HIV uomo che ha contaggiato piu' di 30 donne : i conti non tornano

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Di sicuro (nulla nella vita) usare le precauzioni "SEMPRE" chi vuole giocare alla roulette russa bè che dire ...meglio che mi astengo
studi scientifici o qualsiasi altra cosa ,se c'è un modo per prevenire ,c'è, si chiama (CONDOM) perchè non usufruirne
Easy
 
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smith

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Solo alcune precisazioni:

Mi è sembrato doveroso suonare l'altra campana e avvisare il lettore che questa storia della teoria virale dell'AIDS è controversa.

La teoria virale dell'AIDS non è controversa. Per essere controversa dovrebbe avere più o meno un 50% di sostenitori qualificati e un altro 50% di avversari altrettanto qualificati.
Questa proporzione non esiste ma invece è vero il contrario: il 90% o più (potremmo dire il 99%?) di persone qualificate è a sostegno della teoria virale.
In buona parte delle teorie (o forse dovremmo dire "leggi") scientifiche accettate esiste quasi sempre uno sparuto gruppo di "detrattori" più o meno qualificati.
Ma questo non dimostra niente. O meglio, dimostra che la teoria "vera" è quella sostenuta (e verificata) dalla maggioranza della comunità scientifica.
Per esempio, parlando per un attimo di fisica, la teoria delle stringhe sarebbe quella che, virtualmente, spiegherebbe meglio molte cose per non dire la maggioranza di cose, sopratutto a livello microscopico.
Il problema è che ancora oggi ha ricevuto verifiche sperimentali pressochè nulle. Perciò, benchè sia considerata ormai da decenni una teoria promettente, non è ancora quella di fatto accettata rispetto a teorie, benchè più "incomplete", precedenti.
Attenzione, potrebbe sembrare una questione di mero "consenso" tra gli scienziati ma non è così. E fondamentalmente una questione di verifiche sperimentali.
E' la setta cosa che succede con la teoria non virale dell'AIDS: checche se ne dica, manca di fatto di verifiche sperimentali. Potrà essere anche piuttosto suggestiva ma di fatto è a livello di "desiderata" più che di dati di fatto.

Mi fa piacere almeno che non venga più considerata una malattia mortale. In riferimento a quello che dice un altro utente, che se non fosse per il rischio AIDS non userebbe neanche precauzioni, poiché il resto si cura, verrebbe da concludere che a questo punto potrebbe - seguendo la sua stessa logica, che non è la mia - non prendere precauzioni, poiché anche l'AIDS è una malattia curabile stando al testo sopra.
Attenzione anche qui a non fare confusione! Un conto è dire che una malattia è curabile e un conto è dire che è una malattia gestibile.
Curabile a casa mia significa che esiste uno o più farmaci o cure in grado di debellare completamente dall'organismo un'eventuale patogeno (senza lasciare effetti collaterali permanenti si spera inoltre)
Gestibile significa altro. Significa che la patologia diventa cronica e non più eliminabile. Quello che si riesce a fare è soltanto gestire i sintomi e la progressione della malattia ed ottenere, in teoria, un'aspettativa di vita sovrapponibile ad un soggetto "sano".
Io, tra una malattia acuta (influenza ad esempio) e una cronica (AIDS), tendenzialmente scelgo sempre la malattia acuta perchè dalla prima posso sperare di liberarmente, della seconda no.
E penso che nessuno aspiri a dover convivere con una malattia cronica (per quanto bene possa sperare di arrivare a vivere).
Una malattia cronica è pur sempre una specie di spada di Damocle che uno si tira dietro.

Voglio però precisare che, se avrai - e non l'avrai - la voglia di sentirla, quest'altra campana, vedrai che viene da medici veri, e che non ha nulla a che fare con metodo Stamina, bojate no-vax e simili. Il tuo "dubbio" sulla preparazione professionale dei dissidenti mi pare volto a screditare - senza conoscerli - loro per non poter screditare le loro teorie.

Sono i ministri della salute quelli che non sono affidabili, in quanto medici e in quanto spesso rispondenti ad un'altra agenda (ricorderai Rosi Bindi che faceva la pubblicità in TV sulla pericolosità dell'AIDS - se lo conosci lo eviti - senza menzionare il preservativo!). Allo stesso modo non può essere ritenuto affidabile uno che con le cure dell'AIDS ci faceva i soldi (Gallo, Montagnier) o semplicemente ci lavora, non è in una posizione di terzietà scientifica, come si dice: "non chiedere all'oste se il vino è buono".
Io non so che professione svolga tu ma seguendo il tuo ragionamento dovrei diffidare di qualsiasi professionista che opera in qualsiasi campo (magari anche di te e della tua professione).
E questo per il semplice motivo che, qualsiasi professionista lo fa fondamentalmente per profitto e quasi nessuno lo fa per beneficenza e volontariato.
Quindi, sempre secondo il tuo ragionamento, qualsiasi professionista in qualsiasi campo avrebbe tutto l'interesse ad inventarsi fantomatiche "teorie o altro" semplicemente per riuscire a venderti qualcosa di non dimostrabile al fine d'aumentare i propri guadagni.
La prossima volta che porto la macchina dal meccanico dovrei diffidare da ciò che mi sta dicendo poichè, anche lui, "è in una specie di conflitto d'interessi".

Se vuoi farti venire paranoie sulla buonafede dei medici, dovresti guardare in altre direzioni.

Non per fare benaltrismo, ma ad es. trovo stranissimo che l'umanità abbia questa ossessione per l'AIDS (e ad essa consacri amplissime risorse) quando, per dire, tifo e malaria uccidono enormemente di più (e con le stesse risorse verrebbero forse estirpate). L'AIDS fa presa su parti profonde dell'animo, nella regione della psiche e della religione, e ciò determina il livello di isteria che, come la vedi la vedi, è enormemente superiore alla sua asserita pericolosità, quand'anche fosse vera.
L'ossessione è cominciata guarda caso quando l'epidemia è arrivata nel primo mondo. Ma questo non dimostra che la cosa non fosse reale e fosse creata ad arte.
Dimostra solo che, guarda caso, poichè comunque le cure costano, si affronta una malattia solo quando si è ragionevolmente sicuri che i pazienti possano pagare. I pazienti del primo mondo lo posso fare (anche solo grazie alle loro tasse) quelli del terzo mondo no. Sarà forse per questo che questi ultimi vengono lasciati morire anche solo per una "banale" malaria (sulla malaria poi bisognerebbe aprire una parantesi perchè di fatto è un'altra malattia cronica dove, in ultima analisi, non esistono cure neanche nel primo mondo)

Rimane il fatto incontestabile che le decine di milioni di brasiliani e africani che sarebbero dovuti morire nei primi anni '90 non sono morti e non avevano certo a disposizione farmaci retrovirali!
Quanti e quali sono rimasti in vita? Su che fonti ti basi cortesemente?
Il calo di aspettativa di vita (in parole povere le morti diffuse a causa dell'AIDS) nei paesi in via di sviluppo, specie africani invece c'è effettivamente stata. Basta cercare in rete per trovare report e fonti in merito.
A meno che non si voglia dire che anche qui i dati sono manipolati ad arte. Ma se entriamo in questo campo allora...

