Napilandia 2.0

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Ovunque c'è profumo di donna
Il click più veloce di PFI

Che gli avrà preso stasera a @Marco che ha postato in un'ora e mezzo un centinaio di immagini di black, più quella di qualche tettona?...
D'oggi in poi lo chiamo Il click più veloce di PFI...:biggrin:


Marco, ma qualche tua rece su black ce l'hai?... Posta il link...:rtfm:

Io ho un paio di black da recensire e una cinese, ma sto diventando "vecchio" e non ho più le energie e la voglia di farlo... :pardon:
Devo conservarmi solo a scopo terapeutico: scopare...:sarcastic_hand:
Per le rece, largo ai giovani, quelli che riescono in un quarto d'ora a far venire anche la pay più navigata.
Le mie rece sono poco interessanti, io non vado più in cerca di veline, mi accontento delle pay "mediocri", basta che riescano a far venire me... :prankster2:
 
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Caro Roby, sulla nomina di Marco a dito più veloce di PF concordo senza riserve.
L'avevo notato già altre volte, ed è sempre un punto di riferimento nelle notti in cui finisco tardi di lavorare e non ho più l'età per andare a trombare la prima che capita. :sarcastic_hand:
Non trascurerei invece la recensione di qualche "mediocre". Primo perchè è sempre piacevole farci le fighe tue. Poi perchè ormai la compagnia tutta avanza negli anni. Che annunci pensi che guardo io, quelli delle ventenni? Non li guardavo tanti anni fa, figurati ora.

Non ho tanta voglissima di scrivere stanotte, sò esausto. Però lascio qualcosa per il sublime momento di Bastian di domattina, dopo il caffè. Ma sapete che a volte ci ho pensato, quando ci legge seduto, col pantalone del pigiama alle caviglie? :sarcastic_hand:
Occhio al cellulare amico mio, che tanti anni fa io ne ho ucciso uno così.
Ah dimenticavo, io il login devo farlo anche con me stesso, ogni mattina appena sveglio.

Notte

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Ci sono due argomenti interessanti, l'ambiguità della parola "sfruttamento" della prostituzione, che può voler dire cose diverse, e la questione di cosa passa nella mente di un criminale, che è naturalmente materia vastissima e non proprio attinente al forum ;-)

Sul secondo punto, osservo solo come il legislatore disciplini, che so, la tentata strage in modo diverso dalla strage, o in generale il tentato omicidio in modo diverso dall'omidicio, perché ritiene che, in qualche remoto recesso della mente, l'omicida sappia che, se fallisce il colpo, avrà in caso di cattura una pena minore. Se si guardasse solo l'animus dolendi, la pena sarebbe la stessa. Naturalmente io nella mente dell'omicida non ci sto, ma ci sono secoli di esperienza e di dibattito sulla "gradualità delle pene" che hanno portato anche al ragionamento di cui sopra (che può anche essere "sbagliato", naturalmente).

Sul minorenne non sono d'accordo. Un conto è lo sfruttamento per la prostituzione di bambine di 10 anni, effettuato dalle madri, come avviene normalmente (e immagino lecitamente) in India, e un conto è il concetto di "minorenne", che in ambito di sesso non deve esistere perché la maturità sessuale non si raggiunge assieme al certificato elettorale. Ormai la nostra società è abituata a considerare i minorenni come angeli asessuati incapaci di nuocere o di pensare o di agire o di scegliere. Eppure ci sono minorenni che spacciano droga, partecipano a conflitti a fuoco, uccidono premeditatamente, che sono attività dell'adulto, anche se minorenne. Per me non c'è la chiara linea dei 18 anni a determinare lo status di sviluppo mentale della persona. Trovo "normale" che una persona di 17 anni possa scegliere la vita della prostituzione, o la vita criminale, con la stessa consapevolezza con cui la sceglierebbe a 18 anni. Ci sono persone che sono adulte a 14 anni, le donne in particolare.

