[RECE] (Y)Elena la benzinaia (HUN?) - OTR notturna - Dalmine (BG)

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SCHEDA TECNICA

CITTA DELL'INCONTRO: Dalmine (BG)
ZONA: 45.649210, 9.619063 (al primo distributore ENI, arrivando da BG)
NOME: Elena (o Yelena)
NAZIONALITA': sedicente ungherese del lago Balaton, ma parla rumeno ...
ETA': 24 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, RAI1 (mission e poi pecos), HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 70
COMPENSO CONCORDATO: 60
DURATA DELL'INCONTRO: circa 35-40', dalla mattonella alla mia uscita dal loft (lei vi è rimasta, per fine turno)
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,50-1,55, capelli neri lunghi e raccolti in una sorta di coda, viso non memorabile, occhi scuri, sopracciglia epilate e tatuate, silhouette che comincia a diventare un po' curvacea, carnagione scura (tzigana?), seno di una 2° taglia
ATTITUDINE: discreta ; pur non parlando un italiano molto sciolto, è molto gentile e orientata al cliente (si è ricordata il mio nome per tutta la durata dell'incontro!)

LA MIA RECENSIONE:

Sorprende (ma ormai neppure più di tanto) che nessuno abbia ancora aperto un thread per un'intrattenitrice presente da così tanto tempo sul boulevard de l'amour!

Dopo avere seguito in diretta televisiva le fasi finali del concorso di Miss Muretto 2015, sono davvero curioso di scoprire chi sia questa Denisa che avrebbe spodestato Daniela nella storica posizione del Continental e dunque mi incammino verso Bergamo, rinviando una più comoda scampagnata sulla Novedratese a settimana prossima.

Uscito a Dalmine, compio la consueta deviazione di rito sino a Bergamo, seppure ben poco fiducioso di trovarvi la mia prediletta Anna, che a questo punto dovrebbe essere rientrata di nuovo in Dacia per una pausa sabbatica. [...] Nulla di nuovo a Dalmine (se non che Alina è tornata sul lato giusto della strada ed è brevemente comparsa anche colei che pare Adriana) e, fatto il giro di boa alla rotonda dell'autostrada, non resisto alla tentazione di mettere la freccia ed entrare a fare benzina al primo ENI di Dalmine.

La solerte benzinaia mi raggiunge senza esitazione, non ci vuole molto a metterci d'accordo per un pieno a 60 e già sta accomodandosi accanto a me, per farmi strada sino a casa sua. Che non sta a più di un paio di minuti da lì, per cui non c'è moltissimo tempo per socializzare. In realtà, conosco già parzialmente il tragitto, perché mi aveva scrocccato un passaggio sino a casa lo scorso inverno, quando mi ero fatto interire dalle sue suppliche tutta infreddolita.

IL LAGO BALATON, CAPITALE DELL'UNGHERIA

La ragazza parla un italiano un po' robotico (per essere già in Italia da 4 anni, se non ricordo male), ma si fa intendere e pare abbastanza cordiale nella conversazione. Si presenta come Elena (senza la Y), mi dice di avere 24 anni e di essere magiara. Quando le domando di quale città sia, mi risponde che viene dalla capitale. "No, ti prego, non dirmi anche tu che sei di Buda!", è quello che sto pensando, quando invece scopro che il governo e il parlamento magiaro si sono spostati sulle rive del lago Balaton. Non ho ben capito il nome della città (forse non me l'ha neanche detto), ma dalla descrizione a gesti pare che dalla sua camera da letto possa vedere il rinomato specchio d'acqua come solo George Clooney e Amal potrebbero fare col Lago di Como dalla loro villa di Laglio (non Lallio ;)).

Sto quasi per credere alla sua genuina magiarità, quando le arriva una telefonata e pure lei risponde in rumeno al suo interlocutore! Poi cerca di giustificarsi (excusatio non petita ...), dicendomi che ha imparato le lingue latine per gradi: prima il dacico e poi l'italiano. Non credo granché a quello che mi sta raccontando, che probabilmente è più finto delle sue sopracciglia tatuate, ma non ha molta importanza, perché siamo arrivati fuori da casa sua, una villetta a schiera. "Metti pure la macchina dietro la mia!", mi autorizza a parcheggiare praticamente davanti al cancelletto e si può finalmente spegnere il motore.

