Un pomeriggio piacevolmente caldo, un cielo blu come si vede solo nelle cartoline, l’aria frizzante carica di emozioni.
Ma dove sono?
Mi guardo in giro e non capisco. Non ho mai visto quella città e quello stile architettonico non mi appartiene. Ci sono grattacieli, grandi strade larghe, gente di tutte le razze e tutti i costumi.
Cammino. Vago senza una meta, l’unico intento è quello di soddisfare la mia curiosità .
Cammino per queste grandi strade passando davanti e negozi e ristoranti, ad uffici e ad abitazioni e nessuno di loro mi è famigliare. Cammino così, nel più totale vuoto per qualche isolato. Uno strano stato d’ansia comincia ad insinuarsi nei miei pensieri.
Qualche decina di metri più avanti c’è una piccola folla festante sui lati della strada. Mi avvicino per scoprirne il perché.
Tutti sono affacciati sulla via principale e sta per sopraggiungere una limousine scoperta con un uomo di circa quarant’anni seduto dietro che saluta la folla. Accanto a lui ci sono una donna bionda di una classe ed un eleganza ineguagliabile e un uomo di colore.
La vettura si avvicina. Chiedo ad alcuni della folla chi siano, ma la folla non ode le mie parole.
La folla non mi vede. Per loro sono inesistente. Sono troppo attenti a ciò che sta giungendo.
Riesco a vedere meglio quell’uomo ha un aria conosciuta ed anche la donna che ha al suo fianco ha un aria conosciuta. Entrambi salutano la folla. L’uomo nero che è con loro ha una maglietta con la scritta “I have a dream†stampata sul petto.
La limousine si sposta tra ali di folla festanti scortata da tantissime auto della polizia. C’è un atmosfera surreale: i poliziotti che seguono la limousine hanno un aria festosa e non hanno armi.
Non capisco cosa stia succedendo e mi guardo intorno attonito. Dai tetti dei palazzi intorno spuntano figure minacciose, come fossero dei cecchini… ma al passaggio dell’auto tirano dei fiori in direzione del corteo e applaudono festanti.
L’auto è passata, la folla si disperde lentamente con un senso di pace dipinta sul volto e anche io ricomincio il mio cammino.
Non so in quale posto io sia, ma c’è un aria di felicità che ti pervade. Le persone che incontri sono sorridenti. Nessuno ha espressioni ostili. Non ci sono poveri o emarginati per la strada ed io continuo a camminare.
Nel mio girovagare incontro un uomo vestito interamente di bianco in abiti larghi e comodi.
Parla un italiano stentato ed intrattiene una piccola folla di persone che lo ascoltano. Lui parla della raggiunta pace e della fratellanza. Parda della caduta delle barriere tra le genti dell’est e dell’ovest. Il suo accendo dell’est europeo mi ricorda una figura conosciuta.
Mi avvicino per poterlo vedere meglio e pur essendomi famigliare non capisco chi possa essere. Ha un viso disteso e beato, è il ritratto della salute e della pace… le sue mani sono ferme e non soffre nello stare in piedi in mezzo alla folla.
Me ne vado anche da lì. Credo di aver capito chi possa essere e intanto continuo a camminare.
Dopo qualche minuto raggiungo una spiaggia. C’è un gruppo di ragazzi. Uno di loro con una bottiglia di birra in mano esegue una strana danza che sembra un rituale. Ha lo sguardo assente ma beato. Canta e nel suo canto dice di cavalcare un grande serpente.
La sua danza è qualcosa di magico.
Al suo fianco un ragazzo di colore lo accompagna con una chitarra elettrica. Il ragazzo sembra poter far fare ciò che vuole a quella chitarra. Il pubblico lo incita e il ragazzo riesce addirittura a fare un assolo usando i suoi denti.
A pochi metri da loro un altro giovane bianco si gode il loro spettacolo. Ha l’aspetto di un ragazzo indemoniato ma il suo sguardo e felice e tranquillo. Abbracciato a lui c’è una bellissima ragazza bionda che lo chiama Kurt. Anche lei ha un aspetto sereno e felice.
Intorno a loro ci sono decine di ragazzi dall’aspetto strano accumunati da questo senso di pace. Mi sembra di conoscerli uno a uno, ma non ne sono certo. E’ sicuramente solo un impressione.
Li lascio alla loro musica e continuo a girare.
