LA STANZA DI EVA

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liberamente ispirata alla canzone "Candy's room" tratta dall'album di Bruce Springsteen "Darkness in the edge of Town" (1978)


La stanza di Eva
ha mille colori
le foto dei suoi eroi
tappezzano i muri
fuori piove
sotto i raggi del sole
per entrare nella stanza di Eva
devi percorrere l’oscurità
del corridoio
Estranei
la chiamano
per portarle regali
Entro bussando
sorride graziosa,
voglio essere l’uomo di Eva
per 2 ore appena.
Tristezza nascosta
in quel viso affilato
tristezza dalla quale nessuno
la può salvare.
Due corpi incollati,
il cuore arriva
al cervello
Il sangue scorre
impetuoso nelle vene
il fuoco esplode verso il cielo
Corriamo nella notte
corro nella luce
degli occhi di Eva
Mi dice: tesoro se vuoi
essere libero
chiudi gli occhi
lasciali bruciare
nell’oscurità
vedrai il mondo intorno
scintillare.
Stringo forte Eva
e mi regala quel mondo.
Ha vestiti eleganti
e anelli di brillanti
Ha uomini che le darebbero
tutto quel che desidera
ma loro non capiscono
Che quello che lei desidera
ora
sono io,
lei sa che
che le darò
tutto quello che serve
tutto ciò che voglio
tutto ciò per cui vivo,
per farla mia.
 
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eddyvedder ha scritto:
liberamente ispirata alla canzone "Candy's room" tratta dall'album di Bruce Springsteen "Darkness in the edge of Town" (1978)
Tristezza nascosta
in quel viso affilato
tristezza dalla quale nessuno
la può salvare.

Bella Eddy, bella.

L'ho scaricata dal cd.

Ciao

P.S. In un altro forum avevo messo giù qualcosa anch'io sul brano,
 
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Safarà
Molto toccante, eddy.
Non conoscevo, ora sì. Non averi potuto capire, ora sì.
Non pensare che siamo in pochi a seguirti, siamo in molti. Molti che forse, come me, non possono o vogliono aggiungere nulla per non sporcare quello che tu racconti:hai già detto tutto tu.
Va solo letto e apprezzato.
 
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Complimenti, Eddy, davvero! E grazie anche a Dylan e alla sua prodigiosa memoria che mi ha permesso di riscoprire questo thread e questa perla.

:clapping: :clapping: :clapping:
 
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lucignolo35f ha scritto:
Complimenti, Eddy, davvero! E grazie anche a Dylan e alla sua prodigiosa memoria che mi ha permesso di riscoprire questo thread e questa perla.
:clapping: :clapping: :clapping:

l'hai sentita Candy's room a S. Siro, l'anno scorso? Che pugno nello stomaco ! Che tranvata in faccia !
Qui di seguito pubblico la rece che feci in occasione del concerto, che in una ML dedicata a Bruce hanno definito come la più suggestiva.

