TASSE E PROSTITUZIONE

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positcor

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Premessa: vorrei che la discussione rimanesse SEMPRE prevalentemente in ambito tecnico-giuridico e finanche civilmente sociale, assolutamente senza arrivare alla faziosità politica.
Quello che mi domando in questo periodo è: i conti dello Stato sono in rosso, i debiti ormai ci strangolano e siamo a rischio default, fanno continue manovre economiche che oggettivamente creano nuove tasse e ben poco sviluppo, il governo non sa dove trovare i soldi che servono....
... Ebbene: perchè non regolarizzare a livello normativo la prostituzione e ricavarne tasse, tante tasse?
Ora non so se qualcuno sia in grado di quantificare il gettito che lo Stato potrebbe incassare da questa attività regolarizzata. Ma di sicuro non poco. Anzi.
Allora dico: se sono capaci di farlo in Germania, non è possibile farlo anche da noi?

Ho trovato questi link interessanti, che spiegano la situazione a livello normativo e citano dei casi:

http://www.webalice.it/cstfnc73/prostituzionetasse.htm

http://blog.donatellaporetti.it/?p=170

Voi cosa ne pensate?
Mi piacerebbe si creasse un laboratorio di idee fra noi 'esperti' in materia, diciamo così, in modo da formarci un'opinione il più possibile congrua e approfondita.
Non si sa mai, un giorno potremmo anche essere chiamati ad esprimerci in proposito nella società civile con un referendum, per esempio. Non è un'ipotesi così peregrina.
 
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Secondo me in Italia manca la lungimiranza sufficente perrchè il meretricio venga davvero regolarizzato,
purtroppo.

La questione tecnico-giuridica probabilmente sarebbe anche risolvibile,
è il pregiudizio che trovo difficile da vincere in un paese dove tutti sono pronti a colpevolizzare
sia il "mestiere" di prostituta sia i fruitori di servizi sessuali a pagamento.

Tra noi "esperti" in materia penso sia facile trovare un accordo su questo forum,
meno facile nella vita privata e nella vita sociale:
quanti di noi ammettono candidamente di andare con le zoccole con gli amici i colleghi i conoscenti ecc?
quanti davvero sarebbero pronti a "fare campagna elettorale" per promuovere una legge che finalmente regolamentasse questo "mestiere" mettendoci la propria faccia?
Certamente un'esigua minoranza non certo perchè gli altri non siano d'accordo
ma solo per il fatto che è "sconveniente" dirlo, è sconveniente esporsi per questa causa,
salvo poi usufruirne "di nascosto" come la maggioranza dei maschi italiani.

In conclusione penso che in linea "teorica" tutti sono d'accordo,
salvo far finta di nulla se chiamati allo "scoperto" a parlare in pubblico del problema.

Questo "retaggio" culturale purtroppo ce l'hanno anche i nostri politici di ogni colore e fazione,
infatti ogni volta che qualche parlamentare prova a proporre qualcosa di nuovo in merito tutto il resto del parlameto,
come tutti i media e tutta quanta la nazione, "ignora" la cosa ben guardandosi da prendere una posizione sul tema (salvo la chiesa che ovviamente condanna ogni apertura in tal senso sebbene ben conscia che i clienti cattolici sono la maggioranza, ma per loro c'è l'assoluzione in confessionale, basta facciano pentimento) e tutto rimane come prima.

Una situazione tutto sommato molto "all'italiana"
 
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positcor

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  • #5
.franco ha scritto:
quanti davvero sarebbero pronti a "fare campagna elettorale" per promuovere una legge che finalmente regolamentasse questo "mestiere" mettendoci la propria faccia?

Concordo sull'ipocrisia generalizzata: in Italia difficilmente ci si muove per questioni 'morali', seppur con eccezioni notevoli come divorzio e aborto. Altri tempi, altri climi, si dirà. Certo.
Però la possibilità di attivarsi anche solo per vili questioni di cassa non è secondaria, vista la grave situazione economica italiana e internazionale. Si può far leva su questo, soprattutto su questo. In una discussione fra amici io posso anche rimanere bellamente ipocrita a livello personale e non confessare di essere punter, ma posso dire che sono a favore della tassazione alla prostituzione come in Germania, piuttosto di vedermi tagliati i trasporti o che so gli assegni familiari per esempio.


