2 mesi di paura

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la prima scena sono io che scopo una signorina che ha ricevuto 30 euro da me.
Siamo in piedi, infrattati tra il vecchio luneur e la colombo a 2 passi. Lei sta a pecorina, e si appoggia con le mani a un tronco mentre io spingo forte.
Lei è una MILF carina, molto magra con un bel culetto, che ho già frequentato diverse volte. Ci vado perché ho visto che sta molto attenta e è anche molto paziente. Mi sono messo il preservativo con il pisello mezzo moscio, allargandolo alla base e senza schiacciare il serbatoio. Sto dando dei colpi forti e per venire spingo ancora più forte e lei strilla un pò. Vengo, lei si stacca e sento uno schiocco, come un bubble gum. Mi asciugo con un fazzolettino e vedo che il preservativo è tutto macchiato di sangue; me lo tolgo e mi passo un fazzolettino sul pisello che è pulito: PUFF ho avuto paura. Ci parlo un pò e lei mi dice stai tranquillo, io ho 2 figli e non faccio niente senza preservativo. Torno a casa, mi ripasso un pò di carta sul pisello: è pulita. Ma intorno al glande vedo della polverina impalpabile. Mi faccio la doccia e poi per scrupolo riguardo il fazzolettino che ho usato subito dopo il rapporto e che mi son portato dietro. E quì vedo una piccola macchietta scura. Non è niente dico, ma inizio a ritornare sull'episodio. Le cose non mi tornano e inizia il panico.... (continua, se volete)
 
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in una roulotte tra Firenze e Capalle
stai tranquillo,il preservativo serve a quello,fa da barriera,era integro e ha evitato che tu entrassi a contatto con del sangue.
Pensa ai medici durante le operazioni chirurgiche,usano guanti più o meno dello stesso lattice e stanno anche ore a contatto con fluidi ematici..nessuno di loro a fine intervento si pone dubbi perché la protezione é GARANTITA al 100%
 
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  • #4
comincio a pensare... che cos'era quello schiocco? e che cos'era quella polverina? il preservativo era intero, o si era rotto? non è possibile che un preservativo si rompa senza accorgersene, ma chissà che preservativi usa una signora che ne consuma 10 al giorno, magari era cinese. Insomma notte di tormento, poi giorno di dubbi e così via. Comincio a oscillare tra la paura incontenibile e la rievocazione continua dell'episodio, mi prende il rifiuto del mio corpo e non mi guardo più e mi lavo di corsa. Per fronteggiare il panico vado da un medico dell'ospedale dermatologico (l'IFO). Lui mi tranquillizza,dicendomi più o meno le cose che scrive chichibio ma io ormai comincio a dubitare di quel che ho visto. Tempo una settimana di pseudo tranquillità e mi vengono dei puntini rossi sotto il glande. Panico completo. Un continuo ping pong di pensieri: stai tranquillo avevi il preservativo, non hai capito niente si è rotto e non te ne sei accorto. Mi assento con la testa, vivo meccanicamente senza voglia di parlare o scherzare in famiglia. Tutte le mattine mi sveglio con la paura e non mi voglio alzare dal letto. Per i puntini rossi mi metto una crema a base di cortisone che avevo in casa (frutto di un'altro precedente spavento con visita dermatologica) sperando di averci azzeccato. Mi sembra che mi sia venuta anche una specie di tumefazione. Preso dal panico totale mi decido e vado allo Spallanzani, allla famosa stanza 13. (continua )
 
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  • #6
allo spallanzani trovo molta professionalità e comprensione, parlo con un infermiere che sembra la copia di lillo di lillo e greg e poi con un medico che mi tranquillizza alquanto e mi prescrive il test hiv e tutti gli altri esami delle MST. mi prescrive pure una serie di incontri con l'unità di psicologia.
Devo aspettare questi 45 giorni ed è un'altalena di paure e ripensamenti. Il momento rivisto mille volte, che è successo? si è rotto? l'ho messo male e perchè questo e perchè quello? in casa sono del tutto assente, al lavoro quasi. Arriva il giorno del test e passa presto, mi sono un pò tranquillizzato. Ma tra il prelievo e i risultati ci vuole una settimana e sono 7 giorni duri. Al momento del ritiro tensione fortissima. sono in corridoio con altre persone in ansia ma c'è solidarietà; guardo i miei compagni di corridoio e cerco di indovinare i come sono arrivati lì. qualcuno ha una cartella clinica e parla di farmaci; mi sento morire al pensiero. Una coppia di trans cancella i messaggi del telefono e scherza. Un signore distinto e elegantemente gay aspetta
con un sorriso dolente. Arriva il mio turno e si apre la busta. Tutto bene, tutto negativo. Non si riesce a dire come si torna pian piano alla vita.
L'infermiere spiega che coi test di IV generazione un mese e mezzo è sufficiente ma il trial dice che la sicurezza assoluta c'è dopo 3 mesi dal possibile contagio. Perché scrivo 'sta storia? Per sollievo; poi per dire a chi si può trovare nella mia situazione dove potersi rivolgere e che non si è soli in queste vicende. La solitudine è stata la peggior condanna. Continuo ad andare dagli psicologi e delle avventure con le pay mi sa che ce ne ho abbastanza. Ma non si sa mai....
 
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zodiac

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allo spallanzani trovo molta professionalità e comprensione, parlo con un infermiere che sembra la copia di lillo di lillo e greg e poi con un medico che mi tranquillizza alquanto e mi prescrive il test hiv e tutti gli altri esami delle MST. mi prescrive pure una serie di incontri con l'unità di psicologia.
Devo aspettare questi 45 giorni ed è un'altalena di paure e ripensamenti. Il momento rivisto mille volte, che è successo? si è rotto? l'ho messo male e perchè questo e perchè quello? in casa sono del tutto assente, al lavoro quasi. Arriva il giorno del test e passa presto, mi sono un pò tranquillizzato. Ma tra il prelievo e i risultati ci vuole una settimana e sono 7 giorni duri. Al momento del ritiro tensione fortissima. sono in corridoio con altre persone in ansia ma c'è solidarietà; guardo i miei compagni di corridoio e cerco di indovinare i come sono arrivati lì. qualcuno ha una cartella clinica e parla di farmaci; mi sento morire al pensiero. Una coppia di trans cancella i messaggi del telefono e scherza. Un signore distinto e elegantemente gay aspetta
con un sorriso dolente. Arriva il mio turno e si apre la busta. Tutto bene, tutto negativo. Non si riesce a dire come si torna pian piano alla vita.
L'infermiere spiega che coi test di IV generazione un mese e mezzo è sufficiente ma il trial dice che la sicurezza assoluta c'è dopo 3 mesi dal possibile contagio. Perché scrivo 'sta storia? Per sollievo; poi per dire a chi si può trovare nella mia situazione dove potersi rivolgere e che non si è soli in queste vicende. La solitudine è stata la peggior condanna. Continuo ad andare dagli psicologi e delle avventure con le pay mi sa che ce ne ho abbastanza. Ma non si sa mai....

:drinks:
 
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Nel paese dei balocchi
"Continuo ad andare dagli psicologi e delle avventure con le pay mi sa che ce ne ho abbastanza. Ma non si sa mai...."


Mah,Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris.
 
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