[RECE] Ioana la benzinaia (ROU) - OTR notturna - Creazzo (VI)

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SCHEDA TECNICA

CITTA DELL'INCONTRO: Creazzo (VI)
ZONA: 45.531165, 11.501997 (all'ingresso dell'Esso, arrivando da Vicenza)
NOME: Ioana
NAZIONALITA': sedicente rumena di Bucarest
ETA': forse 23-25 stimati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, RAI1 (mission e accenno di pecos) e BJ/HJ conclusivo
COMPENSO RICHIESTO: 50
COMPENSO CONCORDATO: 50 + 25 per una time extension
DURATA DELL'INCONTRO: circa 35-40', da mattonella a mattonella
DESCRIZIONE FISICA: statura normale (ca. 1,65), fisico snello e proporzionato, capelli corvini lunghi e tinti, viso abbastanza carino e un po' gitano ma con evidenti residui di acne giovanile, occhi scuri, seno di una prima taglia ma con capezzoli molto grossi, varia tatuaggi
ATTITUDINE: BJ senza squilli di tromba (ma più insistito alla fine), sostanzialmente passiva nella copulazione e con una vagina a me davvero inaccessibile ; discreta padronanza dell'italiana, abbastanza ciarliera all'andata, più taciturna al ritorno (saudade della sua cara mattonella?)

Dopo costruttivo confronto coi colleghi vicentini, la fanciulla dovrebbe già essere recensita anche nella sezione loft, sempre col nome di Ioana, che a questo punto persino essere il suo nome di battesimo.

LA MIA RECENSIONE:

Quando si va a fare bracconaggio in lande sconosciute, la prima cosa da imparare sono le divise indossate dai guardiacaccia ... Sto ancora cercando di capire se il Famila venga prima o dopo l'AC Hotel, dove diavolo sia la filiale dell'Unicredit dove Helena lavora come portinaia e già vedo un'astronave dalla livrea stranissima. "E chi sono questi qua?". Dalle nostre parti, sono solo tre i colori a cui stare attenti: i verzii, gli albastri e i negrii, come sono usi chiamarle le OTR rumene. Questi hanno invece la fusoliera dipinta di un blu scuro, con una curiosa striscia bianca orizzontale e si muovono a bassa velocità, scandagliando ogni anfratto. Che siano della Sicuritalia o di qualche altra società di vigilanza? Leggo meglio la scritta sulla banda bianca e restano pochi dubbi: l'unica cosa su cui stanno vigilando è il forziere del loro datore di lavoro, che magari vorrebbero rimpinguare con qualche foglietto di colore viola ...

Dopo un po' di bighellonare avanti e indietro tra il grande centro commerciale prima di Creazzo e l'inizio di Vicenza, assodato che della celeberrima Helena dell'Unicredit non c'è alcuna traccia (ma quasi non trovavo neppure neppure la banca :)), inizio a scavare solchi nell'asfalto davanti all'AC hotel. Un po' perché la portinaia dell'albergo (Maria) e le due benzinaie more sono tra le più carine di quella quindicina di ragazze che ho visto, un po' perché le loro piazzole mi sembrano le più tranquille dove fermarsi. Più o meno al ventesimo passaggio, quando dalla reception stavano già uscendo per chiedermi se non volessi la camera e la Esso era pronta a regalarmi 10 bollini della tessera punti, decido di fidarmi dell'istinto e di attaccare bottone con la prima delle benzinaie, che al mio transito precedente mi ha mandato un mezzo bacetto.

Entro nell'area di servizio come se dovessi rabboccare il serbatoio, la moretta dal lungo crine e dalle gambe snelle è abbastanza arguta da capire che in realtà non sono a corto di benzina e mi si avvicina tutta sorridente. Quando avevo incrociato il suo sguardo per la prima volta, mi era sembrata un po' altezzosa, invece è tutto sommato cordiale nell'approccio. Mi propone subito di andare a casa sua per 50 e, per prendere tempo, mi faccio confermare che il suo loft non sia né troppo lontano né in una location troppo esposta a sguardi indiscreti. Ho un attimo di esitazione, perché da vicino il suo volto rivela una discreta dose di acne giovanile, che il pesante strato di fondotinta maschera appena e che lo rende meno carino di quanto mi fosse sembrato da lontano. Alla fine, le altre alternative che mi ero appuntato sul taccuino sono nel raggio di una ventina di metri e sarebbe davvero umiliante per lei respingerla per poi fermarmi dalla vicina di piazzola, per cui rompo gli ultimi indugi e le faccio cenno di accomodarsi a bordo.

