Amicizia/frequentazione con una loft girl

Registrato
21 Luglio 2008
Messaggi
344
Reaction score
895
Località
Tralfamador
Francamente non capisco come mai a far pena è sempre e solo una giovane e bella ragazza, e non una sdentata all'ospizio, che, pure lei, il giorno del compleanno non ha nessuno che le faccia gli auguri. Evitiamo di prenderci per il culo. Non contesto tanto il concetto di amicizia (si possono formare, sì), quanto l'elemento della "pietà".

Parole da scolpire nel più duro granito, quelle evidenziate. Ho avuto e ho tuttora amicizie con ragazze che fanno il mestiere (saltuariamente, perchè quelle frequento). Non mi hanno mai fatto pietà. Simpatia, tenerezza, allegria, affetto (oltre naturalmente alla voglia di scoparle) sì: pietà, mai. Per la mia esperienza, per essere amici e andare a letto insieme un uomo e una donna (che la paghi o no) devono anzitutto "evitare di prendersi per il culo", cioè raccontare e soprattutto raccontarsi zero balle.
 
Commenta
Registrato
29 Febbraio 2012
Messaggi
183
Reaction score
98
Per quanto riguarda la mia esperienza, eravamo riusciti a scindere l'aspetto professionale da quello personale.

Dopo la prestazione, che pagavo regolarmente, uscivamo ed andavamo a divertirci come due amici e si era creato un bel feeling.

Per altro, lei è sempre stata molto sincera e mi ha dato vari spunti per capire che cercava altro (cioè, uno coi soldi...).

Non ha approfittato del mio innamoramento e non mi ha mai chiesto regali esosi, come invece è capitato portando a spasso altre pay... Forse perché sapeva che non li avrebbe avuti o, forse, perché veramente non voleva approfittarsene.

Non ci ho mai tenuto ad "abolire" il rate, in quanto questo, comunque, mi tutelava.
Se, invece, non pagavo e poi questa ragazza se ne usciva con una richiesta di aiuto esosa, mi sarei sentito quasi obbligato ad aiutarla, non fosse altro per il fatto che, stando con me, aveva rinunciato a qualche appuntamento, con conseguente lucro cessante...

Tutte le anticipazioni che ho fatto, erano in conto di future prestazioni...

Non è per indorarmi la pillola, ma vedevo che emotivamente era attratta da me, ma razionalmente tendeva a distaccarsi...
Io poi non mi sono mai illuso che sarebbe stata una relazione per sempre e sapevo che, prima o poi, sarebbe finita.
Sicuramente, come dice curioso74 al punto 3), aveva sviluppato un concetto di amore fortemente utilitaristico, ma questo si rinviene anche in molte free. La donna cerca, essenzialmente, sicurezza ed è portata ad essere attratta da chi questa sicurezza gliela offre...

Speravo che saremmo rimasti amici, ma così non è stato... di nuovo, non per rigirarmela come mi fa più comodo, ma anche questa è stata una parziale conferma che qualcosa per me provava oltre all'amicizia ed all'interesse professionale...

Se avesse accettato di continuare a vedermi come cliente e basta (per intederci, quello che dopo un'ora se ne va...), voleva dire che per lei ero appunto solamente un cliente...
 
Commenta
Registrato
22 Gennaio 2010
Messaggi
434
Reaction score
68
Località
Ferrara
@bullterrier: la mestierante italiana in questione lavora a Ferrara? Perché la storia mi sembra un deja 50...
 
