La crisi non perdona, neanche...

Single 76(purtroppo)

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se fosse per quello esistono tanti lavori che per un ora prendono 10-15 volte di piu' di un normale operaio . non puoi fare questi paragoni

Si, è vero, ma pagano regolarmente le tasse, se sono attività riconosciute dallo stato.
È la prostituzione non è illegale, ma neppure regolamentata, (in pratica non è un mestiere vero e proprio), in Italia.
 
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@Single76
@Gomma76

Cari signori, le cose NON stanno come da voi affermato.
Se è vero che in Italia la prostituzione non sia regolamentata, NON è vero che non sia un lavoro e che le prostitute NON debbano "pagare le tasse".

Una prostituta che guadagna con la sua attività E' TENUTA a presentare la dichiarazione dei redditi, a pagare le imposte e, in certe condizioni, anche le tasse ed i contributi previdenziali.

Non lo dico io ma la Cassazione, che ha stabilito come i proventi derivati dalla prostituzione siano tassabili e vadano indicati in dichiarazione alla voce “redditi diversi” o “redditi di lavoro autonomo”
Lavoro autonomo se la professionista esercita "abitualmente" la professione; redditi diversi se esercita "occasionalmente".
Se esercita in modo "abituale" deve pagare l'IRPEF, l'IVA ed anche iscriversi all'INPS "Gestione Separata" e versare i relativi contributi. Non deve invece versare l'IRAP essendo una attività personale.

https://sentenze.laleggepertutti.it/sentenza/cassazione-civile-n-10578-del-13-05-2011
 
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Se esercita in modo "abituale" deve pagare l'IRPEF, l'IVA ed anche iscriversi all'INPS "Gestione Separata" e versare i relativi contributi. Non deve invece versare l'IRAP essendo una attività personale.

Sai dirmi con quale codice ATECO una prostituta si può iscrivere alla gestione separata INPS?

Grazie.
 
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Bhe certo. Come prassi per i giornali, cartacei o online, il titolone deve colpire.
Il tema di fondo è però la nuova povertà che le conseguenze di questa crisi sta facendo nascere, che si somma alla povertà precedente già presente nel paese.
Le prostitute sono solo una parte di questo numero di persone che tenderà ad umentare nei prossimi mesi.
Qui varrebbe però la pena di soffermarci sulla parola persona.
Tutti noi ne abbiamo incontrate tante, di quelle persone-prostitute. Alcune probabilmente super super sgamate, d'elite, senza problemi economici. Qualcuna forse ci ha pure fregato, con prestazioni non all'altezza delle promesse.
Ma il più delle volte ci hanno semplicemente, e diligentemente, permesso di ottenere quell'appagamento del desiderio che ci ha spinti a comporre un numero, fissare un incontro ed entrare in un appartamento. O dentro un auto appartata in una via della città.
Nel migliore degli incontri e pur con i prevedibili inconvenienti che un incontro come quello che cerchiamo con una prostituta ci può riservare, a quelle persone siamo tenuti ad offrire, anche solo idealmente, tutta la nostra solidarietà, per essersi ritrovate, come molti di noi, di fronte ad un prossimo futuro incerto e in salita. Per alcune anche di fronte ad una prospettiva di povertà.
In questi giorni, sui social, stiamo elogiando imprenditori che hanno fatto donazioni.
Molti hanno scritto che sono orgogliosi di ssere italiani perchè la tal impresa si è riconvertita a fabbricare mascherine, altre a donare camici ai medici, altre a costruire ventilatori polmonari.
Va tutto bene, certo. Nei momenti di paura vediamo più eroi e benefattori di quanti non lo siano davvero. Dimenticandoci che la maggior parte di quei generosi imprenditori, sono gli stessi che hanno contribuito a rendere meno ricco il nostro paese, delocalizzando le loro floride imprese in aree geografiche dove non ci sono tutele dei lavoratori e i bambini lavorano in nero e mal pagati.
Sono gli stessi imprenditori che hanno portato la sede delle loro floride aziende in paesi fiscalmente accattivanti, togliendo contributi alle casse del nostro. Ma noi li applaudiamo e li ringraziamo per una manciata di spiccioli di generosità.
Perchè mai dunque dovremmo negare solidarietà, e simpatia e affetto verso una persona-prostituta che oggi è in difficoltà, anche se non è stata particolarmente attenta a risparmiare. Anche se non paga le tasse. Anche se a fine giornata guadagnava più di noi.
Quella persona fino a ieri ci ha appagato e tornerà a farlo quando tutto sarà finito.
L'imprenditore benefattore, dopo essersi preso i titoli per un gesto di facciata, tornerà a far marciare le sue fabbriche dove più gli conviene, fregandosene dei nuovi poveri che questa crisi ci lascerà in eredità.
 
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Cari signori, le cose NON stanno come da voi affermato.
Se è vero che in Italia la prostituzione non sia regolamentata, NON è vero che non sia un lavoro e che le prostitute NON debbano "pagare le tasse".

Una prostituta che guadagna con la sua attività E' TENUTA a presentare la dichiarazione dei redditi, a pagare le imposte e, in certe condizioni, anche le tasse ed i contributi previdenziali.

Non lo dico io ma la Cassazione, che ha stabilito come i proventi derivati dalla prostituzione siano tassabili e vadano indicati in dichiarazione alla voce “redditi diversi” o “redditi di lavoro autonomo”
Lavoro autonomo se la professionista esercita "abitualmente" la professione; redditi diversi se esercita "occasionalmente".
Se esercita in modo "abituale" deve pagare l'IRPEF, l'IVA ed anche iscriversi all'INPS "Gestione Separata" e versare i relativi contributi. Non deve invece versare l'IRAP essendo una attività personale.

https://sentenze.laleggepertutti.it/sentenza/cassazione-civile-n-10578-del-13-05-2011

Non è un lavoro riconosciuto dallo stato,non lo è mai stato, e se non è un lavoro riconosciuto, lo stato non ha diritto,a riscuotere tasse, poi spiegami quale prostituta va a fare la dichiarazione dei redditi, nonho mai visto una meretrice farmi una ricevuta fiscale o una fattura in modo che magari pure io potessi detrarre(sul detrarre, scherzo, ovviamente)
 
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Bhe certo. Come prassi per i giornali, cartacei o online, il titolone deve colpire.
Il tema di fondo è però la nuova povertà che le conseguenze di questa crisi sta facendo nascere, che si somma alla povertà precedente già presente nel paese.
Le prostitute sono solo una parte di questo numero di persone che tenderà ad umentare nei prossimi mesi.
Qui varrebbe però la pena di soffermarci sulla parola persona.
Tutti noi ne abbiamo incontrate tante, di quelle persone-prostitute. Alcune probabilmente super super sgamate, d'elite, senza problemi economici. Qualcuna forse ci ha pure fregato, con prestazioni non all'altezza delle promesse.
Ma il più delle volte ci hanno semplicemente, e diligentemente, permesso di ottenere quell'appagamento del desiderio che ci ha spinti a comporre un numero, fissare un incontro ed entrare in un appartamento. O dentro un auto appartata in una via della città.
Nel migliore degli incontri e pur con i prevedibili inconvenienti che un incontro come quello che cerchiamo con una prostituta ci può riservare, a quelle persone siamo tenuti ad offrire, anche solo idealmente, tutta la nostra solidarietà, per essersi ritrovate, come molti di noi, di fronte ad un prossimo futuro incerto e in salita. Per alcune anche di fronte ad una prospettiva di povertà.
In questi giorni, sui social, stiamo elogiando imprenditori che hanno fatto donazioni.
Molti hanno scritto che sono orgogliosi di ssere italiani perchè la tal impresa si è riconvertita a fabbricare mascherine, altre a donare camici ai medici, altre a costruire ventilatori polmonari.
Va tutto bene, certo. Nei momenti di paura vediamo più eroi e benefattori di quanti non lo siano davvero. Dimenticandoci che la maggior parte di quei generosi imprenditori, sono gli stessi che hanno contribuito a rendere meno ricco il nostro paese, delocalizzando le loro floride imprese in aree geografiche dove non ci sono tutele dei lavoratori e i bambini lavorano in nero e mal pagati.
Sono gli stessi imprenditori che hanno portato la sede delle loro floride aziende in paesi fiscalmente accattivanti, togliendo contributi alle casse del nostro. Ma noi li applaudiamo e li ringraziamo per una manciata di spiccioli di generosità.
Perchè mai dunque dovremmo negare solidarietà, e simpatia e affetto verso una persona-prostituta che oggi è in difficoltà, anche se non è stata particolarmente attenta a risparmiare. Anche se non paga le tasse. Anche se a fine giornata guadagnava più di noi.
Quella persona fino a ieri ci ha appagato e tornerà a farlo quando tutto sarà finito.
L'imprenditore benefattore, dopo essersi preso i titoli per un gesto di facciata, tornerà a far marciare le sue fabbriche dove più gli conviene, fregandosene dei nuovi poveri che questa crisi ci lascerà in eredità.

Bel discorso! Scritto pure bene, però io, so pure che tante prostitute(non tutte, ma una buona fetta) i soldi me li hanno praticamente rubati(senza scrupoli come ha detto setter) pretendendo che mi levassi dai coglioni il prima possibile,che in certi casi quei 50€,(IN NERO e per 10 minuti magari) me li sarei mangiati, forse ero più soddisfatto, poi ho avuto a che fare con quelle più oneste e li nulla da dire, anzi, però per mia esperienza tutta questa compassione non la meritano, tranne le più oneste.
 
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Hawkeye

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Cari signori, le cose NON stanno come da voi affermato.
Se è vero che in Italia la prostituzione non sia regolamentata, NON è vero che non sia un lavoro e che le prostitute NON debbano "pagare le tasse".

Una prostituta che guadagna con la sua attività E' TENUTA a presentare la dichiarazione dei redditi, a pagare le imposte e, in certe condizioni, anche le tasse ed i contributi previdenziali.

Non lo dico io ma la Cassazione, che ha stabilito come i proventi derivati dalla prostituzione siano tassabili e vadano indicati in dichiarazione alla voce “redditi diversi” o “redditi di lavoro autonomo”
Lavoro autonomo se la professionista esercita "abitualmente" la professione; redditi diversi se esercita "occasionalmente".
Se esercita in modo "abituale" deve pagare l'IRPEF, l'IVA ed anche iscriversi all'INPS "Gestione Separata" e versare i relativi contributi. Non deve invece versare l'IRAP essendo una attività personale.

https://sentenze.laleggepertutti.it/sentenza/cassazione-civile-n-10578-del-13-05-2011

Non è completamente esatto.

Una sentenza della Corte di Cassazione, in questo caso la sezione civile, non stabilisce che tutte le prostitute devono pagare le tasse e via dicendo, ma solo quella persona citata nella sentenza stessa. Una sentenza colpisce solo le persone indicate nella medesima, non è estensibile erga omnes. Ovviamente potrà costituire precedente per eventuali altre sentenze, ma non è applicabile automaticamente.

Le uniche sentenze della Corte di Cassazione che hanno forza di legge sono quelle prese a sezioni riunite.

p.s. sono argomenti trattati anche in passato anche in altri thread. (vedi, ad esempio il thread "Tassabile la prostituzione").
 
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Sai dirmi con quale codice ATECO una prostituta si può iscrivere alla gestione separata INPS?

Grazie.

<<Altre attività di servizi per la persona nca>> - 96.09.09 per l'escorting
<<Servizi di centri per il benessere fisico (esclusi gli stabilimenti termali)>> 96.04.10 per i "centri massaggi"
 
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Non è un lavoro riconosciuto dallo stato,non lo è mai stato, e se non è un lavoro riconosciuto, lo stato non ha diritto,a riscuotere tasse, poi spiegami quale prostituta va a fare la dichiarazione dei redditi, nonho mai visto una meretrice farmi una ricevuta fiscale o una fattura in modo che magari pure io potessi detrarre(sul detrarre, scherzo, ovviamente)

Nel mio commento ho allegato un link che porta ad una sentenza della Cassazione che riguardava proprio una prostituta.
Il problema non è che ci sia "un lavoro" (riconosciuto o meno) ma che ci sia "un reddito" sul quale, come per tutti i redditi, ogni cittadino è tenuto a versare le imposte e/o le tasse.
Non me lo sono inventato io, è stata l'Agenzia delle Entrate a fare gli accertamenti ed è stata la Cassazione a mettere i "paletti".

qui la sentenza della Cassazione https://sentenze.laleggepertutti.it/sentenza/cassazione-civile-n-10578-del-13-05-2011

qui trovi il perchè ed il percome anche le prostitute, occasionali o abituali, devono pagare le imposte e fare la dichiarazione dei redditi https://www.laleggepertutti.it/224125_prostituzione-quali-tasse-si-pagano

p.s. Non lo fanno, ma "dovrebbero" farti una ricevuta;
e comunque dovrebbero poi versare l'IVA se la loro è una attività "abituale", cosa che le rende "lavoratrici autonome" che ricevono una retribuzione pagata direttamente dal beneficiario della prestazione
 
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Single 76(purtroppo)

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Li si parla della prostituta riferita nella sentenza,solo di quella, non di tutte le prostitute, non dice che le prostitute devono pagare le tasse, poi fammi capire, per caso ha un iscrizione all'albo? Che ne so:camera di commercio, o qualsiasi altra attività?risultano nulla tenenti, quindi non sono obbligate a pagare nulla.
Che loro hanno un reddito, secondo me, lo devono dimostrare e non è facile.
 
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@Single76
Guarda: io ti ho dato un riferimento legislativo, poi si sa che tutti sono commissari tecnici, virologi (in questo periodo) e Patrocinatori in Cassazione come te in questo caso.
Che la cosa ti piaccia o non ti piaccia, quello è stato l'orientamento della Suprema Corte;
e vorrà pur dire qualcosa se chi maneggia la Giurisprudenza con maggiore dimestichezza di te ha dato questa interpretazione.
Davvero si resta sconcertati nel constatare come su temi molto tecnici, e mica solo in questo caso o in questo solo thread, in tanti restino appiccicati ai propri pegiudizi nonostante tutte le spiegazioni che gli si possa dare.
 
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Non è completamente esatto.

Una sentenza della Corte di Cassazione, in questo caso la sezione civile, non stabilisce che tutte le prostitute devono pagare le tasse e via dicendo, ma solo quella persona citata nella sentenza stessa. Una sentenza colpisce solo le persone indicate nella medesima, non è estensibile erga omnes. Ovviamente potrà costituire precedente per eventuali altre sentenze, ma non è applicabile automaticamente.

Le uniche sentenze della Corte di Cassazione che hanno forza di legge sono quelle prese a sezioni riunite.

p.s. sono argomenti trattati anche in passato anche in altri thread. (vedi, ad esempio il thread "Tassabile la prostituzione").

a dire il vero non è del tutto esatto nemmeno quello che sostieni tu

L'unica cosa che abbia "forza di legge" è la LEGGE;
anche in caso di sentenza a Sezioni Unite della Cassazione, che fornisce un "orientamento" che "dovrebbe essere univoco" può accadere che qualche Giudice se ne freghi di ciò che dice la Cassazione
Con buona pace della "certezza del Diritto"

Ma il fatto che in Italia, una volta "Patria del Diritto", viga invece molto sfortunatamente <<l'anarchia del giudicato>> non dovrebbe autorizzare ad interpretazioni "creative" di norme che, in sè, sono invece molto chiare. Con la conseguenza che tutti credono di poter fare come gli pare, cittadini compresi.

Le motivazioni portate dalla Cassazione nel caso da me citato, sono corrette e condivisibili, tanto è vero che il caso preso in considerazione non è stato l'unico in cui una esercente si è trovata a dover pagare;
è stato uno di quelli che è arrivato tra i primi all'attenzione della Suprema Corte
Sentenze n. 10578/2011, 18030/2013, 7206/2016, 15596/2016 e 22413/2016.

Poi, come scritto a Single76 : tutti commissari tecnici, virologi e patrocinatori in Cassazione.
Pax Vobiscum

https://www.laleggepertutti.it/188945_le-sentenze-della-cassazione-fanno-legge
 
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