GIULIA

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testo di Antonello Venditti, tratto dall'Album "Sotto il segno dei pesci" (1978). In origine la canzone parla di una cugina omosex di Venditti, per colpa della quale lui perse la fidanzata dell'epoca, una trentina di anni fa. ll testo mi ricorda dannatamente un'esperienza vissuta con una escort, una delle prime, per la quale ebbi un'infatuazione, che durò poco, fortunatamente.

Giulia gli occhiali sul naso
che sfiora la mente
parla di uomini e donne
come solo lei sa
e la camera è bassa
e la mano piano piano che scende
trova la tua tenerezza e la sua verità
Giulia ci sa fare
Giulia è intelligente
Giulia è qualcosa di più
Giulia ti accarezza
Giulia lotta insieme
Giulia parla anche per te
è Giulia che ti tocca
è Giulia che ti porta
via da me...
dove il cammino è deserto
e il deserto è confine
calda la luce degli occhi ti guiderà
mentre io dovrei essere
il tuo, o il suo giustiziere
scopro la dolce vittoria della sua crudeltà
Perché lei è solo la mia vita
lei è solo tutto il mondo
lei è solo una gran parte di me
lei è solo una bambiana
lei è solo troppo bella
lei è solo troppo anche per te
lei è solo un po' confusa
e ti prego non portarla
via da me...
 
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Non ascolto "Giulia" credo da quindici anni, anche il testo era un pallido ricordo. Ma non ho dimenticato, sono stato (negli anni adolescenziali) un ascoltatore quasi frenetico di Antonello. La canzone mi pare riesca a "tenere" di fronte alla sfida del tempo. Un frammento di verità vissuta, emotivamente piuttosto toccante. Erano anni intensi, molto più di questo acquario del Duemila in cui siamo immersi. E anche Venditti, a mio avviso, mise a segno qualche buon colpo dei suoi migliori.
 
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biglucky

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attorno a Bologna.....
Anche Gianni Togni scrisse la Giulia

invece Vasco la definì brava Giulia :biggrin:

Certo che con quello che ricordava qualcosa ad eddy non c'entrano

 
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danton ha scritto:
Non ascolto "Giulia" credo da quindici anni, anche il testo era un pallido ricordo. Ma non ho dimenticato, sono stato (negli anni adolescenziali) un ascoltatore quasi frenetico di Antonello. La canzone mi pare riesca a "tenere" di fronte alla sfida del tempo. Un frammento di verità vissuta, emotivamente piuttosto toccante. Erano anni intensi, molto più di questo acquario del Duemila in cui siamo immersi. E anche Venditti, a mio avviso, mise a segno qualche buon colpo dei suoi migliori.
Anch'io sto rivisitando Venditti, col senno di poi non mi pare più il Vendischi della mia immaturità, quando consumai allo sfinimento la cassettina di "sotto il segno dei pesci" e poi ebbi un rigetto. E' che sono testi apparentemente fatti per essere vocalizzati, orecchiabili, ma nascondono significati che restano criptici finchè non ti giunge la chiave di lettura. Invece nel concorrente dell'epoca, De Gregori, l'ermetismo era spesso fine a se stesso.
Grazie, Eddy.
 
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farlatta ha scritto:
danton ha scritto:
Non ascolto "Giulia" credo da quindici anni, anche il testo era un pallido ricordo. Ma non ho dimenticato, sono stato (negli anni adolescenziali) un ascoltatore quasi frenetico di Antonello. La canzone mi pare riesca a "tenere" di fronte alla sfida del tempo. Un frammento di verità vissuta, emotivamente piuttosto toccante. Erano anni intensi, molto più di questo acquario del Duemila in cui siamo immersi. E anche Venditti, a mio avviso, mise a segno qualche buon colpo dei suoi migliori.
Anch'io sto rivisitando Venditti, col senno di poi non mi pare più il Vendischi della mia immaturità, quando consumai allo sfinimento la cassettina di "sotto il segno dei pesci" e poi ebbi un rigetto. E' che sono testi apparentemente fatti per essere vocalizzati, orecchiabili, ma nascondono significati che restano criptici finchè non ti giunge la chiave di lettura. Invece nel concorrente dell'epoca, De Gregori, l'ermetismo era spesso fine a se stesso.
Grazie, Eddy.

Si, poverino! Provava ad imitare Bob Dylan ( che però è ben altra persona!!!!! - un vero mito :clapping: .....)
 
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Big Five ha scritto:
farlatta ha scritto:
Anch'io sto rivisitando Venditti, col senno di poi non mi pare più il Vendischi della mia immaturità, quando consumai allo sfinimento la cassettina di "sotto il segno dei pesci" e poi ebbi un rigetto. E' che sono testi apparentemente fatti per essere vocalizzati, orecchiabili, ma nascondono significati che restano criptici finchè non ti giunge la chiave di lettura. Invece nel concorrente dell'epoca, De Gregori, l'ermetismo era spesso fine a se stesso.
Grazie, Eddy.

Si, poverino! Provava ad imitare Bob Dylan ( che però è ben altra persona!!!!! - un vero mito :clapping: .....)
De Gregori, a mio avviso, sta lì un po' da sempre "fra color che son sospesi". I risultati, talvolta buoni, qualche volta eccellenti, più spesso quasi trascurabili, non sono mai stati pari alle ambizioni. E una certa proposopea del personaggio ha fatto il resto. A onor del vero, bisogna riconoscergli di non avere abbracciato il culto di Dylan per una qualche moda. Lui veramente, da trent'anni a questa parte, è rimasto coerente nel solco dell'ammirazione per il menestrello di Duluth, senza tradimenti né diserzioni. Un disco recente ("Pezzi", del 2004) ribadisce questa fedeltà poco meno che eroica.
 
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