Avendo tu la mia età, ricordi benissimo che c'era un'ossessione di cui oggi s'è persa quasi traccia, pur rimanendo viva la teoria virale. Oggi i giovani nei sondaggi rispondono che l'AIDS non si prende e se si prende si cura. Quando noi eravamo giovani le mamme ritiravano i figli da scuola se c'era un bambino sieropositivo - e facevano bene perché, se la fandonia fosse stata vera, il bambino sarebbe stato una mina innescata per gli altri bambini.
I giovani di oggi in effetti rispondo come hai citato ma questo, personalmente, più che farmi rimanere tranquillo a me fa rabbrividire.
Perchè significa una cosa: che non si fa più informazione corretta e anzi stanno passando teorie sbagliate, prive di fondamento o che comunque tendono a sottostimare la pericolosità della malattia (e questo indipendentemente dai farmaci moderni che sono ora a disposizione)

Ricordi anche l'ipocrisia di dire che se uno è sieropositivo entro cinque anni svilupperà la malattia e inevitabilmente morirà e sarà contagioso, ma il bambino sieropositivo a scuola non doveva essere un problema perché un sieropositivo non è contagioso.
I bambini venivano ritirati forse da scuola da quei genitori che nutrivano parecchi pregiudizi.
Ma i pregiudizi più che essere alimentati dalle campagne di sensibilizzazione che venivano fatte, lo erano invece dalla mancanza d'informazione che questi genitori, testardamente, si ostinavano a perpetrare su se stessi.
Peralto io sono più giovane di te, ma non più tanto, ma non ricordo di nessun bambino ritirato da scuola. E ai miei tempi io ricordo che trovavo anche parecchie siringhe usate nei cortili delle scuole...
Perdonami ma questa del ritiro dei bambini da scuola, suona più che altro di leggenda metropolitana.

Concludo con una considerazione.
Si potrebbe essere effettivamente confusi sul credere o no all'esistenza dell'AIDS.
Ma per tagliar la testa al toro uno potrebbe fare il seguente ragionamento.
Cosa mi conviene credere?
Se faccio anche solo finta di credere che sia vero e mi proteggo, nell'ipotesi che comunque mi sbagli e non sia vero cosa rischio? Nulla.
Se invece faccio finta che non sia vero e non mi proteggo, anche qui nell'ipotesi che mi sbagli cosa rischio? Rischio tanto. Rischio una malattia cronica e la necessità di fare terapie a vita anche nell'ipotesi di avere comunque una vita "normale". Non parliamo poi dell'ipotesi di avere in seguito una famiglia (se non ce l'ho già).

Quindi, in ultima analisi, cosa mi conviene fare?
Credere e proteggermi oppure non credere e rischiare (rischiando anche per gli altri)?
 
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@smith

Io sono d'accordo con te che le precauzioni vanno usate, oppure se non le si vuole usare si deve sapere a cosa si va incontro: questo significa esami costanti, uso del preservativo al minimo sospetto di avere contratto qualcosa, cure attente e specifiche. Ma, in linea di massima, meglio il guanto che il medico.

Ciò detto, questa discussione verte su una persona che ha avuto una condanna penale per avere contagiato decine di persone per il semplice fatto che ha avuto con queste rapporti senza preservativo, avendo con molte di queste rapporti che i poeti definirebbero "fugaci", spesso unici, e sulla base che se lui è sieropositivo, e le persone con cui ha fatto sesso sono sieropositive, allora lui è untore e loro malate.

La barbarie arriva quando si manda la gente in galera sulla base di presupposti non comprovati in alcun modo sul terreno della logica. Le persone da lui "contagiate" sono per lo più sane, né mai svilupperanno alcuna malattia. Di quelle che hanno sviluppato qualche altra malattia è da vedere se e come sarebbe questa attribuibile al "contagio" effettuato dall'"untore": se sei drogata e ti trovi ad essere immunodeficiente, questo sarà dovuto alle sostanze che ti inietti e non al fatto di aver avuto un rapporto non protetto con una persona sieropositiva.

In sostanza, pur essendo d'accordo che il preservativo è la migliore opzione, proprio perché il pericolo non è l'AIDS (l'HIV) ma la sifilide e le altre malattie sessualmente trasmesse, non posso non inorridire di fronte a sentenze di questo tipo.
 
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Dopo "solo alcune precisazioni" nell'ultimo testo di smith c'è una citazione con dei testi in rosso ma io non so chi abbia scritto quei testi. Non ho capito se è Smith stesso che ha commesso qualche errore nell'uso dell'interfaccia. Ho riletto tutta la discussione dall'inizio e non ho trovato i commenti citati.

Rispondo qui all'ingrosso su due fatti specifici: la percentuale di contagiati in Brasile e Africa, e i bambini ritirati da scuola.

Sui bambini ritirati da scuola, ti assicuro che non è una leggenda metropolitana. Mi ricordo benissimo i casi, riportati dai TG, di bambini ritirati da scuola da genitori perché in classe c'era un bambino sieropositivo. Ricordo le ipocrite esternazioni di biasimo fatte da Ministri della salute in carica e altri altolocati personaggi, secondo i quali si trattava di educare i genitori a capire che un bambino sieropositivo non è contagioso e dunque non è pericoloso. Le stesse persone dicevano tranquillamente che una persona sieropositiva sarebbe morta entro 5 anni, e prima di morire avrebbe sviluppato al malattia in modo conclamato, e in quel lasso di tempo sarebbe stato contagioso.

Anzi, per essere precisi, dicevano pure che c'era un periodo di latenza di 6 mesi durante i quali il soggetto sieropositivo sarebbe stato contagioso ma non identificabile come "malato contagioso". Si diceva quindi esplicitamente che la scienza non offriva modo di sapere se una persona è contagiosa, proprio per questo "periodo di latenza" di 6 mesi. Chi ha 50+ anni queste cose dovrebbe ricordarle.

