Thai story 4 - Samui & Phuket 2017, the final cut

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Per chi ha letto le mie due precedenti Thai story e ha voglia di sapere come è finita…
Ma, mi rendo conto, deve trattarsi di gente dotata di una gran curiosità e voglia di leggere le mie verbose seghe letterarie…
Se andate per rece rapide e sapide, questa è roba che potete saltare...
Cfr.
http://community.punterforum.com/showthread.php?t=4901&highlight=Thai+story
http://community.punterforum.com/showthread.php?t=251552&highlight=Thai+story

Ok? Beh. Si parte…

Samui… 9 anni dopo…

La sera stessa del mio arrivo, dopo una giornata gloriosa di sole e scottature, vado dritto allo Starz club (Thai Story part.1), cabaret show. Ha cambiato location. Ma trovarlo è facile, proprio sulla Chaweng Road, a pochi passi dal celeberrimo Ark Bar e dalla perversa e gustosa Soi Green Mango.

Anche se è cambiato molto rispetto ad allora, sento di conoscere quelle vie come le mie tasche. Come se nove anni non fossero mai passati.

Individuo l’ingresso del locale e, con stupore dei buttadentro, non mi faccio pregare ma entro deciso e spedito.

In cima alla scala c’è Terry, il proprietario. Antico compagno di chiacchiere e di qualche bevuta. Incredibilmente, mi riconosce subito. Mi sorride e mi stringe la mano: “I remember about you, it’s a long time ago… Icha still works there, you will see her in a while!”

Si abbassano le luci. Musica a palla. Corpo di ballo gay… Comincia lo spettacolo.

Me lo ricordavo migliore lo show. Ma non mi delude. Ora mi sembra un po’ più prefabbricato. Un po’ meno naive. Forse perché lo show è ripetuto tra volte ogni sera: alle 9:30, alle 10:30 e alle 11:30. Ma è sempre uno spasso.

Alcune performers le ricordo bene. Altre sono cambiate. Maya, la bellisima Maya, ha lasciato lo spettacolo solo poche settimane fa. Peccato.
Altre sono ancora lì, come nove anni fa. Sempre divertenti. Sempre generose di charm e gioia di esibirsi sul palco.

Quando appare Icha, ho un tuffo al cuore.
Quel suo stare in scena è unico. Sembra non le importi.
Eppure, si capisce, è la sua ragione di vita.
Lei sembra non notarmi. Eppure mi guarda e mi riconosce immediatamente. Con quel suo sguardo imperscrutabile. Nasconde i suoi sentimenti ed è impossibile capire… Ma mi guarda. Mi sorride. Ammicca appena. C’è qualcosa nell’aria. Come quando, quasi dieci anni fa, la corteggiavo una tiepida notte a soi Green Mango e, fino all’ultimo, non avrei capito se sarebbe stato sesso e feeling o solo un incontro tra i tanti…

Mi fermo qualche minuto dopo lo spettacolo a salutarla. Dribblo le colleghe in cerca di mance e corro ad abbracciarla. Stringerla forte a far scrocchiare quel suo corpo ossuto. Rubarle qualche bacio sul suo collo sottile…

“You wait for me?” Mi fa, improvvisamente.

E io, che conoscendola, non mi sarei aspettato un invito così esplicito, anche se stonato dal fuso orario e desideroso solo di una bella dormita, non posso che dire di si. Certo. Tra un’ora. Sarò qui alla fine del prossimo spettacolo.

… Inganno il tempo con un caffè qualche isolato più in là. Navigo un po’ tra la posta sul telefono. Guardo il passeggio di turisti ubriachi. Dribblo massaggiatrici che propongono trattamenti ricreativi “special” e con “happy ending”…

Un’ora dopo sono sotto lo Starz Club. Ma sono in ritardo di 5 minuti. Lo show è finito un po’ prima. C’è solo un cameriere che mi informa che il locale è chiuso e che sono andati tutti via. Anche Icha… Non mi ha aspettato…

Come la mia ultima sera nove anni fa… Mi diede buca.
Mi ha dato buca anche stavolta.
Mi ha chiesto di aspettarla. E non si è fatta trovare…
Te lo spieghi?