Il tempo di raccogliere i miei averi ed Elena è già sparita dalla mia vista. "Quale sarà il cancelletto giusto?". Vado avanti e non c'è nessuna; torno indietro lungo la siepe e vedo che sta già aspettandomi davanti alla porta di casa. L'uscio si dischiude ed entriamo nel suo bilocale, davvero molto pulito e ben ordinato (si vede che non è un semplice scannatoio di lavoro ma anche il posto in cui vive). Attraversiamo il solito ambiente multi-tasking, intravedo l'ampio e luminoso bagno di fronte ed entriamo invece in camera da letto, sulla destra.

ELENA LA TZIGANA?

Non trovando la solita seggiola dell'avventore, le chiedo dove posso appoggiare i miei indumenti e mi fa cenno di usare pure il comodino. Mi accomodo sul lettone, per iniziare la svestizione, e quasi sprofondo come nelle sabbie mobili. "Ma come fai a dormire con un materasso così molle?", le domando, al che lei mi giura che è comodissimo e si siede accanto a me e inizia pure a spogliarsi. Aveva indosso ben poco, per cui è completamente nuda prima di me. Le terga che sfodera al vento sono senz'altro il suo punto forte, mentre il resto del fisico non mi resterà impresso come uno dei più memorabili. Scesa dalle sue scarpe taccate, dovrebbe essere alta attorno all'1,55, la sua silhouette comincia a diventare un po' curvacea, ha seni discreti ma sulle gambe si nota qualche prima imperfezione, nonostante l'età ancora giovane. Anche il viso non ha particolarità che lo facciano rimanere impresso, se non fosse per le sopracciglia che si è fatta epilare permanentemente e sostituire con altrettante tatuate. Sia gli occhi che i capelli, particolarmente lunghi e raccolti in una sorta di coda, sono neri come la brace. Lei giura che quella sia la sua tinta naturale, ma è troppo identica alla Wella n°10 (Anna docet) per potermi ingannare :) La sua pelle è molto abbronzata, al punto che sospetto che abbia ascendenti tzigani, e un tatuaggio appena abbozzato e molto spartano le orna i lombi.

Dove invece la ragazza è ben sopra la media, è nelle chiacchiere, con cui mi fa compagnia sia mentre completo la svestizione che durante i lavaggi in bagno. Sospetto che non ci sia un grandissimo traffico in quell'appartamento, perché manca il classico rotolone Regina ed Elena deve invece recuperare dal ripostiglio un piccolo asciugamano, con cui provvedo ad asciugare le pudenda. Lo appoggio momentaneamente sul coperchio del contenitore della biancheria sporca e noto che invece è pieno di esemplari simili, per cui un po' di via vai dev'esserci stato. La ragazza è anche gentile perché, non sapendo dove depositare il giubbotto che avevo momentaneamente appoggiato sul materasso, provvede personalmente ad appenderlo. Non ad un appendiabiti (che pure manca), ma alla maniglia della porta! L'altra cosa che mi sorprende è che, quelle tre-quattro volte che si è rivolta a me, l'ha sempre fatto col nome con cui mi ero presentato all'inizio e non col solito "amore" o "tesoro"!

LA RECE VERA E PROPRIA

Quando torno di là, Elena sta già aspettandomi sul lettone. Si regolano gli aspetti burocratici e si può finalmente dare inizio alle danze. Mi fa cenno di accomodarmi supino proprio nel mezzo del materasso e poi si inginocchia tra le mie gambe, posizione che non mi piace particolarmente, perché mi permette di vederla all'opera ma non di carezzarla.

