Amina

il ted

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Sicilia
NOME INSERZIONISTA: Amina
RIFERIMENTO INTERNET: https://escortprofil.com/escort/catania/amina108
CITTA' DELL'INCONTRO: Catania
NAZIONALITA': Russa
ETA': Da poco passata la ventina
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: Conforme
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): FK, Daty, Leccata di palle, BJ o BBJ, Rai1 e Rai2 ecc...
SERVIZI USUFRUITI: FK, BBJ, Leccata di palle, Rai1 e Rai2
COMPENSO RICHIESTO: 250 (200 un'ora più 50 per il Rai2)
COMPENSO CONCORDATO: 250
DURATA DELL'INCONTRO: Un'ora
DESCRIZIONE FISICA: Ragazza normale ma bella, altezza media, capelli neri, volto simpatico, forme generose
ATTITUDINE: Più che buona
REPERIBILITA': Facile (messaggistica)
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: Terzo piano con ascensore
TELEFONO: 3202103830 (32021038xx)

LA MIA RECENSIONE: Qua lo dico già da subito: andiamo con ordine, se no si capisce un cazzo di quello che voglio dire. Che il discorso è un po’ complicato, troppe iperboli nel mezzo, la storia da semplificare, e spiegarlo poi viene un casino, già lo so!..
Posso cominciare col dire che era un po’ che ci pensavo su, che mi sentivo alla stregua di uno di quegli stronzissimi imperatori ottomani, sapete, di quelli paranoici forti che c’avevano il loro assaggiatore personale, che assaggiava tutto quello che loro si dovevano strafogare, per evitare di rimanerci stecchiti secchi, con un bel veleno messo lì, come Luciano nell’orecchio del Re. Il mio assaggiatore della topa personale, ovviamente. Che pensavate! Non l’avevo specificato, ma la cosa era sott’intesa! E aspettate un po’ prima di dire: ma che cazzo ci sta contando?.. fatemi arrivare al punto. La cosa, giuro, ha un suo senso.
È solo che io e questo drugo amico mio abbiamo gli stessi gusti in fatto di devotchke, e non solo... È pure uno con cui si può parlare di tutto, di Pier Paolo, del compagno Fidel... S’intende di altro oltre che di fica. È un dono prezioso per l’umanità. Ma dicevo... stessi gusti, stesse devotchke. Solo che io col lavoro sono un casino, posso andare dolo i sabati, le domeniche. Lui quando vuole. Mezzo pensiero ed è lì che va dove lo porta il trombo. Mi precede sempre, quindi, e subito a whatsapparmi il bollettino di guerra, meglio di Radio Londra.
Son lì che lo chiamo, eccomi arrivato al punto, qualche giorno fa, lunedì o martedì, per informarlo della nuova arrivata. «Hai visto Jasmine? Che incommensurabile megagnocca che è! – gli dico – Sabato, sicuro come le rotture di coglioni ci vado. Facessero pure cinquanta gradi all’ombra, fossi pure con un piede nella fossa. Garantito!» Tutto contento già mi pregusto la scena. Mi chiama lui il giorno dopo, che c’è appena uscito. E vedete, io son fatto così, sono comunista a modo mio, quindi non posso che sentirmi un ingrato per questi suoi continui sacrifici, un po’ parassita anche, pure un po’ tenia perché no. Lui sempre a dirmi: l’ho appena incontrata. È così, è cosà. E non s’è pure mai sbagliato, quello che è giusto è giusto. Un orologio svizzero.
‘Sta volta no, però. Si sarà rincoglionito, il mio bel mister Magoo. C’è una prima volta per tutti, anche per i migliori. Fossi stato davvero imperatore ottomano, a quest’ora starei stramazzandomi per terra, secco da fare schifo, la pelle bluastra. «È lei – m’aveva detto l’infamone – solo che dal vivo è un po’ diversa.» Potete immaginare quindi con quale spirito qualche giorno fa sono partito dalla tedcaverna in direzione della devotchka russa in questione. Più depravato di trentasei forche, ecco com’ero. Infoiato come lupo mannaro. Arrivato mi fa aspettare giusto due minuti, poi apre il portone, salgo. Nemmeno questa volta faccio caso se ci sono dei gradini nell’androne delle scale, ne avevo accennato nella precedente recensione.