Commenta
Registrato
21 Luglio 2008
Messaggi
344
Reaction score
895
Località
Tralfamador
Approfitto di questo thread per chiedervi un parere su una cosa che mi frulla per la testa da parecchio.
...
Ora il punto è che visto che le pay sono donne in carne ed ossa come tutte le altre non è possibile che cerchino davvero qualche amico o qualcosa di più? Allora perché queste storie vanno quasi sempre a finire male?
io ho tre ipotesi:
1. Le pay hanno voglia anche loro di amici e fidanzati ma li vogliono trovare fuori dal giro del loro lavoro, quindi se ti presenti come cliente già sei immediatamente scartato.
2. Si sono poste un progetto di vita che prevede il raggiungimento di alcuni obbiettivi economici sacrificando la parte relazionale della loro vita.
3. Come dice deadpool ormai sono talmente drogate dal denaro che ragionano solo in senso utilitaristico. (Amore è quello che ti paga le bollette).
Io propendo per la prima ipotesi anche se lo trovo un atteggiamento stupido da parte delle girl. Il cliente di pay non ha a livello generale mancanze psicologiche morali o mentali rispetto ad uno che non va con le pay quindi la trovo una discriminazione assurda.

.

Mio parere sulle frasi evidenziate; mi piacerebbe che desse il suo qualche nostra amica.
Gli unici uomini con le quali una ragazza che fa il mestiere possa, se lo vuole, essere completamente sincera sono proprio quelli che l'hanno conosciuta come clienti, perchè sanno già la cosa più difficile da dire. Dirlo agli altri, quelli che non lo sanno senza una confessione o una rivelazione, richiede da parte di lei un coraggio eccezionale; e perchè lui non reagisca molto male, dev'essere un uomo molto, molto, molto raro.
Quindi, visto che senza apertura e sincerità un rapporto nasce male e promette di finir peggio, in linea di principio il migliore compagno possibile, per lei, è proprio un cliente con il quale nasca una forte attrazione e un sentimento reciproco (cosa, come ognun sa, più che possibile, visto che Eros fa quel che gli pare, senza badare alla convenienze).
Se questo avviene, però, i problemi mi sembrano questi: 1) smettere, con le conseguenze economiche (mi pare difficile che un uomo accetti che la sua donna si dia a chiunque, e se lo accetta, che la sua donna continui a rispettarlo) 2) i ricordi non si cancellano. Chissà se in futuro la gelosia retrospettiva, i sospetti, etc., non distruggeranno il rapporto? E' difficile anche che un uomo non si tormenti mai, proprio mai, al pensiero che in passato la sua donna, etc.
E' una situazione molto scabrosa, per le nostre amiche; forse la più dura,per la sua vita intima.
Aneddoto personale. Ho frequentato a lungo una ragazza che si prostituiva saltuariamente, per bisogno (vero). Siamo diventati amici intimi. Poi, la mia amica ha smesso di fare incontri perchè ha trovato un lavoro, ha superato il momento di bisogno, e ha trovato anche un compagno con il quale convive e al quale vuole bene (sul serio). Ha però continuato a frequentare, saltuariamente, anche me (di soldi non si parlava più). Certo, c'è reciproca attrazione, amicizia, confidenza; ma ho trent'anni più di lei, e non posso esserle utile, socialmente, in alcun modo, nè lei me lo ha mai chiesto.
Con me, però, può essere in un modo che non può con il suo compagno: può essere completamente sincera, interamente se stessa: perchè io, naturalmente, so di lei quel che è costretta a nascondere agli altri.
 
Commenta
Registrato
22 Aprile 2015
Messaggi
194
Reaction score
16
Località
Bologna
forse ho sbagliato a dire "pena". non era in senso dispregiativo, ma più come tenerezza. La ragazza (e volete saperlo non è neanche una "giovane bella ragazza" cit.) avrebbe anche accettato l'uscita fuori, mettendo da parte soldi, lavoro e sesso.
La mia compassione è nata dal fatto che lei fosse disponibile a "staccare la spina", ma la situazione personale era talmente difficile che volesse solo stare in casa. magari anche senza lavorare.
per questo mi è scattato il pensiero che magari in maniera sincera, senza nessun doppio intento sarebbe stato carino dare un briciolo di serenità ad una persona che stava male.

p.s È capitato con lei perché avevo lei davanti e conoscevo la sua storia, ma se fosse capitato con un senzatetto o chiunque altro sarebbe stata la stessa cosa.

Forse in questo mondo avere un riflesso da "buon samaritano" è un difetto.
 
