Fidelizzata, cosa significa?

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Dopo una sequenza di tre/quattro missili ritornereste pure voi dalla fidelizzata con la coda tra le gambe.
È dura la vita del puttaniere.
 
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Più che studiato, ne ho scritto una buona parte, mi riferisco alla mia zona ovviamente. :pleasantry:
Scherzi a parte, la ricerca di informazioni se fatta seriamente diventa quasi un secondo lavoro.
Piccolo esempio: si inizia sempre con la ricerca nel forum, poi segue verifica delle foto, scoperta di ulteriori numeri, confronto delle foto e ricerca recensioni. Ne trovi metà positive e metà negative, idem per le foto: di quali fidarsi?
Allora confronta i tatuaggi, perché vuoi che non ci siano? Apri tineye e Google immagini, misura il livello di silicone tra le foto recenti e quelle anni ‘80.
Scopri terzo numero e recensioni scritte su tavoletta in pietra, fai verifica e confronta con incisioni rupestri, scopri che la tipa era bona e brava e faceva una marchetta per 10 pizze di fango, 12 con il servizio completo.
Scopri inoltre che fino all’entrata in vigore dei sesterzi tutti i papiri erano positivi, poi si sono perse le tracce.
Indeciso ma eccitato ti butti e ti apre la mummia di Ramsete II, con cui ingaggi una lotta per andartene che si risolve con l’elargizione di quattro monete di bronzo per il disturbo.
 
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la ricerca di informazioni se fatta seriamente diventa quasi un secondo lavoro.
Come riassunto (si fa per dire) benissimo e anche di più.
Poi, una volta che ti sei perso tra numeri, foto, info, rece dai tempi dei lupanari pompeiani, acchiappi il primo numero corredato da foto ingrifanti e ti vai a schiantare col missile.
Ma una volta su dieci, si pesca la perla.
Puttaniere non è una parola offensiva, è uno stato (lo stesso si può dire per la donna), uno stato d'inquietudine, di curiosità e di bisogno di novità, soddisfatto dall'unione per il piacere non con una ma con molte. Come l'alcoolismo. Si può astenersi, ma l'alcoolizzato resta alcoolizzato, il puttaniere puttaniere: al primo venir meno del controllo, ricade. Io sono un puttaniere.
Lev Tolstoj, (19 agosto 1889).
 
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rimini
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Alle vostre meste ma reali ricostruzioni aggiungo una mia condizione: io sono diventato molto diffidente verso certi recensori.
Quando leggo gli scritti di costoro, mi comporto come mi comportavo anni fa dopo la lettura delle recensioni cinematografiche di Lietta Tornabuoni e di Tullio Kezich: se di un film i due scrivevano bene o molto bene, me ne restavo ben lontano o molto ben lontano dalla sala ove lo proiettavano.
 
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Voglio provarci anche io: la fidelizzata è quella che ti ha coglionato meglio di tutte le altre.
E comunque, il punter, per definizione, non cerca le info, le scrive.
 
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Già. Inoltre il punter galante e furbo omette tutto il piacevolissimo percorso di fidelizzazione.
Anche perché si può recensire solo una volta.
:prankster2:
 
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Mah non saprei, il punter, e non starebbe a me dirlo, tendenzialmente non fidelizza. Secondo me è animato dall’inquietudine, dalla ricerca spasmodica che ha riportato opportunamente il buon Olderlover nella citazione di Tolstoj.

Ci riprovo: la fidelizzata è quella che quando qualcun altro te la recensisce, lo senti nelle terga un po’ anche tu... :prankster2:

O volendo, corollario: la fidelizzata è quella che non ti sogneresti mai di recensire...
 
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@submale
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Insomma il punter fidelizzato è furbo o coglione?
'E possibile sciogliere il cornuto (in tutti i sensi) dilemma?
 
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Ma no, non facciamo generalizzazioni. Il punter fidelizzato se non è coglione è fortunato perché trovare professioniste valide è sempre una fortuna.

Talvolta la fidelizzata è quella che per quante volte le spari, la sua “quaglia” non muore mai.
:prankster2:
Oddio detta così suona male. Chiedo l’aiuto di Oblo, rettifica tu che sei studiato, penso si capisca il concetto. Chi è la fidelizzata?
 
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Mi hai illuminato.
Il fidelizzato cammina sempre sulla lama di un rasoio.
Se non è più che furbo finisce con l'essere un grandissimo coglione.
 
