[RECE] Anna - OTR notturna - Roma (via Ostiense)

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OscarDabagno

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CARATTERISTICHE GENERALI

NOME: Anna
CITTA DELL'INCONTRO: Roma
ZONA: Via Ostiense direzione fuori Roma, venendo dalla Piramide Cestia distributore Total Erg subito dopo il cornettaro e prima della Basilica di S.Paolo
NAZIONALITA': Antica Dacia - Cluji (gia' abbinata alla Capitale in Champions)
ETA': 23 credibili, max 25-26
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): Bj
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO:20
DURATA DELL'INCONTRO:15'
DESCRIZIONE FISICA: Una bionda skinny Megabizzesca (l'aggettivo di nuovo conio dice tutto)
ATTITUDINE: professionale, educata, tranquilla

LA MIA RECENSIONE:
Ho fatto un sogno on the road...lo sapevo che la lettura dei vostri racconti mi avrebbe traviato ;)
Non sono un tipo da otr ma non sono nemmeno fatto di polistirolo e cosi' ogni tanto l'ormone parte.
Dopo aver parcheggiato nei paraggi raggiungo oniricamente questa bella biondina che se ne sta su una sedia da ufficio marrone ad aspettare il principe azzurro e mi accordo per un bj a venti.
Non sono infatti avvezzo alle dinamiche stradali e con la strizza di sottofondo che incontri ravvicinati di settimo tipo (sette becco me te 'nculo!) possano turbare il convivio amoroso difficilmente Oscarino raggiungerebbe la consistenza e la rigidita' idonea a una penetrazione accettabile.
Opto percio' per una fellatio.
La tipa é automunita (oltre che fortunatamente militesente) e mi offre un saggio di guida sportiva della sua piccola e profumata (come lei) vettura di marca italica che dice di voler cambiare fino a un infratto abbastanza parato nelle vicinanze.
Suzione gommata (non offre versioni cabrio) eseguita come piace a me: lenta, delicata, abbastanza profonda, accompagnata da sguardi felini.
Le dico che non gradisco l'uso delle mani e non le adopera mai.
Nel momento catartico mi offre una gamma di salviettine distinte tra loro in relazione al grado d'umidita'.
Social time simpatico con tanto di discussione sulla scarsa armonizzazione dello stile eclettico del nuovo ponte della Garbatella con il tessuto urbano circostante d'impronta marcatamente razionalista.
Insomma, senza menarla per le lunghe, nella mia esperienza onirica una ragazza onesta e professionale che se trattata con educazione e rispetto ti ripaga con la stessa moneta, offrendo all'avventore un menu forse un po' ristretto ma sfizioso per qualita' e tempi di cottura.
Ragazzetta poi per nulla scazzata ma abbastanza solare e disposta al dialogo.
Questo é quanto.
Au revoir,
Oscar
 
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"Tranzilvania, Tranzilvania bitteee!"
CARATTERISTICHE GENERALI

NOME: Anna
CITTA DELL'INCONTRO: Roma
ZONA: Ostiense appena dopo la Centrale Montemartini
NAZIONALITA': rumena ma in Italia da molti anni
ETA': 20 circa
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): bj
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: 15'
DESCRIZIONE FISICA: bionda e magra, bel viso, bel sorriso
ATTITUDINE: disponibile e financo simpatica

LA MIA RECENSIONE:

Beh, grazie caro Oscar per il neologismo che mi onora :)
Anna se ne sta al distributore, illuminata dalle lucine al neon, a discorrere col bengalese che aiuta a servirsi della pompa di benzina.
Anch'io vorrei servirmi di una pompa quindi mi accosto e la invito a salire sulla mia macchina.
Tra un semaforo e l'altro, il tempo medio di percorrenza (da lei attentamente cronometrato ed annotato nel tempo) è di sei minuti netti. Quando va bene. Nel tragitto, Anna funge da navigatrice esperta prestando un'attenzione particolare nell'indicare le possibili infrazioni stradali affinché chi le compia lo faccia consapevolmente e a proprio rischio.
L'imbosco, francamente, è di quelli che detesto e che – col tempo – mi hanno fatto abbandonare l'OTR notturno in generale e in centro città in particolare: un parcheggio che, nonostante l'ora tarda, oltre ad essere ben illuminato è animato da numerosi automobilisti che lasciano o recuperano la loro vettura e da altrettanto numerosi cingalesi che, causa fuso orario ed anche per "colpa" di tariffe vantaggiosissime da 1 cent. al minuto, fanno le vasche tutto attorno a noi urlando a squarciagola alle loro famiglie all'altro angolo del pianeta quello che hanno combinato in giornata.
È questo contesto di pubblica visibilità, più che altro, a consigliarmi la fruizione del solo servizio orale: molto buona la prestazione, a ritmi alternati lento/veloce/lento/veloce, arricchita da massaggio testicolare e e da un sonoro sglush sglush che è per le mie orecchie il più gradevole dei sottofondi musicali.
Poco altro da aggiungere tranne il fatto che Anna è una ragazza graziosissima e molto giovane e che, se davvero ha 23 anni, a mio giudizio ne dimostra qualcuno in meno: direi 20 e magari compiuti da poco. Bionda, magra, ben curata e ben vestita, ha un viso ed un profilo che trovo inconsueti soprattutto per via della doppia angolazione del naso che non è né lineare né gibboso: ha solo un cambio netto di pendenze esattamente a metà.
Ancora più inconsueto è il suo modo di parlare, una commistione fra un sostrato linguistico balcanico ed inflessioni puramente romanesche sovrapposte ad esso, capace esso solo di provocarmi erezioni repentine e durature. È di quelle ragazze che a Roma non sono venute dall'oggi al domani per lavorare ma che a Roma sono cresciute. Ha anche la battuta pronta. Mi dice di lavorare fino alle 04:30 di notte ed io:
"ma c'è gente in giro a quell'ora?"
"no, ma se spera ch'ariva".
Per la sua figura esile, per la sua disponibilità, per la sua capacità di esecuzione, per la sua simpatia e per il suo modo gradevole e schietto di comunicare mi ha ricordato moltissimo un'altra pay che ho conosciuto in passato, Cristal in via di Cancelliera. Che il Signore del punteraggio ce la conservi così.
Infine, dissento dalla brava Anna e dall'amico Oscar per quanto riguarda l'estetica predominate in quel settore del quartiere Ostiense che io definirei prettamente Art déco e niente affatto razionalista. Personalmente, considero le dissonanze estetiche un valore aggiunto (buona parte del fascino di Roma penso derivi proprio dalla sovrapposizione e dalla convivenza di stili appartenenti alle epoche più disparate). Costruire nuovi edifici riproponendo uno stile trapassato, per quanto predominante, significherebbe mummificare una realtà viva ed impedirle di evolversi ed arricchirsi. Il problema da porsi credo sia un altro ed attiene specificatamente alla qualità intrinseca dei singoli nuovi manufatti. Da questo punto di vista, trovo anch'io infelice il nuovo ponte che traversa la metro B non tanto perché non in sintonia col contesto urbano ma in quanto bieca scopiazzatura delle architetture di Calatrava. È un'opera "alla maniera di..." e non un contributo innovativo ed originale alla città.
 
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Infine, dissento dalla brava Anna e dall'amico Oscar per quanto riguarda l'estetica predominate in quel settore del quartiere Ostiense che io definirei prettamente Art déco e niente affatto razionalista. Personalmente, considero le dissonanze estetiche un valore aggiunto (buona parte del fascino di Roma penso derivi proprio dalla sovrapposizione e dalla convivenza di stili appartenenti alle epoche più disparate). Costruire nuovi edifici riproponendo uno stile trapassato, per quanto predominante, significherebbe mummificare una realtà viva ed impedirle di evolversi ed arricchirsi. Il problema da porsi credo sia un altro ed attiene specificatamente alla qualità intrinseca dei singoli nuovi manufatti. Da questo punto di vista, trovo anch'io infelice il nuovo ponte che traversa la metro B non tanto perché non in sintonia col contesto urbano ma in quanto bieca scopiazzatura delle architetture di Calatrava. È un'opera "alla maniera di..." e non un contributo innovativo ed originale alla città.


