RIFERIMENTO: http://cagliari.bakecaincontrii.com/don ... t620314233
CITTA DELL'INCONTRO: Cagliari
NOME INSERZIONISTA: Cindy
NAZIONALITA': Brasiliana
ETA': lei dice 25, io direi 30
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: è lei
SERVIZI OFFERTI: di tutto, non resta che metterla incinta. Scherzi a parte ha le sue specialità ma sono troppo timido per dirle.
RATE DI PARTENZA: 100 ghinee
RATE CONCORDATO: 130 ghinee (ribassate in virtù dello ius primi penis)
DESCRIZIONE FISICA: piccola, meticcia, esile ma tonica, culo ottimo (rischio di attacco Alzheimer concreto), seno seconda. Viso molto affascinante, occhi meravigliosi, blu, verdi, grigi, boh.
ATTITUDINE: partecipe, eccome
REPERIBILITA': non facile
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: scale, tante scale, ma c’è l’ascensore.
32084697XX
Dopo un anno la gioiosa macchina da guerra è tornata, evidentemente doveva riprendere la sua missione, continuare la strage di prepuzi. La tipa è ormai famosa per la sua capacità di ribaltare un uomo e tramortirlo, per la tecnica con cui riesce a fiaccare le muscolature più vigorose e a scardinare le giunture più solide, ma è anche famosa per l’abilità orale di cui si serve per dare il colpo di grazia. Talmente esperta in quest’ultima arte che se mai dovesse caderle una goccia potrebbe tenere il broncio per tutto il giorno.
Le cose per fortuna non sono cambiate.
Infatti è stata un’esperienza intensa che a distanza di trecentosessanta giorni è risultata completamente ed incredibilmente simile alla prima. Pertanto mi sembra opportuno usare le stesse parole e poi sinceramente sono troppo pigro per trovarne di nuove.
Amici ho una storia da raccontare. Abbiate la cortesia di ascoltare, perché io parlo a voi ma in realtà dico a me stesso. Vi sembrerà opportunismo, mi perdonerete, ma è solo un gioco di specchi. Ho passato questi giorni primaverili in cerca di un diversivo sessuale, lo sapete. Ricerche naufragate in delusioni che non hanno fatto altro che accrescere un fastidioso principio di priapismo. Poi ho notato il suo annuncio, che a qualcuno sembrerà innocuo, ma è meglio non fidarsi. Dunque è tornata finalmente. Ho subito pensato di rigiocare le mie fiches sul suo numero. Superbo e sicuro di vincere ho incocciato questa creatura amazzonica, la vittima da sacrificare alle mie bieche esigenze. Invece, come al solito dopo venti minuti mi sono ritrovato fuori, sul marciapiede davanti al suo palazzo, completamente inebetito. Giravo su me stesso con lo sguardo fisso alla luna, come un derviscio rotante. Avete presente?
Mi ha letteralmente piegato il cazzo e addomesticato, ancora una volta.
Oh sì ragazzi miei, è in grado di farlo, eccome. Vi ricordate Jucas Casella quando piegava i cucchiai? Bene, questa piega i piselli.
Lei è una venere della foresta pluviale, una piccola venere callipigia. Viene dall’Amazzonia, dall’epicentro di quel groviglio vegetale. Manaus è la sua città. M-a-n-a-u-s una parola che evoca indios, natura, follia. Dove la vita selvaggia, impietosa, risulta più forte. Dove pulsa il cuore di tenebra e la civiltà è soltanto assurdità e commedia. Perfino la fine dell’umanità sarebbe un evento privo di importanza agli occhi del vero mondo, quello di una natura libera e piena di sé. E l’ho sentito pulsare quel cuore, come no. Bu-bum … bu-bum, bu-bum … bu-bum.
