Da NORD A SUD, COME LA CHIAMATE?

conteoliver

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Mi e' capitato sottomano un vecchio libro: "E l'alluce fu " di Roberto Benigni (Ed. Einaudi, Torino, 1996), dove l'autore descriveva innumerevoli modi di definire la nostra amata :biggrin: (alcuni ricorderanno l'esilarante scena in TV di Benigni con la Carrà, diversi anni fa).

Ma nel vostro discorrere quotidiano, voi come la chiamate?
Immagino che oltre alle forme dialettali delle varie località italiane ci siano anche dei "nomignoli" usati all'interno di circoli ristretti di amici.

Riporto la definizione su wikipedia:
"La vulva è la terminazione e l'apertura esterna degli organi genitali femminili, ...", ulteriori dettagli (anche fotografici :biggrin: ) li trovate su http://it.wikipedia.org/wiki/Vulva)

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Veneto, GNOCCA, FIGA

il Conte Oliver
 
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TOSCANA: POTTA, TEGAME, FIA, BUDELLO, GNEGNA, FREGNA :biggrin:
 
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basso padano:

In ordine alfabetico, nel mio giro di amici si usavano:
augusta
barnarda
brogna
bucasa
farfalina
gingìla
gudina
pasarina
sfrogna
trampa

ma la più gustosa, a mio parere è:
pirlimpina

:biggrin:

orvuàr
 
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dovrebbe essere diffuso anche sia patata sia patatina

a volte detta patonza

qualcuno azzarda pisella

ho sentito definirla anche portagioie, in contrapposizione ai gioielli di famiglia dei maschietti :yes:
 
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conteoliver

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  • #5
samuelbb ha scritto:
dovrebbe essere diffuso anche sia patata sia patatina

a volte detta patonza

qualcuno azzarda pisella

ho sentito definirla anche portagioie, in contrapposizione ai gioielli di famiglia dei maschietti :yes:

Manca l'indicazione geografica!
il Conte Oliver
 
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[center:2tz639mz][youtube:2tz639mz]http://www.youtube.com/watch?v=PvjHOzqMbs0[/youtube:2tz639mz][/center:2tz639mz]

:rofl: :rofl: :rofl:
 
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conteoliver ha scritto:
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Veneto, GNOCCA, FIGA

Senza la pretesa di essere esaustivo, contribuisco con i termini sentiti fra Vicenza e provincia:

Bernarda
Parpagnacca (il parpagnacco è in realtà un biscotto delle zone di Marano Vicentino)
Farsora (originariamente termine dialettale per indicare la faretra ossia il contenitore delle frecce)
Marugola
Micetta (termine molto "easy friendly" e"political correct" in uso su tutto il territorio italico)
Fritola (originariamente Frittola, ossia fritella, ma si sa che nel Veneto l'uso delle doppie non è necessario...)

Ma il termine principe è sicuramente MONA

Apro quindi una parentesi per sottolineare come, nell'uso di questo termine, sia fondamentale l'uso appropriato dell'articolo, o meglio, del suo genere: mentre LA MONA è la gioia di noi tutti, IL MONA sta a significare persona di scarlo intelletto o comunque un po' stupido. Curiosa anche l'allocuzione "Va in MONA", dove, sebbene dovrebbe essere un augurio, a volte viene inteso come il normale "Vaffa..."
 
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patatina, farfallina, birimbina :biggrin:

ho sentito anche gnazza.... sembra anche a voi?
 
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Power ha scritto:
TOSCANA: POTTA, TEGAME, FIA, BUDELLO, GNEGNA, FREGNA :biggrin:
In Toscana soprattutto TOPA.

Poi mi garbano il bolognese GNOCCA (ha un chè di gastronomico :w00tmesalia: ) ed il partenopeo PUCCHIACCHIA... che, quasi onomatopeico, fa allegria :biggrin:
 
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In Umbria :a seconda dei territori d'appartenenza (vicino al confine toscano,marchigiano o a sud)
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Sticchiu in Sicilia e Trifola dolce e profumata tra Alessandria e Novara :rofl:
 
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OCCHIOPINO ha scritto:
In Umbria :a seconda dei territori d'appartenenza (vicino al confine toscano,marchigiano o a sud)
Cicala
Sorca
Bisella
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OCCHIO, :punish: ti sei dimenticato pipina ?