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nautilus 70

UOMO
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Allora mi sa che di coglioni qua dentro siamo parecchi. Del resto se un rapporto di fidelizzazione, alternato a qualche stimolante novità, mi fa stare alla grande, non è che mollo il colpo sacrificandomi in nome del vero punterismo che prevede incontri con esercenti sempre diverse.:wink:
 
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Ognuno vede il ruolo di punter in modo personale, ci sarebbero infatti tantissime premesse da fare sui gusti, sul vissuto e su tutto ciò che orienta le scelte iniziali. Saltiamo a piè pari questi aspetti.
Per me essere punter è un momento creativo, perlomeno mi piace pensare che ci sia qualcosa di artistico nell’andare a donnine.
Mi spiego meglio.
Una delle caratteristiche più importanti, momento di creatività pura, è quella di saper volgere a proprio favore le situazioni più avverse, situazioni che ogni punter può facilmente immaginare.
Sono cose che si dovrebbero imparare da bambini, cadendo e sbucciandosi le ginocchia.
Rappresentano infatti i primi traumi che formeranno il punter adulto, vale quindi anche per questo mondo il principio che afferma che il bambino è il padre dell’uomo.
Premessa doverosa perché ogni fidelizzazione nasce spesso da un’attività pionieristica, cioè da un primo incontro quasi sempre al buio o con poche informazioni, perlomeno per me è sempre stato così.
Il punter adulto per come lo concepisco io è inizialmente un puttaniere calato nella realtà, che conosce il mercato e sta attento al denaro. Quindi è homo oeconomicus in senso lato, si muove cioè in presenza di risorse scarse e non facilmente reperibili.
Pertanto in questo contesto e per la intrinseca tendenza a minimizzare il rischio, la fidelizzazione è quasi un obbiettivo necessario, che però non nasce dal nulla, non è dovuta al caso o ad un destino scritto. Tutt’altro.
C’è un atto di volontà che permette che ciò accada, ma non accade con tutte.
Magari succede perché abbiamo colto uno sguardo, un gesto, una parola, un gemito e li abbiamo interpretati in un certo modo dando luce e attribuendo valore a tutto l’incontro, già di per se positivo ovviamente. Tutto ciò però lascia un sapore di incompiuta e l’illusione ben riposta che gli incontri successivi potrebbero essere perfino migliori.
Io penso che già dopo il primo incontro si sappia, più o meno consciamente, se quella ragazza diventerà una fidelizzata o no.
È insomma un percorso di conoscenza, dove l’intuito, il tempismo, la capacità di sorprendere, l’audacia, il gioco permettono di creare qualcosa di molto superiore rispetto ad un incontro normale e onesto.
A proposito di fidelizzazione, ma più in generale a proposito di donne, ripropongo un pensiero a me caro, ormai una pietra miliare nella mia carriera di puttaniere sia in divisa che in borghese. Questo pensiero dice che bisogna fare un uso particolare della maieutica socratica. Ogni donna nasconde dentro di sé una puttana, sta a noi riuscire a farla emergere, così come uno scultore riesce a tirar fuori da un blocco di arida pietra una statua.
Ciascuno col proprio scalpello.
 
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Ognuno ha la sua equazione personale.
Nel senso che l’io di ciascuno di noi è composto di percentuali in quantità variabile di ingredienti caratteriali.
Non saltiamo a piè pari questi aspetti.
E così Oblo è uno scultore e la creazione dell’opera d’arte ha bisogno di lucidità e distacco.
Nautilus, non c’è bisogno di dirlo, è un navigatore ed Ulisse, il prototipo dei navigatori, non fu trattenuto né da Circe né da Calipso.
Nella mia equazione personale c’è un forte cedimento a quel sentimento così stucchevole che non voglio neppure nominare. Quel sentimento che ti fa parer donna ‘colei che sola a me par donna’.
‘E in questo contesto che va letta la mia affermazione che per frequentare una fidelizzata o si è più che furbi o si finisce con l’essere dei coglioni.
 
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Mah non saprei, il punter, e non starebbe a me dirlo, tendenzialmente non fidelizza. Secondo me è animato dall’inquietudine, dalla ricerca spasmodica che ha riportato opportunamente il buon Olderlover nella citazione di Tolstoj.

Ci riprovo: la fidelizzata è quella che quando qualcun altro te la recensisce, lo senti nelle terga un po’ anche tu... :prankster2:

O volendo, corollario: la fidelizzata è quella che non ti sogneresti mai di recensire...

Ho messo il "mi piace" perché mi piaceva a metà e la funzione non esiste. Mi piace, of course, la prima parte. Meno la seconda.

