[RECE] Michi - OTR notturna - Roma (Aurelia)

Registrato
16 Aprile 2015
Messaggi
89
Reaction score
5
CARATTERISTICHE GENERALI

NOME: Michi
CITTA DELL'INCONTRO: Roma
ZONA:Aurelia Hospital
NAZIONALITA': rumena
ETA': 24
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): bj Rai 1 e altri (rai2 cob) con sovrapprezzo
COMPENSO RICHIESTO: 100
COMPENSO CONCORDATO:100
DURATA DELL'INCONTRO:30'
DESCRIZIONE FISICA:bella cavalla peccato il viso
ATTITUDINE: "introiettata"

LA MIA RECENSIONE:

Sono stato in dubbio fino all'ultimo se pubblicare questa storia per intero, così come l'ho buttata giù di getto o se sostituire il primo atto con un semplice, e per molti ben gradito, "dopo un giro andato nel peggiore dei modi con una fidelizzata. ..".
Alla fine ho pubblicato tutto. Per chi fosse interessato unicamente alla recensione della otr del titolo risparmio la lettura di tutta la storia e suggerisco di saltare direttamente al secondo atto: Michi.

Quindi...
Mi hanno confessato che...

Prologo.

Dopo diversi mesi si ritrovava a percorrere l'Aurelia a notte fonda. Era il giorno del suo quarantesimo compleanno e aveva festeggiato con pochi fedelissimi e senza troppi bagordi in un ristorantino dalle parti dove era cresciuto. La strada verso casa scorreva pigra sotto la sua auto e il piattume della sua esistenza stava già tornando a farsi sentire, insieme all'idea che avrebbe trascorso un fine settimana solitario tra lavori domestici e impicci vari tralasciati nei giorni precedenti. Quel numero gli pesava come un macigno, quel 40 gli era piombato addosso, paradossale a dirsi, quasi inaspettato e rappresentava ai suoi occhi, in qualche modo, un definitivo addio a tutto ciò che aveva sempre, con tutto il cuore, desiderato costruire.

Atto primo.

Il ritorno.

Con quello stato d'animo non voleva altro che arrivare a casa e buttarsi al letto ma improvviso, e improvvido come avrebbe scoperto solo in seguito, gli sembrò che un flebile barlume rischiarasse la sua tenebrosa notte. Possibile che la compagna di tante avventure, la sua Stellina (maiuscolo perché così l'ho definita in passato e così la chiamerò in queste righe) fosse tornata in attività dopo diversi mesi e stazionasse dalle parti dove l'aveva incontrata la prima volta?
I ricordi di tanti bei momenti in sua compagnia si accalcarono nella sua mente annebbiata da torvi pensieri ma al tempo stesso un retrogusto amaro lo sorprese quando pensò che, se fosse stata lei, sarebbe stato perché non era riuscita a cambiare quella vita che lui sapeva non piacerle. Fece il solito giro e tornò indietro ma giunto sul posto lo trovò vuoto. Sentiva che era proprio Stellina ma decise che, per quella sera, si sarebbe concesso il beneficio del dubbio e combattuto tra sentimenti così contrastanti, decise di andarsene per la sua strada.
Nei giorni seguenti pensò a lungo se fosse o meno il caso di rincontrarla. Nei mesi in cui l'aveva frequentata le si era in un certo senso affezionato e il distacco quando lei sparì fu traumatico ma come poteva rinunciarvi? E poi poteva pure non trattarsi di lei... si risolse di andare a verificare ma se fosse stata Stellina allora tutto doveva essere perfetto.

L'incontro.

Giunse in zona subito dopo il crepuscolo e già da lontano riconobbe la sua ben nota esile figura. Era davvero lei. Un sorriso, un saluto come tra vecchi amici e via insieme verso il solito albergo. Due chiacchiere sul lavoro, le famiglie e appena in camera si accordarono per 2 giri a 200 euro, indipendentemente dal tempo che ci fosse voluto. Il rituale fu sempre più o meno lo stesso, quello che offre la maggior parte delle otr di zona... ma stavolta qualcosa non andava. Lei era assente, il suo sguardo fisso sulla tele che vomitava musica di serie b e l'aria scazzata ben diversa da quella che lui ricordava. Sarà stato un inconscio processo di idealizzazione maturato nei mesi lontano da lei? Chi sa! L'unica certezza fu che non riuscì a completare l'opera ma "la seconda " pensò "andrà meglio!".
Povero illuso.

La delusione.