Riguardo il Brasile, la cosa è semplice. Circa la metà della popolazione era stimata sieropositiva. La stessa percentuale veniva stimata per svariate zone dell'Africa.
Se quanto detto a fine anni '80 fosse stato vero, si sarebbe assistito ad uno spopolamento di tipo epocale. Non sto parlando di diminuzioni di speranza di vita di 1 anno o 2, ma proprio di dimezzamento della popolazione in pochi anni.
Nel 1990 il Brasile aveva 150 milioni di abitanti. Ne sarebbero dovuti morire entro pochi anni circa 75 milioni, parliamo cioè di un paio di decine di milioni l'anno, e tutti di AIDS.
Ciò, come sai, non è avvenuto.

Più gli anni trascorrevano, e più i fautori della teoria virale dell'AIDS riducevano la pretesa infettiva. Da malattia che conduceva alla morte in 5 anni è diventata, ora, malattia che non conduce alla morte mai, sempre che prendi gli appositi farmaci per tenere a bada una delle centinaia di specie di microorganismi o virus innocui che vivono nel nostro organismo senza fare danni.

Un mio amico medico, che accettava la teoria virale, diceva che la contagiosità del virus è talmente minuscola che tanto vale fare sesso senza preservativo. Non lo vedo da trent'anni, ma immagino si riferisse alla probabilità di prendere l'AIDS, non la sieropositività!

Sulla sieropositività vale la pena di spendere due parole: Immaginiamo che, nel nostro corpo, esistano migliaia di virus innocui. Chiameremo i miei virus innocui col numero da 0000 a 4999. I tuoi saranno magari 5000 ma non sono sovrapponibili ai miei. Alcuni saranno gli stessi, altri saranno diversi. Ogni individuo ha i suoi.
Poniamo ora che io faccia sesso con una tua ipotetica sorella. E' possibile che dopo di ciò, tua sorella abbia contratto, tra gli altri, il virus 3726 e il virus 1873, innocui, ma che prima non aveva (e magari decine di altri).
Questi virus troveranno il modo di riprodursi un po' nell'organismo di tua sorella, come nel mio, senza fare alcun danno concreto, semplicemente convivendo con il suo organismo. Poi tua sorella fa sesso con un suo ipotetico cugino, ed ecco che magari gli passa 3726 e 1873. Suo cugino a sua volta le passerà altri virus innocui che vivono nel suo organismo ma che lei non aveva.

Se a questo punto suo cugino sviluppa una immunodeficienza (perché si fa di eroina) tutti i virus nel suo organismo aumenteranno grandemente di numero. Tutti, sia quelli pericolosi sia quelli sostanzialmente innocui, e ciò proprio perché il meccanismo di pulizia del corpo umano è venuto meno. Se si decide arbitrariamente che il virus 3726 è quello che causa l'AIDS, si dirà a posteriori che io sono portatore sano, tua sorella pure, e suo cugino è stato da lei infettato.
Ma bisognerà provare che 3726 sia effettivamente la causa dell'immunodeficienza del cugino.

Perché altrimenti abbiamo che l'innocuo virus 3726 era innocuo per me, innocuo per tua sorella, e innocuo per suo cugino. Ma suo cugino s'è sfondato il sistema immunitario di eroina e ora è un vero terreno di cottura di 3726 e di molti o moltissimi altri batteri.

Avremo inoltre che il virus 3726 potrebbe essere assente da grandi porzioni della terra (ad es. l'intera Asia) dove però è presente l'AIDS. Avremo inoltre un grande numero di persone che sono portatori sani di questo innocuo virus 3726 e che vengono arbitrariamente considerati "sieropositivi".
Naturalmente lo stesso discorso si potrebbe fare se si dà la colpa dell'AIDS al virus 1873 o a qualsiasi altro.
Abbiamo migliaia di virus e batteri innocui nel nostro organismo, e molti altri ne dovremo scoprire.
Si stima che il 90% delle cellule del nostro corpo non abbiano il nostro codice genetico!

Ogni organismo umano è una sorta di "ecosistema" dove convivono una infinità di specie diverse dalla nostra, che "ci abitano" proprio come scarabei, funghi, felci, lepri e ragni abitano un bosco. Siamo terreni di coltura inconsapevoli di un numero sterminato di microorganismi (e virus, e retrovirus, e chissà che altro).

Come può stare in piedi una teoria che dice che il virus 3726 è la causa dell'AIDS, anche se in molti hanno l'AIDS ma non il virus, e in molti il virus ma non l'AIDS? Se non c'è correlazione, la stessa ipotesi può essere avanzata per qualsiasi delle migliaia di esserucoli che abitano in noi. E qualsiasi di queste migliaia di esserucoli si riproduce molto più del normale in soggetti immunodeficienti.
 
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smith

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I commenti in rosso sul tuo precedente post li ho messi io per risponderti su i punti che ritenevo meritassero contraddittorio.
E' una "tecnica" di risposta e citazione non sempre usata ma che ho già visto fare sia in questo forum che in molti altri. Peraltro pensavo che il testo in rosso aiutasse a capire che il commento fosse mio.

Per il 90% del tuo ultimo intervento, se lo rileggo e lo rileggi, in verità stai sostenendo tesi che sono normalmente usate dai sostenitori della teoria virale dell'AIDS proprio a suo sostegno.
I casi sono due: o anche tu sei a sostegno della teoria virale (visto che sostanzialmente argomenti nello stesso modo dei suoi fautori), oppure hai letto e riportato "tesi" che avrebbero un certo significato (a mio giudizio ben chiaro e "inequivocabile") ma che tu hai equivocato (anzi hai interpretato al rovescio).

In quanto a quello che sostieni sulle morti in Africa e Brasile mi limito a citare solo questi due link (per iniziare), relativi alla situazione africana (ci sono anche le fonti e riferimenti a fine pagina):

https://it.wikipedia.org/wiki/Diffusione_dell'HIV_in_Sudafrica

https://it.wikipedia.org/wiki/Diffusione_dell'HIV/AIDS_in_Africa

Ora so già che mi dirai che i "TG" parlavano di morti e aspettative di vita praticamente dimezzati ma mi permetto di rispondere che questo "lo sostieni tu".
Come peraltro nessuno sostiene che dall'allarme lanciato nei primi anni 80 ad oggi le conoscenze mediche siano state affinate e le stime riviste.
Ma non ci vedo niente di strano e "di male" in ciò.
Ritengo invece pretestuoso il contrario: ossia sostenere che poichè all'inizio degli anni 80, in base alla conoscenze che si possedevano, le stime e le aspettative di vita sono state ("in parte". Metto in parte tra parentisi perchè occorrerebbe aprire un discussione solo per questo) disattese allora l'unica deduzione logica da fare è che la teoria virale dell'AIDS non solo è sbagliata ma totalmente falsa e inventata ad arte.
Se ci pensi bene un'affermazione del genere è totalmente arbitraria e appunto pretestuosa.

