Libere grazie al telefono ed a FB.

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Franco, ma che elementi hai per affermare che non è così diffusa?
Inoltre dovresti sapere meglio di me che chi le sfrutta dispone di ben altri mezzi per tenerle legate, non teme di certo lo smartphone, come non teme eventuali clienti che potrebbero aiutare le prostitute in questione.
La prostituzione forzata assume varie forme. Spesso poi i protettori o trafficanti provengono dalla stessa città delle donne, sanno dove vivono le loro famiglie e non si fanno certo problemi a ricattarle, oltre al fatto che non di rado sono le stesse famiglie a spingere queste ragazze a prostituirsi.
Persino in Germania, dove la prostituzione è regolamentata, molte ragazze sono schiavizzate, figuriamoci...
Insomma, il telefonino non significa nulla a mio avviso.
Basta leggere quello che ho scritto in precedenza che ripropongo di seguito:
A prescindere dai riti woodoo, in ambito di prostituzione tra soggetti maggiorenni, mi domando il motivo per il quale a cadere vittime della tratta di persone a sfondo sessuale debbano essere sempre le donne straniere, mentre quelle italiane ne debbano essere quasi esenti, sia in Italia, sia all’estero ed il motivo per il quale i marciapiedi del sesso a pagamento si svuotano durante le vacanze natalizie e pasquali, per non dire di osservare le stesse professioniste con uno smartphone in mano ed anche un’autovettura a disposizione. La risposta a tutto questo è quella che la schiavitù del sesso a pagamento non è molto diffusa.
Inoltre, esistono anche i rischi delle intercettazioni telefoniche.
Ovviamente, bisogna dividere la schiavitù dallo sfruttamento per collaborazione.
 
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negli anni sono entrato un pochino in confidenza con quattro-cinque ragazze nigeriane

più o meno ho capito che qualcuno dell'organizzazione le fa entrare in italia, dicono con la promessa di un lavoro, e poi le manda sulla strada fino a che hanno pagato il viaggio, una mi ha detto 30.000 euro

curiosamente vengono tutte da benin city, e io mi chiedo possibile che là non si sappia cosa vengono a fare qui da noi e che si lascino abbindolare dai trafficanti?

ma non volevo dire questo

mi sa che sono obbligate a onorare in qualche modo il debito, per evitare casini al loro paese, cioè che qualcuno si presenti a casa dei loro genitori a reclamare i soldi; mentre sono qui, non vivono segregate, vanno in chiesa, qualche volta a ballare, ogni tanto vanno a trovare parenti o amici, a volte tornano in nigeria e poi ritornano, sono su facebook e su whatsapp, hanno cellulari a volte più belli del mio e qualcuna si sistema sposandosi e smettendo di lavorare, qualcuna trova un lavoro normale meno redditizio ma più tranquillo, e quasi tutte riescono a prendere il permesso di soggiorno, a vario titolo

una ragazza una volta mi ha detto che doveva finire di pagare ma che non avrebbe versato il saldo perché era stufa di pagare i magnaccia (penso intendesse i trafficanti)

penso che possiamo tranquillamente definirlo schiavitù economica, almeno fino a che saldano il debito

per le brasiliane penso che il problema sia minimo, per le slave forse un po' più frequente, ma qui la mia conoscenza è ancora più limitata

:bye:
Sarebbe schiavitù, qualsiasi debito da saldare, cioè non si può affatto dire tale quella economica, ma proprio quando si lavora senza guadagnare nulla.
 
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Beh, certo, se per schiavitù intendiamo dire che una pay prende cazzi per un anno e non può avere neanche un solo euro di suo, allora hai ragione, la schiavitù in Italia non esiste.
 
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Beh, certo, se per schiavitù intendiamo dire che una pay prende cazzi per un anno e non può avere neanche un solo euro di suo, allora hai ragione, la schiavitù in Italia non esiste.
Possiamo affermare, una somma irrisoria come guadagno effettivo, oltre a subire le condizioni di diritto di proprietà, ovvero la soggezione continuativa da parte di terze persone, come specificato dall'articolo 600 del Codice Penale italiano.
Sottolineo ancora che tale situazione esiste, ma non è molto diffusa, nei casi descritti dai due articoli da me citati, nei quali si ha avuto la ragionevolezza e logica conseguenza intrinseca, quando i relativi soggetti hanno avuto un certo canale di comunicazione, il quale non dovrebbe assolutamente essere permesso dai rispettivi schiavizzatori.
 
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Sarebbe schiavitù, qualsiasi debito da saldare, cioè non si può affatto dire tale quella economica, ma proprio quando si lavora senza guadagnare nulla.

no, non credo che ogni debito sia schiavitù, forse possiamo approfondire di più pensando che queste ragazze sono obbligate a prostituirsi non tramite le botte o le minacce, ma per il fatto che è l'unico modo abbastanza veloce di pagare il viaggio in Italia ai trafficanti; in altre parole, la prostituzione per loro non è comunque una scelta libera
 
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no, non credo che ogni debito sia schiavitù, forse possiamo approfondire di più pensando che queste ragazze sono obbligate a prostituirsi non tramite le botte o le minacce, ma per il fatto che è l'unico modo abbastanza veloce di pagare il viaggio in Italia ai trafficanti; in altre parole, la prostituzione per loro non è comunque una scelta libera
In effetti, non ho detto questo nella sostanza, ma proprio l'opposto. Cioè che non si può considerare ogni debito schiavitù!
 
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"Tranzilvania, Tranzilvania bitteee!"
Sarebbe schiavitù, qualsiasi debito da saldare, cioè non si può affatto dire tale quella economica, ma proprio quando si lavora senza guadagnare nulla.

quando si parla di schiavitù mi vengono sempre in mente le scene dei colossal americani: lavori pesanti sotto il sole a picco e frustate a volontà
ma la schiavitù (che pure è variata enormemente a seconda delle epoche e dei paesi) era tutt'altra cosa: gli schiavi avevano delle proprietà loro, avevano una loro famiglia, venivano anche pagati... magari meno dei cittadini liberi, ma venivano anche pagati...
soprattutto avevano diritto al mantenimento, e questo spiega il trapasso storico dalla schiavitù alla servitù... che consentiva di cumulare i benefici della soggezione senza sostenerne gli oneri
questo per dire che il fondamento della schiavitù non è mai stato l'obbligo di lavorare gratuitamente a profitto di altri ma consisteva in una limitazione discrezionale di tutte o anche solo di alcune libertà
se pure la prostituta può trattenere in parte o anche totalmente i propri guadagni ma non le è consentito di scegliere quando e se lavorare, non le è permesso di avere una relazione sentimentale, non può decidere in quale città vivere, ecc. ecc., la sua è comunque una riduzione in schiavitù.
 
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