:big_boss:
 
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LUCULLUS ha scritto:
OCCHIOPINO ha scritto:
In Umbria :a seconda dei territori d'appartenenza (vicino al confine toscano,marchigiano o a sud)
Cicala
Sorca
Bisella
Fregna
Picchia
Pipa

OCCHIO, :punish: ti sei dimenticato pipina ?

:big_boss:

Beh pipa o pipina e come cicala o cicalina ..No?
 
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tra noi "membri" :biggrin: la piu' diffusa e' (zona di amici riccio\riminesi)
gnocca
poi in ordine sparso
figa
fregna
patata
passera..
ciaoooooooooo
 
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In toscana,oltre a quelli già citati,c'è anche cicala.Topa + usato verso Pisa-Livorno.A Campobasso mi pare che si chiami percoca (albicocca),in sicilia c'è lo sticchio,e in sardegna su cunnu!Es "SU CUNNU DE TA MAMMA BBAGASSA! trad "LA FICA DELLA TROIA DI TUA MADRE!" :biggrin:
 
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Nel corso dei miei studi di antropologia e folklore, da tempo mi documento sulla materia, compulsando manuali, enciclopedie, dizionari (del lessico amorose e sessuale), pagine web (molto utili e proficue) e altre possibili fonti. Ecco qui il frutto delle mie fatiche, ossia del sudore della mia fronte (bleah!). Molti delle 'voci' riportate sono gergali, e quindi non riconducibili a un'area etno-linguistica precisa, come altre sono di derivazione letteraria (vd., soprattutto, i riferimenti agli Squallor). Alcuni di questi reperti possono essere impropriamente attribuiti a una regione piuttosto che a un'altra, a un'area idiomatica piuttosto che a un'altra (capita in una ricerca tanto estesa) e, ovviamente, saranno un po' ripetitivi di quelli già segnalati qui sopra da altri amici. Eccoli, comunque, in ordine alfabetico:



Acquasantiera; albicocca; america; amichetta, da una storia d’amore; astuccio.

Badubaia, Pordenone; baffa; baffona; bagerda, bassa pavese; bagiana; baia dei porci, dal Vernacoliere; balusa, Romagna; barbana; barbiciola, Lodi; barbisa, Lecco: il nome deriva dal fatto che la zona è in genere molto pelosa e ricorda la barba; baretta, Vero-na; bartana; bartòca, Bologna: dal maschile ‘bartòk’, cappello floscio in uso nella pri-ma metà del ’900; barza, Ticino, Svizzera; barzìgola Ticino, Svizzera; basagna Roma-gna; Bernarda; bestia; bigioia segnalazione monegasca; bignè; Bistecca col pelo boat-ta Napoli; boschetto, boschiva, braciola, bresaola, bresaolona, da Bergamo e dal Canton Ticino; bricia, zona di Arezzo e, in genere, della Valdichiana; brioche, brisca, Casale; brodosa da un sonetto del Belli; brögna o brigna, termine lombardo piemontese per prugna o susina; buco da un sonetto del Belli, budello, Toscana; bug d’la piscia Carpegna (PS).

Canappa, usato alle porte di Roma, località Civitacastellana, Sacrofano e dintorni; cancello di giada, dal kamasutra; cappello russo, Pisa; casa delle delizie, castagna, caverna, cavità, cecca, Napoli; cella, da un sonetto del Belli; centrillo, centro dell’universo, cestunia (letteralmente, nel napoletano antico “tartaruga”): questo vo-cabolo è stato assimilato alla vagina poiché quest’ultima è anche detta «Chella ca guarda ’nterra (Quella che guarda a terra)», nella terminologia della tombola e del lotto. Dall’attitudine della testuggine a guardare a terra, il passo è breve; chiàvica, da un sonetto del Belli; chitarrina, da un sonetto del Belli, ciabatta, da un sonetto del Belli; ciàcchera, voce forse onomatopeica, intraducibile derivante, a parere di chi l’ha segnalata, dal rumore provocato dalla collisione fra un oggetto solido e uno, come la nostra, umido e ricoperto di sostanza mucosa e vischiosa: vezzeggiativo: ciaccarella; ciambella; cianno, Foggia; cicala, segnalazione monegasca; cicciabaffa, ciccia baffetta, ciccia spaccata, Italia centrale; cicedda, Bagnoli Irpino; cicèta, Veneto; cicito, usato nel paese di Bosa (NU); cimosa, ciola, Basilicata; cionna, Irpinia, ma anche Porto Santo Stefano (GR); ciorcila, ciorciola, Trentino Alto Adige; ciorgna, ciprea: la ciprea è una conchiglia dei mari caldi, la cui apertura a fessura zigrinata ha uno spiccato aspetto di vulva - la conchiglia e’ oggetto di culto presso le popolazioni tropicali: il nome deriva dall’isola di Cipro, dove sarebbe nata la dea Afrodite; ciscia, da un sonetto del Belli; ciuccia, Chieti; ciuetta, Marche, in particolare Ascoli Piceno; ciùfeca, da un sonetto del Belli; ciunna, Ciociaria; cocchia, Ancona, Numana, Sirolo, Camerano; coca o cocona, Venezia, sestiere di Cannaregio; concheddu, Sardegna: probabilmente derivante da conca o piccola conca; conno, dal latino cunnus; cosa pelosa, cosina; coteca co lo pilo, Marche, con riferimento all’aspetto della cotica di maiale; cozza, per la spiccata somiglianza con il mollusco interno alla conchiglia, e anche per il gioco di parola cazzo; cozzapesca, forma di una cozza, pelle di una pesca (Brescia); corsara, in dialetto veronese: incrocio a 4 strade con riferimento all’incrocio degli arti principali; cudda; cunna, da un sonetto del Belli; cunnu, Sardegna; curciu, Lecce.