IOANA DA BUCAREST

La signorina compie il periplo della vettura e prende posto accanto a me, allacciandosi quasi subito la cintura. Il tempo di riavviare la macchina e facciamo le reciproche presentazioni, lei come Ioana, nome che non era nella short list delle 2-3 divette della SS11 che mi ero rapidamente annotato prima di mettermi in marcia. Non ci vuole uno scienziato per capire che sia rumena, per cui le domando la città di provenienza, che lei genericamente declina in Bucarest. Dato che le OTR sono quasi tutte di Pitesti o di Iasi, sarei pronto a scommettere che mi abbia mentito e non mi sento in colpa a fare altrettanto, quando mi domanda il mio mestiere. Punto ovviamente sul massimo understatement, per evitare che lei punti invece al rialzo col rate. Pur avendo un evidente accento dacico, la fanciulla parla un discreto italiano ed è abbastanza ciarliera. Scopro così che è in Italia da 2 anni, tutti all'apparenza trascorsi nella città dei magnagati, e che a casa tiene prole da mantenere, come la maggior parte delle sue colleghe. Distratto dalle indicazioni stradali per raggiungere il loft, non le chiedo l'età, ma a occhio potrebbe essere a metà strada tra i 20 e i 25, anche se l'eccesso di fondotinta rende difficile una stima accurata.

UNA MAGIONE PRINCIPESCA

Dopo un paio di minuti siamo arrivati, perchè si svolta in una vietta laterale, proprio dove sono appostate altre 2-3 fanciulle, in attesa di un principe azzurro da coronare col solito gommone rosso. Parcheggiata la vettura, entriamo in una palazzina, saliamo con l'ascensore e poi percorriamo un paio di corridoi, sino a raggiungere la porta del loft. La signorina ha davvero un bel fisichino snello, ma deve avere qualche problema con le sue vertiginose high heels con zeppa, perché deambula strascicando in modo davvero strano il piede destro. Le domando se abbia preso una storta e se abbia solo sbagliato a prendere le scarpe di un paio di taglie troppo piccole, ma non ottengo risposta al mio quesito. Ben più interessante è vedere che il loft è davvero una reggia: forse il locale principale non è abbastanza grande per una partita a calcetto, ma credo che ci si possa tranquillamente giocare a pallavolo, lasciando persino che un po' di spettatori si accomodino sul divano. Il tutto è arredato con gusto molto minimale e moderno, per cui è probabile che il loft sia stato ristrutturato di recente. Dalla maxi-sala si può accedere a due camerette, separate da un bagno. Noi entriamo in quella di destra, che a sua volta è arredata in modo gradevole e ordinato, dando l'impressione che non sia semplicemente uno scannatoio ma anche la camera dove Ioana vive durante il giorno.

Mentre mi faccio confermare la cosa, sto già iniziando a togliermi la maglietta e ad appenderla allo schienale della sedia, ma la fanciulla mi stoppa, chiedendomi di regolare le formalità burocratiche prima che inizino alle danze. Ciò fatto, la moretta recupera immediatamente lo svantaggio iniziale e mi sorpassa di gran carriera, togliendosi in un baleno il poco che indossava, ma limitandosi ad arrotolare un po' verso l'alto la maglietta aderente bianca che le copriva il busto. E' già abbastanza chiaro che vedere cosa si nasconda lì sotto non sarà gratis, ma per il momento preferisco non mettere il carro davanti ai buoi e lascio eventuali rialzi a un momento successivo. Essendo seminuda, posso ammirarne il bel fisichino proporzionato (senza tacchi, potrebbe essere alta attorno a 1,65), che sembra brunito da una recente vacanza alle isole Lampados e che è ornato da vari tatuaggi. Ve n'è uno su un piede, una rosa dei venti sulla parte destra dell'addome (che pare coprire qualcosa di precedente), un tribale sui lombi e uno piccolino a mo' di anello su un dito. Al polso sinistro è appesa più chincaglieria di quante collane d'oro usassero cingere il collo di B.A. Baracus dell'A-Team ... Il viso è di forma abbastanza ovale, dai tratti vagamente zingareschi e tutto sommato carino, ma pesantemente ricoperto di fondotinta, per celare i ricordi di un'acne giovanile. Gli occhi sono scuri, così come i capelli, che però sono troppo corvini per essere naturali: probabilmente il suo colore è un castano. Come per ogni draculina che si rispetti, le unghie sembrano invece trattate col gel, pitturate di giallo e di arancio e finanche imbrillantinate. Dubito invece di avere mai visto due orecchini ad anello più grossi dei suoi, perché sono probabilmente più ingombranti dei suoi braccialetti e di certo meno sobri.