CRONACHE DAL 1^ ANELLO ROSSO

Esco alle 17.30 dallo studio e prendo lo scooter. Sono 3 giorni che la cervicale mi “pizzica”, ma si trattava di scegliere tra schiattare dal caldo e accendere l’aria condizionata in studio. Ho optato per la seconda, e ho pagato il relativo dazio. Tempo 10 minuti e sono in piazzale Lotto, parcheggio e mi infilo nella fiumana di gente armata di zaino di viale Caprilli. Come ormai mi succede da diversi anni, scelgo di andare al concerto rigorosamente da solo. Non perché non mi piaccia la compagnia, ma perché in queste situazioni mi è sempre capitato di conoscere nuovi amici “on the road”. Piaccia o non piaccia, a me va bene così. Allo stadio incontro un’amica della ML (ciao Lori) a sua volta in compagnia di altri amici. Mi attardo un po’ con loro, poi verso le 19.30, entro. Complice una hostess poco affidabile, mi siedo nel posto sbagliato. Fortunatamente il legittimo proprietario di quel posto arriva in un’ora accettabile e con molto tatto mi invita a togliere le tende. Mi siedo finalmente nel “mio” posto, e mi metto a leggere il giornale appoggiato sul seggiolino di fronte al mio. Leggo un articolo di Ligabue che parla del Boss, ma dice cose che già conosco. Ripongo il giornale e mi guardo intorno. Il colpo d’occhio è fantastico. Sono posizionato piuttosto bene, ma obiettivamente piuttosto lontano dal palco. Speriamo nell’acustica.Un’occhiata la davanti, nel pit. Cinque anni fa ero li, leggermente spostato a destra (cosa ci fai in piccionaia, coglione?). Alle 20.15 ripongo il cellulare nello zaino, non lo spengo, ma comunque non voglio avere rotture di ciglioni, non mi preoccupo più di che ora è. Arriva un altro mio amico, Luca, che si siede vicino a me. Qualcosa mi dice che il concerto inizierà decisamente dopo l’orario fissato, così è.
Arriva sul palco con il consueto completo di ordinanza nero-casual-sportivo-ma-non-troppo. Sugli avambracci 2 affari neri, sembrerebbero dei grossi polsini tampona-sudore. Attacca con Summertime Blues. L’ultima volta che avevo sentito questa cover è stata nel DVD degli Who all’Isola di Wight del ’69. Bella, e anche migliore come performance, paragonata a quella del mio gruppo preferito. Parte Out in the street, che onestamente non mi aspettavo, visto che l’aveva fatta già nel 2003, ma chissenefrega, va bene lo stesso. Radio credo sia un’atto dovuto, anche se viene come terza. Patty Scialfa non c’è, ma ho la sensazione che non siano in tanti quelli che se ne sono accorti. Prove It, bellissima. Il Capo appare in forma smagliante, più che 5 anni fa, e a 58 anni è tutto un dire. Gli assoli di Prove mi arrivano allo stomaco come un uppercut. Mi sembra addirittura che con l’andare degli anni sia diventato anche più bravo come chitarrista, ma so che non è così. Bruce è come il vino. E se fosse un vino, sarebbe sicuramente un Chianti della Val di Chiana. Promised, anche qui mi stupisco, stesso discorso che Out, ma è tutto grasso che cola, la versione è più bella che nel 2003, credo voglia riconfermare l’omaggio a una città che lo ama da sempre, o almeno da 23 anni. Spirit, cristo ma mi sta infilando una chicca dietro l’altra !, chissà dove vuole arrivare ? None But the Brave, arriva la richiesta. Simpatico il siparietto che ormai adotta da diverso tempo di prendere le richieste scritte dai fans. Quello che mi stupisce, oltre la forma fisica, è questa sua assoluta volontà di cercare il contatto fisico. Sembra affamato di affetto, “vuole essere toccato”, vuole toccare i suoi fans. Candy’s, SIIIIIII !! Era la mia terza scelta, dopo Don’t’look back e Roulette. L’ha fatta, L’HA FATTA. In qualche modo, anche questa volta mi ha accontentato, anche se non lo saprà mai. L’assolo di Bruce questa volta mi arriva al cervello. Oh cazzo, mi è anche sparito il dolore alla cervicale!!!. Darkness, anche qui mi stupisce, ma come per il maiale….Hungry, all’inizio non capisco perché imbraccia la chitarra classica e li