Buonasera a tutti, dopo anni di punterismo, ahimé, e di frequentazione a 'scrocco' di parecchi forum mi decido a fare la mia prima recensione.
Metterò la mia enciclopedica conoscenza al servizio della comunitÃ*.
Veniamo al sogno di stasera: abbastanza ingoiato scrivo tramite WhatsApp all'agenzia che risponde in tempo record (immagino sempre che dietro il cellulare ci sia un tipo stizzito, mezzo frocio e sempre incazzato che sta lì a fare il nervoso e a rispondere agli allupati), chiedo informazioni di massima e mi dice che la tipa è in attivitÃ* fino alle 1.00. Ha un buco (anche più di uno libero) alle 00.15.
Accetto per 130, la cifra più alta di sempre investita in questa attivitÃ*. La prima con agenzia. Avevo grandi speranze. E pure parecchi contanti in tasca.
Puntuale come mai prima nella vita arrivo al portone, zona ipercentrale a rischio sgamissimo, con la stessa solerzia di cui sopra mi dice dove bussare, lo faccio e salgo.
Ad aspettarmi, porta socchiusa, c'è la Lei della foto.
Leggermente più sfatta, capelli sporchino. Ma bella figa. E belle zizze rifatte, ma rifatte bene. Capezzolo di circa due centimetri, colorato e reattivo.
Mi accoglie con un timido 'It's cold', che io penso 'che culo, ho beccato una russa che parla inglese!'. Di tutta risposta 'Yeah, it's cold. So you speak English!' -'A little bit'-.
Fine del social!! Le uniche parole che ha in inglese sono queste: 'cold' e 'a little bit'.
Va be', pazienza.
Si spoglia quasi di getto, è timida ma molto molto gfe. Bacia a stampo ma si lascia fare praticamente di tutto. Tranne giochi di mano (e di pisello) con il lato B.
Passaggio in bagno, acqua fredda, mi lava lei, cerco di dirle che ero arrapato e che mi può lavare anche con l'acqua fredda. Ma non capisce un cazzo né in inglese né in italiano né a gesti. Allora prendo la mano e gentilmente la porto a compiere l'atto.
Alla fine è simpatica.
Letto, leccata di figa e buco di culo a pecora, nessun cattivo odore. Aveva giÃ* cacciato un gommino ma l'ho fermata e ha acconsentito senza nessuna remore ad un bbj discreto, a mezza asta (la mia una dotazione tra la norma e un po' meno della norma. Per inciso, come mi è stato detto molto spesso, il cazzo perfetto per il culo). Qualche minuto di cantata al microfono, incappuccia con la bocca e si rimette a pecora.
Sono smaliziato, so che magari chi ti offre per prima quella posizione vuole concludere velocemente le pratiche ma non credo sia il suo caso.
Quindi acconsento, la prendo da dietro e inizio a darci dentro.
È la prima volta che ho pensato che, per il modo in cui ansimava, ho pensato che le stesse piacendo. Forse la seconda.
Lo scoglio della comprensione linguistica ha fatto sì di non poter disquisire a riguardo. A volte mi piace sentirmi dire che no, non le piace affatto, sentirmi una merda e continuare comunque.
Dopo un po' la giro, gambe all'aria. Non è esattamente 'fit' a causa delle sue lunghe leve ma anche di un letto di merda che era più moscio delle palle di un 90enne punter per tutta la vita.
In questa posizione noto che ha belle labbra, che il chirurgo sì è preso pagato bene però l'ha ricucita come nemmeno Ives Saint Laurent e che il pancino è leggermente floscino, forse a causa di una gravidanza, ma che comunque me la richiaverei subito.
È il momento dello smorza.
Sale su e si toglie le scarpe. Piedino curato, smalto en pendant con quello delle mani, zizza sempre bella.
Va su e giù agevolmente ma le piaceva più la pecora, sebbene non disdegni. Faccio per richiamarla a me per affondare la testa nelle zizze. Lo fa. Lo faccio. Si gira, mi bacia e si azzecca. Si azzecca moltissimo.
La sbatto pesante. Ansima pesante. Bacia dappertutto. Gfe. Troppo gfe.
Vengo fragorosamente.
Okay, mo staccati. Niente. Niente. Sto per diventare insofferente, dico a me stesso che non si fa. Non lo faccio ma le nostre sinapsi si incontrano e lo fa lei.
Bene.
La pratica svestizione fratello la fa fare a me, in bagno. Faccio veloce, di lÃ* ci sono tutte le mie cose e io sono piuttosto paranoico sempre. Ritorno e la trovo seduta sul letto un pochetto affranta.
Ci starebbe qualche chiacchiera di convenevole ma di parlare col traduttore non mi va. Parlare io, col traduttore, nel senso di dire la frase al telefono che lei leggerÃ* tradotta no, non mi va.
Mi rivesto. Mi siedo accanto perché è fottutamente dolce! Prova a dirmi due cose in inglese, le altre due che sapeva ma alla mia controdomanda resta basita e capisco che devo levare mano.
Così faccio, lasciandomi indietro l'ennesima 'per l'ultima volta'.
Senza cera, pippobaudoecapellone.