.franco ha scritto:
infatti ogni volta che qualche parlamentare prova a proporre qualcosa di nuovo in merito tutto il resto del parlameto,
come tutti i media e tutta quanta la nazione, "ignora" la cosa ben guardandosi da prendere una posizione sul tema (salvo la chiesa che ovviamente condanna ogni apertura in tal senso sebbene ben conscia che i clienti cattolici sono la maggioranza, ma per loro c'è l'assoluzione in confessionale, basta facciano pentimento) e tutto rimane come prima.

Però qualcosa in questo senso si sta muovendo:

http://www.ilcolleinforma.com/2011/08/f ... o-toscano/

http://www.aduc.it/articolo/fisco+prost ... _17664.php

http://economia.tuttogratis.it/arriva-l ... ne/P32035/
 
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In Italia non credo arriverà presto una legge intelligente. Siamo in Italia.

Effettivamente se guadagni, devi pagare le tasse. La domanda: ma se il mio lavoro non è riconosciuto come tale, come posso dirti di aver guadagnato? Sono contraddizioni che anche i giudici non riescono a risolvere.

Basterebbero due righe. Che ci vuole a fare una legge per la prositutzione.

Il problema svizzero è serio. Non si può avere un "redditometro". C'è chi lo fa una volta alla settimana solo per arrotondare. Ma anche da noi succedono 'ste cose in altre situazioni lavorative.

Penso che In Germania si paghino le tasse a giornata, indipendentemente da quanto una professionista possa lavorare. Diverso dal redditometro annuale.
Mi spiego. Se vuoi lavorare, vai in un bordello e paghi. In alcuni, tipo Bonn, Ulm, Berlino, Colonia il costo di una camera per un giorno è di 80 €. In questi 80 € sono comprese le spese d'affito, spese varie e tasse.
Quindi, con un cliente, in 30 minuti, la ragazza si paga queste spese. Il resto è utile.
Se non lavori, non paghi.

Eppoi, importante, nelle case chiuse c'è più igiene (dopo la borra, ci si lava), c'è più sicurezza, c'è meno sfruttamento (un po' ce n'è sicuramente).

M'immagino in Italia. I primi sono "alcuni" i finanzieri, caramba e la pula che pretendono il servizietto aggratise.

Povera la mia Italia.
 
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positcor

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  • #7
lech ha scritto:
Il problema svizzero è serio. Non si può avere un "redditometro". C'è chi lo fa una volta alla settimana solo per arrotondare. Ma anche da noi succedono 'ste cose in altre situazioni lavorative.

Penso che In Germania si paghino le tasse a giornata, indipendentemente da quanto una professionista possa lavorare. Diverso dal redditometro annuale.
Mi spiego. Se vuoi lavorare, vai in un bordello e paghi. In alcuni, tipo Bonn, Ulm, Berlino, Colonia il costo di una camera per un giorno è di 80 €. In questi 80 € sono comprese le spese d'affito, spese varie e tasse.

Sarebbe secondo te ipotizzabile una specie di tassazione on demand?
Per esempio: il prossimo bimestre dichiaro di lavorare tot giorni e indico anche esattamente quali; per quei giorni, e solo per quelli, pago le tasse (che so, 30 euro al giorno); se vengo beccata a lavorare extra, pago una multa (facile scoprire, basta andare come falsi clienti o controllare i movimenti da e per l'appartamento ecc... un po' come i controllori sull'autobus).
 
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positcor ha scritto:
lech ha scritto:
Il problema svizzero è serio. Non si può avere un "redditometro". C'è chi lo fa una volta alla settimana solo per arrotondare. Ma anche da noi succedono 'ste cose in altre situazioni lavorative.

Penso che In Germania si paghino le tasse a giornata, indipendentemente da quanto una professionista possa lavorare. Diverso dal redditometro annuale.
Mi spiego. Se vuoi lavorare, vai in un bordello e paghi. In alcuni, tipo Bonn, Ulm, Berlino, Colonia il costo di una camera per un giorno è di 80 €. In questi 80 € sono comprese le spese d'affito, spese varie e tasse.