“I don’t know”.
Mi dirà un paio di sere più tardi incrociandola mentre torno in hotel dopo un bel massaggio happy ending di una certa, dolcissima, Sun.
Quasi 40 anni. Delusa dagli uomini (forse, da quelli come me). Non ha più voglia di concedersi. Non ha più voglia di illudersi. Non ha più nemmeno la voglia di divertirsi, anche se ne ha lo stimolo. Vai a capire quell’animo complicato e dolcissimo di transgender orientale.
Anni luce lontano dal pensiero e dall’approccio di un farang europeo…

E ancora la andrò a vedere al suo show un’ultima volta. Una sera piovosa. Per capire cosa in realtà pensa… Se davvero le piaccio ancora almeno la metà di quanto lei piaccia a me… E, ancora una volta, non sarà dato capire… Anche quando, nel cuore della notte ci troveremo a chattare per ore e lamenterà che questa volta non l’ho aspettata dopo lo spettacolo…

Ma il tempo a Samui è diventato orribile. Piove in modo persistente. I passatempi consueti mi sono venuti a noia. Persino la bellissima Sonya, da cui mi sono fatto rimorchiare in Soi Green mango, che ho portato nella mia stanza pensando di avere tra le braccia una splendida gender girl per poi scoprire che è un’altra bellissima, insospettabile, appassionatissima trans, non riesce a cavarmi da un umore che è diventato improvvisamente cupo, crepuscolare, odoroso di umido come il tempo che non migliora, invecchiato come il mio corpo di cinquantenne… Ancora tonico, ma irrimediabilmente segnato dall’età…

Il giorno dopo prendo un volo per Phuket, sovvertendo tutti i miei programmi e la mia vacanza.

E, come c’è da aspettarsi, la mattina, mentre raggiungo il delizioso aeroporto di Samui, il cielo è terso e il tempo è glorioso.
Ma il dado è tratto. Abbandono Samui per non tornarvi –credo- mai più.

E la vista delle Phi Phi Island dal cielo mi dà il bentornato a Phuket, con l’animo che si ristora e torna a sperare in nuove affascinanti avventure.

Patong è come l’ho lasciata 15 mesi fa.

Il tempo non passa mai in Bangla Road.
Ogni notte uguale a quella prima.
Puttane. Musica assordante. Turisti alla ricerca del party estremo. Alcohl a fiumi. Le faccie della gente, sempre le stesse…
Soi Crocodile, un tempo viicolo dei ladyboys, chiusa per molti mesi per ricostruzione, è ora un bellissimo locale straight con musica di classe, DJ eccellenti e musica dal vivo.

Subito dopo cena vado a cercare l’Amazona, il locale dove ho conosciuto Ann che mi ha rubato il cuore due anni fa.
Ma ha chiuso. Non esiste più. E di Ann nessuna delle girls lì intorno sa nulla.
Mi faccio allora rimorchiare da una ballerina di un go-go bar.
Un viso d’angelo, un corpo morbido ed esile… Ma con il pomo di Adamo.
E’ bellissima, e se non fossi così attento ai particolari, potrei facilmente giurare che è una giovanissima donna.
Ma non parla una parola di inglese ed è poco simpatetica… Così dopo un oretta di drink, e qualche palpatina reciproca, decidiamo di comune accordo che, anche se ci scoperemmo molto volentieri, il feeling è insufficiente a pagare 1000 baht di bar fine e il doppio come tariffa per uno short time… E, in fondo, lei può rimediare di meglio senza troppo patire.

Più tardi (o forse era la sera successiva?) adocchio su un cubo uno dei corpi, e dei culi, più belli che abbia mai visto.
Questa volta non ho dubbi. E’ una donna.
Ha un viso molto particolare e improbabili capelli sul biondo.
Non è un viso bello come quello della trans di poco prima, ma intrigante.
E un corpo. Oddio. Un corpo da sballo.
Chiacchieriamo un po’. Beviamo una cosa. Conveniamo per un bar fine scontato.
Finiamo tra le lenzuola poco dopo…
Solo per scoprire che… Azz… Un’altra trans.
Eppure non sono nè ingenuo né neofita del genere…
Ma meno male che amo le trans quanto le donne…
Qui, davvero, ci vuole il test del DNA e la conta dei cromosomi per capire…
Fortuna che lei sia femmina anche nel modo di fare sesso.
Posso addormentarmi sereno accanto a lei.
Per fortuna sta nel suo angolino. Non russa. Non fiata. Il sesso fatto senza risparmio merita il giusto riposo.

Eppure…
Eppure…

Essere qui a Phuket, sapere che da qualche parte c’è quella ragazza che due anni fa mi ha stregato e segnato l’anima.
So da Facebook che è fidanzata…
Non sarebbe poi carino incontrarla per un caffè, solo per dirle ciao?
Dai. Per una volta. Senza secondi fini.

Ann non mi ha mai concesso la sua amicizia facebook.
E, del resto, dopo qualche settimana dal mio rientro in Italia, bloccai il suo numero dopo una discussione spiacevole al telefono. Telefono che poi ho cancellato.
Insomma, ritrovarla non sembra facile.
E non so quanto sia opportuno.