"Ops... messaggio, scusa solo un attimo!"
"Tranquilla, rispondi pure..."
Chiacchierarono ancora qualche minuto.
"Sto sentendo freddo mi rivesto. "
"Se vuoi abbasso l'aria condizionata... ma scusa ti metti pure le scarpe? Senti freddo ai piedi?"
"No, vado in bagno"
"Uhm? Vabbe..."
"Dai andiamo!"
"Andiamo? Scherzi? E il secondo giro?"
"Rieccoti 50... andiamo".
A questa frase la Stellina associo' un gesto di scherno gettando la banconota sul letto.
"Eh no. 2 giri 200. 1 giro 100"
"Vuoi litigare?"
Ad una tale provocazione qualche anno prima sicuramente lui non si sarebbe lasciato pregare ma stavolta no, si sorprese a rispondere con gli occhi bassi "no, non voglio litigare per 50 euro ma soprattutto non voglio litigare con te!"
Entrambi erano ben consapevoli delle rispettive potenzialità fisiche e sapevano che con una manata lui avrebbe potuto tramortirla e riprendersi il suo con gli interessi ma altrettanto bene sapevano che non lo avrebbe mai fatto... e la forza di lei era tutta lì.
"Tieni pure i 50. Tanto non ce ne saranno altri ... hai appena perso un cliente. I patti vanno rispettati."
"No no non li voglio... e guarda che i clienti ce li scegliamo noi..."
Lui evito' anche di rispondere: nonostante tutto, per nulla al mondo avrebbe incrinato la fragile illusorieta' del mondo di lei.
Quel freddo "Buon lavoro" mentre scendeva dall'auto fu l'ultima frase che Stellina avrebbe udito dalla bocca di lui. Come previsto mesi prima, la Stellina era tramontata.

Pensieri confusi

- Non può finire così.
- E invece sì.
- Me l'ha fatta zozza. Accettare 200 per 2 giri salvo poi cambiare idea perché l'hanno chiamata.
- Sì vabbe ma sei stato più di un'ora.
- Ma che c'entra? Erano 200 per 2 giri? Voglio fare i 2 giri.
- Ma se non hai finito nemmeno il primo!
- Vabbe il secondo senza televisione e senza chiacchiere sarebbe andato bene.
- Comunque non ti ha rubato niente, è quello che le davi di solito... ma stavolta doveva essere tutto perfetto e hai strafatto!
- Ma m'ha preso in giro!
- È sempre una ragazza che la vita ha punito forse anche più del dovuto... Le hai viste quelle foto...
- Vabbe... però a me nun me vede più.
- Proposito più che lecito.
- E adesso ti faccio vedere io come va il secondo giro!

Atto secondo.

Michi.

Voglio una bella porca. Un vero puttanone. No questa no, troppo bellina... questa no, è chiattona... la nera no...
Girava su e giù per l'Aurelia con questi pensieri in testa ormai da oltre un'ora e non si sapeva decidere. D'un tratto, percorrendo una viuzza laterale vide sbucare dai cespugli un corpo di donna oscenamente svestito. Oscenamente? Sì. Oscenamente perché non poteva definirsi in maniera diversa. Il generoso décolleté sollevato in modo innaturale dal reggiseno calato che lo strizzava dal basso verso l'alto come se le leggi delle gravità si fossero per un momento invertite. Lei, intenta con un gesto tutt'altro che femminile a ricalzare una mutanda nera alzando alternativamente le ginocchia e facendo battere gli altissimi tacchi, gli urlò appresso la ben nota litania: "30 amo' boca figa" mentre il cliente appena servito sgattaiolava via riallacciandosi gli ultimi bottoni della camicia. Lui si fermò riconoscendo la ragazza che aveva incontrato qualche settimana prima in macchina e capì che poteva essere quello che cercava per un giro diverso dal solito. Concordarono 100 per il menù base e raggiunsero la stanza.
Aprirono le danze sotto la doccia insaponandosi scambievolmente e accarezzandosi senza pudori. Lei iniziò a smanettare l'arnese di lui già in tiro ma per farsi slinguazzare un po' pretendeva un extra che lui non era disposto a stanziare. Passati al letto e gommate le propaggini, egli, strabuzzando gli occhi, dovette riconoscerle un alto grado di capacità orali e si godette quel momento guardando la propria asta scomparire ciclicamente nel cavo orale di Michi.
Fu lei a prendere la decisione di cavalcarlo un po' e di lasciargli ammirare e palpare il suo seno. Lui apprezzo' e, di buon grado, la lasciò fare limitandosi ad assecondarne i movimenti. La successiva pecos lo entusiasmo', se possibile, ancora di più: il segno del costume, perquanto poco evidente, lo eccitava da matti e il contrasto con la chioma corvina sparsa sulle spalle la rendeva agli occhi di lui la bomba erotica che quella sera era andato a lungo cercando. Con queste idee in testa e quello spettacolo davanti agli occhi esplose dentro di lei e con il suo seme si sentì svuotare anche delle preoccupazioni che lo avevano accompagnato nelle ore precedenti.
Celere sciacquata e la fin troppo nota incombenza di riaccompagnarla.

Conclusioni.

Quando rientrò in stanza percepi' violenta la somma dei profumi delle donne che vi erano da poco passate e in altre circostanze avrebbe spalancato la finestra. Non quella sera. Se ne inebrio' e si corico' con l'idea che tutto sommato quella notte brava fosse stata un prezioso contributo al suo bagaglio di esperienza e con questo pensiero si abbandonò ad un meritatissimo riposo.

Ossequi.
 
Alto