NOME INSERZIONISTA: Nani
RIFERIMENTO INTERNET: https://www.escortforumit.xxx/accompagnatrici/Nani-96442?from=regular_list
CITTA' DELL'INCONTRO: Catania
NAZIONALITA': Russa
ETA': Sui venticinque
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: Conforme
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): FK, BJ o BBJ, Deep Throat, Leccata di palle, Rai1 eccetera
SERVIZI USUFRUITI: FK, BBJ, Deep Throat, Leccata di palle, Rai1
COMPENSO RICHIESTO: 200
COMPENSO CONCORDATO: 200
DURATA DELL'INCONTRO: Un'ora
DESCRIZIONE FISICA: Normalissima ragazza. Forme generose, seno e culo belli morbidi
ATTITUDINE: Buona
REPERIBILITA': Facile (messaggistica tramite whatsapp)
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: Una decina di gradini (nell'androne delle scale) poi terzo piano con ascensore
TELEFONO: 3884268208
NB: Il contatto telefonico è lo stesso di Alie, ma ovviamente non è lei. Probabilmente Alie si è ritirata e Nani ha ereditato il suo numero.
LA MIA RECENSIONE: Lo so cosa mi stai per dire, taglierò corto io, interrompendolo lì, sul nascere. Che insieme possiamo salvare il mondo, e renderlo un posto migliore, per te, me, i nostri figli, i figli dei nostri figli. Ovunque c’è guerra, fame, ma noi possiamo fare la differenza. Quello che devo fare, per dare il mio contributo al bene superiore, è darti il mio numero di conto cosicché tu o qualcuno per te possiate prelevare nove euro e novanta ogni mese per le vittime della guerra, delle carestie, della vita troia. Non è così? Il povero stronzo sarà preso di certo alla sprovvista. Saprà più che fare, si guarderà in giro, verso i colleghi, la tizia ritta al banchetto. Mettiti nei miei panni, continuerò io, in quel raptus di nichilismo estremo, somma misantropia e semplice voglia di rompere il cazzo che ho al momento. Sono vent’anni che lavoro, un lavoro più fetente dell’altro... i miei colleghi? Al più simpatico sparerei un colpo alla nuca, e tutto questo non per l’amore della Patria, la produzione, la bandiera... ma per lo stipendio a fine mese. M’interessa nient’altro. Ed ecco che arrivi tu, un tizio che non ho mai visto in vita mia, e mi chiedi d’intrufolarti nel mio conto in banca nemmeno fosse la sottana di una puttana... ma che sia chiaro... solo per prendere nove euro e novanta al mese per le vittime della guerra o delle carestie del Darfur. Non un centesimo di più! Ancora non ho fatto niente ma sento già un fastidioso bruciore provenirmi dal buco del culo, manifesto segnale che mi stanno per inculare, non credi?
Il povero stronzo mi butta un occhio, in mezzo le persone che camminano lungo via Etnea. Non sa cosa gli aspetta. Fa tre passi, lo vedo quasi che comincia l’approccio, ma poi ci ripensa, sta fermo, guarda oltre. Lo sorpasso. Tutto il bel discorso che m’ero preparato, lì, sul posto, per mandarlo a cagare è bell’e che andato.
«Ma vaffanculo!»
Un tizio si volta, mi guarda.
«Non parlavo con te!»
Continuo per via Etnea, arrivo in piazza Stesicoro, scendo per corso Sicilia. Il posto è sempre lo stesso. Stesso il palazzo, il piano, l’appartamento. La richiamo che sono ancora distante. Non mi va di starmene lì fuori, il telefono in mano, davanti il portone. Mi calcolo bene o male il tempo della strada. Sono giusto arrivato che sento il portone aprirsi, entro dentro, m’infilo nel solito ascensore.
È una normalissima ragazza, altezza media, le forme generose, il seno abbondante, i fianchi larghi. Il viso è magro, le labbra carnose. Porta gli occhiali come nelle foto. La saluto con un bacio a stampo sulla bocca. Lei spalanca le braccia come a dire “ma che è ‘sta cosa?!” e mi tira a sé, mi ficca la lingua giù in gola. È alla mano, questo lo si deve dire. Come le altre non parla una parola d’italiano.
In camera pago il pattuito, come sempre passo dal bagno.
Quando torno la trovo sdraiata languida sul letto. Ha ancora la vestaglietta nera, leggerissima, reggiseno e slip neri. Da quest’ultimo si intravede un tatuaggio a forma di labbra sulla natica destra, che, non so come spiegarlo, le sta male addosso. È come quelle che hanno la giarrettiera tatuata sulla coscia. Per quanto possa essere bello il tatuaggio, ha un che di inappropriato, di cattivo gusto. Ma comunque è una mia impressione!