Incappuccia il fratellino, si china sul mio basso ventre e dà inizio a un BJ di media fattura, discreto per intensità ma privo di particolari squilli di tromba tecnici. Non avendola a portata di mano, posso solo accarezzarle il braccio che ha puntellato più vicino al mio tronco e osservarla in azione. Ogni tanto incrociamo gli sguardi, ma ciò che attira la mia attenzione sono i suoi lunghi capelli, che sono davvero troppo neri per avere un tinta naturale. Noto anche che le sue mani non sono molto curate, mentre la maggior parte delle sue colleghe deve spendere vere e proprie fortune dall'unghista, investendo capitali degni di un fondo sovrano arabo in lacche e gel.

UNA PECORINA ROVESCIATA

Qualche giorno di astinenza totale ha però reso il fratellino alquanto arzillo, per cui dopo pochi minuti di cure si è fatto asta ed è dunque il momento di passare alla copulazione. E' la morettina a propormi la prima posizione (mission), per cui non mi resta che eseguire i suoi ordini. Vedo che si dispone supina con le gambe sollevate a V, per cui mi puntello sugli avambracci col tronco inclinato e lascio che proceda all'infilamento. La sua zona pubica ha un colorito ancora più scuro e i dintorni della vulva appaiono particolarmente carnosi, un po' come li ricordavo nella celeberrima Carla del Kebab. Mi auguro ovviamente che la cavità non sia altrettanto spaziosa, ma c'è solo da attendere qualche secondo per scoprirlo, il tempo che Elena si inumidisca l'orifizio con un po' di saliva e mi faccia strada lì dentro.

Le sue gambe sono sempre rivolte verso il cielo, per cui le blocco sotto le mie ascelle e la mission diventa una sorta di pecorina ribaltata, viste anche le dimensioni molto compatte di Elena. La vagina non è proprio strettissima (d'altra parte, è difficile che quattro anni di lavoro non si siano fatti sentire ...), ma non è neppure ampia come il traforo del Monte Bianco. La moretta è anche abbastanza partecipativa, perché ansima un po' e ogni tanto mi massaggia il petto e mi stuzzica uno dei capezzoli, mentre sono intento a stantuffarla. In ogni caso, nulla a che vedere con la più rinomate fuckstars del boulevard o della promenade.

UNA PECORINA NORMALE

Trascorso qualche altro minuto, mi domanda se voglia cambiare posizione ("Non ti piace proprio il mio letto, vero?"), passando alla pecorina. L'invito viene accolto e riprendiamo posizione sul materasso, lei gattoni e io inginocchiato dietro di lei. Lascio di nuovo che si reinfili l'asta nella vagina, mi ancoro ai suoi fianchi generosi e riprendo da dove mi ero fermato. Questo è senz'altro l'angolo migliore da cui ammirare la sua silhouette, perché il suo asset migliore (i glutei) e una schiena comunque tonica sono rivolti alla mia vista. Dopo un po', comincio ad avere i primi accenni di crampi alle terga e quindi mi fermo un attimo a rifiatare, massaggiandola lungo la schiena. Riparto ancora, ma non duro molto (anche perché il fratellino inizia a perdere un po' di turgore), per cui mi arresto di nuovo e le propongo una conclusione alla Mastro Geppetto.

IL SOLITO FINALE ALLA MASTRO GEPPETTO

Elena accetta, mi sdraio di nuovo supino sul lettone, mentre lei si dispone accovacciata sulla mia destra, volgendomi inizialmente le spalle. Intanto che masturba energicamente il compare di sotto, riportandolo rapidamente al pieno turgore, ne approfitto per carezzarle di nuovo la schiena, dai glutei su sino al collo. Poi si mette un po' più di profilo e, scostando i suoi lunghi capelli neri, riesco a vedere meglio anche il lato A. L'addome non è più molto tonico, mentre i seni, seppure non grandissimi, sono abbastanza piacevoli da manipolare. Provo anche a titillare un po' il capezzolo più vicino, ma le strappo solo un sorrisino, perché non riesco a insistere abbastanza a lungo per farglielo inturgidire. Infatti, con gli ultimi vigorosi colpi di pialla vengono condotto oltre il traguardo.