Per quanto mi riguarda, sono totalmente refrattario alla fidelizzazione. Al punto che non sono mai tornato una seconda volta dalla stessa. :scaut:

Lo percepisco nelle terga quando mi capita di essere stato bruciato sul tempo da qualche collega più rapido nel recensire, aprendo un thread "vergine" (beh oddio... vabbé), su una mai recensita. Una sorta di "jus primae punctis". :pardon:

Vero dolore, provai quando, sebbene l'avessi trombata per primo, me la presi comoda e fui bruciato per una decina di minuti nel postare la recensione, da un collega che l'aveva trombata la sera successiva. :spiteful:

Si potrebbe definire, il mio, un caso di "punterismo agonistico". :hunter:
 
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Sarebbe buona norma non recensire mai con la pistola ancora calda ma il pensiero che il thread poi lo apra qualcun altro attanaglia spesso anche me.
Suvvia, sono fattispecie mica è detto che riguardino tutti nello specifico. Però posso garantirvi che sono reali. Non mi aspetto ammissioni di colpevolezza.
Saltare a piè pari? Ma anche no. Bisogna sviscerare. Per stabilire “chi è la fidelizzata” bisogna necessariamente partire da “chi è il punter”. Ho cercato, se ricordo bene c’era un post molto bello che partiva dalla spiegazione dell’inglesismo “punter”, mi pare che era sul blog personale del padrone di casa, quello su WordPress, ma non riesco più a trovare quel blog. Uscite il link please. Intanto ho trovato questo articolo che allego per completezza.

https://punterforum.com/il-punter-e-punterforum/

Mi piace molto l’immagine del fidelizzato funamboliere tra il fortunato ed il coglione. E sì, siamo tutti un po’ coglioni all’occorrenza. In maniera consapevole o meno.
Ho riletto il post di Oblomov ben tre volte, annotandomi “il bambino è il padre dell’uomo”, sono certo che la prima donna a cui lo dirò, me la darà gratuitamente, seduta stante e per partito preso. Ecco spiegato perché gli si pronano sempre al suo cospetto...
Questo pensiero dice che bisogna fare un uso particolare della maieutica socratica. Ogni donna nasconde dentro di sé una puttana, sta a noi riuscire a farla emergere, così come uno scultore riesce a tirar fuori da un blocco di arida pietra una statua.
Ciascuno col proprio scalpello.
Questo andrebbe scolpito a caratteri cubitali sull’uscio di ogni loft. Però se posso permettermi un consiglio, non ostinarti a scalpellare sempre lo stesso punto, non è detto che ciò che cerchi sia sempre e comunque proprio lì... :prankster2:
Dallo scalpello allo scappello il passo è breve :lol:

 
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Una sorta di "jus primae punctis".
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In realtà hai colto uno degli aspetti più entusiasmanti di questo mondo, aspetto che però non collide con quello della fidelizzazione. Anzi, è proprio il suo antefatto.
Infatti, perlomeno nel mio caso, non ricordo di aver mai fidelizzato una ragazza super recensita, una di quelle garanzie ultra certificate. Gran parte delle sensazioni che colorano questo tipo di esperienze me le sarei precluse.
Fidelizzare una che è sulla breccia e magari con successo già da qualche anno non mi provocherebbe emozioni particolari. Rinuncerei insomma a quell'aspetto creativo di cui si è parlato appena più su. Non ci sarebbe nessun benefico disagio nel conoscersi, nessun espediente per rendere gradevole una iniziale sensazione di imbarazzo, nessun ghiaccio da rompere perché quello, insieme a tutto il resto, lo troverei già rotto da anni di servizio, e da tutto il resto.
Quando ci si siede al computer per iniziare il lavorìo di ricerca, sono alimentato da due speranze: che sia ben recensita o che non sia mai recensita.
Io francamente non so cosa augurarmi, ma nel mio intimo propendo sempre per la seconda ipotesi.
Faccio un esempio recentissimo.
Per non perdere la mano, in questi giorni ho consultato i vari siti ed effettuato le stranote ricerche. Se particolarmente stimolato sono arrivato anche alla fatidica telefonata.
È come se volessi prepararmi il terreno rimanendo in allenamento, in attesa della ripresa del campionato.
L'altro giorno adocchio una mulatta abbastanza significativa. Nessuna informazione in giro ma una serie di foto un po' troppo patinate. Sensazioni ambivalenti.
Procedo con la telefonata nella speranza di sentire una voce che parla a stento l'italiano, elemento da me estremamente apprezzato e che avrebbe rappresentato un ottimo punto di partenza.
E invece? Mi risponde con l'accento milanese.
Ovviamente mi sono cadute le palle a terra e in condizioni normali quella ragazza sarebbe stata una delle ultime opzioni.
Trovare il diamante grezzo, scovare il potenziale, scoprire un talento e magari essere stati artefici della sua emersione è un grande credito di cui si godrà per il resto della carriera della ragazza, a meno di fantozziani capitomboli e accorate dichiarazioni d'amore. Certo, bisogna prodigarsi per lasciare un buon ricordo o perlomeno una buona impressione, con l'illusione che questo non sia uno sforzo ma una caratteristica personale e magari naturale
A questo proposito, per me recensire una novità immediatamente dopo averla scoperta, novità su cui evidentemente ripongo le mie speranze di fidelizzazione, è assolutamente un autogol.
Ho sempre preferito procedere alla recensione una volta consolidato il rapporto e a fidelizzazione avvenuta, notando alcune volte con malcelato orgoglio come le successive recensioni non descrivessero situazioni all'altezza della mia esperienza.
Il tempismo è fondamentale, non c'è dubbio.
Un'ultima cosa, forse la più importante.
Ho accennato al fatto che il punter è uomo calato nella realtà, ebbene questa caratteristica non può mai andare in vacanza ma deve essere ben radicata.
Significa fondamentalmente che il punter non dovrebbe prendere il sopravvento sull'uomo.
In questo periodo di crisi si assiste alla speranza che il mondo della prostituzione si riempia di novità. Speranza in qualche modo comprensibile se si guarda la realtà con gli occhiali del puttaniere e che cresce magari proprio insieme all'eccitazione data dal processo di fidelizzazione appena descritto.
Quello che però non bisognerebbe mai dimenticare, tanto meno se si ha l'ambizione di essere tra i primi clienti, è che una prostituta in più sulla terra non è certo una buona notizia.
Tenere ben saldo in mente questo aspetto, mostrare questa forma di attenzione, oltre che cosa giusta, è preannuncio di un rapporto gratificante o perlomeno di una coscienza pulita.[FONT=&quot] [/FONT]
 
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Gomez

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Bo
Ciao a tutti,
In questi giorni ho avuto modo di leggere e scoprire diverse sezioni del forum e in numerosi post si fa riferimento alla fidelizzata, ma chi è costei? Immagino che non esista uno standard, ma vorrei capire da voi quali sono i criteri e ovviamente i rapporti, che fanno diventare una pay una fidelizzata. È una figura molto intrigante sulla quale sarebbe interessante raccogliere esperienze.


La domanda sembra banale, ma non lo è. La risposta potrebbe sembrare ancor piu' banale, ed il rischio che effettivamente lo sia è elevato. D'altra parte che caspita di domanda è? Perchè torni da una dopo che ci sei stato la prima volta, che nella mente di molti dovrebbe essere anche l'ultima, perchè questa in fondo è solo una puttana, quindi che motivo c'è di insturarci un rapporto relazionale, come se a questo ruolo non avessimo gia' destinato la moglie o la fidanzata ufficiale. Questo accade perchè nonostante siamo incalliti puttanieri, gente problematica sessualmente, infida, bugiarda, vanitosa, narcisa (ma sto parlano di me?), senza rispetto delle donne e quanto meno di noi stessi e con al posto del cuore un cubetto di granito a volte consumato e crepato da anni di sollecitazioni, a volte succede che in noi possa scaturire un'emozione. Quando capita te ne accorgi subito perchè non sei abituato. E' come se stai aspettando l'autobus alla fermata ed imporvvisamente qualcuno te lo infila in culo. Te ne accorgi subito perchè questa cosa ti ha cambiato la giornata. Ed è bello. Non prenderlo in culo, per me almeno, ma che qualcosa ti cambi la giornata in modo rilevante, inaspettato e piacevole, dico, anche se forse era meglio se trovato un'altra metafora.