LA RECE VERA E PROPRIA

Anche se ci sono forse voluti 5 minuti a leggere la sua descrizione fisica, lei ha impiegato molto meno a stendere un ulteriore telo sopra il copriletto e a farmi cenno di accomodarmi pure sopra tale sudario, per dare finalmente inizio alle danze. Io mi sdraio supino e lei si semi-corica alla mia sinistra, un po' di sbieco rispetto al mio basso ventre. Quel po' di massaggio che serve per rianimare i dormienti ed è già il momento di incappucciare il fratellino con un condom trasparente e di cominciare a trastullarlo. Ioana eccellerebbe senz'altro nel biathlon, perché il suo su e già con la bocca è accompagnato sin dall'inizio da un lavorio abbastanza insistito con la mano. Non ci sono finezze tecniche che fra quarant'anni varrà la pena raccontare ai nipoti davanti al camino, ma la fanciulla sembra quantomeno metterci una discreta dedizione, perché i suoi occhi sono concentrati sul mio basso ventre e i nostri sguardi non si incroceranno mai. La sua posizione un po' storta e raccolta e la maglietta che le copre buona parte del busto, non mi permettono di srotolare i miei tentacoli come vorrei. La vulva è pressoché irraggiungibile, i seni non sono neppure visibili e quindi mi accontento di carezzarle le gambe, che sono piacevoli al tatto. L'unico appunto è una leggera ricrescita sugli stinchi, che si percepisce quando la mia mano risale dalla caviglia verso il ginocchio.

Dopo qualche minuto, quando il fratellino non è ancora del tutto arzillo, Ioana sarebbe già vogliosa di farmi conoscere il suo anfratto. Le propongo di insistere ancora un po' con la bocca e accetta abbastanza di buon grado. In realtà, il compito viene maggiormente affidato alla sua mano, ma il risultato viene comunque raggiunto, perché un paio di minuti dopo siamo pronti per fare la reciproca conoscenza biblica. Dato che sono supino, mi aspetterei di partire con lo smorzacandela, ma Ioana propone piuttosto la missionaria, adducendo come motivazione (diciamo come scusa) che la mia asta è un po' troppo grossa. Considerato che solo un paio di minuti prima era persino un po' sgonfia, ho seri dubbi che possa addirittura essere diventata di taglia magnum, ma l'altra posizione è altrettanto gradita, per cui mi rialzo e ci scambiamo di posizione sul materasso. Ioanna mi attende con le gambe aperte a ranocchia, non mi pare di averla vista cospargersi la vulva di alcun tipo di lubrificante (neppure la saliva) e quindi lascio che sia lei a guidare l'infilamento. Quando l'asta è completamente dentro, rimuove la manina che aveva lasciato a mo' di schermo e posso iniziare la mia ginnastica pelvica.

Non riesco a capire se la sua cavità sia davvero piccola o se lei stia tenendo la muscolatura troppo serrata, ma l'impressione è quella di fare una gran fatica a muovere il pistone avanti e indietro. Dato che fa caldo e, nonostante ciò, non si è neppure tolta la maglietta, non mi pare che sarebbe entusiasta se dovessi calarmi del tutto su di lei, per cui rimango puntellato sulle mie braccia tese e pendolo col busto, facendo perno sulle spalle. Non si può dire che Ioana sia particolarmente partecipativa: stringe un po' le sue gambe contro i miei fianchi, rivolge un paio di timide carezze al mio addome e se ne sta con la testa china in avanti, per cui i nostri sguardi non si incroceranno mai durante l'amplesso. Solo per un attimo butta la testa indietro e si lascia andare a un sospiro più lungo, mentre per il resto del tempo sembra molto auto-controllata. Non so se stia pensando al prossimo appuntamento dalla manicure, ma in ogni caso trova anche il tempo per ansimare un po', in un modo che è sicuramente artefatto ma non lo è in modo così esagerato da risultare addirittura fastidioso.