Mi spoglio, si spoglia, mi sdraio nudo sul letto. Comincia subito a succhiarlo, di buona volontà. Ci si mette d’impegno. La tecnica non è eccelsa, ma la parsimonia con cui se lo ciuccia, e se lo fa sparire tutto in gola fino a soffocare, o come ti bruca le palle, mentre ti lancia ogni tanto delle occhiate, fa del pompino un buon pompino. È interminabile. Lo succhia nelle più disparate posizioni: prona tra le mie gambe, rannicchiata su di un lato, accucciata col culo che da verso lo specchio, poi sdraiata di schiena, io sopra, che le sbatto il cazzo sulla lingua, e ancora mentre mi fa sparire l’uccello tra le tette abbozzando una spagnola; o con lei che dà il tempo degli affondi e con me che la tengo per la nuca e la spingo su e giù. Avrebbe continuato a succhiarlo per tutto il tempo, sono io che la fermo, dopo un bel po’, e mi faccio incappucciare. Dà due ultime leccate, come di commiato, e continuiamo.
Si scopa come forsennati, quindi, prima a pecora, poi alla missionaria, con lei che mi sgranocchia una clavicola, che da sotto mi allanza* tutta la schiena lasciandomi chiari i segni delle dieci dita. Io le infilo le mani sotto il culo, la tiro a me. Ci cacciamo reciprocamente tre dita di lingua giù per l’esofago per tutto il tempo, fino a quando concludo.
Tutto quello che c’era stato di bello finisce non appena mi vesto e esco dalla camera da letto. Nel soggiorno la televisione è accesa e un coglione inutile di cantante trap se ne sta lì a cantare le sue indicibili stronzate. Ed è un attimo. A me non è che non piaccia la musica trap, proprio la detesto. Ha il dono di darmi un’incazzatura subitanea. In un niente. Un interruttore che si accende. Sono come Travis Bickle con Palantine. La identifico come il declino culturale e morale di questa generazione. Il punto più basso cui poteva finire la musica italiana. Di peggio c’è solo una gara di rutti, e non ne sono tanto sicuro...
* Allanzare (v. tr.): Graffiare
Sui dizionari siciliano/italiano presenti su internet, allanzare viene riportato come "Aggredire". Al mio paese ha sempre significato "Graffiare".
RIFERIMENTO INTERNET: https://www.escortforumit.xxx/accompagnatrici/Nani-96442?from=regular_list
CITTA' DELL'INCONTRO: Catania
NAZIONALITA': Russa
ETA': Sui venticinque
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: Conforme
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): FK, BJ o BBJ, Deep Throat, Leccata di palle, Rai1 eccetera
SERVIZI USUFRUITI: FK, BBJ, Deep Throat, Leccata di palle, Rai1
COMPENSO RICHIESTO: 200
COMPENSO CONCORDATO: 200
DURATA DELL'INCONTRO: Un'ora
DESCRIZIONE FISICA: Normalissima ragazza. Forme generose, seno e culo belli morbidi
ATTITUDINE: Buona
REPERIBILITA': Facile (messaggistica tramite whatsapp)
PRESENZA DI BARRIERE ARCHITETTONICHE: Una decina di gradini (nell'androne delle scale) poi terzo piano con ascensore
TELEFONO: 3884268208
NB: Il contatto telefonico è lo stesso di Alie, ma ovviamente non è lei. Probabilmente Alie si è ritirata e Nani ha ereditato il suo numero.
LA MIA RECENSIONE: Lo so cosa mi stai per dire, taglierò corto io, interrompendolo lì, sul nascere. Che insieme possiamo salvare il mondo, e renderlo un posto migliore, per te, me, i nostri figli, i figli dei nostri figli. Ovunque c’è guerra, fame, ma noi possiamo fare la differenza. Quello che devo fare, per dare il mio contributo al bene superiore, è darti il mio numero di conto cosicché tu o qualcuno per te possiate prelevare nove euro e novanta ogni mese per le vittime della guerra, delle carestie, della vita troia. Non è così? Il povero stronzo sarà preso di certo alla sprovvista. Saprà più che fare, si guarderà in giro, verso i colleghi, la tizia ritta al banchetto. Mettiti nei miei panni, continuerò io, in quel raptus di nichilismo estremo, somma misantropia e semplice voglia di rompere il cazzo che ho al momento. Sono vent’anni che lavoro, un lavoro più fetente dell’altro... i miei colleghi? Al più simpatico sparerei un colpo alla nuca, e tutto questo non per l’amore della Patria, la produzione, la bandiera... ma per lo stipendio a fine mese. M’interessa nient’altro. Ed ecco che arrivi tu, un tizio che non ho mai visto in vita mia, e mi chiedi d’intrufolarti nel mio conto in banca nemmeno fosse la sottana di una puttana... ma che sia chiaro... solo per prendere nove euro e novanta al mese per le vittime della guerra o delle carestie del Darfur. Non un centesimo di più! Ancora non ho fatto niente ma sento già un fastidioso bruciore provenirmi dal buco del culo, manifesto segnale che mi stanno per inculare, non credi?