Le emozioni. Non credevi di riuscire ancora a provarne di emozioni. Queste “emozioni” naturalmente non sono le stesse che puoi provare mangiando un piatto di tortellini. Sono anch'esse legate al piacere, alla gratificazione, all'autostima, ma quando si tratta di accoppiamento entra in gioco il desiderio innato di riprodursi, uomo con patrimonio genetico (e non solo) adatto incontra donna con patrimonio genetico adatto che sa fare dei gran pompini (il che non guasta), e quindi inseminazione, procreazione, allevamento cuccioli, prosecuzione specie. Tutto biologicamente normale ed ovvio. Ma che cazz.... Io sto andando a puttane. Sto pagando per averlo di default questo patrimonio genetico adatto. Ma non puoi ingannare la biologia. Cioè, la inganni, ma non la inganni. Lei fa cio' che deve fare. E il meccanismo si innesca anche se paghi. Perchè sei figo ed i patrimoni ce li hai tutti, e lei è figa, e fa dei gran pompini. Ti meravigli. Poco fa eri una pianticella secca e qualcuno, solo pagando un equo conquibus, ti ha dato un po' d'acqua. Wow! Sto rifiorendo! Ho pagato ve bene ma, bello! Ne voglio ancora. Foglio rifiorire almeno per quanche altro giorno, settimana, mese. Aspetta pero' che chiedo un saldo in banca, prima.

Ma ciononostante sei perfettamente a conoscenza che le “emozioni”, soprattutto quelle a pagamento, non gestite nel modo giusto, in passato ti hanno portato a sfracellarti, in modo fragoroso, e mai nella modalita' che avevi provato a immaginare. Anzi, il modo in cui ti sfracellavi era sempre diametralmente opposto a cio' che ti aspettavi, che spesso hai avuto il dubbio di volerle inseguire e cavalcare apposta quelle emozioni, per vedere in che modo fantasioso e del tutto impensabile ti avrebbero portavano a sfracellarti. Cazzo, accarda' anche stavolta, pensi. Pero' figata! Aspetta che ci faccio un po' di surf su queste onde, tanto poi ormai sono in grado di capire se queste onde diventano troppo minacciose. So chi sono, ormai. Conosco i miei limiti. E ti ci abbandoni. Ti fidelizzi, cioè diventei un cliente affezionato dell'ambaradan. Ti diverti, razzoli, intrallazzi, luna park, montagne russe, così per tutta la stagione. Poi, ad un certo momento, sul piu' bello, ma sempre dopo un certo punto di non ritorno passato il quale “c'era da aspettarselo”, il giostraio ti chiede il biglietto. E tu questo biglietto, ti cerchi addosso dappertutto, ma non ce l'hai piu. Non sai che fine abbia potuto fare. L'hai perso. Ancora una volta. Cazzo! Un portafoglio devo comprare. Mi dimentico sempre. Al che il giostraio ti prende per l'orecchio, ti conduce all'uscita e ti sbatte fuori con un calcio in culo. Ma va bene dai. Tanto quello che è importato è che me la sono spassata per tutta la stagione. Non mi resta che aspettare la prossima estate. Pero' che figura di merdaaaaaaaa!

Le fidelizzazione è pressappoco questa.

Prima regola del Fight Club: spassatela con loro ma mai innamorarsi o far innamorare di te le montagne russe! Sono strutture progettate e costruite esclusivamente a scopo ludico, prima di salirci devi aver compiuto almeno 12 anni, sono fatte interamente di metallo ed alcune di queste non sono nemmeno così solide come sembrerebbe. E poi appartengono al giostraio. Punto!

ps. comunque io con qualche montagna russa, quelle che non sono crollate mentre ci passavo col mio vagoncino e quelle che mi ci sono divertito per piu' di un'estate all'insaputa del giostraio, sono rimasto in rapporti amichevoli, cioè, di conoscenza: ci vediamo in fotografia sui social e raramente ci scambiamo qualche "like"....di loro mi sorprende che sono sempre russe, cinesi, filippine, rumene, sudamerinde, meno montagne, ma che un giostraio, a giostrare, sebbene con sembianze differenti, è sempre li
 
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Gomez, il tuo racconto mi ha emozionata. Lo hai scritto con incredibile lucidità, trovando le parole giuste. Grazie per averlo condiviso con noi :preved:
 
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La fidelizzata è colei dalla quale sei stato un numero di volte tale da permetterle di conoscerti e a te di conoscerla, sa che argomenti vuoi evitare e ti ha fatto capire di cosa preferisce non parlare.
La fidelizzata sa che puoi anche sparire per un po', ma che poi torni, perché sia tu che lei siete due buoni diavoli che si piaciucchiano ed amano essere riconosciuti l'uno dall'altra.
Ah, dimenticavo; la fidelizzata è anche colei che, quando in una sua serata libera la porti a vedere una porcheria di Romeo Castellucci a teatro o di Michael Haneke al cinema, non ti prende a male parole perché in fondo a lei andava di uscire da amica e di farsi un giro con te, che tutto sommato non sei il peggior cliente che si ritrova.
 
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