Sullo "sfruttamento" penso che sia una parola carica di sovrastrutture. La romena è lecitamente residente, se ha bisogno di qualcuno è qualcuno che la protegge - in certe zone - da rapine o da bullismo di altre prostitute interessate allo stesso incrocio. In questo caso il "protettore", inutile negarlo, prende una parte del provento ma fornisce un servizio (anche rischioso). Esiste cioè una "razionalità del comportamento illegale" che ha le sue leggi distributive di valore aggiunto: come per i furti negli appartamenti c'è chi vende le informazioni, e c'è il chiavaro, e c'è chi effettua la violazione di domicilio, e poi c'è il ricettatore, e fanno tutti parte di una filiera, così lo spaccio di droga, o la prostituzione, hanno la loro "filiera". Non mi pongo il problema se il chiavaro sia sfruttato dal ladro o il ladro dal chiavaro o se entrambi siano sfruttati dal ricettatore.

Diverso è il caso della coercizione, dello stato di soggezione dovuto, ad esempio, a minacce fisiche. Ma lì siamo alla "riduzione in schiavitù", reato questo contestato in modo spesso assai strumentale a banali papponi semplicemente per ragioni di falsificazione sociale del fenomeno (le prostitute non esistono, esistono le povere "schiave del sesso" e tu, tu cliente, che leggi questo sito, sei un essere abbietto).
Penso che sia un fenomeno molto, ma molto raro, e applicabile solo a persone illegalmente presenti nel territorio.

Il pappa può non essere "raro", ma se uno passa le notti nascosto dietro un furgone o dietro un benzinaio per poter risolvere una situazione se diventa pericolosa, avrà pure moralmente diritto alla sua equa remunerazione! In un modo o nell'altro, che sia casino, che sia strada, o che sia appartamento, la prostituzione ha la sua "filiera", richiede una organizzazione, l'apprestamento di mezzi: il casino, l'appartamento, i servizi di sicurezza e custodia valori. Io non vedo chi appresta mezzi come uno "sfruttatore". Anche le società di annunci lucrano sulle attività di prostituzione, e le favoriscono, e svolgono la loro utile funzione economica alla filiera. Tutti i servizi hanno un costo.

Se sono una prostituta nigeriana illegalmente presente nel territorio, e una organizzazione mi dà copertura, mi dà alloggio e vitto, mi nasconde, appresta i mezzi per farmi lavorare, correndo rischio di galera, questa organizzazione non lavorerà "gratis". Farà un servizio (illegale) alla prostituta. Può essere la prostituta a "sfruttare" l'organizzazione visto che poi lei fa la vittima e gli altri vanno in galera. Tutti i servizi hanno un costo...
 
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Vabbé. Fatico a credere che ciò che scrivi lo pensi veramente.
Forse vuoi solo provocare una discussione... :nea:
 
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Se non fosse una lucida descrizione della realtà, si tratterebbe di un'esaltazione dell'illegalità, e non credo che @....cinquanta intenda questo.
Il suo post non fa altro che mettere in evidenza l'assoluta mancanza dello Stato in un contesto, non solo sociale, anche e sopratutto economico.
 
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Gustaf, se c'è qualcosa che fatichi a capire in quello che scrivo, posso aiutarti, aiutami ad aiutarti :) :). Naturalmente penso tutto quello che ho scritto. L'illegalità è il frutto delle circostanze, delle leggi, della domanda e dell'offerta. Le attività criminose seguono le stesse logiche di quelle lecite, di fondo: domanda e offerta. Tu vuoi impedire alla gente di fumare stratassandola, e quella compra le sigarette in spiaggia. Il rimedio in questo caso è una tassazione normale.

Tu legislatore vuoi reprimere la prostituzione creando una serie di vincoli artificiali ad un'attività che ha la sua domanda e la sua logica, e il risultato è spostare quest'attività nell'illegalità e nella guerra tra bande per il controllo di un incrocio.

Tutta la delinquenza, nulla escluso, segue delle logiche di tipo economico, anche per attività illegali. Tutto l'operato umano è razionale, anche quello dei delinquenti e dei criminali, ma anche quello delle loro "vittime" che non a caso fanno affari coi "carnefici".