Mi levo le scarpe e cammino su questa bianchissima spiaggia. Non so dirvi per quanto ho camminato, ma su quella spiaggia ho visto decine e decine di volti sconosciuti ma con una caratteristica comune: la serenità .
Ma dove mi trovo?
La mia domanda non ha ancora risposta.
Vago senza meta su questa distesa di sabbia fino ad incontrare un baretto. Avete in mente quei chiringuiti tanto facili da incontrare sulle spiagge spagnole o del sud America? Bhè… proprio uno di essi.
Sono stanco e assetato. Entro.
Anche lì la stessa aria di pace e serenità .
Mi avvicino al banco è un giovane mi versa una bibita senza che io gli chiedessi nulla. Di fianco a me c’è una donna con un aspetto regale pur avendo indosso un solo costume da bagno. Penso possa avere circa quarant’anni. E’ bionda e ha dei magnifici occhi azzurri. I suoi modi di fare sono di una classe innata. Al suo fianco c’è un uomo di tipo mediorientale molto educato e fine.
Io rimango impietrito a guardarli. Lei si accorge del mio insistente sguardo e si avvicina a me.
“Ciao Dur… Mi hai riconosciuta?â€
Io: “Non ne sono sicuro, signora. Lei mi ricorda qualcuno, ma temo sia impossibile…â€
Lei mi sorride con un candore che mi conquista e mi dice: “No, sono proprio io…. e tutti quelli che hai visto nel tuo girovagare sono proprio loro….â€
Rimango basito e con aria timida e con un filo di voce dico: “ Principessa….â€
-“Dimmi Dur? Cosa ti turba?â€
- “Un solo quesito sua maestà , ma non vorrei essere considerato maleducato o inopportuno…â€
- “Dur, qui non c’è nulla che possa turbare la nostra serenità e la nostra pace. Confidati senza problema alcuno…â€
Rimango per qualche istante titubante e non so se stò facendo la cosa giusta. Qualcosa in me vorrebbe frenarmi prima di parlare, ma la serenità del posto mi spinge a dire tutto ciò che ho in mente: “Maestà …. ma perché lei è come se avesse una specie di aureola e nessun altro qui ce l’ha?â€
- “ Aureola?....†Lei si apre in un gran sorriso e mi dice: “…non è un aureola…. È il volante della Mercedes….â€
Il mio viaggio finì in quel preciso istante.
Ma dove sono?
Mi guardo in giro e non capisco. Non ho mai visto quella città e quello stile architettonico non mi appartiene. Ci sono grattacieli, grandi strade larghe, gente di tutte le razze e tutti i costumi.
Cammino. Vago senza una meta, l’unico intento è quello di soddisfare la mia curiosità .
Cammino per queste grandi strade passando davanti e negozi e ristoranti, ad uffici e ad abitazioni e nessuno di loro mi è famigliare. Cammino così, nel più totale vuoto per qualche isolato. Uno strano stato d’ansia comincia ad insinuarsi nei miei pensieri.
Qualche decina di metri più avanti c’è una piccola folla festante sui lati della strada. Mi avvicino per scoprirne il perché.
Tutti sono affacciati sulla via principale e sta per sopraggiungere una limousine scoperta con un uomo di circa quarant’anni seduto dietro che saluta la folla. Accanto a lui ci sono una donna bionda di una classe ed un eleganza ineguagliabile e un uomo di colore.
La vettura si avvicina. Chiedo ad alcuni della folla chi siano, ma la folla non ode le mie parole.
La folla non mi vede. Per loro sono inesistente. Sono troppo attenti a ciò che sta giungendo.
Riesco a vedere meglio quell’uomo ha un aria conosciuta ed anche la donna che ha al suo fianco ha un aria conosciuta. Entrambi salutano la folla. L’uomo nero che è con loro ha una maglietta con la scritta “I have a dream†stampata sul petto.
La limousine si sposta tra ali di folla festanti scortata da tantissime auto della polizia. C’è un atmosfera surreale: i poliziotti che seguono la limousine hanno un aria festosa e non hanno armi.
Non capisco cosa stia succedendo e mi guardo intorno attonito. Dai tetti dei palazzi intorno spuntano figure minacciose, come fossero dei cecchini… ma al passaggio dell’auto tirano dei fiori in direzione del corteo e applaudono festanti.
L’auto è passata, la folla si disperde lentamente con un senso di pace dipinta sul volto e anche io ricomincio il mio cammino.