Ha un bel corpo armonioso, il seno piccolo, un culo perfetto. La pelle è di caramello: morbida e profumata. Il viso è di un altro mondo, per noi impenetrabile. Bello e selvaggio. Apparentemente è intorno ai suoi 30. L’ho salutata con un sorriso e poi le ho dato un bacio, diretto e fulmineo. E lei ha risposto. Bu-bum … bu-bum … Dieci minuti di chiacchiere ed era avvinghiata al mio corpo, mezza biotta, la sua lingua già dentro di me. Dopo lavaggi e burocrazia mi ha spogliato, baciato, leccato e succhiato. Mi ha offerto il seno. Ed infine mi ha sdraiato. Ha continuato a succhiarmi il cazzo ed ogni stilla di energia. Ero paralizzato, in suo dominio. Poi è scesa sotto, la sua lingua nei testicoli. E poi più giù. Bu-bum … bu-bum … Là nel punto chakra, muladhara, dove dorme la kundalini. Ragazzi, quella lingua vellicava carne e spirito. Misteriosamente le mie palle hanno iniziato a danzare, vi giuro! E nessuno che le sfiorasse. Sotto le sue leccate si sono sollevate di tre centimetri, senza sincronia, indipendenti l’una dall’altra. Stavo capitolando, la fine. In soli cinque minuti! Semplicemente leccando la tenebra. Ogni linguata era come se girasse la manopola di un rubinetto. Finitoooo!!! Ma ecco che si volta e mi mette il culo in faccia, affinché lo guardassi. E lo toccassi. Ha un’elasticità impressionante, difficile valutarne le dimensioni reali. Però è perfetto, il buco intendo. Anatomicamente perfetto. Bu-bum … bu-bum. Mi distraggo e resisto, mentre lei riprende il suo pasto. Lo tocco e ci gioco. Cindy, da remoto, controlla il suo sfintere alla perfezione, nonostante continui a lavorarmi il cazzo con la bocca, lo apre o lo chiude, mi avvolge o mi libera le dita. Ora è cedevole, ora oppone resistenza. Magia! Incredibilmente elastico. Questa col buco del culo è in grado di fare un origami. Poi si stacca, mi guarda e ride. Ride di me. Mi mette nelle dita del lubrificante e con un cenno mi invita a continuare. E mi bacia. Bu … bum, bu … bum. (Si sente il cuore di tenebra eh? Lo senti povero coglione?).
Mi veste il cazzo e mi monta sopra dandomi le spalle. Mi scopa così, fregandosene. Qualche minuto ancora in cui si fa fare di tutto, poi “basta” le dico. Si scolla da me, si lubrifica il culo e si lascia sistemare. Pecorina stretta, strettissima. Ginocchia unite e schiena arcuata. Culo in alto, rivolto ai suoi orishas del cazzo. Messa così sembra ancora più minuta, incredibilmente difficile da inculare. Bu... bum, bu… bum… E invece vado subito spedito, assecondando il ritmo da lei imposto in un sabba forsennato. Mi incita e dice cose che non capisco, mi parla in tutte le lingue del mondo. La stanza diventa il suo angolo di Amazzonia, le pareti sono arbusti minacciosi che oscurano il cielo. Sto finendo, lo capisce. Si volta, mi toglie la gomma e mi uccide con quella bocca letale. Lentamente, sino all’ultimo spasmo e poi ancora e ancora.
Esausta si accovaccia nel letto e io sopra di lei, come un guscio vuoto. Oh, sì che si sente il tuo cuore di tenebra, piccola creatura amazzonica.
CITTA DELL'INCONTRO: Cagliari
NOME INSERZIONISTA: Cindy
NAZIONALITA': Brasiliana
ETA': lei dice 25, io direi 30
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: è lei
SERVIZI OFFERTI: di tutto, non resta che metterla incinta. Scherzi a parte ha le sue specialità ma sono troppo timido per dirle.
RATE DI PARTENZA: 100 ghinee
RATE CONCORDATO: 130 ghinee (ribassate in virtù dello ius primi penis)
DESCRIZIONE FISICA: piccola, meticcia, esile ma tonica, culo ottimo (rischio di attacco Alzheimer concreto), seno seconda. Viso molto affascinante, occhi meravigliosi, blu, verdi, grigi, boh.
ATTITUDINE: partecipe, eccome
REPERIBILITA': non facile
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: scale, tante scale, ma c’è l’ascensore.
32084697XX
Dopo un anno la gioiosa macchina da guerra è tornata, evidentemente doveva riprendere la sua missione, continuare la strage di prepuzi. La tipa è ormai famosa per la sua capacità di ribaltare un uomo e tramortirlo, per la tecnica con cui riesce a fiaccare le muscolature più vigorose e a scardinare le giunture più solide, ma è anche famosa per l’abilità orale di cui si serve per dare il colpo di grazia. Talmente esperta in quest’ultima arte che se mai dovesse caderle una goccia potrebbe tenere il broncio per tutto il giorno.
Le cose per fortuna non sono cambiate.
Infatti è stata un’esperienza intensa che a distanza di trecentosessanta giorni è risultata completamente ed incredibilmente simile alla prima. Pertanto mi sembra opportuno usare le stesse parole e poi sinceramente sono troppo pigro per trovarne di nuove.
Amici ho una storia da raccontare. Abbiate la cortesia di ascoltare, perché io parlo a voi ma in realtà dico a me stesso. Vi sembrerà opportunismo, mi perdonerete, ma è solo un gioco di specchi. Ho passato questi giorni primaverili in cerca di un diversivo sessuale, lo sapete. Ricerche naufragate in delusioni che non hanno fatto altro che accrescere un fastidioso principio di priapismo. Poi ho notato il suo annuncio, che a qualcuno sembrerà innocuo, ma è meglio non fidarsi. Dunque è tornata finalmente. Ho subito pensato di rigiocare le mie fiches sul suo numero. Superbo e sicuro di vincere ho incocciato questa creatura amazzonica, la vittima da sacrificare alle mie bieche esigenze. Invece, come al solito dopo venti minuti mi sono ritrovato fuori, sul marciapiede davanti al suo palazzo, completamente inebetito. Giravo su me stesso con lo sguardo fisso alla luna, come un derviscio rotante. Avete presente?
