[RECE] Melina (GER) - Pascha - Koeln/Colonia

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SCHEDA TECNICA

CITTA DELL'INCONTRO: Koeln, Colonia
ZONA: Pascha (Hornstrasse; 50.955252,6.940212), camera 002
NOME: Melina
NAZIONALITA': GER
ETA': 19
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, RAI1 (pecos), HJ finale
COMPENSO RICHIESTO: 50
COMPENSO CONCORDATO: 50
DURATA DELL'INCONTRO: i 20' canonici
DESCRIZIONE FISICA: alta ca. 1,65 m, capelli biondi di media lunghezza raccolti indietro, viso carino, buon fisico da ventenne, 1° taglia di seno
ATTITUDINE: discreta, considerata la giovane età

LA MIA RECENSIONE:

CRONACHE DI UNA LUNGA PEREGRINAZIONE

Dopo avere incontrato Mya, mi concedo la necessaria pausa per ricaricare le batterie e percorro di nuovo in lungo e in largo i vari corridoi del Pascha, alla ricerca della prossima ragazza con cui intrattenermi. Chiacchiero un po' con una simpatica ragazza di Constanta, dal nome d'arte di Michelle e che stranamente non parla italiano, il cui fisico longilineo è anche piacevole a vedersi, ma il cui viso non mi entusiasma, per cui prendo tempo, dicendole che sono da poco reduce da un altro incontro. Scendendo di un piano, mi ispira una morettina dai capelli lunghi e del fisico ben proporzionato, sedicente greca, ma la trovo un po' troppo freddina nella conversazione e preferisco tirare oltre, nel timore di cavalcare un missile anziché una tigre. Vengo persino incalzato dalla sua dirimpettaia, che non vuole rivelarmi né nome né nazionalità (ma credo sia anche lei albanese, dalle parole che si sono scambiati due colleghi tedeschi transitati poc'anzi) e che mi vorrebbe invece tutto per sè nel suo alloggio: "Would you like to fuck the girls or the rooms? You Italians are all the same: you walk a lot back and forth, but then you don't stop to fuck!". Già la ragazza non mi entusiasmava particolarmente, ma dopo questa sua uscita non posso che tirare dritto e continuare la mia discesa verso il basso. Quando raggiungo il baretto del 1° piano, vi entra anche un gruppetto di ragazze che vi arrivano da non so dove (credo che vi siano anche degli ambienti ad hoc, ove vengono organizzati spettacolini a tema) e vengo abbordato da un'altra simpatica ragazza rumena, con cui chiacchiero un po' e che mi invita a passare a trovarla in una delle stanze del 4° piano. Con calma risalgo fino a là, ma non la trovo (probabilmente si è già appartata con un ns. collega) e mi addentro nuovamente nel corridoio di destra, dove avevo incontrato Mya (che è pure chiusa in stanza). Lì resto intrappolato nella ragnatela di Lily, altra avvenente fanciulla tedesca dai lunghi capelli castano/biondi, degli enormi tatuaggi su tutto il corpo (una fenice su un fianco, una finta giarrettiera con pistola su una delle cosce, ...) e dalle acuminate unghie da pantera, che raggiunge la ragguardevole quota di 1,85 (high heels incluse). Per inciso, mi dirà di portare un cognome italiano, ereditato dal nonno paterno, di essere nata e di avere vissuto la sua fanciullezza nel Regno Unito e di essersi poi trasferita in terra teutonica (ma nutro seri dubbi che sia tutto vero, perché parlava un inglese troppo comprensibile per essere davvero una suddita di Sua Maestà :)). Ma questa è la meno piacevole delle storie della mia nottata al Pascha e, se ne avrò tempo, la racconterò per ultima.