Non so in quale posto io sia, ma c’è un aria di felicità che ti pervade. Le persone che incontri sono sorridenti. Nessuno ha espressioni ostili. Non ci sono poveri o emarginati per la strada ed io continuo a camminare.
Nel mio girovagare incontro un uomo vestito interamente di bianco in abiti larghi e comodi.
Parla un italiano stentato ed intrattiene una piccola folla di persone che lo ascoltano. Lui parla della raggiunta pace e della fratellanza. Parda della caduta delle barriere tra le genti dell’est e dell’ovest. Il suo accendo dell’est europeo mi ricorda una figura conosciuta.
Mi avvicino per poterlo vedere meglio e pur essendomi famigliare non capisco chi possa essere. Ha un viso disteso e beato, è il ritratto della salute e della pace… le sue mani sono ferme e non soffre nello stare in piedi in mezzo alla folla.
Me ne vado anche da lì. Credo di aver capito chi possa essere e intanto continuo a camminare.
Dopo qualche minuto raggiungo una spiaggia. C’è un gruppo di ragazzi. Uno di loro con una bottiglia di birra in mano esegue una strana danza che sembra un rituale. Ha lo sguardo assente ma beato. Canta e nel suo canto dice di cavalcare un grande serpente.
La sua danza è qualcosa di magico.
Al suo fianco un ragazzo di colore lo accompagna con una chitarra elettrica. Il ragazzo sembra poter far fare ciò che vuole a quella chitarra. Il pubblico lo incita e il ragazzo riesce addirittura a fare un assolo usando i suoi denti.
A pochi metri da loro un altro giovane bianco si gode il loro spettacolo. Ha l’aspetto di un ragazzo indemoniato ma il suo sguardo e felice e tranquillo. Abbracciato a lui c’è una bellissima ragazza bionda che lo chiama Kurt. Anche lei ha un aspetto sereno e felice.
Intorno a loro ci sono decine di ragazzi dall’aspetto strano accumunati da questo senso di pace. Mi sembra di conoscerli uno a uno, ma non ne sono certo. E’ sicuramente solo un impressione.
Li lascio alla loro musica e continuo a girare.
Mi levo le scarpe e cammino su questa bianchissima spiaggia. Non so dirvi per quanto ho camminato, ma su quella spiaggia ho visto decine e decine di volti sconosciuti ma con una caratteristica comune: la serenità .
Ma dove mi trovo?
La mia domanda non ha ancora risposta.
Vago senza meta su questa distesa di sabbia fino ad incontrare un baretto. Avete in mente quei chiringuiti tanto facili da incontrare sulle spiagge spagnole o del sud America? Bhè… proprio uno di essi.
Sono stanco e assetato. Entro.
Anche lì la stessa aria di pace e serenità .
Mi avvicino al banco è un giovane mi versa una bibita senza che io gli chiedessi nulla. Di fianco a me c’è una donna con un aspetto regale pur avendo indosso un solo costume da bagno. Penso possa avere circa quarant’anni. E’ bionda e ha dei magnifici occhi azzurri. I suoi modi di fare sono di una classe innata. Al suo fianco c’è un uomo di tipo mediorientale molto educato e fine.
Io rimango impietrito a guardarli. Lei si accorge del mio insistente sguardo e si avvicina a me.
“Ciao Dur… Mi hai riconosciuta?â€
Io: “Non ne sono sicuro, signora. Lei mi ricorda qualcuno, ma temo sia impossibile…â€
Lei mi sorride con un candore che mi conquista e mi dice: “No, sono proprio io…. e tutti quelli che hai visto nel tuo girovagare sono proprio loro….â€
Rimango basito e con aria timida e con un filo di voce dico: “ Principessa….â€
-“Dimmi Dur? Cosa ti turba?â€
- “Un solo quesito sua maestà , ma non vorrei essere considerato maleducato o inopportuno…â€
- “Dur, qui non c’è nulla che possa turbare la nostra serenità e la nostra pace. Confidati senza problema alcuno…â€
Rimango per qualche istante titubante e non so se stò facendo la cosa giusta. Qualcosa in me vorrebbe frenarmi prima di parlare, ma la serenità del posto mi spinge a dire tutto ciò che ho in mente: “Maestà …. ma perché lei è come se avesse una specie di aureola e nessun altro qui ce l’ha?â€
- “ Aureola?....†Lei si apre in un gran sorriso e mi dice: “…non è un aureola…. È il volante della Mercedes….â€
Il mio viaggio finì in quel preciso istante.