Sarebbe secondo te ipotizzabile una specie di tassazione on demand?
Per esempio: il prossimo bimestre dichiaro di lavorare tot giorni e indico anche esattamente quali; per quei giorni, e solo per quelli, pago le tasse (che so, 30 euro al giorno); se vengo beccata a lavorare extra, pago una multa (facile scoprire, basta andare come falsi clienti o controllare i movimenti da e per l'appartamento ecc... un po' come i controllori sull'autobus).
Più o meno così.
Se una professionista lavora presso un bordello, sarà il bordello che dovrà trattenere le imposte di quella giornata.
Dagli ipotetici 80 € dovranno saltare fuori le imposte, l'affitto della camera, la pulizia della camera ecc.
Poi, come in ogni attività, se una ragazza lavora 25 giorni al mese, magari le spese della camera saranno minori. Ma questo è un altro problema.
Per le imposte, invece, la quota sarà fissa. Mettiamo 40 € al giorno, indipendentemente da quanto lavori.
Se poi una prof volesse pagarsi pensione, liquidazione ecc. (cosa che non consiglierei, visti i tempi), la situazione tecnica diventa anche più complicata.

Ma v'immaginate se succedesse una cosa del genere?
Immediatamente il nostro Governo di turno farebbe qualche casino.
Quindi... sciopero della gnocca pay.
 
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positcor ha scritto:
lech ha scritto:
Il problema svizzero è serio. Non si può avere un "redditometro". C'è chi lo fa una volta alla settimana solo per arrotondare. Ma anche da noi succedono 'ste cose in altre situazioni lavorative.

Penso che In Germania si paghino le tasse a giornata, indipendentemente da quanto una professionista possa lavorare. Diverso dal redditometro annuale.
Mi spiego. Se vuoi lavorare, vai in un bordello e paghi. In alcuni, tipo Bonn, Ulm, Berlino, Colonia il costo di una camera per un giorno è di 80 €. In questi 80 € sono comprese le spese d'affito, spese varie e tasse.

Sarebbe secondo te ipotizzabile una specie di tassazione on demand?
Per esempio: il prossimo bimestre dichiaro di lavorare tot giorni e indico anche esattamente quali; per quei giorni, e solo per quelli, pago le tasse (che so, 30 euro al giorno); se vengo beccata a lavorare extra, pago una multa (facile scoprire, basta andare come falsi clienti o controllare i movimenti da e per l'appartamento ecc... un po' come i controllori sull'autobus).

Tutto può essere più o meno ipotizzabile anche se secondo me dovremmo rifarci ad esperienze già collaudate (che io non conosco) in altri paesi dove la regolamentazione della prostituzione è una realtà.

Dalle ipotesi formulate però mi vengono dubbi: cosa ricevono in cambio le meretrici da queste "tasse"?
Dovremmo dar loro una copertura sanitaria, una copertura magari di tipo assicurativo, perchè altrimenti non vedo che tipo di vantaggio reale avrebbero a pagare questa "tassa" giornaliera dato che comunque difficilmente potrebbero lavorare alla "luce del sole" senza essere additate dai vicini-conoscenti-amici-parenti ecc.

Potremmo anche studiare un trattamento tipo liberi professionisti con tutte le copertura del caso, magari una iscrizione ad un albo, copertura sanitaria come già detto, diritto ad una pensione (anche minima come gli artigiani), ma questo comportebbe un carico fiscale ben maggiore: mi sembra di aver letto che la pressione fiscale in italia ha raggiunto il 45%, vuol dire che della tariffa base di 100 euro le girls ne intascano 55, il resto allo stato.

Secondo me prima c'è da cambiare mentalità e attitudine riguardo al meretricio, fin che sarà additato come qualcosa di deplorevole sarà sempre un "mestiere" più o meno clandestino, chi glie lo farà fare alle girl di pagare il 45% tra tasse e balzelli (oltre alle spese di affitto del locale perchè lavorare in casa propria sarà sempre difficoltoso a causa dei vicini, oltre alle spese di trucchi estetista intimo di qualità ecc) per poi rimanere ai margini della società? a quel punto la maggior parte rischierà come fa adesso per qualche anno sperando di non venire pizzicata e cercando di fare più soldi possibili da spedire in patria ai parenti da mantenere (se va bene) o allo sfruttatore (o fidanzato o marito o amico) che si gode i soldi a scapito loro per le meno fortunate.

