SCHEDA TECNICA
CITTA DELL'INCONTRO: Novedrate (CO)
ZONA: 45.700917, 9.143133 (al distributore Coil)
NOME: Elena
NAZIONALITA': sedicente greca, ma quasi certamente albanese
ETA': 26 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, RAI1 (mission)
COMPENSO RICHIESTO: 30 per BJ+RAI1
COMPENSO CONCORDATO: 30
DURATA DELL'INCONTRO: 20 minuti abbondanti, da mattonella a mattonella
DESCRIZIONE FISICA: capelli castano-chiari di media lunghezza, occhi scuri, viso un po' affilato ma discreto, altezza attorno all'1,65-1,70, fisico magro (forse sin troppo) e slanciato, seni n.v.
ATTITUDINE: l'esperienza non le mancherebbe di certo, ma sfrutta solo una minima parte del suo potenziale ; non è particolarmente votata alle p.r., ma alla fine si dimostra corretta
LA MIA RECENSIONE:
Come riferito nel maxi-thread, qualche sera fa avevo notato un po' di movimento sul tratto di strada che dal motel di Novedrate conduce verso Mariano Comense e allora torno a dare un'occhiata. Sarà perché è più presto, ma per il momento c'è solo un paio di ragazze nel distributore che si trova appena dopo la rotonda del motel, lasciandosi Lentate alle spalle. Delle due, una è un po' più in carne (e mi pare di ricordare fosse mora), mentre l'altra ha un fisico decisamente più slanciato, di quelli che piacciono a me. Faccio un primo passaggio radente, per vederla da vicino: di viso dimostra un'età tra i 25-30 anni, i lineamenti sono discreti, il naso ha forse un profilo un po' spigoloso e porta una chioma non troppo lunga e dal colore castano chiaro. Il mio sguardo casca però sulle sue gambe affusolate, che iniziano con due high heels perlinate e che finiscono con una microgonna che lascia ben poco spazio all'immaginazione. L'istinto mi suggerisce che potrebbe essere un missile, perché ha la classica faccia dell'albanese che la sa lunga, ma ormai è inevitabile compiere il giro delle due boe e ripresentarmi da lei. L'abboccamento è molto rapido (anche perché lo stradone è sempre abbastanza trafficato e non c'è molto da perdersi in fronzoli), la fanciulla è di poche parole ma buone ("trenta in macchina") e allora non posso che ospitarla a farmi compagnia.
Appena accomodatasi a bordo, la fanciulla si presenta come Elena e si spaccia per greca, al che mi cascano le braccia quasi all'istante. Dall'accento si può comunque intuire che è albanese, dice di avere 26 anni e di averne trascorsi 3 o 4 qui nel Bel Paese. Ero convinto che fosse una novità quasi assoluta (forse in passato transitavo molto più tardi e non avevo mai visto alcuna presenza interessante in quel distributore), mentre Elena mi dice di essere lì praticamente da una vita! E' la prima volta che vengo condotto per queste stradine secondarie (dovremmo essere a Figino Serenza, secondo le informazioni della mia accompagnatrice) e quindi sono quasi più concentrato a memorizzare qualche punto di riferimento del paesaggio per me inusuale che a seguire la conversazione, che stenta a decollare. Dopo un paio di minuti siamo infine al suo primo retrobottega, che è una vietta semibuia in mezzo ai capannoni, e lì si parcheggia la macchina.
Il tempo di spegnere il motore e le dico che mi accontenterei di un semplice BJ, visto che non ho molta confidenza con i dintorni e non so quanto sia alto il rischio che si presentino specie aliene. Elena la prende subito malissimo, dicendo che là al distributore eravamo rimasti d'accordo per un trentello. Le ribadisco le mie perplessità e, prontamente, la fanciulla estrae dal cilindro un altro retrobottega, a suo dire assai più tranquillo. Retromarcia e si riparte, alla volta del prossimo imbosco. Il tragitto non è molto lungo e siamo già a destinazione: l'unico vantaggio è che la location è ancora più lontana dallo stradone, ma è una via di mezzo tra una piazza d'armi (per quanto è ampia e spaziosa) e uno stadio (per l'intensità dell'illuminazione)! Non ho comunque voglia di litigare con Elena, cerco lo stallo più lontano e lì parcheggio la macchina.