Ad esempio tutta la filiera dell'immigrazione clandestina ha un movente economico, movente al quale tutti partecipano: lo scafista, l'immigrato illegale, il caporale, il proprietario terriero. Tutto è molto razionale (non sto dicendo che sia legale o giusto, sto dicendo che la distinzione tra vittima e carnefice è spesso assurda, poiché si tratta di logiche di mercato in cui c'è un acquirente che deve soddisfare un bisogno e un venditore che quel bisogno soddisfa, lecito o illecito).

Tu forse pensi che lo scafista si approfitti dei clandestini, ma può essere pure vero il contrario: lo scafista porta i clandestini in Italia e quelli poi lo denunciano. Lo scafista rischia la galera e il clandestino che lo paga fa comunque la parte della vittima (e vittima non è, è committente) e la galera non la rischia. Se tu fossi clandestino, pagheresti quella cifra che paghi perché fai un calcolo economico razionale. Se tu fossi scafista, ti faresti pagare la cifra che prendi perché fai un calcolo in cui pesi il rischio di andare in prigione che corri. Tanto il clandestino che lo scafista fanno un ragionamento razionale e applicano un comportamento razionale.

Ripeto che se c'è qualcosa che non capisci, sono qui per spiegarti meglio.

C'è tanta retorica nel modo di pensare. Il pappone sfruttatore e la prostituta vittima. Lo scafista negriero e il clandestino vittima. E' un modo di vedere la realtà pregiudiziale, moralistico, a mio avviso stupido. Tutto è transazione. Tutto è scelta razionale. L'attività del protettore ha un senso economico come quello della prostituta, la prostituta richiede, in certi ambiti, il servizio del pappone (in altri no, infatti ci sono prostitute senza protettore, verosimilmente la maggioranza). La prostituta non è stupida. Se paga il protettore, è perché ha bisogno di protezione. Se paga l'annuncio, è perché ha bisogno di annunci. Se paga l'appartamento, è perché ha bisogno di un appartamento. Se paga il casino, è perché le conviene lavorare al casino.

Nei paesi dove ci sono i casini, non ci sono prostitute per strada, segno che il casino soddisfa le esigenze delle prostitute meglio della strada con tutti i suoi inconvenienti e rischi (e quindi costi). Dove non ci sono casini, la prostituta ha poche scelte (strada, annunci, discoteca, intermediari vari). Queste scelte costano. Nulla è gratis nella vita.

Se il favoreggiamento della prostituzione è reato, il tuo "promotore" che ti fa pubblicità e sparge presso circoli dove è introdotti vorrà soldi proporzionati al rischio.

Se gli autobus e i taxi fossero vietati e fare trasporto di persone fosse reato, il "biglietto" del passaggio clandestino costerebbe molto di più. E chi prendesse l'autobus vietato non solo pagherebbe molto, ma lo farebbe in base ad una scelta razionale.
 
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Ad esempio tutta la filiera dell'immigrazione clandestina ha un movente economico, movente al quale tutti partecipano: lo scafista, l'immigrato illegale, il caporale, il proprietario terriero. Tutto è molto razionale (non sto dicendo che sia legale o giusto, sto dicendo che la distinzione tra vittima e carnefice è spesso assurda, poiché si tratta di logiche di mercato in cui c'è un acquirente che deve soddisfare un bisogno e un venditore che quel bisogno soddisfa, lecito o illecito).

Tu forse pensi che lo scafista si approfitti dei clandestini, ma può essere pure vero il contrario: lo scafista porta i clandestini in Italia e quelli poi lo denunciano. Lo scafista rischia la galera e il clandestino che lo paga fa comunque la parte della vittima (e vittima non è, è committente) e la galera non la rischia. Se tu fossi clandestino, pagheresti quella cifra che paghi perché fai un calcolo economico razionale. Se tu fossi scafista, ti faresti pagare la cifra che prendi perché fai un calcolo in cui pesi il rischio di andare in prigione che corri. Tanto il clandestino che lo scafista fanno un ragionamento razionale e applicano un comportamento razionale.

Ripeto che se c'è qualcosa che non capisci, sono qui per spiegarti meglio.