per li non recepisco, ma la gente del parterre è molto più reattiva e coglie il messaggio…ah adesso capisco! Darlington, do un’occhiata a Giordano. La sua è un’eredità pesante, ma se la cava egregiamente. Ho un flash e penso al fantasma. Ciao Danny. Because, l’aspettavo. Lo sapevo che l’avrebbe fatta, non avevo alcun dubbio, e soprattutto volevo quell’assolo di Lofgren, ho un groppo in gola, ma vorrei evitare di piangere. She’s the one, grande, grande davvero. Intensa, come poche. Anche Clarence mi sembra in gran forma, tempo fa lo davo per spacciato, sono contento di essermi sbagliato, anche se mi sembra che un paio di minchiate con il sax le abbia combinate, ma come si fa a non perdonargliele? Livin’ e Mary’s, momenti centrali dello show. Avrei evitato, ma mi hanno permesso di rifiatare. A Luca dico che adesso ci starebbe bene Racing. Invece arriva I’m on fire. E
ovviamente accendini e cellulari a “bocca” come “sa dìs a milàn”. Ed eccola Racing, ho sbagliato di poco. Comincia l’assolo finale il professore, quando nella fila davanti alla mia, noto un tipo di mezza età, che con gamba accavallata di ordinanza, si sta leggendo il giornale, come fosse al bar. Penso “cazzo ma c’è un assolo di piano che andrebbe ascoltato come l’omelia in chiesa e tu leggi il giornale? E magari stai leggendo l’articolo di Ligabue…la tentazione di mettergli l’accendino sotto il giornale e di accenderlo è forte, ma decido di lasciar perdere. The Rising, vibrante, più metallica rispetto a versioni passate, per non dimenticare. Last to die, molto più bella dal vivo che non su CD. Soozie Tyrrel mi sembra decisamente più dimagrita rispetto a qualche tempo fa. E vedo che si è guadagnata con il tempo un po’ di spazio in più. La cosa divertente è che i due aspetti sono inversamente proporzionali. Long Walk, stesso discorso. Vibrante e commovente, specie nella parte cantata da Steve. Ci sono momenti in cui ci si dovrebbe ricordare che oltre che essere un buon chitarrista, Silvio Dante SA ANCHE CANTARE. Questo è uno di quelli. Badlands, uno dei momenti imprescindibili del concerto, come avrebbe dovuto essere per Thunder Road, che però non farà. Non mi è piaciuto l’assolo centrale che mi è sembrato un po’ raffazzonato, ma lo perdono per quelli che ha fatto per Prove It e Candy’s. Girls, momento magico per le ragazze. Ho come l’impressione che alcune tipe vicino al palco troveranno le scuse più ignobili e assurde nelle prossime settimane per non lavarsi i denti. Detroit, apoteosi apoteosi apoteosi, altre parole sono superlue. Il Sig. Zirilli è il dio del rock. E io un suo discepolo. Born to run, eh beh, cosa c’è da dire? Nada! Rosie…come out tonight. Anch’io avrei voluto stare sulle palle a mio suocero perchè suonavo la chitarra in una rock ‘n roll band. Bobby, sembra il copia e incolla del 2003 con il finale con il quale fa vibrare la chitarra, invitando il pubblico a ondulare le braccia, unica differenza, è che mi sembra anticipi ancora di più la strofa rispetto alla musica, come se avesse fretta di concludere. Dancing, momento amato dal pubblico, un po’ meno da me. E’ giusto accontentare tutti, però. American Land, non so se Bruce sarebbe disposto a uno scambio Bush – Berlusconi. Ognuno ha il criminale che si merita. Di certo nei nostri di marciapiedi non ce ne sono di diamanti. Qui abbiamo solo presidenti del consiglio che stanno sfasciando la democrazia. Twist, beh chi credeva di aver raggiunto la pace dei sensi dopo Detroit, qui si è beccato il colpo finale. Un dejavù con milano 85 è inevitabile. Finita la festa, che è già diventata storia, giù la saracinesca, tutti a casa. Adesso ho bisogno di un po’ per elaborare la cosa. Nel frattempo non riesco a liberarmi da Summertime Blues che continua a ronzarmi per la testa. Mi sveglierò con il mal di testa, colpa delle birre che ho bevuto dopo il concerto. La gola non mi farà male, però. E le orecchie mi ronzano. La prossima volta pit !
 