Delta di Venere, figurativo: il triangolo pubico che copre il Monte di Venere (vd. il noto romanzo di Anais Nïn, Il delta di Venere); dove che te pissi, Veneto.

Fagiana; fagiolina, farfallina; farsora, Veneto: padella che serve per friggere; favo di miele; fasulara; fessa, da un sonetto del Belli; fessura, da un sonetto del Belli; ficus-sècca (fico secco), Anacapri; fidec, Bergamo; figa smaneda, San Marino: letteralmente «figa manomessa, disordinata, ecc.» insomma una che si è data da fare. È usato anche, in tono scherzoso, nei confronti di una ragazzina un po’ ruffiana che vuole ottenere qualcosa dai genitori o dai nonni; finestrella, da un sonetto del Belli; fiocca, Cremona; fiora, Verona; fiore purpureo; firillacchera; fischiarola, da un sonetto del Belli; fissa; fodero, da un sonetto del Belli (raffionata etimologia al contrario, cfr. lat. 'vagina' = fodero, appunto); folpa, Veneto; fontana; fonte; forno, in quanto luogo chiuso ben caldo in cui si inforna; fortuna, detto proverbiale: «la donna si siede sulla sua fortuna»; fracoscio, da un sonetto del Belli; fragolina; fregna, da un sonetto del Belli; fresca, romanesco; eufemismo per fregna; frittella, da un sonetto del Belli; frìtola o frittola, Veneto e Trentino Alto Adige; frize, Friuli; fru fru, Brescia; frutto; fufina, bassa pavese; fuiner,a dialettale milanese dalle canzoni delle osterie di Nanni Svampa; fungia.

Gabbia del pipino, da un sonetto del Belli; galleria; el garage del me piciu; gata mora, veneto; gattaiuola, da un sonetto del Belli; gioia, per la gioia che porta; si dice anche: una “bella gioia”; gioiello, poetico, specie orientale (vd. anche: Diderot, I gioielli indiscreti); gnasse; Gneise, Emilia; grotta, da un sonetto del Belli; guerra, entroterra ligure, letteralmente “guercia”, come se si trattasse di un occhio ormai definitivamente chiuso – anche nel vezzeggiativo “guersetta” detto di bambina un po’ maliziosa che furbamente vuole ottenere qualcosa dai parenti
Il davanti immortale; inferno, dal Decamerone, III giornata, X novella; ingresso principale, eufemismo, per contrasto con l’ingresso secondario; intacca; intimità, l’intimità della donna per eccellenza; iummenta, Foggia; l’amica che gira in pelliccia anche in pieno agosto; lei; le ragazze, sinonimo presidenziale: da un’intervista a Gennifer Flowers ex amante di Clinton («Non credo poi che Bill e Monica abbiano mai dato nomi alle loro parti del corpo come abbiamo fatto noi. Lui mi chiamava al telefono per chiedermi, ad esempio, come andavano “le ragazze” e io rispondevo chiedendogli come andavano “i ragazzi”); loscia, quella che la mamma tiene mmiezz’a la coscia, Bagnoli Irpino; luccio passetto, curioso e antico modo di dire: è così chiamata per il suo odore, che per na-tura dev’essere simile al pesce un po’ passato; lumachella, da un sonetto del Belli.