Commenta
Registrato
29 Novembre 2012
Messaggi
17
Reaction score
37
1. Le pay hanno voglia anche loro di amici e fidanzati ma li vogliono trovare fuori dal giro del loro lavoro, quindi se ti presenti come cliente già sei immediatamente scartato.
2. Si sono poste un progetto di vita che prevede il raggiungimento di alcuni obbiettivi economici sacrificando la parte relazionale della loro vita.
3. Come dice deadpool ormai sono talmente drogate dal denaro che ragionano solo in senso utilitaristico. (Amore è quello che ti paga le bollette).
Io penso che siano vere tutte e tre come anche il loro contrario, in base a molte variabili.Bisognerebbe distinguere rapporto d'amicizia/rapporto d'amore, comunque...parliamo dell'amicizia, visto il topic. Mia opinione:
La prima ipotesi dipende da quanto e come lavora la prostituta. Se batte da mattina a sera,è straniera quindi trapiantata in Italia senza tessuto sociale alle spalle, a parte quello di eventuali amiche puttane anche loro e comunque vive in un contesto magari ristretto di connazionali che conoscono la sua attività, ecco in questo caso secondo me sarà molto più facile che tenda a stringere qualche rapporto d'amicizia con uno o più clienti,perché l'isolamento in cui la getta la professione svolta assiduamente la porterà a maggior ragione ad avere bisogno di una valvola di sfogo, se non altro psicologica. Ma dove le può stringere le amicizie, se non sul lavoro? Questo però vale solo nel caso non sussistano i punti 2 e 3 ! E ce ne saranno parecchie.
Se invece è una donna che lavora poco, saltuariamente, a latere di un'altra professione..e quindi se si tratta di una donna che ha un suo contesto sociale, una cerchia di amicizie, un ambiente in cui è conosciuta e deve rendere conto, allora in questo caso credo sia più come dici tu...ovvero non ha necessità di intessere vita sociale nell'ambiente prostitutivo indi percui tenderà a scindere le due sfere. Anche se ciò NON esclude il nascere di amicizie tra lei e qualche cliente , amicizia però che non interferirà con la sua vita sociale "alla luce del sole". (come ha descritto ciccinabuona).


E poi farsela dare gratis da una prostituta..... bè non ha prezzo secondo me! :)

Un prezzo c'è sempre, cambia solo la valuta di scambio. E...ne vale la pena??


Con me, però, può essere in un modo che non può con il suo compagno: può essere completamente sincera, interamente se stessa: perchè io, naturalmente, so di lei quel che è costretta a nascondere agli altri.
Ho tagliato tutto il resto del tuo intervento, ma solo per motivi di spazio. Hai descritto proprio bene.

forse ho sbagliato a dire "pena". non era in senso dispregiativo, ma più come tenerezza. La ragazza (e volete saperlo non è neanche una "giovane bella ragazza" cit.) avrebbe anche accettato l'uscita fuori, mettendo da parte soldi, lavoro e sesso.
La mia compassione è nata dal fatto che lei fosse disponibile a "staccare la spina", ma la situazione personale era talmente difficile che volesse solo stare in casa. magari anche senza lavorare.
per questo mi è scattato il pensiero che magari in maniera sincera, senza nessun doppio intento sarebbe stato carino dare un briciolo di serenità ad una persona che stava male.

p.s È capitato con lei perché avevo lei davanti e conoscevo la sua storia, ma se fosse capitato con un senzatetto o chiunque altro sarebbe stata la stessa cosa.

Forse in questo mondo avere un riflesso da "buon samaritano" è un difetto.

Avevo capito che la pietà era in senso positivo, ci mancherebbe solo. In certi casi mi vien da pensare che questa sorta di pietà per le prostitute sia una forma di perversione sessuale. Non mi riferisco a te necessariamente. E' solo un'idea che mi è venuta.
In ogni caso, ti consiglio di leggere il topic aperto ha Hilts (non mi ricordo se il nick è esattamente questo), sull'influenza da escort! E , AD OGNI MODO,, prima di intraprendere qualsiasi rapporto mossi da animo generoso e/o caritatevole, bisogna prima assicurarsi di essere vaccinati contro l'ingratitudine.
 