Dopo qualche minuto così, nei miei avambracci scorre più acido lattico che sangue e sono più sudato di un cammello nel bel mezzo della traversata del Sahara, per cui mollo il colpo e mi sfilo, pronto a proporle un cambio di posizione. Mentre le sono inginocchiato davanti e sto carezzando l'interno delle sue cosce, Ioana si risolleva un po' con il busto e prende in mano il controllo della situazione (in realtà qualcos'altro ;)) e inizia a masturbarmi. E' chiaro che il rate di base non offra molto di più, per cui le propongo di scambiarci di nuovo posizione sul lettone, in modo che possa svolgere il suo lavoro di falegnameria con maggiore comodità. Mentre io riprendo a carezzarla, spingendomi anche sino all'addome e alla parte bassa della schiena, lei accelera sempre più l'andatura della moto-pialla, raggiungendo frequenze che raramente si sono viste persino nelle più grandi segherie della Scandinavia. Nonostante il suo alacre lavorio di mano, non riesce però a condurmi oltre la linea del traguardo e dunque, ad un certo punto, mi ricorda che il tempo concesso con il rate di base è in procinto di scadere. Anzi, è già scaduto.

SI TRATTA COME AL SUK

Sono in dubbio sul da farsi: potrei anche concludere l'incontro in bianco e lasciare completare l'opera a un'altra fanciulla. Ma le mie favorite sarebbero le sue amichette del cuore (o quantomeno vicine di piazzola) e sarebbe davvero contrario all'etica del punter riconsegnarla alla stazione Esso, per poi fermarsi dieci metri più avanti e invitare subito a bordo l'altra moretta. Provo allora a mercanteggiare, come se fossimo in un suk arabo. Ioana spara, non troppo convinta, il raddoppio del rate. Io contropropongo un'integrazione di +20 e si chiude più o meno a metà strada, con un +25 che accetto di sottoscrivere solo a condizione che si tolga la maglietta e che la seconda sessione di danze preveda la ripresa della copulazione e non una nuova lezione di alta falegnameria svedese, per la quale basterebbe passare dall'Ikea più vicino. La fanciulla accetta, per cui io provvedo a regolare gli aspetti burocratici e lei a sfilarsi l'ultimo orpello che indossava. Fortunatamente, non ho colto le ultime rose solo per poter vedere i suoi seni, perché dubito che eccedano la prima taglia e parevano più voluminosi solo grazie a un reggiseno imbottito abilmente celato sotto la maglietta. In compenso, i capezzoli sono davvero molto grossi e hanno una curiosa forma a bottone, che ho visto raramente.

Dopo che ha brevemente smanacciato il fratellino per riportarlo al pieno turgore, Ioana propone di nuovo la missionaria, che non sarei così entusiasta di replicare ma che accetto comunque, dato che questa è la minestra da mangiare. L'alternativa sarebbe di saltare dalla finestra, ma non sarebbe una buona idea, perché non siamo al piano terra. La sessione è più o meno una replica della precedente e, dopo una manciata di minuti, sono sempre l'acido lattico e l'afa di luglio a fermarmi. Stavolta sono però più accorto, perché lascio l'asta infilata e mi cimento in strusciamenti delle mie pelvi contro le sue, per evitare che la ghiotta preda possa essere impugnata dalle sue mani. "Che facciamo?", mi domanda la fanciulla. Propongo la pecorina e, seppure non del tutto convinta, la moretta finalmente accetta. Ci ridisponiamo sul materasso, io dietro di lei, e lascio di nuovo che guidi l'asta nel suo orifizio, per non rischiare di farle male. Il passaggio sembra davvero strozzato, perché entra solo per metà e poi faccio davvero fatica a spingerla sino in fondo. Compio un paio di percussioni molto lente e poi provo ad accelerare l'andatura, ma non c'è davvero verso: dopo 4/5 colpi, la resistenza è troppo forte e l'asta si arena come una nave in secca. Ligio alle indicazioni del personal trainer, cerco di eseguire cinque serie da cinque ripetizioni, ma di lì proprio non si passa (forse avrebbe dovuto cospargersi l'orifizio di un po' di lubrificante) e l'unico risultato è quello di far cigolare rumorosamente il letto e di far sbattere la spalliera contro il muro. Alla fine desisto, un po' perché non vorrei farle male e un po' perché non ne sto traendo grande piacere.

