L'avventura/disavventura ottobre 2001.

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L'avventura/disavventura. Ottobre 2001.

Vi voglio raccontare un fatto che mi è accaduto. Forse sorriderete un po’ ... o forse penserete :
“ Quanto mona è questo!”.

L’altro giorno ho incontrato ****** a ******. Era la mia prima esperienza con una escort: ero particolarmente imbranato ma, allo stesso tempo, euforico per l’esperienza, straordinaria, vissuta. Sulla strada del ritorno, forse per ritornare in me stesso, per risvegliarmi da quel bellissimo sogno, mi tocco, involontariamente la fronte con la mano e sento ... il suo profumo, il suo dolce profumo che mi portavo addosso, sulla mia mano, sul mio viso. E tutto questo per mia fortuna ... altrimenti chissà quali guai sarebbero successi al mio ritorno a casa. Decido, allora, di fermarmi all’Autogrill di Soave. Vado al bagno, scambio due parole con la signora addetta ai servizi, metto la mia monetina nella ciotola, ricevendone in cambio il sorriso ed il ringraziamento della bionda signora, e mi lavo, ripetutamente, il viso e le mani. Prendo, al bar, un caffè.

Quello stesso giorno, mio figlio era andato, in gita scolastica, a Capo di Ponte, a vedere i graffiti rupestri..
Uscendo dall’autogrill, attraverso le porte vetrate, chi intravedo? ... Alcuni compagni di scuola di mio figlio che stavano scendendo dal pulman della gita scolastica, per una sosta… Mi ricordo che tra loro doveva esserci mio figlio .... Brusco ritorno indietro ... Cerco un “rifugio” dove nascondermi ... e mi infilo nei bagni ... l’unico rifugio possibile. Erano circa le 19,30. Sento le voci di tutti i ragazzini, compagni di mio figlio, sento anche la voce di ******* mio figlio .... Ed io là rinchiuso come un “delinquente”, in bagno. Se uscivo, sicuramente, mi avrebbero riconosciuto…. od addirittura, avrei potuto incontrare mio figlio. Cosa per me alquanto imbarazzante!!!! Continuavo a sentire le loro voci ... per fortuna sono ragazzi e quando sono in compagnia, tra loro, fanno parecchio “casino”. Passano i minuti ... parecchie persone cercano di entrare nel bagno dove ci sono io. Sento, anche, una lancinante invocazione di un ragazzino: “ Apra…apra ... mi scappa la pipìììì .... mi scappa la pipì!!! In quel momento mi sono sentito veramente un verme. Immediatamente dopo, riconosco, al di là della porta, la voce della signora addetta alle pulizie: “Signore ... si sente bene?”. Ed io, con voce camuffata e stentata, per non farmi riconoscere: “Si ... non ci sono problemi”. E i ragazzini della gita scolastica ... non si decidevano a riprendere ... la strada di casa. Quarantacinque minuti di sosta, hanno fatto ... ed io per 45 minuti rinchiuso nel bagno. Quarantacinque minuti passati ad ammirare il soffitto, a guardare le piastrelle, a farmi una cultura leggendo i graffiti che ricoprivano le pareti e la porta del bagno, a sentire ... Non ne potevo più!!! Braccato là dentro in bagno, come un volgare ladro di polli ... una cosa che non mi era mai successa in vita mia!!!!

Ho lasciato l’autogrill alle 20,25 ... dopo la sosta “forzata” durata quasi un’ora.
La prossima volta, sicuramente, non farò alcuna sosta nelle aree di servizio!!!
Questa è stata la mia avventura/disavventura...
 
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Il racconto è interessante e quasi fantozziano nella sua dinamica, ma non potevi semplicemente dire a tuo figlio se lo avessi incontrato che eri lì per una cazzata qualsiasi? O tuo figlio è scaltro come tua moglie :rofl:

Curiosità professionale, ma chi era la escort? L'hai recensita??
 
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Ero quasi arrivato nel luogo di piacere che di lì a poco sarebbe stato teatro delle mie più turpi perversioni, mancavano poche centinaia di metri. Attraversavo solitario e serenamente un incrocio quando la mia macchina è stata scaraventata in una di quelle aiuole spartitraffico e mi sono ritrovato sul sedile passeggero senza nemmeno capire come ci fossi rimbalzato. Scendo dalla macchina, faccio una rapida analisi, porto le mie mani al volto. Era tutto indenne. La macchina piegata su un lato, vetri e plastica ovunque. Mi avvicino all’auto che mi aveva tamponato e scende un nonnetto bassino, anche lui indenne, aveva ancora indosso la coppoletta, magro lui, minuto, sulla settantina, con il volto rugoso e sorridente nonostante tutto. Ci accertiamo di stare bene, lui persona davvero a modo ma è strano, sorride, è sereno. Mi chiede di dire che l’incidente sia avvenuto altrove e si dichiara subito disponibile a compilare il CID. Gli chiedo allora il motivo e lui in tutta serenità mi risponde : “come glie lo spiego a casa che ero qui di ritorno da una mignotta? Sono vedovo ma ai miei figli...” In effetti eravamo in una specie di zona a luci rosse. Lo guardo bene in volto, un uomo all’apparenza con un piede nella fossa, ma con la giugulare pronunciata, il viso paonazzo e uno sguardo misto tra l’appagato e l’onnipotente. So bene come ci si sente, è il dopo che tutti conosciamo. Era uno che non mollava, il cui appetito non sarà mai sopito. Forse il più vecchio punter con cui abbia mai parlato dell’argomento. Strafatto di viagra aveva falciato la mia macchina rendendo impossibile il mio pomeriggio di piacere ed il bello era che l’accaduto gli scivolava addosso senza per nulla mutare il suo umore. L’atarassia nella sua forma più splendente. Penso immediatamente alle parole del dottore, a quelle pinze e ventose, a quei diagrammi sbagliati, cosa ci può essere poi di sbagliato in un diagramma già tutto storto di suo? Penso al fatto che non ci saranno aiutini per me in futuro, nessuna seconda occasione, che quando smetterà di funzionare dovrò solo farmene una ragione, improvvisamente tutto mi è chiaro, ci scambiamo i dati, gli dico che anche io ho da fare, sposto l’auto incidentata e proseguo gli ultimi metri dalla Loft a piedi. Cammino e penso che quando sarò sessualmente inservibile dovrò solo rosicare, per questo adesso devo chiavare più che posso, per farmelo bastare!
 
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