Commenta
Registrato
20 Marzo 2014
Messaggi
362
Reaction score
309
Località
Culandia
E , AD OGNI MODO,, prima di intraprendere qualsiasi rapporto mossi da animo generoso e/o caritatevole, bisogna prima assicurarsi di essere vaccinati contro l'ingratitudine.

Si, ma qui il meretricio centra poco...
Solo il mio cagnolino mi è sinceramente grato.
Per il resto, figli compresi, l'ingratitudine è una costante abitudine.
che ci vuoi fa'..
 
Commenta

Shrike

Espulso
Account sospeso
Registrato
31 Agosto 2013
Messaggi
925
Reaction score
23
Località
Fuck You
L'ingratitudine è la base della società ipocrita in cui viviamo, quindi non esiste un vaccino, solo l'abitudine... che tristezza!!
 
Commenta
Registrato
29 Novembre 2012
Messaggi
17
Reaction score
37
L'ingratitudine è la base della società ipocrita in cui viviamo, quindi non esiste un vaccino, solo l'abitudine... che tristezza!!
A volte anche dietro un gesto apparentemente generoso e "caritatevole" si nasconde molta ipocrisia. L'autentico dono dovrebbe essere fine a se stesso e non aspettarsi nulla in cambio, neppure la gratitudine. Sovente invece diventa una fasulla moneta di scambio (anche emotiva) e se non ottiene quanto sperato coltiva il risentimento. Questo intendevo.
 
  • Mi piace
Reactions: age
Commenta
Registrato
21 Luglio 2008
Messaggi
344
Reaction score
895
Località
Tralfamador
...
[...]
Avevo capito che la pietà era in senso positivo, ci mancherebbe solo. In certi casi mi vien da pensare che questa sorta di pietà per le prostitute sia una forma di perversione sessuale. Non mi riferisco a te necessariamente. E' solo un'idea che mi è venuta.
In ogni caso, ti consiglio di leggere il topic aperto ha Hilts (non mi ricordo se il nick è esattamente questo), sull'influenza da escort! E , AD OGNI MODO,, prima di intraprendere qualsiasi rapporto mossi da animo generoso e/o caritatevole, bisogna prima assicurarsi di essere vaccinati contro l'ingratitudine.

Grazie per il commento, Petra. Dico come la penso sulla tua frase evidenziata. Secondo me ci hai preso, ma non articoli la tua intuizione. Chi si impietosisce per la prostituta per la quale sente una forte attrazione erotica fa due mosse:

1) si dice una delle più pericolose e funeste frasi che un uomo possa dire a se stesso pensando a una donna: "Io ti salverò!". Nota bene che questo può accadere con qualunque donna, che si prostituisca o no. Egli risponde, così, a uno dei più radicati istinti dell'uomo (maschio): proteggere la donna, e attiva un vero e proprio archetipo di enorme potenza. In teoria, non ci sarebbe niente di male, anzi. Però...

2) Però la donna che vuole salvare è a) socialmente, una reietta, e quindi debolissima, fragilissima, bisognosissima di salvazione b) si dà a chiunque, e quindi per definizione gli sfugge, e non può essere sua e solo sua, come l'archetipo del salvatore esigerebbe: dice un proverbio cinese che se salvi la vita a qualcuno, di quella persona sarai responsabile per sempre (e di converso, quella persona sarà per sempre tua).