Prima di dare inizio alle danze, c'è da regolare le formalità burocratiche e, con mia grande sorpresa, la fanciulla non cerca di giocare al rialzo. Ravana un po' nelle tasche del suo giubbotto di pelle beige, estrae un paio di foglietti (che immagino essere l'incasso sino a quel momento), li dispiega per vederne il colore e mi porge il resto giusto. Mentre dispone il necessaire sulla plancia e reclina il suo sedile, mi invita a prepararmi e allora non mi resta che calare le braghe e abbassare a mia volta lo schienale, per stare più comodo nel BJ. Dato che il parcheggio è davvero deserto e non c'è alcuna macchina o furgone a schermarci alla vista, mi tengo comunque appena sopra la linea di galleggiamento, per poter scrutare l'orizzonte.
LA RECE VERA E PROPRIA
Incappucciato il fratellino con un condom trasparente, Elena inizia a trastullarlo con tecnica che non prevede particolari guizzi, ma neppure l'uso della mano. La fanciulla non si è tolta praticamente nulla di dosso e lavora anche in torsione col busto, ma fortunatamente la giacca è corta e sotto indossa due pezzi separati (un micro-gonnnellino e una maglia aderente) che ben presto si allontanano l'uno dall'altro e mi consentono di carezzarle almeno la parte bassa della schiena. Elena è davvero magra di costituzione, perché posso quasi calcare con la mano la sagoma del suo bacino. Dopo una manciata di minuti si risolleva e mi propone di passare alla copulazione. "Ma è già abbastanza duro?", le butto lì un po' dubbioso, per cercare di strapparle ancora un po' della sua arte orale. Senza troppo brontolare, la signorina si cala di nuovo sul mio basso ventre e riprende a stimolare il mio compare del piano di sotto. Trascorrono altri due minuti e stavolta l'arbitro non concede altro recupero: è il momento di passare dall'altra parte della barricata. Non avrei disdegnato uno smorzacandela, ma Elena è perentoria e mi fa capire che l'unica opzione è la missionaria, perché si abbassa collant e mutandine e si dispone a gambe divaricate sul sedile. Mentre cerco di scavalcare un po' impacciato il tunnel centrale, osservo ammirato le sue doti di contorsionista: con una spaccata quasi vertiginosa, la gamba destra è già appoggiata col tallone sulla plancia, mentre quella sinistra è distesa pressoché verticale verso di me. Una volta trovato l'allineamento migliore, lei si corica del tutto sul sedile reclinato e io mi chino quasi completamente su di lei, appoggiando a mia volta gli avambracci sullo schienale. Do un'ultima occhiata attorno, tutto è tranquillo e allora può avere inizio la mia danza pelvica.
Per come era iniziato l'incontro, sono quasi sorpreso che la fanciulla non sia del tutto un ghiacciolo, perché mi solleva un po' la maglietta e mi concede qualche parca carezza sull'addome, per poi cingermi da dietro e massaggiarmi le chiappe e la parte bassa della schiena. Non manca neppure quel minimo di coreografia, fatta del giusto impasto di ansimi e incitamenti, in cui le albanesi - ops, le greche - sempre eccellono. Non si può dire che sia travolta dal fuoco della passione, ma - come si dice dalle nostre parti - piutost che nient l'è mei piutost Ogni tanto mi volto di qua e di là, per controllare che nessuna minaccia si materializzi all'orizzonte, e resto invece ingrifato dalla visione delle gambe di Elena, che quasi mi avvolgono come due tentacoli, protese l'una verso la plancia e l'altra verso il volante. Su uno dei piedi calza ancora una delle sue vertiginose high heels e le numerose perline che la rivestono scintillano come brillanti di Swarowski, sotto la potente luce che illumina il parcheggio. Poi mi rimarrà anche qualche brillantino sul tappetino della macchina ... Sarà la vista, saranno le sue carezze, ma sento che il fratellino prende sempre più turgore e allora accelero il ritmo delle mie percussioni, per cercare di godermi il momento. A interrompere l'idillio, arriva però il solito nefasto "Ti manca molto?", che cerco di parare con un "Quasi ci siamo". Cerco di ripartire a passo di carica, ma la posizione è davvero scomoda e non reggo più di un'altra decina di colpi, perché la muscolatura dei glutei inizia a piangere in cinese. Rallento, inizio a strusciarmi contro le sue pelvi e, prima ancora di potermi rimettere in marcia, da Elena giunge il triplice fischio: "Dài, passa di là, che finisco con la bocca".