Per cercare di varcare comunque il traguardo, le propongo allora di concludere con nuovo BJ, previa sostituzione del profilattico. Con una mia certa sorpresa, Ioana accetta (mi sarei aspettato che mi mandasse a quel paese) e si tuffa di nuovo sul mio basso ventre. Nulla di veramente nuovo rispetto alla sessione iniziale, ma stavolta insiste davvero molto a lungo, cimentandosi in un BJ (sempre aiutato da un po' di falegnameria) che potrebbe essere durato anche cinque minuti. In questa fase, c'è da annotare che ha effettuato anche alcuni cambi di ritmo, passando da una cadenza molto veloce a una più lenta, ma accompagnata da una maggiore pressione sull'asta, quasi sino al punto da farmi sentire i denti. Prova anche a massaggiare brevemente i gioielli di famiglia, per facilitare l'eiaculazione, ma poi si arrende e passa a un puro lavoro di falegnameria. Mentre lei smanaccia con sempre più vigore e cambia più volte posizione accanto a me, ne approfitto per continuare a carezzarla in lungo e in largo, ora che è completamente nuda accanto a me (anche se le zone più interessanti saranno sempre un po' schermate al tatto). L'andatura si fa dapprima frenetica, poi spasmodica e, con una retta finale a rotta di collo, mi conduce finalmente oltre la linea del traguardo. Forse la più grande sudata della sua carriera, perché la sua amica e un nostro collega hanno fatto in tempo ad arrivare, consumare ed andarsene, nel frattempo.

POCO ALTRO DA RACCONTARE

Terminate le danze, Ioana sembra presa dalla depressione post-coitum (o dalla nostalgia per la sua piazzola), perché è decisamente meno ciarliera che durante il viaggio di andata. Di certo, non si è dimenticata come fare a rivestirsi alla velocità della luce, perché io ho appena fatto in tempo a ritrovare i pantaloni sulla sedia e lei sarebbe invece quasi pronta per ripartire, se non fosse per le high heels che non ha ancora calzato ai piedi. Mentre io mi rimetto in sesto, lei sbriga alcune pratiche tra il bagno e l'altro locale, per poi tornare a riprendermi. Si infila le sue scarpe scomodissime, riprende a camminare con quella strana andatura strascicata e, una dopo l'altra, ci lasciamo dietro le spalle la porta del loft e quella della palazzina. Nulla di importante da riferire riguardo al viaggio di ritorno, dato che ora Ioana ha davvero poca voglia di parlare: non riesco a scoprire se sia anche lei una fanatica di manele, come tante sue colleghe, e l'unica "confessione" che le strappo è che si fermerà sino alle 3 di notte. Un paio di minuti dopo siamo di nuovo all'Esso e ci auguriamo la buona notte.

Un ultimo tentativo all'Unicredit di Creazzo, dove di Helena non c'è alcuna traccia e dove si sono addirittura spente tutte le luci, e poi è davvero l'ora di riprendere la via della branda, perché ormai la notte non è più molto lunga.
 

birillobello

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Io sto seriamente pensando di smetterla del tutto con l'otr perché queste fanciulle il cui grado di partecipazione è prossimo allo zero, talvolta anche sotto, mi hanno veramente spossato. Ormai anche quelle che sembrano più ben disposte ti infilano il goldone con il tempo di reazione di un centometrista sui blocchi, nemmeno il tempo di sgusciarlo dalle mutande e zac... su il canotto. E poi si lamentano se non ti viene duro in meno di un minuto di pompata. Almeno facessero qualcosa per farti arrapare. Niente. Se devo andare con una bella statuina non è il caso di impegnare nemmeno i canonici, modesti, 50 sacchi. Io ormai con queste draculine (o equivalenti) non mi eccito neanche più, la bellezza non basta. Puah.
 
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Io sto seriamente pensando di smetterla del tutto con l'otr perché queste fanciulle il cui grado di partecipazione è prossimo allo zero, talvolta anche sotto, mi hanno veramente spossato. Ormai anche quelle che sembrano più ben disposte ti infilano il goldone con il tempo di reazione di un centometrista sui blocchi, nemmeno il tempo di sgusciarlo dalle mutande e zac... su il canotto. E poi si lamentano se non ti viene duro in meno di un minuto di pompata. Almeno facessero qualcosa per farti arrapare. Niente. Se devo andare con una bella statuina non è il caso di impegnare nemmeno i canonici, modesti, 50 sacchi. Io ormai con queste draculine (o equivalenti) non mi eccito neanche più, la bellezza non basta. Puah.

Ti straquoto fratello: preferisco le sane ragazzotte senza pretese che le finte veline glaciali. infatti sempre più spesso quando vengo a Vicenza faccio un giro e spesso me ne torno a casa senza alcuna voglia di concludere (oppure vado sempre dalle fidelizzate).
 
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