Una contraddizione così forte e lacerante è distruttiva per qualsiasi rapporto, salvo eccezioni molto rare. Che cosa avverrà, infatti? Che chi si vede come salvatore vorrà anche essere padrone (ma senza dirselo). Sentirà (sempre senza dirselo) che ogni aiuto, economico o d'altra natura, che dà alla sua amica è un credito che egli acquista, e un debito che lei contrae: vorrà essere ripagato, ma il pagamento - in affetto, amore, piacere, attenzione, esclusività, etc. - non basterà mai, perchè per lui, l'atto compiuto ha valore infinito.
Ed effettivamente è così: se davvero una persona ne salva un'altra, l'atto da lui compiuto ha valore infinito, come infinito è il valore di ogni persona, se rettamente inteso. E siccome nessun bene finito può controbilanciare un bene infinito, l'unico modo per far quadrare i conti è non aspettarsi niente in cambio (sul serio). Cioè a dire che per condurre a buon fine il progetto "io ti salverò" (chiunque sia la donna da salvare) ci vuole non dirò un santo, non esageriamo, ma almeno un uomo molto maturo, equilibrato, capace di dominarsi e di riconoscere e accettare la realtà delle cose.

Ecco perchè il lieto fine si dà di rado, molto di rado. Di solito invece avviene questo: che sul principio, tutto pare una meraviglia a entrambi. Il salvatore è felice perchè si sente soddisfatto della sua generosità e nobiltà (che possono benissimo essere autentiche), e la salvata è felice perchè finalmente qualcuno la soccorre e la guarda come una persona, non come una cosa. Poi la salvata, proprio perchè con il salvatore si sente una persona e non una cosa, comincia a comportarsi con lui come una persona, cioè liberamente, senza manipolazioni, senza recite, con spontaneità. Nella maggioranza dei casi, da questo comportamento spontaneo della salvata risulterà presto chiaro, al salvatore, che ella non è follemente innamorata di lui e non vuole dedicare l'intera vita a cantare le sue lodi. Magari vuole farsi una vita diversa, a suo giudizio; e in questa vita diversa, il posto riservato al salvatore spesso non sarà il primo: magari vorrà, per esempio, trovarsi un compagno della sua età, e il salvatore molto spesso sarà parecchio più anziano di lei; oppure vorrà dimenticare il più possibile il periodo in cui si è prostituita, e dunque anche allontanarsi da chi ne ha fatto parte; oppure, può anche voler condividere la sua vita con il salvatore, ma allora vorrà farlo come lo fa qualsiasi donna, con i limiti, gli screzi, gli egoismi e i contrasti che sempre nascono in una convivenza (le salvate non sono necessariamente perfette o sante). In ogni caso, la salvata deluderà il salvatore, e di converso nel salvatore monteranno la delusione, il risentimento, e la tentazione di abusare del suo potere di ricatto economico o morale.

Fine della fola: la salvata ben presto inizierà a odiare il salvatore, a odiarlo sul serio, profondamente e con acredine, e gli farà tutto il male che può. Il salvatore vi troverà conferma ai suoi peggiori sospetti e timori, e ricambierà l'odio della salvata o con un odio simmetrico, o con una escalation di ipocrisia, ricatti e ossessione che ne basterebbe la metà per rovinare la vita a entrambi.

In questo senso mi pare esatta la tua intuizione che "questa sorta di pietà per la prostituta è una forma di perversione sessuale": perchè somiglia da vicino al sadomasochismo, con l'uomo e la donna che si scambiano più volte i ruoli di sottomesso/a - dominante. Ma mentre il sadomasochismo erotico può restare un gioco e una rappresentazione per così dire teatrale, che non esce dai limiti del rapporto erotico (si può fare del sadomaso a letto ed essere buoni amici o amanti che si capiscono e si rispettano fuori dal letto) qui il sadomasochismo tracima fuori dai suoi limiti cerimoniali ed erotici, e invade tutta la vita e tutta la psiche dei due, con le conseguenze veramente pessime che ho accennato più sopra.

Per concludere: per aiutare sul serio una donna che sul serio ne ha bisogno, bisogna avere la forza di aiutarla ad essere libera, e saperne accettare senza rimpianti le conseguenze, tra le quali quella di essere messi in disparte. E' difficile. Se uno non se la sente, meglio, molto meglio attenersi al normale egoismo, e lasciar perdere i sogni di salvezza.
Ciao, in bocca al lupo per le tue cose.
 