I SALUTI FINALI

Essendomi dilungato anche sin troppo, sorvolo sulla parte conclusiva. Il tempo di sganciarci e le arriva la telefonata di un altro cliente, cui Elena dà appuntamento direttamente a casa. Per questo, mentre io mi rivesto, lei si limita a indossare un accappatoio rosa e va a gettare in lavatrice gli indumenti da lavoro. Sono talmente pochi, che spero abbia il programma per il mezzo carico :) Mi accompagna gentilmente alla porta, ci salutiamo e posso così rituffarmi sul boulevard, per dare la caccia a colei che era il mio vero obiettivo della serata, la nuova assistente di Eva. Ma questa è un'altra storia, che rischia di essere ancora più lunga di questa ...
 
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Mitico !!!

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CITTA DELL'INCONTRO: Dalmine (BG)
ZONA: 45.649210, 9.619063 (al primo distributore ENI, arrivando da BG)
NOME: Elena (o Yelena)
NAZIONALITA': sedicente ungherese del lago Balaton, ma parla rumeno ...
ETA': 24 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, RAI1 (mission e poi pecos), HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 70
COMPENSO CONCORDATO: 60
DURATA DELL'INCONTRO: circa 35-40', dalla mattonella alla mia uscita dal loft (lei vi è rimasta, per fine turno)
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,50-1,55, capelli neri lunghi e raccolti in una sorta di coda, viso non memorabile, occhi scuri, sopracciglia epilate e tatuate, silhouette che comincia a diventare un po' curvacea, carnagione scura (tzigana?), seno di una 2° taglia
ATTITUDINE: discreta ; pur non parlando un italiano molto sciolto, è molto gentile e orientata al cliente (si è ricordata il mio nome per tutta la durata dell'incontro!)

LA MIA RECENSIONE:

Sorprende (ma ormai neppure più di tanto) che nessuno abbia ancora aperto un thread per un'intrattenitrice presente da così tanto tempo sul boulevard de l'amour!



La solerte benzinaia mi raggiunge senza esitazione, non ci vuole molto a metterci d'accordo per un pieno a 60 e già sta accomodandosi accanto a me, per farmi strada sino a casa sua. Che non sta a più di un paio di minuti da lì, per cui non c'è moltissimo tempo per socializzare. In realtà, conosco già parzialmente il tragitto, perché mi aveva scrocccato un passaggio sino a casa lo scorso inverno, quando mi ero fatto interire dalle sue suppliche tutta infreddolita.

IL LAGO BALATON, CAPITALE DELL'UNGHERIA

La ragazza parla un italiano un po' robotico (per essere già in Italia da 4 anni, se non ricordo male), ma si fa intendere e pare abbastanza cordiale nella conversazione. Si presenta come Elena (senza la Y), mi dice di avere 24 anni e di essere magiara. Quando le domando di quale città sia, mi risponde che viene dalla capitale. "No, ti prego, non dirmi anche tu che sei di Buda!", è quello che sto pensando, quando invece scopro che il governo e il parlamento magiaro si sono spostati sulle rive del lago Balaton. Non ho ben capito il nome della città (forse non me l'ha neanche detto), ma dalla descrizione a gesti pare che dalla sua camera da letto possa vedere il rinomato specchio d'acqua come solo George Clooney e Amal potrebbero fare col Lago di Como dalla loro villa di Laglio (non Lallio ;)).

Sto quasi per credere alla sua genuina magiarità, quando le arriva una telefonata e pure lei risponde in rumeno al suo interlocutore! Poi cerca di giustificarsi (excusatio non petita ...), dicendomi che ha imparato le lingue latine per gradi: prima il dacico e poi l'italiano. Non credo granché a quello che mi sta raccontando, che probabilmente è più finto delle sue sopracciglia tatuate, ma non ha molta importanza, perché siamo arrivati fuori da casa sua, una villetta a schiera. "Metti pure la macchina dietro la mia!", mi autorizza a parcheggiare praticamente davanti al cancelletto e si può finalmente spegnere il motore.