C'è tanta retorica nel modo di pensare. Il pappone sfruttatore e la prostituta vittima. Lo scafista negriero e il clandestino vittima. E' un modo di vedere la realtà pregiudiziale, moralistico, a mio avviso stupido. Tutto è transazione. Tutto è scelta razionale. L'attività del protettore ha un senso economico come quello della prostituta, la prostituta richiede, in certi ambiti, il servizio del pappone (in altri no, infatti ci sono prostitute senza protettore, verosimilmente la maggioranza). La prostituta non è stupida. Se paga il protettore, è perché ha bisogno di protezione. Se paga l'annuncio, è perché ha bisogno di annunci. Se paga l'appartamento, è perché ha bisogno di un appartamento. Se paga il casino, è perché le conviene lavorare al casino.
Che sia una logica razionale a spingere ad incontrarsi vittima e carnefice, non c'è ombra di dubbio.
Sono anche d'accordo sul fatto che le motivazioni di entrambi siano economiche.
Ma vittima e carnefice non si possono mettere sullo stesso piano.
Se ritornassimo indietro di millenni, quando ancora la civiltà era ben lungi da venire, e le leggi non esistevano, - nemmeno quella famigerata che ci siamo inventati con il nome di "domanda e offerta" - l'essere umana aiutava il proprio simile, non lo sfruttava.
Anche oggi ci sono rarissime realtà dove prevale l'etica solidale alla legge di mercato.
Chi "sfrutta", specialmente chi lo fa consapevolmente (e qui bisognerebbe parlare di capitalismo e multinazionali, ma stuzzicherei un vespaio "politico", cosa che non è assolutamente mia intenzione fare ), deve essere punito.
Potrei anche essere clemente con il piccolo spacciatore di zona che vende droga per pagarsi la dose, in fondo è anche lui una vittima.
Non posso tollerare e giustificare chi ammazza per droga, sia chi lo fa per procurarsi una dose, sia chi lo fa per una partita di quintali di droga.
Logico che è sempre lo Stato ad essere il più colpevole in quanto, non legalizzando l'uso di sostanze stupefacenti, favorisce il mercato clandestino e la criminalità.
Come non posso paragonare un usuraio al suo debitore.
Entrambi sono mossi da motivi economici, ma uno lo fa per lucro, l'altro per bisogno.
Uno va, giustamente, in galera; l'altro va aiutato.
 
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Gustaf, se c'è qualcosa che fatichi a capire in quello che scrivo, posso aiutarti

Ti ringrazio, non ti disturbare, temo di aver capito quanto basta.

Ti atteggi a cinico e a brutale razionalista, ma nel tuo geometrico economicismo mi sembri un po' naïf.

Ma sotto sotto ti invidio, è bello avere delle certezze... In fondo i dubbi fanno solo perdere tempo.
 
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Che sia una logica razionale a spingere ad incontrarsi vittima e carnefice, non c'è ombra di dubbio.
Sono anche d'accordo sul fatto che le motivazioni di entrambi siano economiche.
Ma vittima e carnefice non si possono mettere sullo stesso piano.
Se ritornassimo indietro di millenni, quando ancora la civiltà era ben lungi da venire, e le leggi non esistevano, - nemmeno quella famigerata che ci siamo inventati con il nome di "domanda e offerta" - l'essere umana aiutava il proprio simile, non lo sfruttava.
Anche oggi ci sono rarissime realtà dove prevale l'etica solidale alla legge di mercato.
Chi "sfrutta", specialmente chi lo fa consapevolmente (e qui bisognerebbe parlare di capitalismo e multinazionali, ma stuzzicherei un vespaio "politico", cosa che non è assolutamente mia intenzione fare ), deve essere punito.
Potrei anche essere clemente con il piccolo spacciatore di zona che vende droga per pagarsi la dose, in fondo è anche lui una vittima.
Non posso tollerare e giustificare chi ammazza per droga, sia chi lo fa per procurarsi una dose, sia chi lo fa per una partita di quintali di droga.
Logico che è sempre lo Stato ad essere il più colpevole in quanto, non legalizzando l'uso di sostanze stupefacenti, favorisce il mercato clandestino e la criminalità.
Come non posso paragonare un usuraio al suo debitore.
Entrambi sono mossi da motivi economici, ma uno lo fa per lucro, l'altro per bisogno.
Uno va, giustamente, in galera; l'altro va aiutato.
Concordo Roby.
Discorso che purtroppo è diventato anacronistico in una società che si fonda in modo sempre più radicato sul bisogno e sulla necessità.
A questo punto varrebbe la pena interrogarsi su cos’altro possa essere il progresso se non affrancare l’essere umano dalla necessità.
 