Commenta
Registrato
2 Settembre 2009
Messaggi
303
Reaction score
15
Età
60
Località
veneto
"Di queste sue doti naturali Henri è perfettamente a conoscenza, e le mette a profitto con la fredda competenza di chi manovra
uno strumento scientifico: i risultati sono sorprendenti.
Si tratta in sostanza di una scoperta: Henri ha sco-
perto che la pietà, essendo un sentimento primario e
irriflesso, alligna assai bene, se abilmente instillata,
proprio negli animi primitivi dei bruti che ci coman-
dano, di quelli stessi che non hanno ritegno ad abbat-
terci a pugni senza perché, e a calpestarci una volta
a terra, e non gli è sfuggita la grande portata pratica
di questa scoperta, sulla quale egli ha inserito la sua
industria personale.
Come l'icneumone paralizza i grossi bruchi pelosi,
ferendoli nel loro unico ganglio vulnerabile, cosi Henri
valuta con un'occhiata il soggetto, « son type »; gli
parla brevemente, a ciascuno con il linguaggio appro-
priato, e il « type» è conquistato: ascolta con cre-
scente simpatia, si commuove sulla sorte del giovane
sventurato, e non occorre molto tempo perché incominci a rendere.
Non c'è anima cosí indurita su cui Henri non riesca
a far breccia, se ci si mette seriamente. In Lager, e
anche in Buna, i suoi protettori sono numerosissimi:
soldati inglesi, operai civili francesi, ucraini, polacchi;
« politici » tedeschi; almeno quattro Blockälteste, un
cuoco, perfino una SS. Ma il suo campo preferito è il
Ka-Be; in Ka-Be Henri ha ingresso libero, il dottor
Citron e il dottor Weiss sono, piú che suoi protettori,
suoi amici, e lo ricoverano quando vuole, e con la dia-
gnosi che vuole. Ciò avviene specialmente in vista
delle selezioni, e nei periodi di lavoro piú gravoso: a
«svernare», dice lui."

(Primo Levi, Se questo e' un uomo)
 
Commenta
Registrato
29 Novembre 2012
Messaggi
17
Reaction score
37
Visto che siamo in tema di citazioni. "Ci sono due tipi di compassione. L’una, quella debole e sentimentale, che a ben guardare è soltanto impazienza del cuore, vuole solo sbarazzarsi il più in fretta possibile della penosa commozione prodotta dall’altrui infelicità; è una compassione che non è affatto con-passione, ma solo un’istintiva reazione di difesa del proprio animo di fronte alla sofferenza del prossimo. E poi c’è l’altra, l’unica che conti: la compassione non sentimentale, ma fattiva, quella che sa ciò che vuole, quella decisa a sopportare tutto con pazienza e comprensione, fino allo stremo delle proprie forze e anche oltre. Solo se si è capaci di andare fino in fondo, fino all’estremo, amaro fondo, si può aiutare il prossimo. E solo se,*nel farlo, si è disposti a sacrificare se stessi, soltanto allora!" (Zweig, L'impazienza del cuore")
"Una compassione che non è altro che vuota pietà, egoistica predisposizione a sentirsi necessari a qualcuno, sentimento deleterio e pericolosissimo.". (Parole non mie).
 
Commenta
Registrato
10 Maggio 2015
Messaggi
68
Reaction score
60
Francamente non capisco come mai a far pena è sempre e solo una giovane e bella ragazza, e non una sdentata all'ospizio, che, pure lei, il giorno del compleanno non ha nessuno che le faccia gli auguri. Evitiamo di prenderci per il culo. Non contesto tanto il concetto di amicizia (si possono formare, sì), quanto l'elemento della "pietà".
hai ragione, ma credo sia una specie di istinto ancestrale, una cosa del tipo "io maschio ti proteggo, ma ti trombo anche"
 