Scavalco di nuovo il tunnel centrale e mi riaccomodo sul mio sedile. La finta bionda estrae un fazzolettino umidificato dalla confezione e linda il condom alla bell'e meglio, prima di rimettersi all'opera. Qualche minuto di pazienza, molta più mano di quanto se ne fosse vista prima e anche stavolta varco la linea del traguardo, con Elena che si riporta vittoriosa dalla sua parte. Nulla di memorabile, ma un servizietto tutto sommato onesto, per le premesse con cui era iniziato l'incontro.
Ci si pulisce e ci si rassetta, i rifiuti vengono raccolti in una pallottola (che poi mi toccherà conferire alla raccolta differenziata) e si può ripartire. Mentre lei si risistema il rossetto sulle labbra, mi complimento per il suo fisico snello (forse un po' troppo magro) e lei nega categoricamente di frequentare alcuna palestra o di praticare qualsivoglia sport, per tenersi in forma. Pare che il segreto stia tutto nella dieta, ma non c'è stato molto tempo per approfondire. Altre quattro chiacchiere di numero (Elena mi sorprende sempre di più, perché pare che non abbia prole a carico al di là dell'Adriatico) e siamo di nuovo accanto alle pompe di benzina, dove le auguro la buona notte e la riconsegno alla sua collega, che dà l'impressione di non avere mollato il suo posto di vedetta nei 20 minuti appena trascorsi.
CITTA DELL'INCONTRO: Novedrate (CO)
ZONA: 45.700917, 9.143133 (al distributore Coil)
NOME: Elena
NAZIONALITA': sedicente greca, ma quasi certamente albanese
ETA': 26 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, RAI1 (mission)
COMPENSO RICHIESTO: 30 per BJ+RAI1
COMPENSO CONCORDATO: 30
DURATA DELL'INCONTRO: 20 minuti abbondanti, da mattonella a mattonella
DESCRIZIONE FISICA: capelli castano-chiari di media lunghezza, occhi scuri, viso un po' affilato ma discreto, altezza attorno all'1,65-1,70, fisico magro (forse sin troppo) e slanciato, seni n.v.
ATTITUDINE: l'esperienza non le mancherebbe di certo, ma sfrutta solo una minima parte del suo potenziale ; non è particolarmente votata alle p.r., ma alla fine si dimostra corretta
LA MIA RECENSIONE:
Come riferito nel maxi-thread, qualche sera fa avevo notato un po' di movimento sul tratto di strada che dal motel di Novedrate conduce verso Mariano Comense e allora torno a dare un'occhiata. Sarà perché è più presto, ma per il momento c'è solo un paio di ragazze nel distributore che si trova appena dopo la rotonda del motel, lasciandosi Lentate alle spalle. Delle due, una è un po' più in carne (e mi pare di ricordare fosse mora), mentre l'altra ha un fisico decisamente più slanciato, di quelli che piacciono a me. Faccio un primo passaggio radente, per vederla da vicino: di viso dimostra un'età tra i 25-30 anni, i lineamenti sono discreti, il naso ha forse un profilo un po' spigoloso e porta una chioma non troppo lunga e dal colore castano chiaro. Il mio sguardo casca però sulle sue gambe affusolate, che iniziano con due high heels perlinate e che finiscono con una microgonna che lascia ben poco spazio all'immaginazione. L'istinto mi suggerisce che potrebbe essere un missile, perché ha la classica faccia dell'albanese che la sa lunga, ma ormai è inevitabile compiere il giro delle due boe e ripresentarmi da lei. L'abboccamento è molto rapido (anche perché lo stradone è sempre abbastanza trafficato e non c'è molto da perdersi in fronzoli), la fanciulla è di poche parole ma buone ("trenta in macchina") e allora non posso che ospitarla a farmi compagnia.