Ma quello che mi preme veramente discutere è l'ultimo capoverso del tuo post.
Ti esorto a fare ricerche, anche in internet, e vedrai che la correlazione tra presenza di virus e AIDS è ormai stata recentemente (e anche non troppo recentemente) confermata (in pratica è stato confermata la presenza del virus in tutte le persone che sieropositive e anche in quelle che poi hanno sviluppato sintomi o per meglio di dire la sindrome) e anche viceversa (in tutte le persone in cui è stato rilevato il virus, in assenza di terapia retrovirale, si è sviluppata la sindrome).
Ma bisogna partire appunto dall'accettazione o meno di questo assunto (scientifico, verificabile e verificato).
Qualche post fa tu esortavi a provare a mettere in dubbio alcune delle proprie convinzioni.
Ti chiedo: tu sei disposto ad iniziare a credere (o almeno avere qualche ragionevole dubbio) che sia scientificamente provato che, appunto, tutte le persone sieropositive hanno il virus nel corpo e tutte quelle che hanno il virus nel corpo sono sieropositive? Inoltre, tutte le persone sieropositive (o in altre parole che hanno il virus nel corpo), in mancanza di terapia retrovirale, sviluppano prima o poi (più prima che poi) i sintomi alias la sindrome fino ad esisti fatali?
E anche viceversa: tutte le persone sieronegative sono anche negative alla ricerca diretta del virus e, anche in assenza di qualunque terapia specifica non svilupperanno "mai" i sintomi dell'AIDS.

Ti ricordo inoltre che in caso di esito positivo ad un test HIV, che in prima analisi ricerca, gli anticorpi, ne segue uno di ricerca diretta del virus (si chiama Western Blot) che se positivo conferma la diagnosi, se negativo invalida il primo test classificandolo come falso positivo (alcune cause di falsa positività sono a volte riconducibili a vaccinazioni recente per altre patologie).

Per finire faccio una considerazione.
Fino all'avvento della penicillina la sifilide non era sostanzialmente curabile (anche se sicuramente ci saranno state guarigioni spontanee, questo è statistico per ogni malattia o soggetti con aspettativa di vita superiore alla media).
Con l'avvento della penicillina la malattia è diventata curabile.
Ma, a me uomo della strada, come posso essere sicuro che la penicillina curi veramente la malattia?
Perchè ne annulla i sintomi e le manifestazioni?
Secondo il tuo ragionamento questa cosa potrebbe anche essere solo una coincidenza tra l'assunzione del farmaco e la regressione dei sintomi mentre magari non esiste nessuna vera correlazione documentabile sperimentalmente e microbiologicamente tra l'assunzione del farmaco e la scomparsa della malattia.
In altre parole perchè io dovrei accettare la teoria batteriologica della sifilide (e i relativi meccanismi di efficacia dei farmaci) e invece rigettare quella virale dell'AIDS?
Di fatto, io uomo della strada, non ho modo di verificare personalmente nè l'una nè l'altra.
E inoltre, perchè mi dovrei fidare dei medici sulla teoria batteriologica della sifilide e non fidarmi su quella virale dell'AIDS? Solo perchè sulla sifilide non c'è mai stato il minimo dissenso?
Secondo il tuo ragionamento anche l'assoluto consenso dei medici su qualcosa sarebbe comunque da guardare con sospetto.
 
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smith, peccato non essere davanti ad una birra perché per iscritto diventa faticoso e complicato.
Non capisco, né hai spiegato, la ragione per la quale il mio ragionamento validerebbe la teoria virale dell'AIDS. Mi sarò espresso male. Per fare un sunto, nel nostro organismo si trovano migliaia, o milioni, o miliardi, di specie di creature diverse (la maggior parte delle quali ignote alla scienza o solo classificate, senza uno studio sulle possibili interazioni col corpo umano). E' possibile prendere uno di questi esserini (batterio, virus, retrovirus) e "incolparlo" di qualcosa. Poi però bisognerebbe portare prove scientifiche a sostegno.

Chi contesta la teoria virale dell'AIDS contesta che i "sieropositivi" abbiano statistiche sanitarie diverse dai sani. Non contesta l'esistenza di questo o quel retrovirus o virus o batterio o prione. Contesta il nesso tra malattia e agente patogeno incolpato (che tu mi dici nel frattempo è cambiato).

Su questo vorrei essere preciso: la contestazione è proprio di tipo innanzitutto statistico. I sieropositivi erano, sono e continueranno ad essere sani come tutti gli altri, a livello planetario.

Un esempio (statisticamente non significativo, è uno dei tanti) è la persona il cui processo ha originato questa discussione: sieropositivo da vent'anni e sanissimo. Anche le sue "vittime" sono, a quanto capisco, tutte sieropositive e tutte sanissime. Stiamo facendo un processo ad un untore immaginario di una malattia immaginaria.

Tu sai benissimo che le "terapie retrovirali" sono disponibili solo per le popolazioni del mondo ricco. In Africa e buona parte dell'Asia non esistono o sono appannaggio di una ristrettissima minoranza. Dovresti vedere l'ecatombe in Africa che non vedi (salvo arbitrariamente attribuire all'AIDS una percentuale di comodo di morti di tifo, malaria ecc.).

Riguardo al "progresso della scienza" sul punto, non sono affatto d'accordo. Se il test di sieropositivtà degli anni '90, che mi facevano quando andavo a donare il sangue, era una gran cazzata (perché cercava l'anticorpo di un virus che NON E', se ho ben capito, quello che viene cercato ora) io mi preoccupo:
primo: perché hanno rovinato l'esistenza a migliaia, potenzialmente a milioni di persone con un test che non aveva alcuna scientificità, non essendo provato il nesso tra agente patogeno e patologia;
secondo: perché le stesse persone con gli stessi metodi stanno ora sostenendo la nuova teoria. Se la prima era sballata, ti sei mai chiesti a quanti milioni di persone andrebbero risarciti i danni, e che devastazione abbia creato questa nuova isteria sociale?