Il tempo di raccogliere i miei averi ed Elena è già sparita dalla mia vista. "Quale sarà il cancelletto giusto?". Vado avanti e non c'è nessuna; torno indietro lungo la siepe e vedo che sta già aspettandomi davanti alla porta di casa. L'uscio si dischiude ed entriamo nel suo bilocale, davvero molto pulito e ben ordinato (si vede che non è un semplice scannatoio di lavoro ma anche il posto in cui vive). Attraversiamo il solito ambiente multi-tasking, intravedo l'ampio e luminoso bagno di fronte ed entriamo invece in camera da letto, sulla destra.

ELENA LA TZIGANA?

Non trovando la solita seggiola dell'avventore, le chiedo dove posso appoggiare i miei indumenti e mi fa cenno di usare pure il comodino. Mi accomodo sul lettone, per iniziare la svestizione, e quasi sprofondo come nelle sabbie mobili. "Ma come fai a dormire con un materasso così molle?", le domando, al che lei mi giura che è comodissimo e si siede accanto a me e inizia pure a spogliarsi. Aveva indosso ben poco, per cui è completamente nuda prima di me. Le terga che sfodera al vento sono senz'altro il suo punto forte, mentre il resto del fisico non mi resterà impresso come uno dei più memorabili. Scesa dalle sue scarpe taccate, dovrebbe essere alta attorno all'1,55, la sua silhouette comincia a diventare un po' curvacea, ha seni discreti ma sulle gambe si nota qualche prima imperfezione, nonostante l'età ancora giovane. Anche il viso non ha particolarità che lo facciano rimanere impresso, se non fosse per le sopracciglia che si è fatta epilare permanentemente e sostituire con altrettante tatuate. Sia gli occhi che i capelli, particolarmente lunghi e raccolti in una sorta di coda, sono neri come la brace. Lei giura che quella sia la sua tinta naturale, ma è troppo identica alla Wella n°10 (Anna docet) per potermi ingannare :) La sua pelle è molto abbronzata, al punto che sospetto che abbia ascendenti tzigani, e un tatuaggio appena abbozzato e molto spartano le orna i lombi.

Dove invece la ragazza è ben sopra la media, è nelle chiacchiere, con cui mi fa compagnia sia mentre completo la svestizione che durante i lavaggi in bagno. Sospetto che non ci sia un grandissimo traffico in quell'appartamento, perché manca il classico rotolone Regina ed Elena deve invece recuperare dal ripostiglio un piccolo asciugamano, con cui provvedo ad asciugare le pudenda. Lo appoggio momentaneamente sul coperchio del contenitore della biancheria sporca e noto che invece è pieno di esemplari simili, per cui un po' di via vai dev'esserci stato. La ragazza è anche gentile perché, non sapendo dove depositare il giubbotto che avevo momentaneamente appoggiato sul materasso, provvede personalmente ad appenderlo. Non ad un appendiabiti (che pure manca), ma alla maniglia della porta! L'altra cosa che mi sorprende è che, quelle tre-quattro volte che si è rivolta a me, l'ha sempre fatto col nome con cui mi ero presentato all'inizio e non col solito "amore" o "tesoro"!

LA RECE VERA E PROPRIA

Quando torno di là, Elena sta già aspettandomi sul lettone. Si regolano gli aspetti burocratici e si può finalmente dare inizio alle danze. Mi fa cenno di accomodarmi supino proprio nel mezzo del materasso e poi si inginocchia tra le mie gambe, posizione che non mi piace particolarmente, perché mi permette di vederla all'opera ma non di carezzarla.

Incappuccia il fratellino, si china sul mio basso ventre e dà inizio a un BJ di media fattura, discreto per intensità ma privo di particolari squilli di tromba tecnici. Non avendola a portata di mano, posso solo accarezzarle il braccio che ha puntellato più vicino al mio tronco e osservarla in azione. Ogni tanto incrociamo gli sguardi, ma ciò che attira la mia attenzione sono i suoi lunghi capelli, che sono davvero troppo neri per avere un tinta naturale. Noto anche che le sue mani non sono molto curate, mentre la maggior parte delle sue colleghe deve spendere vere e proprie fortune dall'unghista, investendo capitali degni di un fondo sovrano arabo in lacche e gel.