Appena accomodatasi a bordo, la fanciulla si presenta come Elena e si spaccia per greca, al che mi cascano le braccia quasi all'istante. Dall'accento si può comunque intuire che è albanese, dice di avere 26 anni e di averne trascorsi 3 o 4 qui nel Bel Paese. Ero convinto che fosse una novità quasi assoluta (forse in passato transitavo molto più tardi e non avevo mai visto alcuna presenza interessante in quel distributore), mentre Elena mi dice di essere lì praticamente da una vita! E' la prima volta che vengo condotto per queste stradine secondarie (dovremmo essere a Figino Serenza, secondo le informazioni della mia accompagnatrice) e quindi sono quasi più concentrato a memorizzare qualche punto di riferimento del paesaggio per me inusuale che a seguire la conversazione, che stenta a decollare. Dopo un paio di minuti siamo infine al suo primo retrobottega, che è una vietta semibuia in mezzo ai capannoni, e lì si parcheggia la macchina.
Il tempo di spegnere il motore e le dico che mi accontenterei di un semplice BJ, visto che non ho molta confidenza con i dintorni e non so quanto sia alto il rischio che si presentino specie aliene. Elena la prende subito malissimo, dicendo che là al distributore eravamo rimasti d'accordo per un trentello. Le ribadisco le mie perplessità e, prontamente, la fanciulla estrae dal cilindro un altro retrobottega, a suo dire assai più tranquillo. Retromarcia e si riparte, alla volta del prossimo imbosco. Il tragitto non è molto lungo e siamo già a destinazione: l'unico vantaggio è che la location è ancora più lontana dallo stradone, ma è una via di mezzo tra una piazza d'armi (per quanto è ampia e spaziosa) e uno stadio (per l'intensità dell'illuminazione)! Non ho comunque voglia di litigare con Elena, cerco lo stallo più lontano e lì parcheggio la macchina.
Prima di dare inizio alle danze, c'è da regolare le formalità burocratiche e, con mia grande sorpresa, la fanciulla non cerca di giocare al rialzo. Ravana un po' nelle tasche del suo giubbotto di pelle beige, estrae un paio di foglietti (che immagino essere l'incasso sino a quel momento), li dispiega per vederne il colore e mi porge il resto giusto. Mentre dispone il necessaire sulla plancia e reclina il suo sedile, mi invita a prepararmi e allora non mi resta che calare le braghe e abbassare a mia volta lo schienale, per stare più comodo nel BJ. Dato che il parcheggio è davvero deserto e non c'è alcuna macchina o furgone a schermarci alla vista, mi tengo comunque appena sopra la linea di galleggiamento, per poter scrutare l'orizzonte.
LA RECE VERA E PROPRIA
Incappucciato il fratellino con un condom trasparente, Elena inizia a trastullarlo con tecnica che non prevede particolari guizzi, ma neppure l'uso della mano. La fanciulla non si è tolta praticamente nulla di dosso e lavora anche in torsione col busto, ma fortunatamente la giacca è corta e sotto indossa due pezzi separati (un micro-gonnnellino e una maglia aderente) che ben presto si allontanano l'uno dall'altro e mi consentono di carezzarle almeno la parte bassa della schiena. Elena è davvero magra di costituzione, perché posso quasi calcare con la mano la sagoma del suo bacino. Dopo una manciata di minuti si risolleva e mi propone di passare alla copulazione. "Ma è già abbastanza duro?", le butto lì un po' dubbioso, per cercare di strapparle ancora un po' della sua arte orale. Senza troppo brontolare, la signorina si cala di nuovo sul mio basso ventre e riprende a stimolare il mio compare del piano di sotto. Trascorrono altri due minuti e stavolta l'arbitro non concede altro recupero: è il momento di passare dall'altra parte della barricata. Non avrei disdegnato uno smorzacandela, ma Elena è perentoria e mi fa capire che l'unica opzione è la missionaria, perché si abbassa collant e mutandine e si dispone a gambe divaricate sul sedile. Mentre cerco di scavalcare un po' impacciato il tunnel centrale, osservo ammirato le sue doti di contorsionista: con una spaccata quasi vertiginosa, la gamba destra è già appoggiata col tallone sulla plancia, mentre quella sinistra è distesa pressoché verticale verso di me. Una volta trovato l'allineamento migliore, lei si corica del tutto sul sedile reclinato e io mi chino quasi completamente su di lei, appoggiando a mia volta gli avambracci sullo schienale. Do un'ultima occhiata attorno, tutto è tranquillo e allora può avere inizio la mia danza pelvica.
