente dalle sue mani.

Rapide pulizie con i fazzoletti e, mentre ci rivestiamo, noto che ha le pelle d'oca su quasi tutto il corpo. "Ma che succede, hai freddo?", le domando un po' stupito, dato che potrei avere più caldo solo nel bel mezzo del Sahara. "Ho shempre freddo", mi spiega la fanciulla e intanto si reinfila i collant, orpello alquanto inconsueto per questa stagione. Rimessici entrambi in sesto, cediamo la stanza alla prossima coppia. Mentre li incrociamo in soggiorno, rimpiango la discrezione con cui l'altra Anna e la sua collega Simona (ma anche Elena e l'ennesima Anna del Grana Padano) gestivano la simultaneità nel loft, usando il bagno come anticamera, per evitare che i rispettivi clienti si vedessero a vicenda. Se non altro, posso osservare Cristina da vicino e il suo volto tradisce decisamente tutte le sue primavere, mentre dalla strada (adesso staziona soprattutto alla rotonda tra la SIAD e il Perletti, lato est) fa ancora la sua onesta figura.

LA SOLITA LITANIA

Raggiunta la macchina, si riparte alla volta della mattonella, non prima di averle chiesto di spegnere la sigaretta che si era già accesa. "Ma quanti anni hai, dato che prima non te l'ho chiesto?". "Ventuno", mi risponde Anna, dichiarando un'età che è inferiore ai 23-24 che le avrei attribuito. "Ma perché sei così triste? Su di morale!", le chiedo, dato che non credo di aver visto un sorriso nella mezz'oretta scarsa in cui siamo stati assieme. Non si tratta ovviamente di ragioni di cuore ma, più prosaicamente, di vil denaro. Mentre raggiungiamo il semaforo del Kebab e poi svoltiamo in direzione di Osio, mi tocca sorbirmi la solita litania sul lavoro che manca. "Quand'ero arrivata (sei mesi fa, per la cronaca) non stavo là un secondo. Adesso, invece, passo quasi tutta la serata ad aspettare, anche il venerdì sera!", mi risponde sempre più triste. "Certo che la posizione che ti sei scelta non è proprio il massimo, lì al buio e dove uno non può fermarsi con un minimo di privacy!". "Lo so :( Però ormai quelli che passano sanno che sono lì ...", commenta sempre più sconsolata, al punto che temo possa commettere suicidio. D'altra parte, siamo in alta stagione, tutte le piazzole devono essere assegnate e quella che fu di Alinette le Citroen/Donna Mercedes dev'essere l'unica libera. Non sarà un caso se, appena liberatasi quella di Juliette, la ruspante pilotessa della vettura teutonica si era spostata davanti al Perletti ...

Raggiunto il suo spiazzo, ci congediamo, la lascio alla sua sigaretta e ai suoi studi sulla crisi economica che attanaglia il nostro Paese e faccio inversione appena possibile, per riprendere la direzione di Osio e poi quella dell'autostrada per Milano. La destinazione impostata nel navigatore sarebbe "Branda", ma al Quadrilatero di Osio mi faccio immediatamente distrarre dalla procace bionda che ne occupa uno dei vertici, davanti alla banca sul lato ovest. Fingo di passare al bancomat (ma non è proprio il caso di fermarsi alla macchinetta, perché questa settimana ho decisamente esagerato!) e poi le accosto di fianco, interrompendo la sua interminabile discussione con la collega mora. Purtroppo non esercita in macchina (per saggiarla in un BJ conoscitivo), ma ha solo un appartamento a Brembate e mi dice di non essere presente tutte le sere, perché viene solamente quando ci sono le tasse da pagare (sic!) e ha bisogno di arrotondare gli introiti della sua normale attività. Mi faccio dire il suo nome (è la Viktoria russa di cui ci aveva forse parlato Virgo un annetto fa), per annotarlo sul mio taccuino e poi riparto davvero alla volta di casa, perché stanotte non voglio fare tardissimo.
 
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