Mi ha letteralmente piegato il cazzo e addomesticato, ancora una volta.
Oh sì ragazzi miei, è in grado di farlo, eccome. Vi ricordate Jucas Casella quando piegava i cucchiai? Bene, questa piega i piselli.
Lei è una venere della foresta pluviale, una piccola venere callipigia. Viene dall’Amazzonia, dall’epicentro di quel groviglio vegetale. Manaus è la sua città. M-a-n-a-u-s una parola che evoca indios, natura, follia. Dove la vita selvaggia, impietosa, risulta più forte. Dove pulsa il cuore di tenebra e la civiltà è soltanto assurdità e commedia. Perfino la fine dell’umanità sarebbe un evento privo di importanza agli occhi del vero mondo, quello di una natura libera e piena di sé. E l’ho sentito pulsare quel cuore, come no. Bu-bum … bu-bum, bu-bum … bu-bum.
Ha un bel corpo armonioso, il seno piccolo, un culo perfetto. La pelle è di caramello: morbida e profumata. Il viso è di un altro mondo, per noi impenetrabile. Bello e selvaggio. Apparentemente è intorno ai suoi 30. L’ho salutata con un sorriso e poi le ho dato un bacio, diretto e fulmineo. E lei ha risposto. Bu-bum … bu-bum … Dieci minuti di chiacchiere ed era avvinghiata al mio corpo, mezza biotta, la sua lingua già dentro di me. Dopo lavaggi e burocrazia mi ha spogliato, baciato, leccato e succhiato. Mi ha offerto il seno. Ed infine mi ha sdraiato. Ha continuato a succhiarmi il cazzo ed ogni stilla di energia. Ero paralizzato, in suo dominio. Poi è scesa sotto, la sua lingua nei testicoli. E poi più giù. Bu-bum … bu-bum … Là nel punto chakra, muladhara, dove dorme la kundalini. Ragazzi, quella lingua vellicava carne e spirito. Misteriosamente le mie palle hanno iniziato a danzare, vi giuro! E nessuno che le sfiorasse. Sotto le sue leccate si sono sollevate di tre centimetri, senza sincronia, indipendenti l’una dall’altra. Stavo capitolando, la fine. In soli cinque minuti! Semplicemente leccando la tenebra. Ogni linguata era come se girasse la manopola di un rubinetto. Finitoooo!!! Ma ecco che si volta e mi mette il culo in faccia, affinché lo guardassi. E lo toccassi. Ha un’elasticità impressionante, difficile valutarne le dimensioni reali. Però è perfetto, il buco intendo. Anatomicamente perfetto. Bu-bum … bu-bum. Mi distraggo e resisto, mentre lei riprende il suo pasto. Lo tocco e ci gioco. Cindy, da remoto, controlla il suo sfintere alla perfezione, nonostante continui a lavorarmi il cazzo con la bocca, lo apre o lo chiude, mi avvolge o mi libera le dita. Ora è cedevole, ora oppone resistenza. Magia! Incredibilmente elastico. Questa col buco del culo è in grado di fare un origami. Poi si stacca, mi guarda e ride. Ride di me. Mi mette nelle dita del lubrificante e con un cenno mi invita a continuare. E mi bacia. Bu … bum, bu … bum. (Si sente il cuore di tenebra eh? Lo senti povero coglione?).
Mi veste il cazzo e mi monta sopra dandomi le spalle. Mi scopa così, fregandosene. Qualche minuto ancora in cui si fa fare di tutto, poi “basta” le dico. Si scolla da me, si lubrifica il culo e si lascia sistemare. Pecorina stretta, strettissima. Ginocchia unite e schiena arcuata. Culo in alto, rivolto ai suoi orishas del cazzo. Messa così sembra ancora più minuta, incredibilmente difficile da inculare. Bu... bum, bu… bum… E invece vado subito spedito, assecondando il ritmo da lei imposto in un sabba forsennato. Mi incita e dice cose che non capisco, mi parla in tutte le lingue del mondo. La stanza diventa il suo angolo di Amazzonia, le pareti sono arbusti minacciosi che oscurano il cielo. Sto finendo, lo capisce. Si volta, mi toglie la gomma e mi uccide con quella bocca letale. Lentamente, sino all’ultimo spasmo e poi ancora e ancora.
Esausta si accovaccia nel letto e io sopra di lei, come un guscio vuoto. Oh, sì che si sente il tuo cuore di tenebra, piccola creatura amazzonica.