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Man mano che leggo, comprendo sempre di più il pensiero di @..cinquanta.
Lo dico sinceramente, anche se non riesco a condividere una linea di razionalità così rigida. Penso che la diversità di pensiero, possa stare tutta racchiusa nei bagagli che accumuliamo negli anni.
Io per esempio, quando scrivo accumulare bagagli, faccio già una implicita somma tra quelli che prendo e quelli che via via scarto, trattenendo l'essensiale, che diventa la mia convinzione. Sapendo tuttavia che anch'essa è provvisoria, come la vita stessa. Domani troverò altri bagagli che entreranno a far parte della mia cultura, ma ne avrò scartati di ulteriori, perchè la mia mente muta, come il mio corpo, in un susseguirsi di eventi razionali che devono continuamente confrontarsi, a volte anche in forma bellica, con quelli emotivi e viceversa. La vita è tumultuosa. Il pensiero è tumultuoso. Non riuscirei ad immaginare la mia vita, privata di questo magma di certezze provvisorie e incertezze perenni.
Non riuscirei mai a raggiungere una destinazione percorrendo una rigida retta. I miei percorsi sono contorti, intricati come matasse di rame, ma non riesco a dare ai miei pensieri percorsi diversi.
Sicchè fatico a distinguere vittime da carnefici. Tutti siamo vittime e carnefici al tempo stesso.
L'importante è che non si configurino categorie. Vero, il clandestino potrebbe non essere sempre vittima. Purchè questo pensiero non induca all'alibi che non lo sia mai.
Il ladro, pur compiendo un'azione criminale, può essere spesso vittima. A volte anche l'omicida. Tutti possiamo essere vittime di quell'attimo che sfugge al nostro controllo. Già una premeditazione, mi fa scartare nel modo più assoluto, l'ipotesi di collocare il delinquente occasionale tra le vittime.
Faccio molta più fatica a collocare lo sfruttatore o lo spacciatore, nella categoria vittime.
Ancorchè esista una necessità, che spinge a delinquere, ci resta sempre la scelta.
Anch'io condivido, ad esempio, la gradualità della pena. Probabilmente però il mio concetto di gradualità passa attraverso quella linea contorta di cui parlavo prima. Ecco perchè sarei portato a infliggere una pena severa ed esemplare a chi sfrutta il lavoro altrui, sottopagandolo o pagandolo in nero. O a chi truffa un pensionato (un funzionario di banca per esempio, quasi sempre impuniti), rispetto a chi truffa una multinazionale.
Forse non potrò mai fare il legislatore nè il giudice. Primo perchè ormai è tardi, ma anche credo non ne sarei stato in grado.
 
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@Roby,

quello che io dico è che vedo che spesso ci formiamo (vi formate :) ) delle categorie pregiudiziali. Ad es. la categoria "sfruttatore" e la categoria "vittima" vengono applicate a situazioni di mutuo scambio di utilità.

Prendiamo il caso dell'usuraio. L'usuraio mette nella tua quasi fallita impresa un capitale di rischio. Lo fa perché spera di riprendere il capitale e di ricavarne un interesse. L'interesse, ovviamente, non sarà quello bancario del, che so, 5% che si ricava dal prestare capitale ad un'impresa sana. Se l'impresa non è sana, il rischio è maggiore. Se il rischio è maggiore, l'interesse dovrà essere maggiore.

La "vittima" potrebbe pure chiudere i battenti e dichiarare l'attività economica chiusa. Sono cose che capitano. Ma significa dire alla propria famiglia "ho fallito. Niente più università ad Harvard per te, niente più villa al mare per noi, niente più sabati al Savini. Credevamo di essere ricchi, e siamo poveri. Vendiamo la Lamborghini e ci facciamo la Panda usata".