Un po' deluso dall'incontro con Lily (il cui principale ricordo resterà il terrore con cui la vedo armeggiare con le sue pericolosissime unghie attorno al mio fratellino, per aggiustare il condom :)), riprendo a bighellonare su e giù per i 7 piani del Pascha (in realtà, il 6° non è occupato e mi tengo alla larga dal 7°, dato che non sono amante del genere trans ...). In una delle mie estenuanti sessioni di step lungo la tromba delle scale, incrocio un'altra bellissima bionda, che le sta risalendo in una mise che non può non dare nell'occhio: mentre quasi tutte le fanciulle sono sui rispettivi sgabelli in mutandine e reggiseno, lei è vestita come se fosse appena uscita da un elegante (ma anche un po' piccante ...) appuntamento di lavoro: indossa una camicetta sapientemente sbottonata a mostrare il suo decolleté, una corta minigonna, un paio di autoreggenti scure e delle high heels col tacco a stiletto. Seguo con la coda dell'occhio dove stia per avventurarsi (il corridoio di destra del 3° piano) e, dopo essere passato al bar a prendere una nuova consumazione, mi riporto al suo piano e mi affaccio al suo alloggio. La bionda si è appena spogliata del superfluo (camicetta e minigonna) e mi si avvicina, per scambiare le solite chiacchiere di circostanza. Scopro così che è della Repubblica Ceca (di cui tiene sicuramente alto l'onore :)) e che è stata sia a Milano che a Lugano (per piacere e non per lavoro, dice lei ... mah... ). Poiché non mi sento ancora del tutto carico, preferisco però temporeggiare un po', ripromettendomi di passare a trovarla 15-20 minuti più tardi. E qui, purtroppo, commetto il più grosso errore della serata, perché nei successivi tre quarti d'ora mi riaffaccerò per almeno altre 4-5 volte a quel corridoio, senza più rivedere quella porta riaprirsi :( Nel mentre, mi trattengo anche a chiacchierare con Sarah, ragazza ungherese dai lineamenti carini (seppure appesantiti da un make-up un po' troppo esagerato, in stile Cleopatra) e dall'appariscente capigliatura cotonata, che ricordavo di avere già visto l'anno scorso. Sto quasi per cedere alle sue lusinghe, ma ormai nella mia testa c'è solo l'avvenente soubrette della Repubblica Ceca ...

MELINA

Peccato che ci sia solo nella mia testa, perché non farà più la sua ricomparsa sullo sgabello fuori dalla sua camera (la 302, se non ricordo male), per cui mestamente scendo i vari piani, ormai convinto di rientrare in albergo, dato mi attende una levataccia per rientrare in Italia. Quando sono ormai al piano terra e sto per avviarmi verso i buttafuori che marcano il confine del territorio, getto uno sguardo distratto verso il corridoio di destra, che pensavo fosse solo un percorso di servizio per raggiungere gli ascensori che conducono ai piani alti, riservati alla clientela VIP. Invece, proprio di fronte alla prima porta (la 002, per l'esatezza), trovo una graziosa biondina, che se ne sta silenziosamente appollaiata su uno sgabello, con fare albapariettesco. Ciò che più mi colpisce sono degli strani stivali argentati e dall'effetto olografico, che sembrano un tutt'uno tra una scarpa e delle calze autoreggenti. Data la mia sostanziale ignoranza in materia di abbigliamento (soprattutto quello femminile), allego una foto che vale sicuramente più di mille parole:

PL-DELIGHT-3005__4.jpg

La biondina non è di quelle che attaccano spontaneamente bottone e quindi tocca a me avvicinarla, per raccogliere qualche informazione. Nel suo inglese non proprio impeccabile, mi dice di chiamarsi Melina, di essere tedesca e di praticare - ovviamente - gli stessi rate di tutte le altre ragazze. Intrigato dalla sua (apparente) timidezza, decido che mi concederò con lei il mio ultimo giro di giostra al Pascha e le propongo di entrare nel suo alloggio, che stranamente tiene chiuso a chiave (mentre quasi tutte le altre ragazze lo lasciano spalancato, mettendo in bella mostra ammennicoli vari per l'intrattenimento maschile). Appena accomodatici, riceve una telefonata da una collega, cui dice in tedesco (con evidente pronuncia autoctona) che sarà impegnata per la prossima ventina di minuti. Di conseguenza, nessun dubbio sulla sua effettiva nazionalità ...

Mentre mi spoglio, mi racconta di avere solo 19 anni (se non fossi stato all'interno di un laufhaus, le avrei sicuramente chiesto i documenti, per accertarmi della sua maggiore età) e di avere iniziato il suo lavoro di intrattenitrice erotica da circa un anno, appena diventata maggiorenne. A differenza di Mya, lei non ha neppure provato a svolgere un lavoro "normale", ma - in modo molto pragmatico - si è subito scelta quella che le avrebbe permesso di guadagnare il più rapidamente possibile una gran quantità di soldi. Insomma: giovanissima, ma con le idee già sin troppo chiare :) Mi faccio poi spiegare dove abbia acquistato quegli strani stivali, che non si toglierà neppure durante la fase erotica dell'incontro, limitandosi ad abbassare la "calza" sotto il ginocchio: pare che questo modello della Pleaser non sia in vendita al normale pubblico ma sia riservato esclusivamente alle intrattenitrici, che possono ordinarlo online e poi riceverlo per il tramite del locale presso cui lavorano.

