Il sogno di tutti, la studentessa no prof

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Ho letto alcune delle vostre storie inserite in questo settore e ho deciso di raccontarvi un pò delle mie avventure e, immancabili, disavventure.

Inizio con un'avventura a lieto fine, forse la più bella della mia vita.

La sera stessa, provai per tre o quattro volte, nulla, spento, dopo due giorni rividi il collega e gli chiesi conferma del numero e scherzando gli dissi che, se scoprivo che mi aveva dato un bidone, gliela avrei fatta pagare sulla situazione di lavoro. Mi confermò che il numero era quello, che dovevo solo insistere un po’, e mi disse, inoltre, che se trovavo il cellulare spento era inutile insistere, lui stesso chiamava a volte per giorni e giorni senza ricevere risposta, iniziai ad non essere molto convinto, comunque, ogni sera, facevo la mia brava prova di telefonata.

Al quarto giorno, mi arrise la sorte, squilla!!!

Una voce fredda e un po’ insicura, “Salve” mia risposta “Salve, sono un amico di Maurizio” “Ha, si, ciao” “Maurizio mi ha dato il tuo numero” “Certo, ho capito” “Mi piacerebbe conoscerti” mi lanciai, la risposta “Come corri… Maurizio non ti ha detto che non incontro tutti e che ci deve essere un incontro preliminare?” “Sinceramente no, però se così deve essere, sono disponibile” “Bene, quando possiamo fare quest’incontro? Anche domani?” risposi “Si” “Pomeriggio?” “Si, dove?” “Conosci il lungomare di Castellammare?” “Certo” “C’è un bar che si chiama…, ha i tavolini, siediti e aspetta, hai una maniera di farti riconoscere?” “Non so, dimmi tu” “Allora… prima cosa io esco solo con gente elegante e che sappia vestire, hai una giacca sportiva?” “Si” “Di che colore?” “Va bene verde?” “Ok, con una bella cravatta a righe in tono, ordina un gelato confezionato e un caffè, io sarò lì a guardarti, se mi piaci, e mi convinci, sarò io a contattarti, altrimenti te ne puoi anche andare… arriva alle 14.00 precise, chiaramente vieni in macchina” “Ma io come faccio a riconoscerti?” “Non sono io che devo farmi riconoscere, sei tu… se per le 14.15 non ti contatto te ne puoi anche andare” e chiuse.

Ma che è un spy-story? L’appuntamento in pubblico, la giacca, la cravatta, il gelato e il caffè… vabbè, proviamo! Al massimo ci rimetto la pausa pranzo e un po’ di carburante. Però… se non fila… Maurizio lo sdereno. Gli faccio pagare le colpe della sua amichetta!

Arriva il fatidico pomeriggio, parto in tempo da Napoli, ho comprato anche un piccolo regalo, che lascio nel cassetto della macchina, arrivo a Castellammare con abbondante anticipo, mi faccio un paio di giri in auto della zona, individuato il bar cerco un parcheggio, lo trovo a poca distanza, chiudo l’auto e mi avvio, mi guardo un po’ di vetrine, mi guardo in giro, passano una mezza dozzina di interessanti e procaci fanciulle, due mi guardano con molta attenzione, che una sia lei? Vuoi vedere che è uno scherzo, mi ha fatto vestire in maniera identificabile e io, cretino, l’ho fatto, ora mi è venuta a guardare in incognito, magari con l’amica, e se ne vanno a ridere alla faccia mia… ok, sono quasi le 14, entro nel bar con un paio di minuti di anticipo.

Bel bar, non lo conoscevo, anche se sono venuto spesso da queste parti, c’è una cassiera molto carina, due baristi, due bellissime cameriere, non sarebbe male che fosse una di loro, invischiato, ormai, in questo tema da spy-story mi aspetto quasi che una di loro mi passi un bigliettino o che mi scriva qualcosa sullo scontrino.

Mi siedo a un tavolino e ordino un caffè ed un gelato… “Nostro o confezionato?” è la risposta della cameriera, con un bel sorriso, sono teso e non capisco cosa mi ha chiesto, “Ha… he… cosa…?” “Il gelato! Lo vuole confezionato o di nostra produzione?” “Ha si… confezionato” Mi guarda con uno sguardo commiserato e tira un sospiro e dice “E che tipo?” “Non so faccia lei, vanno bene tutti”, mi guarda strano e si allontana.

Ecco, calma! Ho ritrovato la mai famosa freddezza, inizio a fare mente locale e mi guardo bene attorno, la cameriera ha passato la comanda al barista, che sta facendo il caffè, certo se fosse lei sarebbe un gran colpo, bellissima ragazza, mora, piuttosto alta, sui 20 anni, anche l’altra, di poco più grande, è bella ed interessante. La cassiera ha una trentina d’anni, forse qualcuno in più, ma è anche lei di buon livello, però le due cameriere sono decisamente superiori.

Porta il caffè e un gelato al caffè, con un bicchiere d’acqua, e lo scontrino, che io afferro e guardo, mentre mi dice “Va bene questo gelato?”, io, che chissà, forse speravo in un messaggio sullo scontrino, la guardo stranito e, come prima, le dico “Cosa?” “Il gelato… và bene? E’ di suo gradimento? Altrimenti glielo cambio…” “Si, cioè no, si… va bene”. Mi guarda strano e si allontana di nuovo.

