Rassegna StampUnter

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Tutto sto casino per niente, esiste una cosa che si chiama Paypal.com da almeno una ventina di anni, per i trasferimenti di denaro da privato a privato si può creare anche un account con nome e cognome fittizio in modo da non esporre i propri dati a potenziali maniaci e stalkers, il denaro poi la pay lo può trasferire dove le pare e monetizzarlo comodamente al bancomat. Le transazioni sono irrevocabili. Basta dare la mail associata, il trasferimento è in tempo reale. Io lo propongo sempre nel caso ritenga opportuno mandare un anticipo spese.
 
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nel sobborgo londinese di Walworth
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Non è la prima notizia in merito che leggo e probabilmente non sarà nemmeno l'ultima! :) Il mondo sexpaying è molto vasto!
 
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Non è la prima notizia in merito che leggo e probabilmente non sarà nemmeno l'ultima! Il mondo sexpaying è molto vasto!

C'è da dire che il sito in questione non sembrava proprio una fonte attendibilissima :): poca sostanza, pochi riferimenti precisi e controllabili e l'apparente tendenza a ricamare a piacere su situazioni a metà tra il sensazionalistico e il boccaccesco, sul modello di vecchie riviste come la famigerata "Cronaca Vera" (se qualcuno se ne rammenta).

Ad ogni modo non c'è dubbio che quella dell'incontro "familiare" in bordello, oltre ad essere una situzione verificatasi probabilmente più di una volta nel mondo reale, è stata anche un "cliché" letterario da tempo immemorabile, specialmente nell'ambito dei feuilleton melodrammatici ottocenteschi, tanto che Pirandello se ne servì da par suo nei "Sei personaggi in cerca d'autore", due dei quali sono un padre e una figlia che si riconoscono con imbarazzo nel retrobottega di una modista adattato a postribolo clandestino.
 
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Ad ogni modo non c'è dubbio che quella dell'incontro "familiare" in bordello, oltre ad essere una situzione verificatasi probabilmente più di una volta nel mondo reale, è stata anche un "cliché" letterario da tempo immemorabile, specialmente nell'ambito dei feuilleton melodrammatici ottocenteschi [...]

Anche nel racconto "Il porto", di Guy de Maupassant.
 
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Nn ha bisogno di spiegazioni , 10 e lode al titolista o come si chiama :
IMG_20200223_180825_897.jpg
 
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La questione ha una certa importanza perché l'Olanda è una delle roccaforti della legalizzazione e, da come la presentano certi articoli, sembra che ad Amsterdam vogliano chiudere le vetrine del sesso. E' così solo in parte.
Il problema grosso è il turismo di massa che porta un'enorme quantità di visitatori ad Amsterdam. Nella città vecchia (de Wallen), se ubriachi e in branchi, infastidiscono i residenti e forse anche le ragazze in vetrina. Quindi da mesi la sindaca Femke Alsema sta pensando di adottare contromisure, ma ha anche detto chiaro e tondo che considera la prostituzione un lavoro legittimo.

La scorsa estate aveva proposto 4 soluzioni

1. Mettere le tende alle vetrine, così che i curiosi perditempo stiano alla larga. La soluzione non piace alle ragazze che non riescono a pubblicizzarsi.
2. Chiudere le vetrine nel centro storico e aprirle in un luogo diverso in preferia, un vero erotic-center. Anche questa non piace alle ragazze, la cui maggioranza vorrebbe restare nelle vetrine del centro.
3. Adottare la soluzione 2 solo in parte, ossia fare l'erotic-center altrove ma lasciare aperte alcune vetrine del centro.
4. Aumentare addirittura le vetrine in centro, per fare in modo che i turisti si sparpaglino e facciano meno ressa. Tenete presente che per rendere più signorile la zona, il comune aveva fatto chiudere parecchie vetrine negli ultimi 12 anni. Mi sembra che questa fosse la soluzione preferita dalle associazioni di prostitute.

A quanto capisco da questo articolo in inglese la soluzione più probabile sembra la n.3, in particolare dalla frase:

The aim is not to replace prostitution in the red light district, but open the door to alternative locations so sex workers can relocate if they feel more comfortable, officials say.