E' stato mai chiesto scusa ai milioni di persone la cui sieropositività ha cambiato la vita negli anni '80, '90, '00, prima della novità del "retrovirus"? Sono stati risarciti i danni? No. Si è andati avanti come prima. Ti sei accorto tu che è cambiato l'agente patogeno, che prima era un HIV parente di un virus sospettato di essere connesso alla leucemia, e ora è un "retrovirus" diverso però da tutti gli altri.

Quanto al nuovo test, mi porti analisi statistiche a sostegno di quello che dici, cioè che chi è sieropositivo poi senza cure si ammala, che chi è sieropositivo con le cure non si ammala, e chi è sano non è sieropositivo? Perché io dico che queste statistiche non esistono!

Al momento non esiste uno screening generale sulla popolazione per questa positività e quindi non abbiamo, in Italia, statistiche sull'incidenza sulla popolazione. Quindi non è possibile dire, in Italia, qual'è la presenza del retrovirus sulla popolazione in generale.

Abbiamo tuttavia questi casi "aneddotici": l'"untore" positivo ma sano da decenni che "contagia" persone che sono sane e non s'ammalano. Tu dici "non s'ammalano perché prendono il farmaco" ma tu sai benissimo, se conosci la parola Scienza, che questa è una teoria non falsificabile, non scientifica. Per sapere se il farmaco funziona tu DEVI fare prove a doppio cieco con placebo su campioni casuali di malati, e poi mi devi dare i risultati, sennò NON E' scienza e NON E' medicina. Se la persona non si ammala, la risposta è che non è malata, e il farmaco non cura un bel niente, cura una malattia che non c'è, col solo risultato di far sparire un insignificante e ininfluente retrovirus dal tuo organismo.

E - bada bene - dal punto di vista statistico perché l'effetto del farmaco sia considerato efficace non è certo sufficiente che elimini il retrovirus dal corpo. E' efficace se la persona che NON LO PRENDE SVILUPPA LA MALATTIA in percentuali significativamente maggiori di quello che lo prende, a parità di condizioni di partenza.

Perché se tutto l'effetto del farmaco è sul retrovirus (come facilmente immagino che sia) tu ancora non hai provato il nesso tra retrovirus e malattia. Questo è provato tra sifilide e agente patogeno. E' provato scientificamente l'effetto del farmaco sull'agente patogeno e sul paziente.

Non esiste una fronda circa sifilide, penicellina ecc. Esiste riguardo l'AIDS perché per la prima abbiamo quintalate di prove e per la seconda non abbiamo null'altro che un medievale pregiudizio (visto di recente in aula di giustizia).

Stiamo facendo un processo alle streghe, dicendo che fanno il malocchio, ma poi noi facciamo una bella controfattura e quindi la vittima non s'ammala.

Infine, io ricordo benissimo quando i TG dicevano che entro cinque anni si sarebbe sviluppata la malattia, incurabile, che in breve tempo avrebbe condotto alla morte. Come fai a negare questo? E ricordo benissimo che dicevano che il 40% o più di brasiliani e di varie regioni dell'Africa era sieropositiva. Come fai a negare questo? E' storia che abbiamo vissuto, è memoria storica in comune.
 
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smith

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Sei male informato: Talluto è sempre stato seguito dai medici per quanto riguarda il suo stato sierologico e quando gli è stata prescritta, si è anche sottoposto alla terapia antivirale.
Questo giusto per mettere in chiaro le cose.

Quando scrivi
"Tu sai benissimo che le "terapie retrovirali" sono disponibili solo per le popolazioni del mondo ricco. In Africa e buona parte dell'Asia non esistono o sono appannaggio di una ristrettissima minoranza. Dovresti vedere l'ecatombe in Africa che non vedi (salvo arbitrariamente attribuire all'AIDS una percentuale di comodo di morti di tifo, malaria ecc.)."
Anche qui evidentemente non hai aperto i link che ti avevo postato.
Se tu li avessi aperti ti saresti reso conto che, appunto dagli anni 90, in questi paesi l'aspettativa di vita si è praticamente dimezzata.
Ma se sei convinto che questo dimezzamento sia totalmente dovuto ad altre patologie (e guerre) fuorchè l'HIV, allora mi fermo qui perchè non ho altre "armi" per insinuarti nessun altro ragionevole dubbio.

Quando scrivi
"Quanto al nuovo test, mi porti analisi statistiche a sostegno di quello che dici, cioè che chi è sieropositivo poi senza cure si ammala, che chi è sieropositivo con le cure non si ammala, e chi è sano non è sieropositivo? Perché io dico che queste statistiche non esistono!"
Anche qui di nuovo mi sembri in "malafede".
Le statistiche esistono, anche in rete, basta cercarle. Così come per l'efficacia delle terapie antivirali, ecc. ecc.
Ma, se come penso, mi contesti che di fatto vengono tutte da fonti a sostegno della teoria virale, allora, di nuovo, non ho "armi" per instillarti il ragionevole dubbio.

In quanto ai test HIV provo a risponderti anche qui.
Non è che i test iniziali non fossero accurati.
E' soltanto che i primi test ricercavano solamente gli anticorpi nel sangue.
Questi test inizialmente avevano un sensibilità che non superava i tre mesi (all'indietro) rispetto al periodo finestra.
Meglio ancora, all'inizio degli anni novanta, "statisticamente" (visto che ti piace la stastitica) si era visto che non prima di tre mesi da un possibile contagio si poteva essere sicuri di poter rilevare gli anticorpi specifici.
Anzi, era addirittura consigliato ripetere un test a sei mesi, in quanto, con partner sicuramente sieropositivi, erano state rilevate sieroconversioni dopo addirittura sei mesi.

Nel mentre i test, anche sugli anticorpi, sono diventati più sensibili ed anche la statistica ha affinato i numeri.
Inoltre, oltre ai test sugli anticorpi, è stato introdotto anche il test che rileva l'antigene p-24 (ti consiglio di leggere qualcosa in rete anche su questo).
Con la ricerca dell'antigene p-24 il periodo finestra è stato ridotto a 6 settimane (rimane di fatto ancora il consiglio molto conservativo dei 3 mesi perchè sicuramente, con i test di ultima generazione, si può escludere un qualsiasi contagio dopo questo lasso di tempo).

Vedi, senza offesa, ma dal tuo ultimo messaggio penso di essermi reso conto che, hai certamente letto con molta attenzione i libri che consigliavi ma, non ti sei invece mai documentato seriamente e profondamente su quanto scritto dalle fonti ufficiali a sostengo della teoria virale.
Correggimi se sbaglio ma le info sulle teorie ufficiali le hai proprio derivate unicamente dai libri che dici di aver letto.
Ora, come ti è già stato detto anche da altri, le informazioni riportati su quei libri si può "assolutamente" dire che siano anche ormai datate e non più del tutto aggiornate (peraltro mi sai dire quando sono stati editati i libri a cui riferimento? E se sono state mai fatte revisioni dopo quella data?).