La "vittima" questo non lo fa. E' sempre convinta che la prossima commessa sia dietro l'angolo, che la prossima idea sia quella vincente, che le botte passate siano il frutto di sfortuna. Se solo le banche gli concedessero più fiducia! Se solo capissero che il successo è a un passo! Il prossimo prodotto è geniale, ma ora ho bisogno di soldi per tacitare i creditori e per comprare i nuovi macchinari. Ma le banche sanno che quell'impresa non funziona, e non tirano fuori altri soldi.

Cosa fa la "vittima"? Pur non di non guardare in faccia la realtà, va da uno che sa, come la banca, che lì il rischio di perdita è molto alto ma, al contrario della banca, è disposto a rischiare, anche perché, al contrario della banca, può chiedere il 20% e ha un randello dietro la schiena, e la "vittima" lo sa.

Morale della favola: vale il proverbio tedesco: "ogni condannato si cerca il suo boja".

L'usuraio medio non so che rendimento dal capitale abbia, ma penso non sia superiore a quello di una banca. L'usuraio presta denaro a imprese ad alto rischio, alle quali nessuna banca presta più.

La "vittima" in questo ennesimo caso prende i soldi, poi non li restituisce, perché è ontologicamente "vittima". Una vittima che però i soldi se l'è presi, dall'aguzzino.

Hai voluto rischiare l'ennesimo capitale non tuo, ma la villa al mare, per restituire il capitale all'"aguzzino" non la vendi. Poi ti lamenti se l'aguzzino ti manda i picchiatori. Ma tu sapevi tutto prima: sapevi che rischiavi capitale non tuo, sapevi che se fosse andata male avresti dovuto vendere la villa al mare per dare i soldi al "carnefice", incluso quel 20% di interesse per l'altissimo rischio dell'operazione.

Tutti buoni a fare le "vittime degli usurai" coi soldi degli altri.

Questo ragionamento si può ripetere all'infinito. E' veramente difficile trovare le vere "vittime". Si tratta molto più spesso di finte vittime in sodalizio economico col "carnefice".

Qual'è il "bisogno" di chi va dall'usuraio? Quello di poter continuare a sperare che la sua azienda non sia fallita, quando probabilmente lo è.

Con tutto questo non sto dicendo che dove c'è un reato questo non vada perseguito.

Voi dite "sfruttatore" perché non vi mettete nei suoi panni. Se deste denaro a prestito ad imprese decotte ad alto rischio fallimento, capireste meglio la sua logica.
Allo stesso modo, voi dite "magnaccia" perché non rischiate la galera o la pelle per accorrere col coltello in mano se un balordo cerca di rapinare il ricavato della serata alla vostra "protetta", o se una gang di ubriachi cerca di violentarla, o se un emissario di un'altra prostituta viene a farti presente che quell'incrocio è già occupato. Le minacce e le coltellate alla fine le prende il "magnaccia" non le prende la prostituta. Io il "magnaccia" lo rispetto perché fa un'attività di guardia del corpo che la legge non riconosce come lecita, ma che l'umanità dovrebbe imporci di riconoscere come moralmente accettabile.

Sempre che non pensiate che la prostituzione sia il male. Ma questo io NON lo penso.

Il male sono i divieti, i pregiudizi. Gli stessi pregiudizi che condannano i protettori sono i pregiudizi che tengono chiusi i casini. Finiamola coi moralismi e chiediamoci cosa è sociamente giusto e utile, non cosa sia moralmente lecito.
 
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Sì, @...cinquanta, il tuo discorso non fa una piega ma mi sembra che confondi l'etica con il moralismo.
Non è che io non faccio l'usuraio perché sono un moralista, è che lo trovo eticamente sbagliato.
Tu dici che l'usuraio presta soldi suoi a rischio suo.
Ma come li ha fatti quei soldi?
Il problema sta a monte, non è l'uomo della strada che crea le categorie, è l'ipocrito sistema che gli è cresciuto d'attorno nel corso dei secoli che ha creato all'interno di una stessa specie sia lupi che agnelli; o se preferisci, sfruttatori e vittime.
 