Per concludere io penso che "prima" vada in qualche modo cambiata la mentalità, il "comune senso del pudore", a riguardo dell'amore a pagamento, e questa è la cosa davvero difficile!
 
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.franco ha scritto:
Dalle ipotesi formulate però mi vengono dubbi: cosa ricevono in cambio le meretrici da queste "tasse"?
Non parlo di "tasse", ma di "imposte sul reddito".

Riassumendo, le professioniste avrebbero diritti e doveri:
1 - Pagherebbero anche loro delle imposte sul reddito (aggiungo io, senza esagerare).
2 - Lavorerebbero con più igiene. Nelle camere ci dovrebbero essere doccia, bidé, lavandino e lenzuola pulite. E non per ultimi, controlli sanitari obbligatori.
3 - In questi bordelli c'è il riscaldamento. O preferite che lavorino in strada davanti ad un falò?
4 - Si toglierebbero i soliti via vai dai portoni d'entrata dei vari palazzi.
5 - Un po', ma solo un po', perché siamo nella mia bell'Italia, potremmo eliminare lo sfruttamento.

Credo che di bozze di legge ce ne siano a chili.
Il fenomeno della prostituzione c'è, c'è sempre stato e ci sarà sempre (che ovvietà!), quindi mettiamo delle regole.
 
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lech ha scritto:
.franco ha scritto:
Dalle ipotesi formulate però mi vengono dubbi: cosa ricevono in cambio le meretrici da queste "tasse"?
Non parlo di "tasse", ma di "imposte sul reddito".
ahh ... ok, io la consideravo una "sottile differenza" ma tecnicamente hai ragione
lech ha scritto:
Riassumendo, le professioniste avrebbero diritti e doveri:
1 - Pagherebbero anche loro delle imposte sul reddito (aggiungo io, senza esagerare).
2 - Lavorerebbero con più igiene. Nelle camere ci dovrebbero essere doccia, bidé, lavandino e lenzuola pulite. E non per ultimi, controlli sanitari obbligatori.
3 - In questi bordelli c'è il riscaldamento. O preferite che lavorino in strada davanti ad un falò?
4 - Si toglierebbero i soliti via vai dai portoni d'entrata dei vari palazzi.
5 - Un po', ma solo un po', perché siamo nella mia bell'Italia, potremmo eliminare lo sfruttamento.
intanto stai parlando di "bordelli" quindi di "strutture" adibite a questo specifico lavoro, questa è una cosa leggermente diversa che l'ipotesi di esercitare in appartamento, come attualmente fanno le loft, tipo libera professionista, come immaginavo io (giustamente ci sono anche quelle in strada che sarebbe giustissimo riuscire a toglierle da lì: sicuramente megio i bordelli)
lech ha scritto:
Credo che di bozze di legge ce ne siano a chili.
Il fenomeno della prostituzione c'è, c'è sempre stato e ci sarà sempre (che ovvietà!), quindi mettiamo delle regole.
Assolutamente d'accordo sulla necessità di mettere regole, ci mancherebbe altro.

Ma a me rimane ancora il dubbio della effettiva "convenienza" a dimezzare i guadagni (perchè questi servizi più imposte hanno un costo che mi piacerebbe qualcuno riuscisse a quantificare) da parte di una giovane meretrice straniera che "decide" (almeno spero lo abbia deciso davvero lei) di farsi qualche hanno da puttana per farsi un po' di soldi per semplificarsi la vita.
Io dico che per mia esperienza le straniere cercheranno di spendere il meno possibile e fare più cassa possibile, per pochi anni potrebbero decidere di "rischiare" di fare le clandestine (più o meno) come ora e portarsi a casa tutto l'incasso, diverso sarebbe per donne italiane che hanno interessi e proprietà in italia le quali qvrebbero molta più convenienza a regolarizzarsi.