Per come era iniziato l'incontro, sono quasi sorpreso che la fanciulla non sia del tutto un ghiacciolo, perché mi solleva un po' la maglietta e mi concede qualche parca carezza sull'addome, per poi cingermi da dietro e massaggiarmi le chiappe e la parte bassa della schiena. Non manca neppure quel minimo di coreografia, fatta del giusto impasto di ansimi e incitamenti, in cui le albanesi - ops, le greche - sempre eccellono. Non si può dire che sia travolta dal fuoco della passione, ma - come si dice dalle nostre parti - piutost che nient l'è mei piutost Ogni tanto mi volto di qua e di là, per controllare che nessuna minaccia si materializzi all'orizzonte, e resto invece ingrifato dalla visione delle gambe di Elena, che quasi mi avvolgono come due tentacoli, protese l'una verso la plancia e l'altra verso il volante. Su uno dei piedi calza ancora una delle sue vertiginose high heels e le numerose perline che la rivestono scintillano come brillanti di Swarowski, sotto la potente luce che illumina il parcheggio. Poi mi rimarrà anche qualche brillantino sul tappetino della macchina ... Sarà la vista, saranno le sue carezze, ma sento che il fratellino prende sempre più turgore e allora accelero il ritmo delle mie percussioni, per cercare di godermi il momento. A interrompere l'idillio, arriva però il solito nefasto "Ti manca molto?", che cerco di parare con un "Quasi ci siamo". Cerco di ripartire a passo di carica, ma la posizione è davvero scomoda e non reggo più di un'altra decina di colpi, perché la muscolatura dei glutei inizia a piangere in cinese. Rallento, inizio a strusciarmi contro le sue pelvi e, prima ancora di potermi rimettere in marcia, da Elena giunge il triplice fischio: "Dài, passa di là, che finisco con la bocca".
Scavalco di nuovo il tunnel centrale e mi riaccomodo sul mio sedile. La finta bionda estrae un fazzolettino umidificato dalla confezione e linda il condom alla bell'e meglio, prima di rimettersi all'opera. Qualche minuto di pazienza, molta più mano di quanto se ne fosse vista prima e anche stavolta varco la linea del traguardo, con Elena che si riporta vittoriosa dalla sua parte. Nulla di memorabile, ma un servizietto tutto sommato onesto, per le premesse con cui era iniziato l'incontro.
Ci si pulisce e ci si rassetta, i rifiuti vengono raccolti in una pallottola (che poi mi toccherà conferire alla raccolta differenziata) e si può ripartire. Mentre lei si risistema il rossetto sulle labbra, mi complimento per il suo fisico snello (forse un po' troppo magro) e lei nega categoricamente di frequentare alcuna palestra o di praticare qualsivoglia sport, per tenersi in forma. Pare che il segreto stia tutto nella dieta, ma non c'è stato molto tempo per approfondire. Altre quattro chiacchiere di numero (Elena mi sorprende sempre di più, perché pare che non abbia prole a carico al di là dell'Adriatico) e siamo di nuovo accanto alle pompe di benzina, dove le auguro la buona notte e la riconsegno alla sua collega, che dà l'impressione di non avere mollato il suo posto di vedetta nei 20 minuti appena trascorsi.