Leggere qua: uso delle 50
Metterò la mia enciclopedica conoscenza al servizio della comunitÃ*.
Veniamo al sogno di stasera: abbastanza ingoiato scrivo tramite WhatsApp all'agenzia che risponde in tempo record (immagino sempre che dietro il cellulare ci sia un tipo stizzito, mezzo frocio e sempre incazzato che sta lì a fare il nervoso e a rispondere agli allupati), chiedo informazioni di massima e mi dice che la tipa è in attivitÃ* fino alle 1.00. Ha un buco (anche più di uno libero) alle 00.15.
Accetto per 130, la cifra più alta di sempre investita in questa attivitÃ*. La prima con agenzia. Avevo grandi speranze. E pure parecchi contanti in tasca.
Puntuale come mai prima nella vita arrivo al portone, zona ipercentrale a rischio sgamissimo, con la stessa solerzia di cui sopra mi dice dove bussare, lo faccio e salgo.
Ad aspettarmi, porta socchiusa, c'è la Lei della foto.
Leggermente più sfatta, capelli sporchino. Ma bella figa. E belle zizze rifatte, ma rifatte bene. Capezzolo di circa due centimetri, colorato e reattivo.
Mi accoglie con un timido 'It's cold', che io penso 'che culo, ho beccato una russa che parla inglese!'. Di tutta risposta 'Yeah, it's cold. So you speak English!' -'A little bit'-.
Fine del social!! Le uniche parole che ha in inglese sono queste: 'cold' e 'a little bit'.
Va be', pazienza.
Si spoglia quasi di getto, è timida ma molto molto gfe. Bacia a stampo ma si lascia fare praticamente di tutto. Tranne giochi di mano (e di pisello) con il lato B.
Passaggio in bagno, acqua fredda, mi lava lei, cerco di dirle che ero arrapato e che mi può lavare anche con l'acqua fredda. Ma non capisce un cazzo né in inglese né in italiano né a gesti. Allora prendo la mano e gentilmente la porto a compiere l'atto.
Alla fine è simpatica.
Letto, leccata di figa e buco di culo a pecora, nessun cattivo odore. Aveva giÃ* cacciato un gommino ma l'ho fermata e ha acconsentito senza nessuna remore ad un bbj discreto, a mezza asta (la mia una dotazione tra la norma e un po' meno della norma. Per inciso, come mi è stato detto molto spesso, il cazzo perfetto per il culo). Qualche minuto di cantata al microfono, incappuccia con la bocca e si rimette a pecora.
Sono smaliziato, so che magari chi ti offre per prima quella posizione vuole concludere velocemente le pratiche ma non credo sia il suo caso.
Quindi acconsento, la prendo da dietro e inizio a darci dentro.
È la prima volta che ho pensato che, per il modo in cui ansimava, ho pensato che le stesse piacendo. Forse la seconda.
Lo scoglio della comprensione linguistica ha fatto sì di non poter disquisire a riguardo. A volte mi piace sentirmi dire che no, non le piace affatto, sentirmi una merda e continuare comunque.
Dopo un po' la giro, gambe all'aria. Non è esattamente 'fit' a causa delle sue lunghe leve ma anche di un letto di merda che era più moscio delle palle di un 90enne punter per tutta la vita.
In questa posizione noto che ha belle labbra, che il chirurgo sì è preso pagato bene però l'ha ricucita come nemmeno Ives Saint Laurent e che il pancino è leggermente floscino, forse a causa di una gravidanza, ma che comunque me la richiaverei subito.
È il momento dello smorza.
Sale su e si toglie le scarpe. Piedino curato, smalto en pendant con quello delle mani, zizza sempre bella.
Va su e giù agevolmente ma le piaceva più la pecora, sebbene non disdegni. Faccio per richiamarla a me per affondare la testa nelle zizze. Lo fa. Lo faccio. Si gira, mi bacia e si azzecca. Si azzecca moltissimo.
La sbatto pesante. Ansima pesante. Bacia dappertutto. Gfe. Troppo gfe.
Vengo fragorosamente.
Okay, mo staccati. Niente. Niente. Sto per diventare insofferente, dico a me stesso che non si fa. Non lo faccio ma le nostre sinapsi si incontrano e lo fa lei.
Bene.
La pratica svestizione fratello la fa fare a me, in bagno. Faccio veloce, di lÃ* ci sono tutte le mie cose e io sono piuttosto paranoico sempre. Ritorno e la trovo seduta sul letto un pochetto affranta.
Ci starebbe qualche chiacchiera di convenevole ma di parlare col traduttore non mi va. Parlare io, col traduttore, nel senso di dire la frase al telefono che lei leggerÃ* tradotta no, non mi va.
Mi rivesto. Mi siedo accanto perché è fottutamente dolce! Prova a dirmi due cose in inglese, le altre due che sapeva ma alla mia controdomanda resta basita e capisco che devo levare mano.
Così faccio, lasciandomi indietro l'ennesima 'per l'ultima volta'.
Senza cera, pippobaudoecapellone.
Leggere qua: uso delle 50
Allegati
Ultima modifica di un moderatore:
