[RECE] Cristina l'inesperta (ROU) - OTR notturna - Milano (MI) @ Salmoiraghi

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SCHEDA TECNICA

CITTA DELL'INCONTRO: Milano
ZONA: 45.485848, 9.137409 (alla 1a pensilina di via Salmoiraghi, uscita sud della MM1 QT8)
NOME: Cristina
NAZIONALITA': rumena di Caracal, c/o Craiova
ETA': 19 dichiarati
SERVIZI OFFERTI (vedi DIZIONARIO): BJ, poi trasformatosi spontaneamente in BBJ
COMPENSO RICHIESTO: 20+20, per time extension
COMPENSO CONCORDATO: 20+20
DURATA DELL'INCONTRO: ca. 25' complessivi al retrobottega
DESCRIZIONE FISICA: capelli castano chiari/rossicci, ondulati/ricci, corti e raccolti in un codino, alta circa 1,65, silhouette velinica e soda, viso carino e un po' paffuto da ragazzetta, occhi castani, seno N/V
ATTITUDINE: è alle prime armi, ma non lesina né impegno né creatività ; all'inizio più ciarliera, poi più taciturna ... e parla solo inglese

LA MIA RECENSIONE:

Dopo essere passato a salutare la benzinaia Natalia, che mi intrattiene con la solita calma e mi lascia come ricordino una strisciata di rossetto fluo sul sedile, passo a dare un'occhiata alle vicine vie Terzaghi e Salmoiraghi. Nulla di particolare da segnalare ai campi da calcetto, dove credo di avere imparato a riconoscere il trio più interessante (Ana, Nicoleta e Cristina), a cui si aggiungono un altro paio di ragazze dal fisico più "importante".

La vera novità è però alla 1° pensilina di via Salmoiraghi, quella che sta appena dopo la rotondina: la ragazza caruccia che avevo già notato un paio di settimane fa alla pensilina e che avevo scambiato per una hobbista (perché abbigliata con piumino e jeans) deve avere fatto nel frattempo un breve campus di aggiornamento a Lentate. Stasera ha una mise all black, che comincia con un chiodo di simil-pelle, continua con un abitino aderente di lunghezza poco più che inguinale e un paio di parigine sopra il ginocchio, per chiudersi con high heels dello stesso colore.

Checché ne dica il proverbio, a me pare proprio che sia l'abito a fare il monaco, perché la signorina dalla chioma castano chiara/rossiccia (riccia e raccolta in un codino) era praticamente inoperosa la prima volta, mentre stasera ruota quasi al ritmo di una Lory di Cermenate, con tempi di stand-by che non superano i 5 minuti. Per la statistica, prima è affiancata da un'altra giovane e bella velina, sempre dal crine riccio ma moro e dalle belle gambe imputtanite da calze di rete; dopo una certa ora, appare una ragazza castana più avanti con gli anni (direi vicina alla trentina), sempre dai bei lineamenti e con una specie di cespuglio permanentato in testa (sul genere Teresa Mannino), ma vestita in piumone e jeans. La vecchia auto che l'ha scaricata, poi rimane a sorvegliarla dal parcheggio a lisca di pesce di fronte.

Tornando però alla protagonista del racconto, dopo avere pazientato un po' ché rientrasse, mi affianco a lei e - prima ancora di proferire parola - vengo accolto da un sonoro "Hello!". "Ah, quindi non parli italiano?", le domando. "Poco ... English is better", mi risponde la ragazzetta, che nel frattempo sta succhiando un Chupa Chups. La sua prima proposta ("Thirty") è decisamente fuori mercato, rilancio col solito "Twenty", lei finge di indugiare cinque secondi e poi apre la portiera, accomodandosi a bordo.

CRISTINA DA CARACAL

Il tragitto per il retrobottega è davvero breve, per cui si possono scambiare solo un paio di parole, rigorosamente nella lingua di Albione. La fanciulla mi dice di chiamarsi Cristina, di avere 19 anni e di essere appena arrivata dalla Romania, per l'esattezza da una cittadina di nome Caracal (che poi ho visto essere vicina a Craiova). Mi faccio confermare l'età, mimando mourinhescamente il gesto delle manette e chiedendole se abbia veramente 19 anni e non 17. Lei si mette a ridere e scuote la testa mentre ripete "Seventeen!", come per dire "Magari avessi solo 17 anni!". La ragazza ha infatti un visetto paffuto e carino, con un po' di residui di acne giovanile, che non possono certo farla scambiare per una venticinquenne.

Quando le domando come mai una ragazza della sua età - che oltretutto parla un inglese eccellente, molto migliore del mio - sia su una strada e non a studiare all'università, la risposta è la più prevedibile: "Money". Per i cultori della cultura, mi dice di avere lasciato la Romania appena finito il "gymnasium", che immagino essere il loro liceo.

La via a fondo cieco dove mi conduce dev'essere uno dei retrobottega più usati dalle girls della zona, perché durante il nostro lungo incontro vedrò un po' di macchine andare e venire. Alcuni movimenti di vetture e di passeggiatori mi sono sembrati decisamente più sospetti (spacciatori e clienti? voyeur? personaggi dall'atteggiamento gaio in cerca di compagnia? ...), per cui definirei la privacy del posto vicina allo 0, su una scala da 0 a 10. Abituato agli standard lentatesi, le uniche macchine che non ho proprio visto sono quelle dei negrii, degli albastri o, peggio, dei verzii. Se non altro, lo spazio per parcheggiare non manca e quindi Cristina mi dice: "Park where you feel safe". In pratica non dovrei parcheggiare da nessuna parte ;), ma alla fine mi fermo più o meno a metà fra due macchine, grossomodo a 15-20 metri da entrambe.

LA RECE VERA E PROPRIA

Si regolano rapidamente le formalità burocratiche, lei si toglie il giubbino e getta il Chupa Chups fuori dal finestrino, io mi calo le braghe e si può dare inizio alle danze. Cristina smanaccia brevemente il compare, scarta e si infila in bocca un condom rosso ("Wow!", non l'ho detto, ma l'ho pensato ... ovviamente per il gesto e non per il colore del gommino) e infine si china sul mio basso ventre, cominciando a lavorare col tronco in torsione.

La sua azione fa trasparire un po' di prevedibile inesperienza, ma anche tanta buona volontà e quasi voglia di strafare ... non certo per farmi felice, ma per potere tornare il più rapidamente possibile alla mattonella. La cadenza con cui la testa si muove su e giù per l'asta è a dir poco frenetica, ma in meno di un minuto riesco a registrare sul taccuino più pezzi che nel repertorio di ragazze che frequentano il marciapiede da anni. Oltre alle classiche percussioni verticali, Cristina si cimenta anche in rapide torsioni attorno all'asta e prova pure a titillarne la punta con la lingua. Non credo che segua uno spartito o uno schema ben preciso, ma mi sembra più di assistere a un assalto a testa bassa, seguendo la filosofia del "le provo tutte e qualcosa funzionerà!". Comunque, complice anche il suo lavorio di mano alla base e il fatto che i miei tentacoli massaggino con piacere il suo fisichino sodo (sono riuscito a sollevare l'abitino aderente, sino a scoprire le chiappe), l'asta non impiega molto a inturgidirsi. Peccato solo che sopra indossi un vaporoso maglioncino, ovviamente anch'esso di colore nero, e che quindi mi sia precluso il contatto diretto con la parte alta della sua schiena.

Nei dieci minuti di BJ, Cristina cambierà posizione almeno 3-4 volte: dopo essere partita in torsione, si mette gattoni sul sedile del passeggero (quasi sfondandomi la pannellatura della portiera con i tacchi delle sue high heels!), poi si corica di sbieco su un fianco e quindi riparte da capo con la sequenza. Quando si dispone gattoni, ne approfitto immediatamente per accarezzarle l'interno delle cosce, che sono snelle e tonicissime, e per risalire sino alla zona calda. Cristina non si è abbassata i collant trasparenti e le mutandine, ma lì è davvero calda, perché percepisco almeno 5 gradi in più di temperatura che sulle gambe, oltre a un discreto tasso di umidità.

Durante la sua cavalcata frenetica, la fanciulla si interrompe solo un paio di volte, per incitarmi a finire. Prima mi sgrida perché "you are killing me!", poi mi supplica "please, try to come!". Quando sono trascorsi più o meno i 10-12 minuti canonici, si arresta di colpo, si risolleva quasi paonazza e pronuncia le parole che dovrebbero sancire la fine dell'incontro: "Stop! The time is really over!".