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tra il Tevere e i loft.
Un saluto a tutti.. ogni 15/ 20 giorni vi leggo, ma non ho più forza di scrivere. Non c'è la ho più la forza di scrivere, forse po' oggi mi è venuta ora che alle 19:56 sono più che brillo...

Sono diventato zio a dicembre, la figlia di mia sorella, una meravigliosa bambina dagli occhi verdi, che nonostante il bene che le voglio, erediterà un futuro di merda. Eppure mi diverto a tenerla in braccio e sentire i suoi borbottiii..

non c'è la ho più la forza di scrivere, perché sto spesso con il lavoro in mezzo alla merda, con minacce di politici "che se non fai quello che dico io ti sbatto ad Ostia".
Mi ritrovo spesso d'accordo in TV con gli sfoghi di Massimo Cacciari sebbene come sapete sia di tutta altra corrente politica, è un paese che si avvia ad un declino brutto. Iniziate a fare riserva di spazzolini, rasoi e saponi che tra qualche 6 mesi inizieranno a scarseggiare.

Non la ho piu molto la forza di scrivere, perché forse novità non ne ho, a 41 anni a ottobre. Tranne il fatto che continuo ad andare a troie, e la coniglia è ancora in salute e va per i 7 anni.

Statemi bene, ogni tanto mi affaccerò, come sempre leggendovi.

A tutti, nessuno escluso, Un abbraccio vostro Sodo.
 
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@ cinquanta. Il tuo percorso è chiaro. Quello che un po' mi sfugge è se va inteso come momento di filosofia estrema della razionalità o sconfiniamo nello sdoganamento dell'illegalità.
L'esempio che tu fai dell'usuraio è perfetto. Sta correndo un rischio d'impresa. Ma in un'area di illegalità, dove difficile è collocare vittime e carnefici.
Ragionamento che comunque resta valido, nel suo essere borderline, esclusivamente nell'esempio descritto, dove la presunta vittima è colui che non vuole rinunciare a ville e gioielli.
Perchè appena il beneficiario dell'usuraio non è più il milionario in momentanea disgrazia, che non vuol arretrare dal suo benessere, ma un povero panettiere o macellaio, o una vittima della famigerata Fornero, entrambi già precedentemente vittime di un sistema commerciale marcio fino al midollo, che favorisce multinazionali ad alta evasione fiscale, ma non tutela onesti lavoratori, bhe io l'usuraio vittima del rischio d'impresa non riesco proprio a collocarlo.
Anzi, rincaro. Per me, forse incapace di fare il legislatore come ho già scritto, il crimine si configura come associazione a delinquere. In combutta con le multinazionali, il sistema politico e l'usuraio, che diventa il boja finale della vittima, che però non si è scelto, come dice il detto tedesco, perchè mai si sarebbe rivolta a lui se il sistema stato-politica fosse dalla parte degli onesti. Cioè etico.
Se disconosciamo questo principio, non stiamo sdoganando solo l'illegalità, stiamo mettendo in discussione la nostra esistenza.
Seguendo la linea retta del ragionamento razionale, dopo aver sdoganato l'illegalità, in un regolamento di conti fra cosche rivali, chi viene assassinato diventerebbe per automatismo la vittima momentanea.
Entrambi correvano il rischio di un'attività oltre i confini della legalità, ma uno è stato sopraffatto. Poretto. Preferisco tenermi il mio pensiero contorto.
Il trasferimento del ragionamento in ambito prostituzione, presenta invece un difetto originario. La prostituzione non è illegale, il magnaccia sì.
La prostituta (alcune) che deve rivolgersi al pappone è e, per me, resterà sempre vittima, anche se decide lei di affidarsi all'illegale protettore. Perchè se ci fosse coerenza, la prostituta non avrebbe necessità di difendersi. Svolgerebbe il suo lavoro (legale) in ambiti coerentemente adeguati e sarebbe protetta dalle forze dell'ordine, in virtù delle tasse che pagherebbe come ogni lavoratore pulito.
Certo, sarebbe soggetta anche lei ai rischi che incorre qualunque cittadino, perchè i balordi stanno dietro ogni angolo. Ma non avrebbe bisogno del magnaccia.
Io la vedo così.
 
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