Machineta, da un canto popolare del vercellese, cantato dalle mondine durante le lavorazioni in risaia; madre di tutte le battaglie; micia; ’mboffa o ’mmoffa, Reggio Calabria; mona, ovvimamente Veneto; monna, da un sonetto del Belli; mozza, antico termine abruzzese tuttora in uso sul litorale teramano; musina in dialetto veronese: salvadanaio o posto ove si custodisce il danaro e, in genere, le cose preziose; mussa, genovese popolare, da pronunciarsi con una 'u' non proprio padana (iu) ma leggermente calcata. La voce deriva probabilmente dal banale e abusato accostamento fica-gatta, pelosa e sorniona; muzza, usato nell’isola de La Maddalena (SS).

Natura, da un sonetto del Belli; n’doddi, Sanluri (Sardegna); nicchia, nicchio, Calabria; nido; nocca, La nocca è, nella lingua napoletana (che non è un dialetto!), il fiocco. Quello del grembiule o quello che adornava i capelli tempo fa. L’accostamento alla vagina è probabilmente dovuto alla grazia e all’eleganza della nostra. Questo termine indica un’idea della vagina lontana dal volgare pecoreccio dei maschi ed è, infatti, di uso tipicamente femminile
Orchidea, per l’aspetto carnoso e membranoso del fiore; film Orchidea selvaggia; occhio che più piange quanto più è felice una metafora usata da Shakespeare.

Pacca, San Marco in Lamis (FG); pacchio Sicilia, alcuni detti: «U pacchiu è bellu e a’ minchia fa buddellu», «U pacchiu è duci e a minchia jetta vuci (Il pacchio è dolce e la minchia grida)», «U pacchiu è ghiautu e a minchia jetta ‘n sautu (Il pacchio è alto e la minchia fa un salto)» paccioccio, Sassari; pacianca, Pisa; paciocca; patonza o padonza; paffia; pantaschella dialetto anacaprese. Le pantasche sono i pezzi di muschio che si raccolgono per fare il presepe ed hanno qualcosa in comune con i peli pubici femmi-nili; paradiso; parpaglia Langhirano (PR): «A ghè dla parpaja chi?»; parpagnacca, di origine non meglio specificata, ma quanto mai esplicativo. Se Lei producesse dei suoni lo si potrebbe definire onomatopeico; parrucca, da un sonetto del Belli; passera da un sonetto del Belli; patacca da un sonetto del Belli; pataffiola; patana o patanella, Napoli: patata o patatina; patanona; patasgionfa; patata; patatina; pecchia, Ciociaria; pecora, Cannara (PG); pelliccia; pelliccione, «scuotere il pelliccione»; pelosa; peluche; pènnica, dalla musicassetta Tocca l’albicocca degli Squallor; pepella, Avellino; pèrzeca, Anacapri: l’albicocca matura da mangiare subito; perzechèlla, Anacapri: albicocca acerba o appena colta; pertescia; pertugio, pesca; pescia; pesecchia, dialetto arcaico napoletano; petera, provincia di Carrara e Massa; pettinicchia; piccica; picciola; piccione, Taranto; piciocca, addolcimento per il troppo volgare pucchiacca (Napoli); pillittu, Sardegna: perché densa di peli; pilusera, Sicilia; pipa; pisciacchia, Monte Flavio; pisciòccla, Bagnoli Irpino: quella che piscia; pisella; pissa; pitaci, Croce Pietro (RE); poscia, utilizzato a Montecalvo Irpino; potta, da un sonetto del Belli; pozzo; prica, dalla musicassetta Tocca l’albicocca degli Squallor; proso, Sassari; prugna; ptocca, Basilicata; pucchiacca, purchiacca, Napoli; pussi pussi; purtusu, puttusu, Sicilia: «Pacchio è pacchio, puttusu è puttusu, cu s’arricacca è figghi’i jarrusu, ma se u pacchiu è fitusu cu sarricacca è spacchiusu (Il pacchio è il pacchio, il buco è il buco, chi si tira indietro è un figlio di frocio, ma se il pacchio è sporco chi si tira indietro fa bene); putela, Cremona: con la ‘u’ che richiama il verso delle scimmie; putturina, Bagnoli Irpino.

Quel fatto, da un sonetto del Belli; quella che guarda in terra, dalla terminologia della tombola e del lotto; quella che non vede mai il sole, dalla terminologia della tombola e del lotto; quella cosa, da un sonetto del Belli.