IL SECONDO TEMPO

Però, come ben sa qualunque fine conoscitore delle OTR rumene, i foglietti filigranati che vengono stampati a Francoforte riuscirebbero quasi a resuscitare un morto (anzi una morta), facendo ben più effetto di 10 lattine di Red Bull trangugiate una dietro all'altra! La mia proposta di ripartire da capo, raddoppiando il rate, viene ovviamente accolta da Cristina senza battere ciglio e quindi, dopo una una breve pausa tecnica per bere un té caldo negli spogliatoi, si può tornare in campo per il secondo tempo, che è quello in cui rimarrò più ammirato dalla creatività della ragazza, che meriterebbe di indossare la maglia n. 10 del fantasista.

Si riparte più o meno allo stesso modo, ma a un certo punto Cristina si interrompe, si risolleva col busto e va a recuperare la confezione dei fazzoletti umidificati. "Che vorrà fare? Pulizie prima di iniziare la smanacciata finale?", mi domando. Come previsto, la signorina sfila il gommino rosso, lo appoggia momentaneamente sulla plancia (lasciando la chiazza di unto ben nota ai frequentatori di OTR) e linda per bene l'asta. Quando mi aspetto che inizi a mostrarmi che anche nelle pianure del Danubio ci sono boscaiole brave come in Transilvania, Cristina si rituffa invece sul mio compare e inizia a trastullarlo al crudo. Resto un attimo interdetto, ma immagino che in 1-2 settimane di (poco) lavoro non possa avere preso chissà quale herpes o altro virus e quindi la lascio proseguire. L'unica sua puntualizzazione, in una brevissima pausa appena dopo l'inizio del BBJ è: "Tell me, when you come" (tradotto in italiano: no CIM).

Le sensazioni sono un pochino più intense di quelle col gommino addosso (che, per quanto rosso, non era quindi uno di quei gommoni con cui si potrebbero anche trasportare droga o migranti per il Mediterraneo), ma il mio peccato originale è quello di avere congedato Natalia circa mezz'ora prima, per cui la povera Cristina deve davvero darci dentro come se non ci fosse un domani. Ogni tanto si interrompe e smanaccia il compare, più di una volta ho pensato "Adesso si ferma ...", ma tutte le volte mi ha smentito, rituffandosi sul mio basso ventre.

SI SUONA IL FLAUTO IN DUE

A un certo punto, però, dev'essere davvero sfinita, perché la vedo fare scrocchiare la schiena (anche durante il BBJ ha cambiato almeno 2-3 posizioni) e disarticolare la mandibola. Le faccio capire che posso pure lasciare concludere le operazioni a Federica e quindi inizio a trastullare il compare con la mano sinistra, mentre la destra carezza con piacere le belle gambe di Cristina. I conigli dal suo cilindro non sono però finiti, perché la fanciulla di Caracal si cala di nuovo sul mio basso ventre e inizia a succhiare la punta dell'asta. Resto a bocca aperta di fronte alla creatività di Cristina e quindi l'unica cosa che posso fare è chiedere a Federica di spostarsi un po' più in basso, per fare spazio alle fauci della mia improvvisata accompagnatrice ed evitare di prenderla a pugni- o pugnette? :) - in faccia. Una cosa del genere non mi è mai capitata con alcuna ragazza e quindi osservo quasi incredulo lo svolgersi delle operazioni. Per 5 minuti mi sembra di tornare ai tempi del flauto dolce alle medie (che, peraltro, suonavo davvero da cani :)), ma la grande differenza è che Cristina ci soffia dentro e io armeggio sui fori per fare uscire le varie note della melodia!

All'interno del maglione di Cristina, la temperatura deve farsi rovente, perché la vedo cercare tentoni i bottoncini dell'alzacristalli, che però non funzionano più, trascorsi 10-15 minuti dallo spegnimento del motore. Dopo un'altra sessione di HJ+BBJ "a quattro mani", Cristina fa una sosta più prolungata, gira lestamente la chiave d'accensione per ridare tensione all'impianto elettrico e riesce infine ad abbassare entrambi i finestrini ("It was too hot!"). Una folata d'aria fresca ci investe e si può ripartire, per disputare gli ultimi minuti del secondo tempo.