Quindi lasciare le vetrine nel Wallen, ma offrire anche un luogo alternativo che vada bene a quelle che vogliono sottrarsi alla ressa dei curiosi. Se così fosse non ci vedrei niente di male. Nell'articolo di adnkronos, che comunque è ben fatto, sembra che la soluzione scelta sia invece la n.2.
Non so quale sia più attendibile, ma l'importante è che venga ribadito che la prostituzione è un lavoro legittimo.
 
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Bologna, ricatto hard. Operaio paga oltre mille euro

https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/ricatto-1.5045517

Contatta online una donna per un gioco erotico. Alla fine salta tutto, ma lei chiede soldi per tacere
Bologna, 25 febbraio 2020 – Più di mille euro. Tanto ha pagato un operaio della Bassa bolognese a una donna con la quale aveva preso contatti per un gioco erotico che, poi, non si è mai concretizzato.L'incontro è avvenuto su un noto sito web specializzato proprio nell'incrocio di questa specifica domanda e offerta. L'operaio e la donna parlano, si scambiano i numeri di telefono, si accordano. Ma alla fine l'uomo decide di tirarsi indietro e disdice l'incontro. Ma lei non demorde, anzi rilancia: gli intima di versare 150 euro sulla propria Postepay: “Atrimenti dico a tutti quello che volevi fare”. Lui subisce, spaventato e versa. Poi cancella il suo profilo sul sito.Ma non basta: sul cellulare arrivano una raffica di messaggi vocali: questa volta a parlare è un uomo , che invia i messaggi da un'utenza sconosciuta, che minaccia l'operaio anche di botte se non avesse accettato di pagare, ancora e ancora.Alla fine sono cinque i pagamenti, per un totale di 1.050 euro. Il pomeriggio del giorno successivo, l’uomo, esausto e spaventato, va dai carabinieri di Budrio e racconta tutto. I militari, assieme ai colleghi di Molinella, risalgono ai nomi che stanno dietro ai numeri di telefono dai quali partono le minacce. E non è una sorpresa quando scoprono che quelle persone hanno precedenti proprio per lo stesso reato “a danno – addirittura! – di un disabile”, si indignano i carabinieri.A capo della piccola banda tutta composta da italiani c'è una donna di 31 anni, nullafacente, pregiudicata e attualmente detenuta nel carcere di Bollate: era lei che adescava le vittime. Dal ricatto con minaccia di divulgazione – temine tecnico “Sextorsion” – si passava poi alle maniere forti, con la minaccia di male fisico; di questo se ne occupava il compare di trent'anni, anche lui nullafacente, pluripregiudicato e in cella a Busto Arsizio per reati estorsivi. Di incassare il denaro, vista la loro impossibilità a uscire di cella, era un ragazzo di appena 23 anni, anche lui nullafacente e con precedenti.Un’azione da professionisti, insomma. Per l'uomo e la donna è stata emessa dalla procura di Bologna una nuova misura cautelare in carcere, per il ragazzo è arrivato l'obbligo di firma. Poi tutti e tre finiranno alla sbarra.
 
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In effetti, stupido io, ma pensavo che in carcere il cellulare te lo togliessero. Oppure quando si viene incarcerati si pasteggia a spese dello stato e per il resto si prosegue in tutto e per tutto la vita che si faceva fuori?

Di solito sono proprio lontanissimo da posizioni estreme del tipo "metteteli a pane e acqua" o "buttate via la chiave", ma che possano continuare a farsi i cazzi propri con lo smartphone mi sembra paradossale. Ho capito che ormai la vulgata è che il cellulare faccia parte dei "bisogni vitali" come mangiare, dormire e respirare, ma mi spiegate a che cosa si suppone che debba servire in carcere?
 
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In effetti, stando in tema delle notizie, mi domando come possa essere presente la schiavitù diffusa sulle vie italiane, con le stesse presunte schiave, le quali hanno tutte o quasi in mano uno smartphone collegato in Rete, che in tal caso non è affatto indispensabile per svolgere la connessa pratica!
Giustamente, avete visto cosa si può fare con esso, pur stando in gabbia; figuriamoci sulla strada, con i propri carcerieri, impossibilitati ad osservare le medesime persone costantemente.
Mai fidarsi troppo di certe notizie.
 
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