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CARATTERISTICHE GENERALI
NOME: Cristina
CITTA DELL'INCONTRO: Solfarata, frazione di qualcosa (Roma o Pomezia)
ZONA: via della Solfarata angolo via Monachelle Vecchia
NAZIONALITA': rumena
ETA': 22/23
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): bj
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: 10'
DESCRIZIONE FISICA: giovane, piccolina, snella, mora dai bei lineamenti
ATTITUDINE: gentile benché facile alle impuntature
LA MIA RECENSIONE:
Cristina la si può trovare passata una curva parabolica di una strada maledettamente trafficata, dove i tir fanno l'altalena su una carreggiata e sull'altra e arrancano e frenano e di nuovo arrancano.
Io l'ho scorta con la coda dell'occhio quand'era troppo tardi per accostarmi perché, dopo un po' di tempo che vedevo quel muretto vuoto, mi ero assuefatto a trovarlo sempre tale.
Giravolta automobilistica, attesa per la sterzata decisiva e abbocco verbale: quanto vuoi? trenta. venti? solo boca. quindici solo bocca? no. almeno il posto è tranquillo? sì. sali.
Pelle olivastra, occhi profondamente neri, un corpo minuto e slanciato stretto in due jeansetti cui s'accompagna la giovane età: una puttana per nulla appariscente che ha più dei Caraibi che di Craiova.
Buche bucanti, sparuti viandanti fra un capannone e l'altro e un cancello industriale: "qui" mi dice l'interessata. "qui? ma che sei scema?" mi vien fuori come fosse verità rivelata e inoppugnabile.
"tranquilo che io sempre lavora qui" mi fa cantilenando fastidiosamente alla maniera rumena ma con una marcata intonazione ispanica perché anche lei, come pressappoco tutte le mignotte di questo quadrante, è da lì che viene (lavorativamente parlando).
Trasmigrazione che non comprendo e che macroeconomicamente non mi spiego ma che palesa come dietro di essa non vi sia soltanto una catena di amiche che invitano altre amiche a seguirle.
A bordo strada, una siepe da un lato e dall'altro una villetta; dietro, l'anonima facciata di cristallo di una grossa ditta: in pieno giorno, magari c'era da aspettarsi qualcosa di meglio in fatto di riservatezza.
Sbocchina non male, la ragazzina. Ha soprattutto un grosso pregio che pare la categoria abbia dimenticato: succhia ovvero esercita una trazione sul membro tramite l'azione combinata della deglutizione e dell'inspirazione.
"meno male, una volta tanto..." penso rasserenandomi un pochino nonostante il posto osceno in cui sono parcheggiato. Cristina sta scomoda, sbatte la testa sul volante e fa a botte col freno a mano.
se mi dai quaranta ti facio boca senza. trenta? no. allora continua così. Di tanto in tanto le parte la mano destra, un po' per abbreviare e un po' per riposare. sglush sglush ciaff ciaff sglush. e stop.
Fazzoletto secco per togliere, fazzoletto umido per detergere, malloppo di fazzoletti invischiati di umori che Cristina mi lascia in macchina ordinandomi di gettarli altrove.
NOME: Cristina
CITTA DELL'INCONTRO: Solfarata, frazione di qualcosa (Roma o Pomezia)
ZONA: via della Solfarata angolo via Monachelle Vecchia
NAZIONALITA': rumena
ETA': 22/23
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): bj
COMPENSO RICHIESTO: 20
COMPENSO CONCORDATO: 20
DURATA DELL'INCONTRO: 10'
DESCRIZIONE FISICA: giovane, piccolina, snella, mora dai bei lineamenti
ATTITUDINE: gentile benché facile alle impuntature
LA MIA RECENSIONE:
Cristina la si può trovare passata una curva parabolica di una strada maledettamente trafficata, dove i tir fanno l'altalena su una carreggiata e sull'altra e arrancano e frenano e di nuovo arrancano.
Io l'ho scorta con la coda dell'occhio quand'era troppo tardi per accostarmi perché, dopo un po' di tempo che vedevo quel muretto vuoto, mi ero assuefatto a trovarlo sempre tale.
Giravolta automobilistica, attesa per la sterzata decisiva e abbocco verbale: quanto vuoi? trenta. venti? solo boca. quindici solo bocca? no. almeno il posto è tranquillo? sì. sali.
Pelle olivastra, occhi profondamente neri, un corpo minuto e slanciato stretto in due jeansetti cui s'accompagna la giovane età: una puttana per nulla appariscente che ha più dei Caraibi che di Craiova.
Buche bucanti, sparuti viandanti fra un capannone e l'altro e un cancello industriale: "qui" mi dice l'interessata. "qui? ma che sei scema?" mi vien fuori come fosse verità rivelata e inoppugnabile.
"tranquilo che io sempre lavora qui" mi fa cantilenando fastidiosamente alla maniera rumena ma con una marcata intonazione ispanica perché anche lei, come pressappoco tutte le mignotte di questo quadrante, è da lì che viene (lavorativamente parlando).
Trasmigrazione che non comprendo e che macroeconomicamente non mi spiego ma che palesa come dietro di essa non vi sia soltanto una catena di amiche che invitano altre amiche a seguirle.
A bordo strada, una siepe da un lato e dall'altro una villetta; dietro, l'anonima facciata di cristallo di una grossa ditta: in pieno giorno, magari c'era da aspettarsi qualcosa di meglio in fatto di riservatezza.
Sbocchina non male, la ragazzina. Ha soprattutto un grosso pregio che pare la categoria abbia dimenticato: succhia ovvero esercita una trazione sul membro tramite l'azione combinata della deglutizione e dell'inspirazione.
"meno male, una volta tanto..." penso rasserenandomi un pochino nonostante il posto osceno in cui sono parcheggiato. Cristina sta scomoda, sbatte la testa sul volante e fa a botte col freno a mano.
se mi dai quaranta ti facio boca senza. trenta? no. allora continua così. Di tanto in tanto le parte la mano destra, un po' per abbreviare e un po' per riposare. sglush sglush ciaff ciaff sglush. e stop.
Fazzoletto secco per togliere, fazzoletto umido per detergere, malloppo di fazzoletti invischiati di umori che Cristina mi lascia in macchina ordinandomi di gettarli altrove.