Rosa.

Sabongia; sacco a pelo; salata, salatina [questa dovrebbe piacere a Big5]; sancta sanctorum; sartacena, Basilicata; sbarzifula, italianizzazione del termine derivante da un dialetto ossolano; sbrinzia; sbrodéinna, Bologna (la ‘i’ quasi non si pronuncia): letteralmente sarebbe 'sbrodolosina' cioè che emette brodo, che si sporca di brodo; scatola nera, riferito proprio all’aggeggio misterioso che registra le operazioni di volo sugli aerei. Dal film È arriva-to mio fratello, con Pozzetto: «... Io son quasi arrivato con la mano sulla scatola nera, e tu dove sei?»; scavurla, goliardica; scedduattla, pipistrella (Bagnoli Irpino); schiocca, è abbastanza usato scherzosamente sull’isola di Capri; esempio: «A’ schiocca ’e soreta (La Lei di tua sorella)»; selega, Vicenza; sepoltura, da un sonetto del Belli; seppia con pelo; serratura; sfesa, Veneto: fessura; sgàrzola; sgnàcchera; sgnaula, italianizzazione del termine derivante da un dialetto ossolano; sorba; sorca, da un sonetto del Belli; sorriso verticale; spacca; spaccazza, Bagnoli Irpino; spacchiu, Calabria e Sicilia; spacco, da un sonetto del Belli; sporta, da un sonetto del Belli; sterea, dalla ‘parlesia’. La parlesia è da quasi un secolo, con le dovute e prevedibili evoluzioni, il gergo segreto dei musicisti napoletani ed è ancora oggi utilizzato. Il segnalatore ha quindi commesso un piccolo tradimento nei confronti della categoria; sticchiu, Sicilia; straccapipoli, Sicilia; susina, per l’aspetto del frutto, che presenta un solco simile a labbra.

Tabbacchera, Basilicata; tagliola, da un sonetto del Belli; tana; taratofola; tavola imbandita; tegame, usatissima espressione del dialetto livornese che significa ‘donna di facili costumi’, non nel senso di prostituta, ma piuttosto di una a cui piace darla senza eccessive difficoltà (come un tegame da cucina nel quale puoi cucinare tante pietanze diverse); tesoro, «Le mie ragazze non sanno su quale tesoro stanno sedute», Madame Cocon; topa, è un termine di origine livornese poi diffusosi a macchia d’olio anche ad altre aree toscane. Addirittura il termine a Livorno è utilizzato anche come sinonimo di colbacco; tre centesimi da Tocaia grande di Jorge Amado; trifola, campagne lodigiane di inizio secolo: trattasi della ‘fragranza’ che proveniva dalle sottane delle neo-mamme che erano completamente depilate per il recente parto, soprattutto durante il periodo estivo in cui non si portavano i mutandoni; tunnel.

Udda, Sardegna; urinale, da un sonetto del Belli.

Vagia da strada: «Viva la vagia e chi la sbarbagia!»; valle delle rose, dalla letteratura classica giapponese; valpelosa, val pelosa: da un sonetto del Belli; vaschetta, da un sonetto del Belli; vaso, specie nel linguaggio religioso antico: il credente deve porre il suo seme ‘in vaso debito’, ossia in vagina; (e non disperderlo ‘in vaso indebito’, ossia nell'ano); Venessia, Veneto: «Sera ’e gambe che sse vede Venessia» (si dice alle bambine che non si siedono composte); vergogna, da un sonetto del Belli; verza; vescicone; vongola.

Zampiffera, da La soldatessa alle grandi manovre, con Edwige Fenech e Alvaro Vitali; zergnapola, in veronese letteralmente pipistrello femmina; zunno o zunnu, Tempio (SS)
 
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Dalle nostre parti, i piu' diffusi sono:

Topa.
Sorca.
Passera.
Figa.
Patata.

e chi piu' ne ha, ne metta... :biggrin:
 
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[youtube:37hp6hsf]http://www.youtube.com/watch?v=897wdQ-kfDY[/youtube:37hp6hsf]
 
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in toscana ho sentito anche, in contrapposizione a "il mi fratello", "la tu sorella" !!
 
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ho sentito definirla anche portagioie, in contrapposizione ai gioielli di famiglia dei maschietti :yes:

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le prime in lombardia, portagioie veniva da un toscano

un'amica marchigiana ha tirato fuori fiocca
 
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