Penso che una regolarizzazione DEVE avvenire, ma pensare di fare "cassa" con imposte, tasse, balzelli e via dicendo "all'italiana" non sia la via migliore per risolvere il problema, chi paga imposte e tasse deve avere un ritorno da parte dello stato, non è pensabile far pagare imposte senza dare nulla in cambio in termini di coperture sanitarie (che non vuol dire visite obbligatorie per poter battere, ma possibilità di usufruire del servizio sanitario in quanto contribuenti) di coperture in caso di fermo per malattia (andrebbero bene anche assicurative) ma sopratutto di essere riconosciute dallo stato (e lo stato siamo tutti noi) come lavoratrici e persone normali senza doversi nascondere per quello che fanno, e questa è una questione di mentalità che purtroppo nel corso degli anni non è cambiata.

<<...cosa vai cercando in quel portone
forse quella che sola ti può dare una lezione
quella che di giorno chiami con disprezzo pubblica moglie.
Quella che di notte stabilisce il prezzo alle tue voglie.>>

cantava F.de Andrè
già tanti, troppi anni fa!
la situazione è ancora quella descritta da quella canzone
(la città vecchia: scritta nel 1962, incisa nel 1965)
:biggrin:
 
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.franco ha scritto:
Assolutamente d'accordo sulla necessità di mettere regole, ci mancherebbe altro.
E qui ci siamo.

.franco ha scritto:
Ma a me rimane ancora il dubbio della effettiva "convenienza" a dimezzare i guadagni (perchè questi servizi più imposte hanno un costo che mi piacerebbe qualcuno riuscisse a quantificare) da parte di una giovane meretrice straniera che "decide" (almeno spero lo abbia deciso davvero lei) di farsi qualche hanno da puttana per farsi un po' di soldi per semplificarsi la vita.
Non voglio dire che ci debba per forza essere una convenienza.
Cara ragazza, chi lavora riceve dei servizi da parte dello Stato.
Quindi, se hai un reddito, paghi.

.franco ha scritto:
Io dico che per mia esperienza le straniere cercheranno di spendere il meno possibile e fare più cassa possibile, per pochi anni potrebbero decidere di "rischiare" di fare le clandestine (più o meno) come ora e portarsi a casa tutto l'incasso, diverso sarebbe per donne italiane che hanno interessi e proprietà in italia le quali qvrebbero molta più convenienza a regolarizzarsi.
Mi va bene che vogliano fare cassa.
Tutti coloro che lavorano hanno quell'idea.
Ma si fa una legge, ci paghi le tue tasse e se non ti va bene, ti levi dalle palle.
.franco ha scritto:
Penso che una regolarizzazione DEVE avvenire, ma pensare di fare "cassa" con imposte, tasse, balzelli e via dicendo "all'italiana" non sia la via migliore per risolvere il problema,
Un po' di cassa voglio farla, ok.
Ma non chiedo che le ragazze debbano svenarsi.
Col sistema che dico io, pagherebbero solo una piccola quota di imposte.
Se in un giorno una è capace di farsi 10 clienti a 100 €, io le chiedo solo i 40 € di imposte + altri 40 € di spese per la struttura dove lavora.
.franco ha scritto:
chi paga imposte e tasse deve avere un ritorno da parte dello stato, non è pensabile far pagare imposte senza dare nulla in cambio in termini di coperture sanitarie (che non vuol dire visite obbligatorie per poter battere, ma possibilità di usufruire del servizio sanitario in quanto contribuenti)
Devono pagare come pagano tutti. Che significa? Guadagni, non paghi e comunque ti becchi i servizi? Oggi succede così.
.franco ha scritto:
di coperture in caso di fermo per malattia (andrebbero bene anche assicurative) ma sopratutto di essere riconosciute dallo stato (e lo stato siamo tutti noi) come lavoratrici e persone normali senza doversi nascondere per quello che fanno, e questa è una questione di mentalità che purtroppo nel corso degli anni non è cambiata.
Se ti fermi, problemi tuoi. Quanti professionisti ci sono che hanno questo problema?
Ci sono le assicurazioni.
.franco ha scritto:
come lavoratrici e persone normali senza doversi nascondere per quello che fanno, e questa è una questione di mentalità che purtroppo nel corso degli anni non è cambiata.
La mentalità da minchia è un bel problema all'italiana. Ma credo che con una legge fatta come si deve, l'italiano pirla sarà obbligato ad accettare questo mestiere come un mestiere importante.
Caspita, non ci tirano forse su il morale?
E' questo che serve all'Italia (effettivamente non è l'unica cosa che serve).
 