È completamente nascosta dietro la porta quando la apre. La vedo solo una volta entrato, quando mi volto. Non è Jasmine, ma Amina. Per un secondo fisso il pavimento, mi vedo lì per terra stecchito, la bava alla bocca. Lei è comunque una bella ragazza, altezza nella media, il volto simpatico, allegro. Indossa solo un telo da bagno bianco annodato all’altezza delle ascelle, è scalza. È appena uscita dalla doccia, profuma ancora di fresco. Ovviamente resto. È la nona volta, questa, che incontro una ragazza del gruppetto (due volte Tanya, una volta una ragazza che non era nessuna di quelle presenti negli annunci, tre volte Jane, una Sasha, Vasilisa e ora lei), e non mi sono mai lamentato. Anzi, tutti gli incontri sono andati oltre le più rosee aspettative. Scopato meglio d’un pascià. Mi fa accomodare, quindi, m’indica la stanza. L’appartamento è diverso da quello usato in precedenza delle colleghe, è più piccolo, ugualmente pulito. La stanza da letto a sinistra, col bagno. Me lo indica subito, mi chiede di lasciare il cucuzzario. Mi da un telo pulito pure a me.

Tra tutte è quello più scarsicella in fatto di pompino, ma in compenso si fionda sulle palle che è un vero piacere. Se le lecca tutte, se le slinguazza, le ficca in bocca. Non contenta si mette a leccarmi il perineo (per i non avvezzi ai termini medici: lo spazio tra le palle e il buco del culo). Non me l’aveva mai fatto nessuno quindi potete immaginare come la cosa mi mandi in brodo di giuggiole. Dopo un po’ smette, fa per incappucciarmi. Le chiedo di continuare un altro po’, m’accontenta. Ogni tanto la vedo gettare un’occhiata verso l’anta a specchio dell’armadio, a destra del letto, dove posso solo intravedere, data l’angolazione, lei messa a pecora, le gambe unite e la schiena arcuata, chinata su di me che mi bruca le maracas. M’incappuccia. Nel trombo è giustamente partecipe. Si muove, mugugna, mi prende un dito e se lo ficca in bocca, se lo ciuccia, s’unge il didietro, ci entro, i Da, Da, ora si sprecano. Sembra un porno con Sofi Goldfinger. Capitolo.
Finiti i rispettivi rinfreschi stiamo sdraiati a letto, lei contro di me, le massaggio con due dita la spalla, la schiena. Le arriva un messaggio, whatsappa per un po’ con un tizio o tizia, mentre io, trovandomi lì con le mani libere, comincio a titillarle la fica. Finito il messaggio torna su di me, comincia a baciarmi il petto, a mordicchiarmi, scende giù, ricomincia a succhiarlo. Il primo round è andato un po’ per le lunghe quindi capisco che decide di finire il tutto col solo orale. Mi sta bene. Si rimette a succhiare e leccare, uccello, palle, perineo. Succhia con più impegno ora, a lungo. Si stacca un attimo tenendomi sempre per l’uccello, risale su mordicchiandomi tutto. È giust’arrivata al collo che le cateratte si aprono e così finisco.

La vita, che s’era congelata entrando nell’appartamento, ricomincia non appena metto piede fuori dal palazzo. Il caldo, la confusione, i messaggi al telefono, i negozi chiusi, il tizio celebroleso che fa trenta manovre nel parcheggio dove ho lasciato la tedmobile, le inevitabili bestemmie, l’orrore, l’orrore...
 

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