Quando manca poco al traguardo, rispetto gli accordi e le dico di allontanare il suo volto, anche per evitare di rifilarle qualche ceffone involontario durante il rush finale. Mi faccio passare un altro fazzoletto umidificato, il ritmo di Federica si fa frenetico e anche questa volta riesco a tagliare il filo di lana ... per ultimo, credo, perché ormai avevano già spento le luci dello stadio e se ne erano andati pure gli spazzini.

CRISTINA RESTA SENZA PAROLE

Lo smaltimento dei rifiuti ha del vergognoso (la Polizia delle Groane di Lentate ci avrebbe arrestato!), perché Cristina raccoglie il tutto (condom, blister, fazzoletti) e lo getta fuori dal mio finestrino, prima ancora che io riesca a fermarla. Cerco di sgridarla ("Don't do this anymore!"), ma temo che il mio rimbrotto le sia entrato da un orecchio e uscito dall'altro. La fanciulla sembra davvero devastata dall'incontro, perché continua a disarticolare la mandibola e a muovere la schiena, per cercare di rilassare le tensioni muscolari. Mi sento quasi in colpa, quando cerca invano dei chewing gum nella confezione del Daygum, che invece ho trasformato in un piccolo portamonete, per i pezzi inutili da 1-2 cent.

Spero anche di non averle creato problemi di tempo col suo "ragazzo", perché sulla via del ritorno la vedo molto taciturna e quasi imbronciata. Per restare agli aspetti più strettamente lavorativi, mi dice di non avere un appartamento in cui ricevere (perché sta in albergo), menzionando però la possibilità di andare in un motel, pagando a lei un rate di 100 e all'albergatore la stanza. Non credo però che ci sia mai stata, perché non conosce il prezzo dell'affitto a ore, e devo averla davvero devastata, perché non mi prospetta l'opzione delle quattro mura con particolare entusiasmo, mentre quasi tutte le altre ragazze scalpiterebbero per portar a casa 100 euri comodi.

Come lo era stato all'andata, anche al ritorno il tragitto è breve e quindi siamo presto alla sua pensilina. Ci congediamo, senza particolare trasporto da parte sua, e dunque non resta che inserire nel navigatore le coordinate della branda, per chiudere definitivamente la nottata.

Insomma, la ragazzetta inesperta di cui forse era alla caccia il collega Stica ... così a naso, a provarci, magari ci scappava anche un po' di FK leggero. Però, in tempi di Coronavirus incombente e dopo che aveva succhiato la mia asta al crudo, non mi è sembrato il caso di provarci ;)
 
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Gli imboschi della zona sono due/tre. Anni fa il principale era nello spiazzo sterrato di fianco al benzinaio di via S.Elia, tutte le terzaghine ti portavano lì. E tutte quante, finite le operazioni, si prendevano carico dello smaltimento rifiuti gettando salviette e preservativi usati fuori dal finestrino. Vi lascio immaginare ogni giorno quelli dell'AMSA cosa dovevano raccogliere e quanto erano felici di farlo. Ogni tanto venivano richiamate all'ordine dalla municipale ma tempo qualche giorno e la brutta abitudine riprendeva come nulla fosse successo. Finché un bel giorno l'accesso al parcheggio viene definitivamente bloccato dai jersey che potete vedere di fianco al chiosco del fiorista.
La stessa cosa capita ancora oggi con l'imbosco principale, fazzolettini e preservativi usati gettati a terra e sulle aiuole segnalano al mattino i luoghi dell'amore mercenario agli abitanti del QT8. Non in quantità industriale come in via S.Elia ma è comunque uno spettacolo abbastanza sgradevole.
L'imbosco principale della zona ha poi la sfortunata caratteristica di essere esposto alla vista da una viuzza laterale che pur essendo poco illuminata non è che protegga le "coppiette" da eventuali osservatori indiscreti. Non parlo di FF.OO. varie ed eventuali, che immagino sappiano benissimo quali siano gli imboschi e cosa vi accade, ma di voyeur o guardoni. In generale sono discreti, si piazzano sulla via laterale e guardano da lontano. Altre volte sono però più intraprendenti e si piazzano un po' più vicino fregandosene di essere visti e magari coi fanali accesi per godersi ancora meglio lo spettacolo del punter ciulatore. Almeno un paio di questi individui conosce e frequenta alcune delle terzaghine e si accorda con loro per assistere da vicino alla ciulata, previo consenso del punter e regalino alla pulzella.
 
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