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positcor

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.franco ha scritto:
Per concludere io penso che "prima" vada in qualche modo cambiata la mentalità, il "comune senso del pudore", a riguardo dell'amore a pagamento, e questa è la cosa davvero difficile!

Cambiare talvolta la mentalità della gente, e non solo soddisfarne sempre la pancia, dovrebbe proprio essere il compito della politica.
Capisco che forse non ci siamo più tanto abituati, ma voglio dire che un governo dovrebbe a volte scegliere l'impopolarità.
Spesso da questo nascono poi i cambiamenti nella mentalità della gente, nel fare comune.
Questo ha l'aria di essere un caso specifico.
D'altra parte la legge Merlin fu a tutti gli effetti molto impopolare, ma questo non impedì che fosse promulgata e attuata.
Il risultato, nel corso di questi quasi 60 anni, abbiamo visto quale è stato.
 
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bassa bresciana
positcor ha scritto:
...
D'altra parte la legge Merlin fu a tutti gli effetti molto impopolare, ma questo non impedì che fosse promulgata e attuata.
Il risultato, nel corso di questi quasi 60 anni, abbiamo visto quale è stato.[/b]

si è vero,

ricordiamo però che fino a quel momento i bordelli erano praticamente gestiti dallo stato,
lo stato italiano si faceva carico di fissare anche i prezzi degli incontri
e di riscuotere la tassa di esercizio, oltre ad una percentuale sugli incassi:
a tutti gli effetti faceva le veci dello "sfruttatore",
ancora oggi si possono trovare dai rigattieri i manifestini con le tariffe
discriminanti per le donne "importate" dalle colonie italiane rispetto alla norma
(ricordo di avere visto un manifestino con i prezzi per le italiane e, più a buon mercato,
per le "Tripoline" ovviamente provenienti da Tripoli), quasi una sorta di schiavismo.
L'Italia usciva dal ventennio fascista e sull'onda dell' "adesso cambia tutto"
e sotto la fortissima spinta del clero (che a quel tempo contava moltissimo)
e di convenzioni internazionali "contro la tratta degli esseri umani e la prostituzione"
promulgarono (peraltro con molta fatica e dopo un iter a dir poco difficoltoso)
'sto legge Merlin che risultò da subito inadeguata ed incompleta,
ma chi aveva a quel tempo il coraggio di mettersi contro il clero
che nel dopoguerra era l'unica "istituzione" (seppur religiosa) che
davvero funzionava, che dava conforto ai più deboli, che raccoglieva i
ragazzi negli oratori mentre il paese lavorava ogni ora di ogni giorno per ricostruirsi,
per preparare il boom economico degli anni 60?

La legge Merlin è figlia di quel tempo,
il vero scandalo è che nei decenni successivi non si è più voluto
affrontare il problema nonstante fosse anche fin troppo chiaro
l'inadeguatezza di quella legge che in realtà lasciava un "buco"
legislativo riguardo al mestiere più antico del mondo,
anzi ignorava proprio il problema, preoccupandosi solo di punire
"chiunque in qualsiasi modo favorisca o sfrutti la prostituzione altrui"
senza preoccuparsi di chi avesse voluto prostituirsi per volontà propria.

Adesso ci troviamo inadeguati di fronte ad una questione
che nel corso del tempo è profondamente cambiata,
come troppo spesso accade altri paesi hanno fatto meglio di noi,
dovremmo senza falsi pudori avere il coraggio di "copiare" da loro
senza pretendere di "inventarci" chissà quali regole ma avere
l'umiltà di imparare da chi è stato più lungimirante di noi.
 
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luison

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Purtoppo sino a quando la chiesa riuscirà ed esercitare un forte potere in Italia, sia sulla gente che sulla classe politica, credo che non se ne farà nulla.
Come dice .franco, altre nazioni hanno fatto meglio di noi e senza falsi pudori, dovremmo fare altrettanto.

Come gettito (in un anno )io sono estremamente convinto che si potrebbe equiparare all'ultima pesante manovra, visto che questo vizietto ce l'hanno moltissimi italiani.