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eddyvedder ha scritto:
lucignolo35f ha scritto:
Complimenti, Eddy, davvero! E grazie anche a Dylan e alla sua prodigiosa memoria che mi ha permesso di riscoprire questo thread e questa perla.
:clapping: :clapping: :clapping:

l'hai sentita Candy's room a S. Siro, l'anno scorso? Che pugno nello stomaco ! Che tranvata in faccia !
Qui di seguito pubblico la rece che feci in occasione del concerto, che in una ML dedicata a Bruce hanno definito come la più suggestiva.

CRONACHE DAL 1^ ANELLO ROSSO

Esco alle 17.30 dallo studio e prendo lo scooter. Sono 3 giorni che la cervicale mi “pizzica”, ma si trattava di scegliere tra schiattare dal caldo e accendere l’aria condizionata in studio. Ho optato per la seconda, e ho pagato il relativo dazio. Tempo 10 minuti e sono in piazzale Lotto, parcheggio e mi infilo nella fiumana di gente armata di zaino di viale Caprilli. Come ormai mi succede da diversi anni, scelgo di andare al concerto rigorosamente da solo. Non perché non mi piaccia la compagnia, ma perché in queste situazioni mi è sempre capitato di conoscere nuovi amici “on the road”. Piaccia o non piaccia, a me va bene così. Allo stadio incontro un’amica della ML (ciao Lori) a sua volta in compagnia di altri amici. Mi attardo un po’ con loro, poi verso le 19.30, entro. Complice una hostess poco affidabile, mi siedo nel posto sbagliato. Fortunatamente il legittimo proprietario di quel posto arriva in un’ora accettabile e con molto tatto mi invita a togliere le tende. Mi siedo finalmente nel “mio” posto, e mi metto a leggere il giornale appoggiato sul seggiolino di fronte al mio. Leggo un articolo di Ligabue che parla del Boss, ma dice cose che già conosco. Ripongo il giornale e mi guardo intorno. Il colpo d’occhio è fantastico. Sono posizionato piuttosto bene, ma obiettivamente piuttosto lontano dal palco. Speriamo nell’acustica.Un’occhiata la davanti, nel pit. Cinque anni fa ero li, leggermente spostato a destra (cosa ci fai in piccionaia, coglione?). Alle 20.15 ripongo il cellulare nello zaino, non lo spengo, ma comunque non voglio avere rotture di ciglioni, non mi preoccupo più di che ora è. Arriva un altro mio amico, Luca, che si siede vicino a me. Qualcosa mi dice che il concerto inizierà decisamente dopo l’orario fissato, così è.
Arriva sul palco con il consueto completo di ordinanza nero-casual-sportivo-ma-non-troppo. Sugli avambracci 2 affari neri, sembrerebbero dei grossi polsini tampona-sudore. Attacca con Summertime Blues. L’ultima volta che avevo sentito questa cover è stata nel DVD degli Who all’Isola di Wight del ’69. Bella, e anche migliore come performance, paragonata a quella del mio gruppo preferito. Parte Out in the street, che onestamente non mi aspettavo, visto che l’aveva fatta già nel 2003, ma chissenefrega, va bene lo stesso. Radio credo sia un’atto dovuto, anche se viene come terza. Patty Scialfa non c’è, ma ho la sensazione che non siano in tanti quelli che se ne sono accorti. Prove It, bellissima. Il Capo appare in forma smagliante, più che 5 anni fa, e a 58 anni è tutto un dire. Gli assoli di Prove mi arrivano allo stomaco come un uppercut. Mi sembra addirittura che con l’andare degli anni sia diventato anche più bravo come chitarrista, ma so che non è così. Bruce è come il vino. E se fosse un vino, sarebbe sicuramente un Chianti della Val di Chiana. Promised, anche qui mi stupisco, stesso discorso che Out, ma è tutto grasso che cola, la versione è più bella che nel 2003, credo voglia riconfermare l’omaggio a una città che lo ama da sempre, o almeno da 23 anni. Spirit, cristo ma mi sta infilando una chicca dietro l’altra !, chissà dove vuole arrivare ? None But the Brave, arriva la richiesta. Simpatico il siparietto che ormai adotta da diverso tempo di prendere le richieste scritte dai fans. Quello che mi stupisce, oltre la forma fisica, è questa sua assoluta volontà di cercare il contatto fisico. Sembra affamato di affetto, “vuole essere toccato”, vuole toccare i suoi fans. Candy’s, SIIIIIII !! Era la mia terza scelta, dopo Don’t’look back e Roulette. L’ha fatta, L’HA FATTA. In qualche modo, anche questa volta mi ha accontentato, anche se non lo saprà mai. L’assolo di Bruce questa volta mi arriva al cervello. Oh cazzo, mi è anche sparito il dolore alla cervicale!!!. Darkness, anche qui mi stupisce, ma come per il maiale….Hungry, all’inizio non capisco perché imbraccia la chitarra classica e li per li non recepisco, ma la gente del parterre è molto più reattiva e coglie il messaggio…ah adesso capisco! Darlington, do un’occhiata a Giordano. La sua è