Ripeto, ti invito a farti un bel viaggio in rete su tutta la roba ufficiale che trovi circa l'HIV.
C'è il caso che scopriresti di avere informazioni datate e ti stupiresti di cose che credevi di saper in un modo ma che di fatto sono in un altro.

E, sopratutto, uno non dovrebbe mai smettere di documentarsi.

Anche perchè, sa da un lato sono cose anche abbastanza specialistiche, da un altro sono molto interessanti.
 
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E' vero che non mi sono "aggiornato" negli ultimi 20 anni perché i dubbi, motivatissimi, instillatimi allora mi hanno dissuaso dall'approfondire ulteriormente.

In quegli anni la tesi virale dell'AIDS veniva contrastata da più e più parti. Il libro che ho citato è, secondo me, esemplare per la chiarezza espositiva e l'autorevolezza di chi l'ha scritto, ma naturalmente quegli stessi dubbi m'erano venuti prima di leggere il libro ed erano stati espressi da più fonti. Ricordo ad esempio un articolo pubblicato su Penthouse (che magari non sarà Lancet, ma voglio dirti che il dibattito negli anni '80 c'era).

E' un po' come se ti viene un dubbio sull'esistenza di Babbo Natale, poi trovi un libro che ti spiega che lo stesso dubbio viene nutrito in ambito specialistico. Dopodiché, non ho approfondito le ulteriori "evidenze" sull'esistenza di Babbo Natale, prestando alle stesse la stessa attendibilità delle "evidenze" iniziali.

Quindi, per quanto mi riguarda, sono rimasto fermo a vent'anni fa: menzogna la teoria virale dell'AIDS vent'anni fa, menzogna oggi. Ripeto, qualcun altro avrà voglia di esaminare nuove versioni della teoria, e farsi un'idea. Il dibattito serve a questo. Se tu sei d'accordo che, vent'anni fa, ci hanno detto un sacco di cacchiate, penso che questo chiuda la questione per me come per altri, né io ho voglia di mettermi a studiare il nuovo giro di fandonie create per difendere una teoria sputtanata ampiamente vent'anni fa. Altri ancora, invece, vorranno sentirne un nuovo giro. Ma è un po' come se io ti chiedessi di esaminare le nuove evidenze sull'efficacia della cura Di Bella. Se non t'ha convinto vent'anni fa, non hai voglia di prenderla sul serio ora.

Tuttavia, ti assicuro che ho letto i link che mi hai citato. Alcuni, francamente, confusi e confusionari, voci di Wikipedia per cui, ad ogni riga, ci sarebbe da porre una domanda.
Comunque non ho affatto letto della diminuzione dell'aspettativa di vita, o di serie dimostrazioni circa la sua attribuzione all'AIDS.

Riguardo alle cure di Talluto, veramente ho letto in giro e mi pare anche in questa discussione che NON fosse in cura.

Mi pare che tu sia medico. Da medico sai certamente che le statistiche di vita sono divise in due classi: aspettativa di vita alla nascita, e aspettativa di vita dopo il primo anno.
Questo perché, s.t. nei paesi poco sviluppati, l'alta mortalità infantile (dovuta ad un milione di cause) "falsa" il dato dell'aspettativa di vita.
Cioè dove ti dicono che l'aspettativa di vita nel paese X è 49 anni questo non significa che la vita media è 49, o che in media si muore a 49 anni. Significa che c'è un elevato numero di bambini morti nel primo anno di vita e pertanto ciò abbassa la media.

(La abbassa molto, perché, per fare un esempio assurdo, se 10 persone che superano il primo anno di vita vivono in media 70 anni, cioè fanno 700 anni in 10, e l'undicesimo muore a un anno, gli 11 fanno 701 anni in 11 pari a una vita media di circa 6,5 anni. Se cioè ci fosse un morto infante ogni 11 nati, una percentuale verosimile anche solo pochi decenni fa, le statistiche ti direbbero che in africa la vita media è di 6,5 anni, e sarebbe statisticamente vero! Quindi, da bravo medico e statistico sanitario, tu avrai la massima diffidenza verso le statistiche di vita media non esplicitamente corrette per la mortalità infantile, né penso tu creda veramente che la vita media, in certi paesi africani, sia di 40 anni o poco più, come si legge in giro, anche su Wikipedia).

Naturalmente apriremmo un vaso di Pandora se ci mettessimo a discutere come mai le statistiche sanitarie su paesi africani sono, come appaiono da uno dei tuoi link, tanto diverse.

Anzi mi pare che il Sud Africa, che credo sia sicuramente il paese più evoluto, più "occidentale" dell'Africa, quello col migliore reddito medio e il sistema sanitario migliore, parrebbe quello messo peggio sotto diversi profili. Ciò può avvenire per svariate ragioni: le statistiche sanitarie sono confrontabili solo se sono confrontabili i metodi di indagine statistica. Cioè un conto è un paese dove i morti di malaria vengono, secondo un ragionamento arbitrario, attribuito all'AIDS perché magari conviene per avere denaro internazionale, e un conto è un altro paese dove ciò non avviene perché la politica locale ritiene che l'AIDS sia una vergogna e vada cancellato dalle statistiche (un paese magari in cui l'omosessualità non è statisticamente rilevata, e gli omosessuali vengono messi a morte, magari in cui vige la Sharia, può falsare grandemente le statistiche sanitarie sull'AIDS perché vuole rimarcare la propria differenza rispetto al resto dell'Africa. Un altro paese, ripeto, può invece voler dipingere una situazione tale da fargli ricevere soldi).

In sostanza, le statistiche sanitarie sono comunque da interpretare, caso per caso, alla luce di fattori anche politici e religiosi locali. Non dimentichiamo che l'Africa è Africa: in molti stati la stregoneria è reato, e si viene condannati penalmente per pratiche stregonesche. Stante questo livello di cultura scientifica, puoi fare la tara a tutto il resto.

Non mi pare in nessun caso si possa parlare di diminuzione dell'aspettativa di vita vista l'esplosione demografica in atto in tutta l'Africa, che credo ti sia nota. Mi pare invece che le notevoli discrepanze tra paesi africani nelle statistiche di Wikipedia che mi pare di aver letto da tuo link siano, come dire, un po' troppo ampie per non apparire inaffidabili.