Eh no, Megabì, mi spiace, ma io sono d'accordo con Anna e Oscar.
Calatrava sta bene a Melbourne, Sepang, Kuala Lampur, Dubai etc. etc.. Tanto per dire come la penso io ... manco a New York starebbe bene. Hai presente il ponte scivoloso a Venezia? La gente si chiede: ma io vengo a Venezia e questo ponte che c'entra?? Hai visto MAXXI, quell'obbrobbrio di esposizione a via Guido Reni? O anche il ponte che sta da quelle parti, identico a quello della Garbatella? O anche la famigerata vela a Tor Vergata, luogo che doveva ospitare i campionati di nuoto ed è lasciato invece al totale disarmo. Per non parlare poi della nuvola di Fuksas.
Roma è Roma per via della Roma imperiale, medievale, rinascimentale, papalina. Al più per qualche opera del ventennio maledetto del secolo scorso. E ci vengono da tutto il mondo per vedere QUESTE bellezze. La Roma oggetto di guazzabugli architettonici moderni mi ricorda (in peggio) Londra. Tutti vanno per vedere il ponte sul Tamigi, il Big Ben, i vari parchi, Carnaby Street. Con tanti saluti alla moderna TOWN dove c'è il centro economico europeo, fatta di palazzi e palazzoni iper moderni. Non si deve mummificae, ma manco storpiare nella speranza che tra 50 anni queste opere possano considerarsi degne di Roma (dato che per ora non lo sono). E' vero che la tour Eiffel a suo tempo era considerata una bruttura, ma l'opera era coraggiosa e imponente e nel tempo ottenne il suo consenso fino a divenire simbolo della città. Questi ponti di ferro sono solo esercizi di stile. Come i lampioni del raccordo tra Cassia, Flamini e Aurelia, che non c'entrano una cippa con gli altri. O come certi palazzi orribili nelle periferie, tentativi di stile sfortunati che hanno peggiorato la bellezza della grande città. Città che deve la sua "Grande Bellezza" alle opere vecchie di secoli e molto meno alle opere più moderne. Dunque, Calatrava è bravo, ma diamolo alle città che se lo meritano e non a città rinascimentali a cui aggiungere stili moderni non fa bene, ma aumenta il distacco percepito del visitatore tra una aspettativa maturata e la realtà tangibile odierna, moderna, aggiornata, ma affatto eterna (in sintesi, il rischio guazzabuglio è dietro l'angolo e a salvare il turismo non può sempre solo pensarci la Cappella Sistina e il Colosseo). Mio parere eh! Senza offesa.
 
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OscarDabagno

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Pregiatissimo Megabizzo,
parlando di stile razionalista io ed Anna non ci riferivamo alle costruzioni di edilizia economica e popolare del dopoguerra ma alla struttura esterna della Centrale Montemartini che - sebbene qualche autore poco attento ascrive al Liberty - presenta indubbiamente caratteri proto-razionalisti come la dottrina piu' acuta sottolinea e soprattutto agli edifici della Garbatella, tanto " Terza Roma" nel senso di proiezione dell'Urbe verso il mare da volersi in origine chiamare Remuria nell'intenzione di chi l'aveva progettata...piu' razionalista di cosi'!!!
Quanto alla necessita' di non imbalsamare la realta' io ed Anna concordiamo, purché, come sottolinea giustamente Arturone, cio' avvenga in una sorta di dialogo rispettoso dell'ambiente circostante.
O se proprio rottura deve essere sia almeno effetuata mediante un'opera d'arte e non uno sbiadito epigono di un manufatto moderno.
Un abbraccio,
Oscar
 
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Figurati arturone, nessuna offesa, ma c'è modernità e modernità, c'è una modernità che arricchisce e una che svaluta. Alcuni interpreti moderni hanno ampliato il patrimonio architettonico di Roma, basti pensare alle opere del razionalismo di regime (Piacentini ma non solo Piacentini) o a Pierluigi Nervi. Peccato che, con spirito di contraddizione perfettamente italiano, le sue realizzazioni siano state sì dichiarate sotto tutela ma contemporaneamente condannate all'abbandono e al degrado. Si tratta di esempi banali di interventi contemporanei che rappresentano un contributo "alto" alla città perché, nati da un humus nostrano, erano per i loro anni al vertice delle sperimentazioni a livello internazionale. Anch'io considero il ponte Spizzichino un'opera mal riuscita, così come l'incompiuta città del nuoto o il MAXXI, perché si tratta dell'immissione artificiale nella città di elementi estranei, ma li considero elementi estranei non dal punto di vista strettamente estetico (cioè che si coniugano male con le preesistenze circostanti) o soltanto per la provenienza estera dei loro autori (il ponte dell'Ostiense reca firme italiane ma che si rifanno dichiaratamente all'archistar spagnola). Li considero elementi estranei perché sono manufatti improvvisamente e artificialmente impiantati in un contesto culturale lontanissimo da quello che li ha visti nascere. Da Apollodoro di Damasco a Bramante a Borromini e oltre, quasi nessuno degli artisti che hanno reso Roma quella che è era romano, ma tutti si sono riallacciati – innovandolo – ad un "discorso" culturale già in essere nella città. Il problema è che Roma soffre di un enorme vuoto riguardo la contemporaneità che va dai primi anni '60 ad oggi e mi riferisco ovviamente alla committenza pubblica con valenze monumentali. Pensare di colmarlo con le opere – peraltro le meno felici – di qualche archistar acuisce il male anziché lenirlo. Sono tuttavia più indulgente di te circa la "Nuvola" di Fuksas che, prescindendo dai costi folli della sua realizzazione (altro male della contemporaneità italiana), penso si inserisca intelligentemente in quel contesto senza essere pedissequa riproposizione.
 
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