un’eredità pesante, ma se la cava egregiamente. Ho un flash e penso al fantasma. Ciao Danny. Because, l’aspettavo. Lo sapevo che l’avrebbe fatta, non avevo alcun dubbio, e soprattutto volevo quell’assolo di Lofgren, ho un groppo in gola, ma vorrei evitare di piangere. She’s the one, grande, grande davvero. Intensa, come poche. Anche Clarence mi sembra in gran forma, tempo fa lo davo per spacciato, sono contento di essermi sbagliato, anche se mi sembra che un paio di minchiate con il sax le abbia combinate, ma come si fa a non perdonargliele? Livin’ e Mary’s, momenti centrali dello show. Avrei evitato, ma mi hanno permesso di rifiatare. A Luca dico che adesso ci starebbe bene Racing. Invece arriva I’m on fire. E
ovviamente accendini e cellulari a “bocca” come “sa dìs a milàn”. Ed eccola Racing, ho sbagliato di poco. Comincia l’assolo finale il professore, quando nella fila davanti alla mia, noto un tipo di mezza età, che con gamba accavallata di ordinanza, si sta leggendo il giornale, come fosse al bar. Penso “cazzo ma c’è un assolo di piano che andrebbe ascoltato come l’omelia in chiesa e tu leggi il giornale? E magari stai leggendo l’articolo di Ligabue…la tentazione di mettergli l’accendino sotto il giornale e di accenderlo è forte, ma decido di lasciar perdere. The Rising, vibrante, più metallica rispetto a versioni passate, per non dimenticare. Last to die, molto più bella dal vivo che non su CD. Soozie Tyrrel mi sembra decisamente più dimagrita rispetto a qualche tempo fa. E vedo che si è guadagnata con il tempo un po’ di spazio in più. La cosa divertente è che i due aspetti sono inversamente proporzionali. Long Walk, stesso discorso. Vibrante e commovente, specie nella parte cantata da Steve. Ci sono momenti in cui ci si dovrebbe ricordare che oltre che essere un buon chitarrista, Silvio Dante SA ANCHE CANTARE. Questo è uno di quelli. Badlands, uno dei momenti imprescindibili del concerto, come avrebbe dovuto essere per Thunder Road, che però non farà. Non mi è piaciuto l’assolo centrale che mi è sembrato un po’ raffazzonato, ma lo perdono per quelli che ha fatto per Prove It e Candy’s. Girls, momento magico per le ragazze. Ho come l’impressione che alcune tipe vicino al palco troveranno le scuse più ignobili e assurde nelle prossime settimane per non lavarsi i denti. Detroit, apoteosi apoteosi apoteosi, altre parole sono superlue. Il Sig. Zirilli è il dio del rock. E io un suo discepolo. Born to run, eh beh, cosa c’è da dire? Nada! Rosie…come out tonight. Anch’io avrei voluto stare sulle palle a mio suocero perchè suonavo la chitarra in una rock ‘n roll band. Bobby, sembra il copia e incolla del 2003 con il finale con il quale fa vibrare la chitarra, invitando il pubblico a ondulare le braccia, unica differenza, è che mi sembra anticipi ancora di più la strofa rispetto alla musica, come se avesse fretta di concludere. Dancing, momento amato dal pubblico, un po’ meno da me. E’ giusto accontentare tutti, però. American Land, non so se Bruce sarebbe disposto a uno scambio Bush – Berlusconi. Ognuno ha il criminale che si merita. Di certo nei nostri di marciapiedi non ce ne sono di diamanti. Qui abbiamo solo presidenti del [CENSORED] che stanno sfasciando la democrazia. Twist, beh chi credeva di aver raggiunto la pace dei sensi dopo Detroit, qui si è beccato il colpo finale. Un dejavù con milano 85 è inevitabile. Finita la festa, che è già diventata storia, giù la saracinesca, tutti a casa. Adesso ho bisogno di un po’ per elaborare la cosa. Nel frattempo non riesco a liberarmi da Summertime Blues che continua a ronzarmi per la testa. Mi sveglierò con il mal di testa, colpa delle birre che ho bevuto dopo il concerto. La gola non mi farà male, però. E le orecchie mi ronzano. La prossima volta pit !

Eddy, sono convinto che Bruce lo sappia. Non chiedermi come, sento che è così. Racing era una delle mie richieste. Il Detroit medley era un'utopia, non ci credevo veramente... per cui, lì ho deciso che quest'anno avrei fatto due date.
A qualsiasi costo.
ci vediamo a torino.
 
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lucignolo35f ha scritto:
Eddy, sono convinto che Bruce lo sappia. Non chiedermi come, sento che è così. Racing era una delle mie richieste. Il Detroit medley era un'utopia, non ci credevo veramente... per cui, lì ho deciso che quest'anno avrei fatto due date.
A qualsiasi costo.
ci vediamo a torino.


Luci, non so se stai seguendo le set lists del tour americano, ma ti assicuro che se prosegue così anche in Europa, ne vedremo delle belle. :biggrin:
 
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