Ma… Cazzarola… Non è che passo da Patong tutti i giorni.
E lei mi aveva davvero segnato l’anima.
Si. Vorrei davvero salutarla.
No. Non per scopare. Non per fare pace.
Ma per una sorta di curiosità, educazione, imprecisata correttezza, romanticismo del cazzo…
Si. Vorrei davvero salutarla e dirle che, whatever it happened, whatever it’s going now, io sono qui a Phuket e vorrei dirle “ciao” ancora una volta.

Ma sì.
Fanculo.
Le lascio un messaggio su facebook.
Se lo legge è ok.
Se no, ciccia.

E… Incredibilmente…

Solo pochi minuti dopo, mi risponde.
Si. Si ricorda bene di me.
E, si. E’ effettivamente fidanzata.
Ma… certo. Le fa piacere se la saluto.

No. Difficilmente l’avrei mai ri-incontrata… Una ex bar girl transgender che ora fa la receptionist in un hotel in una nascosta traversa un paio di blocks dietro la spiaggia…

Un paio d’ore dopo sono da lei.
La riconosco immediatamente alla reception dell’hotel.
Ma è ben diversa da allora.

La ricordavo che lasciava la mia stanza la mattina della mia partenza da Patong due anni fa.
Era fasciata da un vestitino attillato, quello con cui stordiva i clienti della Bangla.
Il trucco perfetto appena segnato dagli occhi lucidi.
Galleggiava su tacchi vertiginosi col suo corpicino perfetto, magro e tonico ma sinuoso e invitante.
I capelli corvini che si appoggiavano lievi alla sua schiena nuda ondeggiavano mentre, ancheggiando anche senza volerlo, andava via.

Vedo ora una ragazzetta Thai in divisa, con i capelli alla maschietta, di quelle che incroci a decine nei Seven Eleven a fine turno di lavoro. Un po’ più in carne (pun-pui), quasi cicciottella, certo non più magra, con appena un filo di trucco, scarpe comode, indaffarata al telefono e con le scartoffie dell’hotel.

Difficile dire cosa provo.
Ma l’emozione c’è.
E vedere lei alzare lo sguardo, accennare un sorriso, e poi riabbassare lo sguardo immediatamente, come a vergognarsi, come a ricordare…

Una scena da film….

Cose di Asia.

Dieci minuti di break.
Tra un cliente dell’hotel che chiede del servizio lavanderia e sotto l’occhio arcigno del suo manager che ha l’aria di un mafioso della Bangkok Dangerous…

“How are you…”
E’ la prima volta che ci incontriamo con il sole alto.


Dopo un po’ di small talk penso che sia ormai tutto.
Una nuova vita per lei. Senza altri farang da soddisfare col suo sesso.
Ancora tre giorni di vacanza per me.
Una vacanza diversa da due anni fa.
Una vacanza che chiude capitoli, mai veramente aperti, ma nella mia memoria sempre incompleti e sempre dolci da consultare.

Una stretta di mano.
Un sincero in bocca al lupo…
Un attimo in cui ci guardiamo fissi. Come a fotografare un ricordo.
Addio Ann…

Raggiungo gli scogli all’estremo nord di Patong. Stendo l’asciugamano. Mi butto nell’acqua calda del mare. Mi stendo. Chiudo gli occhi. Mi addormento al sole, che ora è un po’ velato e si può fare.



Al mio risveglio, due righe sul mio telefono…
E’ il suo nuovo numero. L’invito a rivederla.
L’incredibile strano indecifrabile succedersi degli eventi di questo posto unico al mondo con donne e katoey come non ce ne sono altrove…

Ed eccoci di nuovo su una panchina sulla spiaggia.
Rinfreschiamo insieme i nostri ricordi, all’ombra di un palmizio, mentre il sole tramonta sull’orizzonte infuocato di Patong Beach.
Quando la confidenza è ripristinata a sufficienza, mi permetto di sfiorarle la guancia con bacio.
Lei mi mostra le braccia nude.
Ha la pelle d’oca.

Saranno, ancora, tre giorni di quel capitolo.
Gioia.
Dolcezze.
E, alla fine, qualche lacrima.
Tre giorni di amore.

Amore?

Ma si, scusate il termine improprio…
Concedetemi la licenza.
Illusioni, consapevolmente tali, di vecchio puttaniere.

Tramonta il sole a ovest, come sempre, sulla cara vecchia, civilizzata Europa.


________________jul
 
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"Cose di Asia."
E si @Julio .
Tutto è in questa frasetta piccola piccola persa e nascosta in una lunga narrazione.
Basterebbe da sola, per descrivere il tutto.
Per chi sa, per chi è stato e forse sarà. Cose di Asia.
 
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