Il povero stronzo mi butta un occhio, in mezzo le persone che camminano lungo via Etnea. Non sa cosa gli aspetta. Fa tre passi, lo vedo quasi che comincia l’approccio, ma poi ci ripensa, sta fermo, guarda oltre. Lo sorpasso. Tutto il bel discorso che m’ero preparato, lì, sul posto, per mandarlo a cagare è bell’e che andato.
«Ma vaffanculo!»
Un tizio si volta, mi guarda.
«Non parlavo con te!»
Continuo per via Etnea, arrivo in piazza Stesicoro, scendo per corso Sicilia. Il posto è sempre lo stesso. Stesso il palazzo, il piano, l’appartamento. La richiamo che sono ancora distante. Non mi va di starmene lì fuori, il telefono in mano, davanti il portone. Mi calcolo bene o male il tempo della strada. Sono giusto arrivato che sento il portone aprirsi, entro dentro, m’infilo nel solito ascensore.
È una normalissima ragazza, altezza media, le forme generose, il seno abbondante, i fianchi larghi. Il viso è magro, le labbra carnose. Porta gli occhiali come nelle foto. La saluto con un bacio a stampo sulla bocca. Lei spalanca le braccia come a dire “ma che è ‘sta cosa?!” e mi tira a sé, mi ficca la lingua giù in gola. È alla mano, questo lo si deve dire. Come le altre non parla una parola d’italiano.
In camera pago il pattuito, come sempre passo dal bagno.
Quando torno la trovo sdraiata languida sul letto. Ha ancora la vestaglietta nera, leggerissima, reggiseno e slip neri. Da quest’ultimo si intravede un tatuaggio a forma di labbra sulla natica destra, che, non so come spiegarlo, le sta male addosso. È come quelle che hanno la giarrettiera tatuata sulla coscia. Per quanto possa essere bello il tatuaggio, ha un che di inappropriato, di cattivo gusto. Ma comunque è una mia impressione!
Mi spoglio, si spoglia, mi sdraio nudo sul letto. Comincia subito a succhiarlo, di buona volontà. Ci si mette d’impegno. La tecnica non è eccelsa, ma la parsimonia con cui se lo ciuccia, e se lo fa sparire tutto in gola fino a soffocare, o come ti bruca le palle, mentre ti lancia ogni tanto delle occhiate, fa del pompino un buon pompino. È interminabile. Lo succhia nelle più disparate posizioni: prona tra le mie gambe, rannicchiata su di un lato, accucciata col culo che da verso lo specchio, poi sdraiata di schiena, io sopra, che le sbatto il cazzo sulla lingua, e ancora mentre mi fa sparire l’uccello tra le tette abbozzando una spagnola; o con lei che dà il tempo degli affondi e con me che la tengo per la nuca e la spingo su e giù. Avrebbe continuato a succhiarlo per tutto il tempo, sono io che la fermo, dopo un bel po’, e mi faccio incappucciare. Dà due ultime leccate, come di commiato, e continuiamo.
Si scopa come forsennati, quindi, prima a pecora, poi alla missionaria, con lei che mi sgranocchia una clavicola, che da sotto mi allanza* tutta la schiena lasciandomi chiari i segni delle dieci dita. Io le infilo le mani sotto il culo, la tiro a me. Ci cacciamo reciprocamente tre dita di lingua giù per l’esofago per tutto il tempo, fino a quando concludo.
Tutto quello che c’era stato di bello finisce non appena mi vesto e esco dalla camera da letto. Nel soggiorno la televisione è accesa e un coglione inutile di cantante trap se ne sta lì a cantare le sue indicibili stronzate. Ed è un attimo. A me non è che non piaccia la musica trap, proprio la detesto. Ha il dono di darmi un’incazzatura subitanea. In un niente. Un interruttore che si accende. Sono come Travis Bickle con Palantine. La identifico come il declino culturale e morale di questa generazione. Il punto più basso cui poteva finire la musica italiana. Di peggio c’è solo una gara di rutti, e non ne sono tanto sicuro...
* Allanzare (v. tr.): Graffiare
Sui dizionari siciliano/italiano presenti su internet, allanzare viene riportato come "Aggredire". Al mio paese ha sempre significato "Graffiare".