Bevo l’acqua, prendo il caffè, sorseggiandolo piano, mangio due cucchiaini di gelato, guardo varie volte l’orologio, il tempo passa e qui non si vede nessuno, nel bar ci sono altre persone che entrano ed escono, anche alcune ragazze, ma nessuna sembra interessarsi particolarmente a me. Una mi colpisce molto, non è bellissima, ma certamente molto intrigante, vestita con un abitino di maglia di lana corto e un bel paio di gambe.

Passano i minuti, si fanno le 14.20, che faccio? Mi alzo e me ne vado? Rimango ancora un po’? Ecco, deciso, riacquisto la mia dignità, non faccio la figura del cretino per una che manco conosco, mi convinco sempre di più che è uno scherzo orchestrato dalle due ragazze che prima mi guardavano sul marciapiede, mi alzo e vado verso cassa per pagare, la “mia” cameriera mi si para quasi davanti, dicendomi che posso pagare anche a lei, capirai, vorrà la mancia! Pago, esco, mi avvio, con passo tra lo spedito e lo sconfortato, verso l’auto.

Quando sono a qualche passo dall’auto, faccio scattare le sicure col telecomando ed è allora che sento una voce alle mie spalle “Ciao… l’amico di Maurizio?” mi volto, sorpreso “Si, sono io…” rimango a bocca aperta, il mio cervello và a mille, giovane e bellissima, continuo “… e tu chi sei?” “Io sono Grazia” e mi tende la mano, si avvicina e mi dà un bacetto sulla guancia, dice “Andiamo?” si avvia alla portiera del passeggero e sale in auto, salgo anche io e infilo la chiave nel quadro, accendo mentre lei mi fa “Avevo già visto che non eri male, che non eri un vecchio bavoso, ma sinceramente…? Per curiosità volevo vedere che auto avevi, prima, quando ti ho visto, avevi già parcheggiato, e non sono riuscita a vederla, ti sto osservando da quando sei entrato nel bar, non mi hai visto?” “Sinceramente no” “ Sono entrata a comprare un pacchetto di caramelle, ne vuoi una?” “No, grazie” “Allora? Che facciamo?” “Dimmi tu” “Allora, io ho delle regole e delle tariffe, entrambe molto rigide, non derogo a nulla, le vuoi sentire?”
“Si, certamente” “Prima regola, solo in albergo, seconda regola, solo alberghi di alto livello e qui in zona lo scelgo io, terza regola, non meno di tre ore” “Bene” “Le tariffe è più semplice, per un pomeriggio mi dai 200 euro, se vuoi andare fuori per un giorno intero me ne dai 500” “Arcibene” “Passiamo il pomeriggio insieme?” “Certo” “Allora prendi la strada per Sorrento, poi ti dico io dove andare”.

Bellissima, attorno ai 20/21, bruna, con splendidi occhi scuri, piuttosto alta, vestita in maniera elegante, di più, col giubotto che indossa, non si riesce a comprendere, ma i fianchi snelli, inguainati in un bel pantalone color crema fanno ben presagire. (continua)
 
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Una bella prova del nove. Bravissimo. Attendiamo il seguito che mi auguro sia altrettanto una bella sorpresa.
 
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invernizzi ha scritto:
Attendiamo il seguito
Per adesso accontentatevi del prequel, che era saltato nel copia/incolla

Un mio collaboratore mi aveva detto, in gran segreto e con molta circospezione, che un nostro amico aveva beccato una studentessa non prof e che era riuscito ad incontrarla, era, chiaramente, un argomento che mi interessava molto e quando vidi il nostro amico, che più che amico, in realtà, è un mio collega, anche se di un livello abbastanza inferiore al mio, iniziai a tampinarlo con qualche battutina e richieste di passarmi il contatto, all’inizio negava, anche se, dagli occhi capii, che stavo puntando nella direzione giusta, poi iniziò ad ammettere che in effetti lui aveva un contatto del genere, ma non poteva passarlo, che la ragazza si era assolutamente raccomandata di non dire niente a nessuno, di preservare la privacy e cose del genere.

Continuai a chiedergli notizie per un certo tempo e alla fine decisi di fare un sacrificio, bisogna sempre farne quando si vuole un obiettivo ad ogni costo, gli dissi che gli avrei dato una grossa opportunità di lavoro, e gli dissi qual’era, appena glielo dissi, gli occhi, che mi sfuggivano ogni volta che gli chiedevo della studentessa, iniziarono a brillare, gli stavo dando una importante opportunità di carriera, che, in realtà, a me non costava nulla, ma per lui era un traguardo irraggiungibile, finché ci sarei stato io interessato, e quando gli confermai che non stavo scherzando e, anzi, gli allungai l’oggetto che sarebbe stata la chiave del nostro patto, non esitò a prendere il cellulare e a darmi il numero di telefono da chiamare, dandomi come unico avvertimento di chiamare esclusivamente nel tardo pomeriggio.

Giusto per inquadrare bene la situazione e il periodo vi dico che eravamo appena entrati nel nuovo millennio, che eravamo in un calmo autunno, che avevo appena divorziato e che mi ero trasferito, temporaneamente, a Napoli per motivi di lavoro.

A presto

Goliardo
 
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