Commenta
Registrato
27 Agosto 2010
Messaggi
4.535
Reaction score
21.903
Ciao a tutti,
se pur nella mia rispettabile e breve carriera di punter, ho vissuto diverse esperienze, alcune positive ed altre meno.
Vado al sodo...vorrei sentire il vostro parere in merito a quanto mi è successo di recente.
In quanto "servo della gleba" (cit. elio) ho incontrato una mestierante italiana. Attratto dalle foto e dalla descrizione sono andato con il solito finale prevedibile. Lei è stata molto simpatica, e nel social time si è parlato del più e del meno.
Praticamente mi racconta che dietro alla scelta di questo lavoro c'è una situazione personale e famigliare incasinatissima. Sembra quasi che la famiglia di lei sappia o comunque immagini cosa fa, visto che sta via settimane e quando torna porta i soldi. Praticamente, per quanto giovane mantiene la famiglia e indirettamente anche l'ex marito (storia complessa).
Mi racconta di girare l'Italia e che per le cose che ha per la testa ma anche per voglia ecc.. non fa altro che stare in casa e basta, nessuno svago, una sera fuori..è letteralmente sola.
Parlando mi dice che a breve sarà il suo compleanno e per scherzare mi dice di aspettare il mio messaggio di auguri.
Premetto che ho sempre mantenuto un atteggiamento distaccato (non da usa e getta) ed evitato ogni sentimentalismo e/o contatto fuori dall'incontro, ma questa ragazza mi ha fatto veramente pena.
Secondo voi sarebbe il caso di scriverle, magari portarla fuori per un gelato, ma solo per farle sentire un minimo di contatto umano o è rischioso perché il gesto potrebbe essere frainteso?
Secondo voi si può essere amici con una ragazza?

Secondo me sì, perché no?! Sempre che anche tu ne abbia voglia, fallo in maniera del tutto disinteressata.
Se amicizia vuole, amicizia dalle. Dovrebbe essere gratis.
 
Commenta
Registrato
22 Aprile 2014
Messaggi
53
Reaction score
2
d'accordo si senza problem
l'unica accortezza alla tua situazione ..sposato libero eccc
 
Commenta
Registrato
17 Novembre 2015
Messaggi
0
Reaction score
2
Località
Trentino
Guarda,quando ho iniziato la mia carriera punteristica,quando una pay mi faceva discorsi del genere,mi impietosivo anch'io.
Ora ho capito che nella maggior parte dei casi tali racconti sono una strategia per spingere il cliente a tornare o a lasciare qualche decina di euro in più; quindi se una pay mi fa discorsi del genere non dico che li etichetto come "panzane" a prescindere ma li prendo molto con le pinze.

Anche prendendo per buono ciò che ti ha detto questa ragazza non mi sembra una novità il fatto che se ci si pone degli obbiettivi (guadagnare molti soldi in breve tempo nel suo caso) bisogna fare dei sacrifici.

Io mi sto laureando in questi mesi il che vuol dire che sto preparando l'ultimo esame in università e sto anche facendo la tesi di laurea.
Vado in palestra,non perché ne ho voglia ma perché mi ci ha costretto il medico in seguito a dei problemi di salute e sto anche studiando come un matto per riuscire ad accedere,una volta laureato,ad un corso post laurea in cui è molto difficile entrare e ancora più difficile rimanere.
Non ho tempo per uscire con gli amici,non ho tempo per cercarmi una ragazza (e anche se la trovassi non avrei nemmeno tempo per portarla fuori a cena o per passare ore ed ore a scambiare messaggini),gli unici svaghi che mi sono rimasti sono farmi qualche partitella alla play e guardarmi qualche serie televisiva in tv il sabato sera.

Io sto facendo questi sacrifici in virtù di qualcosa che rimane comunque un punto di domanda, non mi sembra così assurdo che dei sacrifici simili li faccia una persona che i risultati di questi sacrifici li ha tra le mani dopo aver ricevuto ogni cliente.

Queste guadagnano come top manager e come top manager ragionano.

d'accordo su tutto tranne sul fatto che guadagnino tutte come top manager. ho i miei seri dubbi
 
Commenta
Alto