Esaurita questa breve conversazione, ci disponiamo sul letto e Melina si toglie il reggiseno (ma non ancora le mutandine), rivelando una taglia davvero mignon (sarebbe generoso attribuirle più di una prima). A parte questo dettaglio, che scontenterebbe sicuramente gli amanti dei seni abbondanti, ha il classico fisico ben proporzionato e ben tonico da quasi-ventenne. Incappuccia senza difficoltà il mio fratellino e, disposta ginocchioni alla mia destra, inizia un BJ di buona fattura. Mentre è china su di me e alterna il classico su e giù con qualche movimento rotatorio attorno al glande, inizio a carezzarle la schiena, l'addome e le gambe, che sono ovviamente molto levigate, grazie alla sua giovane età. Il seno non è per nulla voluminoso ma quanto meno è bello compatto e quindi posso manipolarlo senza difficoltà, titillando con piacere i suoi capezzoli.

Nonostante, stavolta, il mio fratellino raggiunga abbastanza rapidamente il pieno turgore (forse anche perché Melina ha avuto l'accortezza di arretrare completamente il prepuzio, lasciando così il glande del tutto scoperto, sotto il profilattico), la fanciulla non dà cenni di voler passare alla copulazione e persiste piuttosto nel BJ. Quando ormai è trascorsa almeno una dozzina di minuti, sono io ad interromperla, chiedendole se le vada di procedere all'accoppiamento vero e proprio. Melina si interrompe e mi propone due posizioni: la missionaria oppure la pecorina (doggy-style). Consapevole che non avrò tempo per provarle entrambe, scelgo la seconda, dato che avevo chiuso alla missionaria con Mya. La biondina si toglie le mutandine (ma non gli stivali, mah ...), cosparge una discreta dose di lubrificante sia sulla sua vulva che sulla mia asta e si dispone gattoni sul letto, con le mani ben puntellate sul cuscino. Infilato con delicatezza il mio pene, le cingo i fianchi e inizio una discreta galoppata, in cui mi diverto a vedere i suoi glutei ballonzolare a destra e a sinistra e a sentire lo "sciac sciac" che producono ogni volta che vengono urtati dal mio bacino. Ad un certo punto, Melina distende le braccia e si aggrappa al davanzale che sta appena sopra il letto e per un po' procediamo così, con la sua schiena molto più arcuata. Rallento un attimo per riprendere fiato, compiendo degli strusciamenti rotatori nella sua vagina e massaggiandole contemporaneamente la schiena, su dal bacino sino alle spalle e alla nuca.

Riparto e ripeto tutto da capo, con Melina che si puntella nuovamente sul cuscino e che allunga un braccio verso il mio basso ventre, iniziando a massaggiare vigorosamente la mia sacca scrotale. Da ciò capisco che siamo agli sgoccioli e che sta cercando di accelerare la mia eiaculazione. Per questo, dopo un'altra manciata di spinte pelviche, mi arresto e le domando quanto tempo abbiamo ancora a disposizione. Melina guarda l'orologio e mi dice che, a dire il vero, il tempo sarebbe finito. A questo punto, mi fermo e - consapevole che non riuscirò a tagliare il traguardo così velocemente - le domando se le vada di completare le operazioni con un HJ. La fanciulla acconsente e ci ridisponiamo sul lettone, io supino e lei di nuovo ginocchioni accanto a me. Ero davvero vicino alla conclusione, perché basta poco meno di un minuto di manipolazione del mio pene, per riempire il profilattico di eredi destinati ad essere immolati prematuramente :)

Mentre ci rivestiamo (più io che lei, ovviamente ...), scambiamo ancora quattro chiacchiere di circostanza e mi racconta che il suo turno si protrarrà sino alle 8(!!) di mattina. In effetti, quando ero entrato verso le 11, non l'avevo vista in postazione e quindi è plausibile che abbia iniziato a lavorare all'ora in cui le Cenerentole sono solite andare a dormire, per evitare che il loro cocchio si trasformi di nuovo in zucca ... Essendo originaria di una cittadina abbastanza lontana da Colonia, non vi rientra tutti i giorni ma usa la sua camera al Pascha anche come alloggio. Anch'io abito abbastanza (anzi, parecchio) lontano da Colonia, ma non ho alcuna intenzione di chiedere una camera per trascorrere la notte al Pascha, dato che ho un albergo assai più a buon mercato che mi aspetta, dove trascorrere le ultime ore di sonno prima di rientrare a casa. Per questo, mi congedo da Melina e varco la soglia presidiata da due armadi a quattro ante travestiti da buttafuori, per riprendere un po' insoddisfatto dalla nottata la via della stazione ferroviaria.
 
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