UNA PECORINA ROVESCIATA

Qualche giorno di astinenza totale ha però reso il fratellino alquanto arzillo, per cui dopo pochi minuti di cure si è fatto asta ed è dunque il momento di passare alla copulazione. E' la morettina a propormi la prima posizione (mission), per cui non mi resta che eseguire i suoi ordini. Vedo che si dispone supina con le gambe sollevate a V, per cui mi puntello sugli avambracci col tronco inclinato e lascio che proceda all'infilamento. La sua zona pubica ha un colorito ancora più scuro e i dintorni della vulva appaiono particolarmente carnosi, un po' come li ricordavo nella celeberrima Carla del Kebab. Mi auguro ovviamente che la cavità non sia altrettanto spaziosa, ma c'è solo da attendere qualche secondo per scoprirlo, il tempo che Elena si inumidisca l'orifizio con un po' di saliva e mi faccia strada lì dentro.

Le sue gambe sono sempre rivolte verso il cielo, per cui le blocco sotto le mie ascelle e la mission diventa una sorta di pecorina ribaltata, viste anche le dimensioni molto compatte di Elena. La vagina non è proprio strettissima (d'altra parte, è difficile che quattro anni di lavoro non si siano fatti sentire ...), ma non è neppure ampia come il traforo del Monte Bianco. La moretta è anche abbastanza partecipativa, perché ansima un po' e ogni tanto mi massaggia il petto e mi stuzzica uno dei capezzoli, mentre sono intento a stantuffarla. In ogni caso, nulla a che vedere con la più rinomate fuckstars del boulevard o della promenade.

UNA PECORINA NORMALE

Trascorso qualche altro minuto, mi domanda se voglia cambiare posizione ("Non ti piace proprio il mio letto, vero?"), passando alla pecorina. L'invito viene accolto e riprendiamo posizione sul materasso, lei gattoni e io inginocchiato dietro di lei. Lascio di nuovo che si reinfili l'asta nella vagina, mi ancoro ai suoi fianchi generosi e riprendo da dove mi ero fermato. Questo è senz'altro l'angolo migliore da cui ammirare la sua silhouette, perché il suo asset migliore (i glutei) e una schiena comunque tonica sono rivolti alla mia vista. Dopo un po', comincio ad avere i primi accenni di crampi alle terga e quindi mi fermo un attimo a rifiatare, massaggiandola lungo la schiena. Riparto ancora, ma non duro molto (anche perché il fratellino inizia a perdere un po' di turgore), per cui mi arresto di nuovo e le propongo una conclusione alla Mastro Geppetto.

IL SOLITO FINALE ALLA MASTRO GEPPETTO

Elena accetta, mi sdraio di nuovo supino sul lettone, mentre lei si dispone accovacciata sulla mia destra, volgendomi inizialmente le spalle. Intanto che masturba energicamente il compare di sotto, riportandolo rapidamente al pieno turgore, ne approfitto per carezzarle di nuovo la schiena, dai glutei su sino al collo. Poi si mette un po' più di profilo e, scostando i suoi lunghi capelli neri, riesco a vedere meglio anche il lato A. L'addome non è più molto tonico, mentre i seni, seppure non grandissimi, sono abbastanza piacevoli da manipolare. Provo anche a titillare un po' il capezzolo più vicino, ma le strappo solo un sorrisino, perché non riesco a insistere abbastanza a lungo per farglielo inturgidire. Infatti, con gli ultimi vigorosi colpi di pialla vengono condotto oltre il traguardo.

I SALUTI FINALI

Essendomi dilungato anche sin troppo, sorvolo sulla parte conclusiva. Il tempo di sganciarci e le arriva la telefonata di un altro cliente, cui Elena dà appuntamento direttamente a casa. Per questo, mentre io mi rivesto, lei si limita a indossare un accappatoio rosa e va a gettare in lavatrice gli indumenti da lavoro. Sono talmente pochi, che spero abbia il programma per il mezzo carico :) Mi accompagna gentilmente alla porta, ci salutiamo e posso così rituffarmi sul boulevard, per dare la caccia a colei che era il mio vero obiettivo della serata, la nuova assistente di Eva. Ma questa è un'altra storia, che rischia di essere ancora più lunga di questa ...
 
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