Isabella Santacroce, tra scrittura e prostituzione.

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Provo a spiegare il tema che vorrei dibattere con voi in questo thread.
Isabella Santacroce è una scrittrice discretamente famosa nel nostro paese : inizialmente affiancata al gruppo dei giovani scrittori italiani Cannibali (https://it.wikipedia.org/wiki/Cannibali_(letteratura) se ne è via via distaccata, specie per una sua ricerca più profonda sul linguaggio e sulla letteratura in genere, intesa – par di capire - anche come componente di forme di espressione più articolate e spettacolari: si pensi alle sue performance gotiche teatrali nelle librerie, alle sue collaborazioni con cantanti famose.
Orbene: Isabella Santacroce è anche una bella ragazza, consapevole di esserlo , tanto che spesso sui suoi profili social loda parti del suo corpo,a cominciare da quel famoso sedere che lei dedicò in foto al salone del libro di Torino, poiché non l'avevano invitata.
Ciò portò qualcuno a sospettare che, se la scrittrice veniva snobbata e mai premiata, è perché ha un culo troppo bello per essere presa sul serio.
Anni fa lei stessa lanciò una provocazione sul tema, e durante la presentazione di un libro si offrì come escort : non se ne è mai saputo l'esito, anche se qualcuno sembra conoscesse la cifra richiesta dalla scrittrice ( 300 euro).
L'anno scorso ha scritto una specie di articolo/sfogo che partiva ricordando come la lodava Cesare Garboli e finiva lamentando il suo cercare un nobile mecenate ( sic) che la sollevasse da affitti e bollette, permettendole di scrivere come meritava di fare. (http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/romanzi-non-si-campa-cerco-nobile-mecenate-1384587.html )
Questo insieme di fatti mi ha molto colpito, facendomi riflettere: anche una donna di discreta fama, di considerata capacità letteraria e di nota indole solitaria pensa ogni tanto all'ipotesi di darsi alla prostituzione, sia pure nella forma mascherata ( o mediata, se preferite) del rapporto mecenate uomo/artista finanziata?
Attendo di conoscere il vostro parere, rendendomi conto di aver messo molta carne al fuoco e di avere introdotto un thread che Tempimoderni potrebbe silurare come già visto in pochi secondi.
Correrò il rischio, dunque.
A voi.
 
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Cavolo!!!
Mi hai messo su una curiosità pruriginosa, voglio vedere questo gran culo della tipa !!!
Riusciresti a postarlo che io non son riuscito a trovare nulla in rete?
Grazie.
 
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Argomento decisamente interessante, peccato non avere tempo in questo momento per eviscerarlo come merita. Ma mi riprometto di provarci in altro momento.
 
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@Lafayette: non mi meraviglierei affatto che la stravagante scrittrice abbia deciso di fare una cosa come questa; anni fa in vacanza avevo conosciuto un suo ex compagno che mi aveva raccontato delle loro mille feste in locali e discoteche, esperienze psichedeliche e stravaganze sessuali. Lei non l'ho mai conosciuta, ora i casi sono due: o questo soggetto aveva mentito (lavorando però alla grande con la fantasia, perchè aveva fornito particolari veramente profondi), oppure era tutto vero, e in questo secondo caso il tuo post cade a fagiolo.
Ma a parte questo non mi pare una cosa poi così assurda che una femmina piacente utilizzi le sue armi per ottenere qualcosa in cambio, penso a tal proposito ad un dibattito a cui aveva partecipato Vittorio Sgarbi che posto qui

https://www.youtube.com/watch?v=FG60CrUzI8M

Il senso è: offro dei favori per ottenerne degli altri.
 
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Scusate, sono un po' di corsa ma l'argomento mi intriga (o forse era il culo? Vabbè ...) quindi scrivo di getto, senza rileggere troppo. Se qualcosa dovesse risultare disconrdante e/o non troppo chiaro, vedremo di dibatterne più avanti. Intanto butto lì alcune mie idee.

Intanto, inizierei a dividere la situazione in due parti.

La prima parte è quella relativa allo specifico della situazione indicata dal Marchese e cioè quella legata a tal Isabella Santacroce. Non descriverò il personaggio, potete trovarne descrizioni più o meno veritiere in ogni dove sul web ma prepferirei dilungarmi sulla situazione più filosofico-psicologica.

E' indubbio che fare arte è un lavoro sempre più difficile. Ed è anche indubbio che dare il giusto merito all'arte è assai molto più arduo. Anche perchè come è possibile dire che un qualsiasi tipo di opera è bella? Meglio, come è possibile dire che è più bella di un'altra? L'arte è tanto oggettiva quanto soggettiva. Di certo la bellezza non può essere data dall'apprezzamento delle masse. Suvvia, ritengo magnifiche opere d'arte diverse canzoni minori di De Gregori, di Dalla, di De Andrè, di Conte, ma molte di queste sono state probabilmente ascoltate ed apprezzate da molte meno persone rispetto alle ultime hit di Gabbani ... E' pur vero che se una cosa è bella per tanti diventa bella comunque, a prescindere. Ma sto un po' troppo divangando sulla meritocrazia, particolarmente invocata dalla scrittrice nel suo sproloquio al mondo. Ha comunque ragione la ragazza, la meritocrazia non è applicata. Ma questo è insito nella sua natura perchè è talmente soggettiva che non può esistere.

Nello scritto, però, si nota ovviamente un'interiorità complessa. Una ragazza che invoca meritocrazia dando per scontato che se questa esistesse e fosse applicata lei sarebbe in cima alla lista denota una tendenza egocentrista non indifferente. Ma soprattutto un'elevazione del proprio essere al di sopra di ogni fatica, di ogni sforzo, di ogni sacrificio. Lei deve poter scrivere senza rotture di balle perchè è capace di farlo. Dovrebbe poterlo fare come e quando vuole. Ed il mondo dovrebbe riconoscerle questa superiorità tecnico-stilistica. Ma non è forse vero ch estima ed apprezzamento non vanno richiesti bensì meritati? E non è forse vero che se lei si spinge a scrivere "perchè la Letteratura lo chiede" non dovrebbe farsi tanti problemi sul risultato di quello che scrive? Letteratura apprezzerà comunque, indipendentemente dal fatto che vinca un Campiello o meno. Questo sforzo non le da a sufficienza per campare? Cara mia, Letteratura ha chiesto di scrivere, non ha detto che saresti diventata ricca. Anzi, probabilmente nel sacrificio, nel sudore, nelle difficoltà Letteratura pensa che darai il meglio. Non sia mai che adagiata nella sfarzosità e nella caducità del castello di Herrenchiemsee lei perda vena poetica e capacità di scrittura ...

Anche l'aspetto asociale mi pare molto insito nella scritto. Mi scelgo gli amici, mi scelgo le letture, mi scelgo la vita. Tutto questo scegliere è anti-sociale. Io non scelgo i miei compagni di vita, io vivo con loro. Scegliere significa limitare, significa non curarsi, significa cercare accondiscendenza. Non sempre, intendiamoci, ma spesso sì.

Detto questo, e passerei alla seconda parte, non credo che quello che venga inteso dalla scrittrice sia una tendenza a prostituirsi. Nè fisicamente nè mentalmente. Direi tutt'altro. E' certamente, come detto, un richiamo ad una maggiore giustizia (la meritocrazia la lascerei da altre parti) ed una denuncia di una società che nelle sue sovrastrutture sociali ha certamente un qualcosa di marcio, di corrotto. L'avere la possibilità di esprimersi senza dover pensare alla pagnotta non è uno scendere a compromessi. Infatti si parla di mecenatismo e cioè un qualcuno che mantiene l'artista senza chiedere nulla in cambio se non la soddisfazione di aver aiutato l' Arte. Non la vedo, ripeto, come forma di prostituzione ma di ricerca di libertà in senso ampio. Dico questo perchè una forma di prostituzione potrebbe essere quella di adattare la propria scittura alle volontà delle case editrici, alla lettura di massa, magari oscurando il proprio stile, la proria indole. Non di certo affidarsi per il proprio mantenimento a qualcuno che può permetterselo senza chiedere nulla in cambio. Quindi la prostituzione, anche intellettuale o mediata, è molto più nella quotidianità che nell'eccellenza. Non è, comunque, propria del rapporto mecenate/artista. Non esiste il do ut des in questo caso. Se preferite, non esiste il darla per avere.

L'episodio dell'essersi offerta come escort a pagamento, a maggior ragione, non mi fa pensare alla prostituzione in senso stretto. Mi fa pensare più ad una boutade non tanto pubblicitaria bensì insita nella natura della ragazza e cioè la trasgressione. Come dire ... Faccio sesso in mille modi e con mille uomini, perchè non provare la sensazione di venire pagata per farlo? Un'ulteriore esperienza di vita.
 
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