Siccome non capisco esattamente, riguardo le statistiche, a cosa ti riferisci, se mi indichi espressamente dove si dice che è diminuita l'aspettativa di vita, magari ne discutiamo. Ma - ripeto - il problema è sempre la correttezza scientifica dell'attribuzione di una morte all'AIDS, e dall'AIDS a un virus che ne sarebbe la causa.

Cioè, se ANCHE le morti in Africa per malaria e tifo fossero aumentate, mi devi dimostrare che sono aumentate a causa dell'AIDS. E, molto più importante, se trovi la colonna "Morti di AIDS" mi devi dimostrare che sono morti di "malaria causata dal virus dell'AIDS" o "tifo causato dal virus dell'AIDS" e non di "morti di malaria senz'altro" e "morti di tifo senz'altro" poiché è questa l'obiezione che viene posta. Per quanto io mi possa studiare letteratura su antigeni X, Y e Z, mi si deve mettere davanti uno studio serio di rispondenza tra antigene, virus e malattia, proprio come c'è per la sifilide o l'influenza (nessuno ti dirà: se sei sieropositivo all'influenza, tra vent'anni di ammalerai, salvo che tu non faccia questa cura antivirale).

Infatti, è costume attribuire arbitrariamente all'AIDS morti di altre malattie (ad es. malaria). Quindi, nelle statistiche, tu troverai come "morti di AIDS" morti che in realtà sono morti di malaria ma non sono conteggiati tra i morti di malaria. Questo genere di analisi (o, se preferisci, lo smascheramento di questi artifici statistici) è cosa che può essere fatta solo da gente che lavora nel settore. La statistica che tu leggi è "a valle" del lavoro mistificatorio, ne è già infetta.

Quello che vedi da Wikipedia è il dato già manipolato, coi morti di AIDS comodamente aggiustati per confermare la teoria. L'AIDS sotto questo profilo è versatilissimo, perché tu puoi prendere un morto di qualsiasi malattia e attribuirlo all'AIDS visto che, alla fine, è di qualche malattia che si muore e non di AIDS. Il "bacino" di morti in Africa è amplissimo e puoi mostrare un numero di morti di AIDS crescente o decrescente, secondo la convenienza politica del luogo e del momento - consistente ad esempio nel chiedere più soldi stante l'aumento del contagio, oppure dimostrare che i soldi stanziati hanno prodotti effetti per averne altri - senza preoccuparti di trovare il nesso tra la morte e il virus.

(Mi rendo conto che in questo modo la nostra discussione proseguirebbe all'infinito perché, alla tua produzione di una statistica X circa il numero Y di morti di AIDS, io non potrei che obiettare che il dubbio di fondo è proprio che questi Y morti siano morti di AIDS, oppure che questo AIDS sia causato da un virus).
 
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Riguardo Talluto, vorrei essere aggiornato su alcuni punti:

Quest'uomo è dunque in cura, da decenni, contro questa presunta malattia di cui non ha mai sviluppato i sintomi. Ha avuto effetti collaterali per questa cura?
Immagino che una cura portata avanti decenni porti effetti collaterali. Farmacisti mi dicono che non esiste farmaco che non abbia effetti collaterali.

Da un punto di vista strettamente legale, si potrebbe dire che, in effetti, date le circostanze culturali vigenti nel paese circa la percepita esistenza di questo virus, il vero danno subito dalle vittime del contagio sarebbe negli effetti collaterali del farmaco. Questo perché, a quanto pare, nessuna delle vittime è malata, né lo è l'untore.

Si sono osservati questi effetti collaterali? Quali sono? (OK potrei fare una ricerca, ma io non sono aggiornato sull'argomento, mi fido più di Smith su questo punto!).
 
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smith

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Una delle vittime era incinta nel momento del contagio e il feto, successivamente il neonato, hanno avuto effetti collaterali (dovuti al virus, non ai farmaci) piuttosto gravi: mi pare si parli di encefalopatia grave...

Delle altre vittime, così come di Talluto, farai fatica a leggere nel dettaglio di farmaci ed effetti collaterali semplicemente perchè, come per ogni persona malata e in cura (vale anche per me e per te per esempio quando siamo in malattia professionale), perchè esiste la legge sulla privacy.
I medici hanno il segreto professionale che forse sono stati "obbligati" a forzare giusto in sede di aula di tribunale.

Ad ogni modo anche gli avvocati della difesa di Talluto non hanno mai impostato appunto la loro difesa su: inesistenza del virus, eventuale innocuità dello stesso, eventuali sindromi delle vittima da far risalire ad altre patologie e/o stili di vita discutibili.
Hanno solo cercato di dimostrare che le vittime si potevano essere contagiate in altre situazioni vissute (quindi di fatto confermando sia l'esistenza del virus e della sindrome ad esso associata, sia il fatto che il loro cliente fosse sieropositivo e "malato").
 
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Allora riformulo la domanda: ci sono prove che l'encefalopatia del feto (o quello che era) fosse causato dal virus dell'AIDS? Perché siamo sempre lì, sono tutti ragionamenti autoreferenziali.

La legge sulla privacy non c'entra con quello che dico. Semplicemente, se una persona va in giudizio reclamando il risarcimento di un danno, deve dimostrare un danno. Se una persona va in giudizio lamentando la commissione di un reato, deve dimostrare il reato.

Non si può dire, ad es., sono stato accoltellato ma non mi faccio visitare per ragioni di privacy. Se denunci l'accoltellamento, ti fai visitare.

Qui, in pratica, il giudice ha condannato questa persona sulla base, se ben capisco, solo di test. Nessuno di questi è malato in modo riconducibile al virus (cioè nessuno ha sviluppato uno stato di immunodeficienza non spiegabile in altro modo). Ciò è coerente con la visione dominante della malattia, ma il giudice avrebbe pure potuto ragionare in modo diverso, e chiedere prova di contagio prima di condannare per un contagio.

Poi in realtà il tizio è condannabile comunque, ma questo è un altro discorso.

Lo so che la difesa non s'è difesa nel modo in cui mi sarei difeso io. Ciò è male, s'è persa un'occasione per fare una lotta di civiltà. Tanto la difesa quanto l'untore sono probabilmente all'oscuro di questi ragionamenti o hanno ritenuto troppo rischiosa questa linea difensiva (non pare che la loro abbia fruttato molto).