In Italia poi quando si fanno le cose, alla fine ne esce sempre la solita farsa all'italiana, vedi i locali di lap dance, alla cassa quando si esce, si paga solo l'ingresso, tutto il resto nello scontrino (bevute con ragazze, privè) non compare e finisce nel sommerso....
 
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positcor

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.franco ha scritto:
La legge Merlin è figlia di quel tempo,
il vero scandalo è che nei decenni successivi non si è più voluto
affrontare il problema
nonstante fosse anche fin troppo chiaro
l'inadeguatezza di quella legge che in realtà lasciava un "buco"
legislativo riguardo al mestiere più antico del mondo,
anzi ignorava proprio il problema, preoccupandosi solo di punire
"chiunque in qualsiasi modo favorisca o sfrutti la prostituzione altrui"
senza preoccuparsi di chi avesse voluto prostituirsi per volontà propria.

Assolutamente d'accordo!
E' proprio questo IL problema che secondo me si tratta di affrontare e, in qualche modo al più presto, risolvere.
 
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positcor

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.franco ha scritto:
L'Italia usciva dal ventennio fascista e sull'onda dell' "adesso cambia tutto"
e sotto la fortissima spinta del clero (che a quel tempo contava moltissimo)
e di convenzioni internazionali "contro la tratta degli esseri umani e la prostituzione"
promulgarono (peraltro con molta fatica e dopo un iter a dir poco difficoltoso)
'sto legge Merlin che risultò da subito inadeguata ed incompleta
(...)
La legge Merlin è figlia di quel tempo,
il vero scandalo è che nei decenni successivi non si è più voluto
affrontare il problema nonstante fosse anche fin troppo chiaro
l'inadeguatezza di quella legge che in realtà lasciava un "buco"
legislativo riguardo al mestiere più antico del mondo,
anzi ignorava proprio il problema, preoccupandosi solo di punire
"chiunque in qualsiasi modo favorisca o sfrutti la prostituzione altrui"
senza preoccuparsi di chi avesse voluto prostituirsi per volontà propria.


A chi volesse approfondire l'argomento sulla "legge Merlin", suggerisco la lettura di queste opere:

http://www.ibs.it/code/9788843038060/be ... io-il.html

http://www.ibs.it/code/9788883401060/pr ... o-dal.html

Interessante anche questo, per una panoramica più generale sul fenomeno:

http://www.ibs.it/code/9788884537355/be ... zione.html
 
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Questo sarebbe il momento ideale per riconoscere "il mestiere" dal punto di vista fiscale, previdenziale e sanitario...
anzi se si fosse fatto prima i miliardi che mancano ( almeno alcuni ma più di alcuni) all'appello oggi farebbero comodo a tutto il paese Italia

è anacronistico lasciare questo settore senza regole, al paese occorrono soldi e nel settore ne scorrono a fiumi e non possiamo più permetterci di lasciarceli scappare.

Per noi punters non cambierebbe nulla, le tariffe queste sono e queste rimarrebbero, trovare il modo per determinare le tasse non credo che sia un problema, occorre la volontà.
:bye:
 
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positcor

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ilmagog ha scritto:
Questo sarebbe il momento ideale per riconoscere "il mestiere" dal punto di vista fiscale, previdenziale e sanitario...

Veramente: ora o mai più!
Se non per morale, almeno per vil denaro.
Con l'attuale necessità di far cassa e nel contempo di non far abbassare o addirittura sparire la qualità dei servizi pubblici essenziali, credo che molti (anche di area cattolica) siano propensi a più di una riflessione sul tema.
Si tratta solo di sfruttare l'onda del periodo e di presentarla in modo plausibile e ragionato.
Insomma, almeno su questo 'germanizziamoci'.
 
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Ci sono tanti motivi per cui sarebbe opportuno regolarizzare e poi tassare la prostituzione...
Gli introiti per lo stato, la salute delle prostitute e dei clienti, e lo sfruttamento della prostituzione..
Ma penso che in Italia siamo troppo Ipocriti e finti perbenisti...(non voglio fare un discorso politico)
e poi abbiamo la Chiesa, che molto spesso condiziona le scelte politiche Italiane.

Ciao!!
 
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