ROBA DA PUNTER

Eden Berlin


In questo periodo sogni parecchio.
Non sai perché.
Uno degli ultimi sogni è stato strano.

Hai sognato di essere diretto a cena in un ristorante per incontrare un gruppo numeroso di amici ed amiche.
La città dove ti trovavi non era in Italia.
Forse eravate in Austria.
O forse in Francia.
O forse in Germania.
Non riuscivi a capire bene.
L'architettura cambiava molto da strada a strada.
Le piazze erano irriconoscibili.


Durante il tragitto per arrivare al ristorante della cena - non è chiaro se perché vi eravate dati appuntamento - incontravi Eden Berlin, la star del burlesque.
Ti è sempre piaciuta, ma non l'hai mai conosciuta di persona.
Nel tuo sogno, costei era una escort che già avevi incontrato più volte.
Tra di voi avvertivi una certa confidenza.
Ti salutava, cordiale.
Facevate l'ultimo tratto in taxi.
Arrivavate al locale dove stava il gruppone di amici ed amiche.
Sulla porta, Eden Berlin si fermava di colpo e diceva, secca, molto formale: " io però a cena non resto."
Le chiedevi perché, sentendoti molto inquieto e triste.
"Perché non mi va, non mi piacciono quelle persone".
Insistevi, senza alcun risultato.
Ti diceva: "Io vado a cena nel ristorante qui vicino, se vuoi io sono lì."
"Ma sei da sola..."
"Sì. Sono da sola. Ciao."
E se ne andava, dopo avere salutato freddamente il gruppone di amici ed amiche, che ricambiavano: però ricambiavano rivolgendosi a lei con un tono falsamente cortese, quasi di sfottò.
La cosa non ti piaceva.
Ti sedevi alla tavolata, dove i commensali sembravano molto invadenti:
"Lafayette, ma che vita fai? Raccontaci!"
"Come passi le giornate?"
"Vai ancora al cinema?"
"Il lavoro come va?"

Una raffica di domande.
Intercalate da qualche battuta infelice: " oh, oltre a fare il simpatico qualcosa di serio riesci a farlo? "

Ti sentivi a disagio.
Tra le presenti, due tue ex fidanzate.
Che nella realtà non sono stronze con te: ma nel sogno lo erano.
Facevano le arroganti: " allora, ma che fine hai fatto? Qua nessuno sa più niente di te! Non lo sai che è da maleducati non dire niente?"

Eri a terra.
Non trovavi nemmeno la forza di mandarle a fare in culo.
Tutti ordinavano, ed ordinavi anche tu.
Poi di colpo non ne potevi più.
Ti alzavi, andavi dal ristoratore, gli davi delle banconote per pagare anche se non avevi mangiato nulla.
In pratica scappavi dal ristorante senza tante scuse.
I commensali commentavano " cazzo fa? ma è scemo?"

Uscivi in strada.
Giravi due vie, arrivavi all'altro ristorante, quello dove stava Eden Berlin.
Che in effetti era lì, da sola.
Seduta a un tavolo, molto bella, vestita benissimo.
Il locale, elegante, era praticamente deserto.
Lei mangiava molto composta, in silenzio.
Ti vedeva arrivare, ti salutava cordiale.
Ti sedevi con lei.

Prima che tu potessi dire qualcosa, lei ti diceva in modo netto, secco: "Lafayette, io non posso fare più niente per te."

Tu balbettavi qualcosa.
Qualcosa che non sapevi nemmeno cosa era.

Lei ripeteva, ferma: " Io non posso fare più niente per te. Niente. Quello che potevo fare l'ho già fatto. Lo sai."
Parlava con tono freddo.
Senza ripensamenti.

Rimanevi lì seduto, senza parole.
Lei continuava la cena, davanti a te.
Ti sentivi malissimo.

Ti sei svegliato.

Devi parlarne allo psicoanalista.
Sperando che non ti dica la stessa cosa.


ROBA DA PUNTER​

In realtà sto probabilmente elaborando una riflessione sulla mia vita.
Cosa più complessa rispetto alla sparizione di alcune escort: anche perché ad alcune di esse, lo riconosco, ho chiesto forse troppo, soprattutto in termini di affiancamento sociale.
Ci sono stati periodi nei quali le ho praticamente "costrette" ad inserirsi nel mio gruppo di conoscenze e di amicizie.
Ad alcune è stato bene: tanto è vero che ad oggi, divenute ex escort, ancora ci vediamo e frequentiamo, e non hanno problemi ad unirsi ogni tanto alle compagnie delle quali faccio parte per andare a cena, al cinema o a teatro.
Ad altre non è piaciuto granché: e questo forse è il portato del sogno - nel quale senz'altro formulo anche un brutto giudizio su alcuni amici - almeno a quanto posso capire dopo una prima chiacchierata con il mio psicoanalista.
Il quale mio psicoanalista ogni tanto, ironicamente, dice di sentirsi circondato da troppe concorrenti, ossia dalle escort che frequento: in effetti, alcune conversazioni post coito con alcune di loro hanno il tono di una seduta di terapia.
A pensarci ancora meglio, la Eden Berlin del sogno potrebbe essere la proiezione di una escort dell'est (curiosamente: non russa) che frequentai tanti ma tanti anni fa, con la quale feci alcune uscite sociali, e con la quale , soprattutto, mi fermavo a fare conversazione dopo il sesso.
Una volta, seduti nel suo loft su due poltroncine e separati da un tavolino, fumavamo entrambi: ricordo che le dicevo che mi avrebbe fatto piacere se, un paio di giorni dopo, fosse venuta con me a vedere uno spettacolo teatrale, assieme ad un gruppetto di amici, che già aveva conosciuto durante una visita collettiva da me organizzata ad una mostra.
Declinò l'invito, per suoi impegni che - ovviamente - avevano una precedenza che io non mettevo in discussione.
Poi, espirando nicotina, mi disse di colpo: " Per te il sesso sta diventando meno importante. Fosse per te, caricheresti tutte le escort che conosci e tutti i tuoi amici e le tue amiche su un pullman, e ci porteresti tutti a teatro a vedere Shakespeare. Questo per te sarebbe più importante, credo. "
Il sorriso con il quale mi tirò quel siluro ne attutì l'effetto.
Ma solo un po'.
Restai infatti afasico, fino a quando si alzò dalla poltroncina, mi fece alzare, mi abbracciò e mi disse: " Ora però è tardi, e tra un po' arriva un altro cliente. Alla prossima, Lafayette."

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