E' come un processo africano per stregoneria, in cui si va dal giudice a dimostrare che non si è colpevoli, perché s'è commesso l'atto di stregoneria sotto l'influsso di un altro atto di stregoneria. Il giudice ti condanna per stregoneria, o t'assolve perché l'atto di stregoneria non è a te imputabile. Non ti presenti da un giudice nigeriano a spiegare che la stregoneria non esiste, perché è rischioso, in Nigeria lo sanno tutti che la stregoneria esiste!
 
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smith

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Se la metti su questo piano nessuna patologia é dimostrabile.

Perché quando ti senti male vai da un dottore che a fronte di analisi o più semplicemente di una valutazione clinica (alias in base ai sintomi generici o al contrario più o meno specifici) ti dice che malattia hai.

Ma se ci pensi, ragionando come dici tu, tutte le malattie sono sindromi (ossia solo basate su sintomi e non su altri fatti reali. Quali fatti dovresti spiegarcelo tu).

Inoltre, anche quando ti fanno analisi, si potrebbe sempre sindacare sulle analisi stesse (come stai facendo per il caso del HIV).

Quindi ripeto, partendo da questi presupposti, come si farebbe in ambito medico a diagnosticare una qualsiasi patologia e in ambito forense a formulare una qualsiasi accusa o al contrario ottenere un qualsiasi risarcimento?
Tutto diviene sindacabile e in ultima battuta non dimostrabile.
 
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No, perché tutto è "sindrome" finché, nel caso specifico, si lavora e si trova una malattia. Una persona viene ricoverata in ospedale e ha poniamo tachicardia e insufficienza respiratoria. Questi sono i sintomi che accusa, la sua sindrome. A questo punto si fanno altre analisi e si vede cos'ha. Potrebbe essere polmonite, enfisema, fibrosi polmonare, asma ecc. Per ognuna di queste cose esistono analisi specifiche che consentono di determinare la causa della malattia, ma per ognuna di queste è anche provato il nesso causale che lega la causa al sintomo, cioè è provata l'esistenza della malattia (e non della sola sindrome). Così, si vedrà ad esempio che la persona non ha fibrosi, non ha enfisema, non ha problemi cardiaci, non ha asma, ma ha una polmonite in corso. Si identifica non solo che l'origine dell'insufficienza respiratoria è la polmonite, ma si verifica anche che, con la cura specifica della polmonite, il paziente guarisce. Nel caso di cui discutiamo, invece, non c'è il sintomo, non c'è la malattia, c'è una causa immaginaria (il virus, o modernamente il retrovirus) e non c'è nessun nesso medico tra la causa e la non manifestatasi malattia. E' tutto nella mente del medico. Nel caso del paziente di cui sopra, invece, hai la malattia, hai molte cause ognuna delle quali dimostratamente prova quel visibile problema, hai la cura che è suscettibile di guarire veramente un paziente, paziente che è veramente malato. Il metodo che si segue normalmente è quello su cui si basa la scienza medica. Il metodo che si segue con l'AIDS è quello su cui si sono basate per secoli le pseudomedicine sciamaniche: c'è una sindrome di causa sconosciuta (poniamo, difficoltà d'erezione, impotenza) e tu ipotetico fai un bel voto a San Rocco (o al santo locale). Pagato l'obolo, il sintomo cessa e tua moglie gode. Tu allora (o tua moglie) regalate un bel cazzo d'oro al santo "per grazia ricevuta". Infatti prima non ti funzionava, poi hai fatto il voto al santo, quindi ha rifunzionato, post hoc ergo propter hoc. In realtà non hai provato né la causa della malattia (conosci solo il sintomo, la sindrome) e non avendo provato la causa, non avendo cioè spiegato i meccanismi dell'impotenza nel caso specifico, non hai neanche provato la grazia del santo. In questo genere di ragionamenti circolari l'umanità cascherà sempre (s.t. quella di minore capacità intellettuale). Non hai sintomi, hai preso i farmaci "retrovirali", non hai sviluppato sintomi: beh, non li hai sviluppati perché hai preso i farmaci retrovirali! La scienza è una cosa diversa! La medicina non è, lo sappiamo, una scienza esatta, ma almeno dovrebbe provarci ad essere "scienza" anziché "frottola". La teoria dell'AIDS si basa sulla stessa credulità delle pratiche pseudomediche in uso per secoli in Europa e ancora in uso in tante parti del mondo: le castagne in tasca per curare il raffreddore, o la chiave al collo. E tra l'altro l'impotente almeno il sintomo ce l'ha. Nel caso dell'AIDS non c'è neanche il sintomo, sono tutti sani come pesci e tutti convinti che se non prendessero il "farmaco antiretrovirale" entro 20 anni potrebbero sviluppare la malattia "conclamata". PS C'è un problema con l'interfaccia, vengono eliminati gli a capo e le interlinee.
 
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smith

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Ma guarda, a sto punto, convinto tu, io non so che altro aggiungere.

Dico solo che "non credo a quello che scrivi".
Ma vale all'opposto anche per te riferito a quello che scrivo io.

Rispetto le tue posizioni.
Spero solo che tu possa rispettare anche le mie, benchè diametralmente opposte alle tue.
 
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Massì, in un forum il mio obiettivo non è mai convertire chi la pensa in modo diverso. Viva la differenza! L'obiettivo è di dare un punto di vista diverso, stimolare il dubbio e la ricerca individuale. I forum servono a questo. Lo scambio è stato piacevole, e spero utile per chi ci legge.
 
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otrecane

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Se lo sperma non viene a contatto con il sangue dell'altra persona non c'è contagio. Quindi quello la o gli spaccava il culo e gli sborrava dentro o c'è qualcosa che tocca. Per contro se io scopo una sieropositiva ma non c'è contatto sangue-sperma non
prendo l'aids. Certo non ci provo...
 
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smith

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Il meccanismo di contagio, perdonami, ma secondo me non è così "banale".
 
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A suo tempo, primi anni '90, le versioni ufficiali dicevano che il virus dell'AIDS moriva dopo pochi secondi di esposizione all'aria. In pratica l'untore avrebbe dovuto fare una sorta di endovenosa di sperma alla persona contagiata per contagiarla. Per questa ragione un mio amico medico, che credeva alla teoria virale, diceva che la probabilità di prendere l'AIDS col sesso era comunque 1 su un miliardo.

Si ipotizzava anche che gli omosessuali avessero una (asserita) maggiore incidenza di AIDS perché i rapporti anali possono comportare sanguinamenti e quindi si avrebbe il contatto sperma-sangue, ma non spiegavano per quale ragione ritenevano i rapporti anali esclusivi dei rapporti omosessuali.
 
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