IL 98% delle pay non ama il proprio mestiere

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puttaniere del piave
leggevo l' altro giorno su un quotidiano che secondo uno studio effettuato da un professore di sociologia dell' universita' di camerino , tutti coloro che si prostituiscono (donne , uomini, trans) interpellati dicono la stessa cosa : non amano la loro professione e farebbero qualsiasi cosa , se potessero scegliere . A sostegno di questa tesi questo "luminare" cita un suo precedente studio dal quale emerge che il 98% delle prostitute non ama il suo mestiere. A parte i dubbi su queste ricerche che non si sa bene con quali criteri sono condotte e se questi criteri siano sufficientemente scientifici , per non parlare del fatto che potrebbe avere attratto una particolare categoria di esercenti non rappresentative della generalita' delle pay credo personalmente che la percentuale di pay che non amano il proprio mestiere sia molto piuì bassa , parlo per esperienza diretta , una mia fidelizzata mi confido' infatti che amava il suo lavoro e di averlo scelto perche' rappresentava un modo per guadagnare molto e in poco tempo , voi cosa ne pensate al riguardo
 
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upper east side
bhe, dipende cosa intendiamo per "non amare"

non lo ami -> non ti piace 10/10?

o non lo ami = lo odi -> 4/10 ?

io credo che se lo odiassero, di sicuro non lavorerebbero.

invece che dicano, non lo amo, ma comunque, in fin dei conti, dato il guadagno, preferisco esercitare e non mi lamento, è un' altro discorso.
 
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tra il Tevere e i loft.
Ovvio che se fossero già miliardarie non lo farebbero.

Ma come ti è' già stato fatto notare, non amarlo non significa necessariamente odiarlo.

Anche io non amo il mio lavoro, eppure non lo odio, e ci sono giorni di maggiore come di minore soddisfazione.
 
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puttaniere del piave
  • Creatore Discussione
  • #5
IL sondaggio parlava chiaramente di impossibilita' di altra scelta , per questo la percentuale mi sembrava eccessivamente alta , ma poi veramente nessun utente di questo forum ha mai incontrato nella sua piu' o meno lunga carriera di punter una/o che , come diceva un noto cantautore genovese "lo facesse per vocazione" se e' cosi stento stento a crederci
 
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smith

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Io condivido il commento di Opitecno e, ahimè, lo ribalto sostanzialmente a favore del cattedratico.
Come il 98% (oddio, al limite forse sarebbe più realistico abbassare la percentuale al 80%, che comunque rimane una percentuale elevatissima) dei "lavoratori" probabilmente non ama il proprio lavoro, così il 98%(80%) delle pay non ama il proprio lavoro.
Perchè lo fa?
Per gli stessi motivi degli altri lavoratori: se lo deve comunque far piacere, ha bisogno di lavorare, non ha una gran scelta (sì, perchè no? i cosiddetti lavoratori "normali" hanno poi tutta questa possibilità di scelta? Secondo me no. E' solo quello che vogliono farci credere chi ha in mano realmente le redini dell'economia e della politica), ormai ci si è un po' abituato e anche solo il pensiero di rimettersi in gioco, sembra paradossale spaventa, ecc. ecc. (chi più ne ha più ne metta).

Io penso che in pochi se fossero ricchi sfondati e/o comunque avessero delle rendite (finanziarie e non, immobiliari e non, ecc. ecc.) tali da garantire un reddito più che medio (ma forse anche solo medio) si metterebbero comunque a far un lavoro qualunque, semplicemente per tenersi occupati o perchè "oziare è disdicevole".

Chi lavora generalmente lo fa per campare (più o meno bene, più o meno secondo le proprie aspirazioni di guadagno e tenori di vita).
E non è detto che poi, alla fine, ami sempre fino in fondo quello che fa.
Impara invece a "farselo passare" semplicemente perchè sa che è "necessario" per avere una vita cosiddetta "normale".

Fatti i dovuti adattamenti, penso che sia così anche per le pay.
 
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Terza stella a destra poi dritti sino al mattino
Ne conobbi più d'una in verità nei miei tempi di maggior interesse ( 2003 più o meno )

C'era l'algida magiara, venuta in cerca di condizioni di vita migliori e se ne andò qualche tempo fa mantenedo la proprietà di interi palazzi nel pieno centro milanese.
Conobbi una delle prime albanesi, giunta con un suo progetto ben piantato in testa, guadagnare abbastanza denaro per acquistare un albergo a Tirana che credo in buona parte di aver contribuito a comprare, dopo alcuni anni giunse qui anche la più giovane, ma meno portata sorella, oltre all' hotel volevano comprare anche un ristorante, lo fecero e la più giovane torno a casa, la sorella più vecchia mai più lo fece, è ancora qui, si è sposata con un italiano ed ha avuto un paio di bambini, la sento ancora qualche volta per le festività più importanti.
Conobbi la plurilaureata italianissima, cascata nel drammatico fallimento di una sua attività imprenditoriale, tre anni di sacrifici e ripianò un debito davvero consistente.
Ma conobbi anche una ragazza ghanese dalla bellezza felina e dal colore d'ebano, sbattuta sul ciglio di una stada periferica da chissà quale organizzazione, la conobbi una notte, e non ebbi il coraggio di farci nulla, la portai solamente in un bar aperto di notte a mangiare e bere qualcosa di caldo. Pochi giorni dopo la trovarono un freddo mattino di gennaio, su quello stesso ciglio strada, con un profondo taglio a deturparne il bellissimo volto, l'avevano sgozzata. Un protettore, una gang concorrente, un cliente, non lo si saprà mai.


Per vocazione ce ne sono, una vocazione sempre dettata da un target, un miraggio al quale tendere.
Sono tante, forse più di quanto non si possa pensare. ma non certo tutte.
 
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smith

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Sì ma se la vocazione è solo fare un "botto" di soldi in tempi ragionevolmente brevi per poi far altro io questa non la chiamerei ne vocazione ne passione.

Io per "pesare" se uno fa un lavoro veramente per passione o vocazione prende sempre come esempio e paragone quello che in genere dicono i piloti (quelli di aeroplani. Ma se volete potete prendere anche quelli di macchina o moto, penso non cambi molto) del loro lavoro.
Ebbene di solito quest'ultimi (ovviamente con un pizzico d'esagerazione ma alla fine neanche troppa) dicono che loro "non hanno lavorato un solo giorno della loro vita". Perchè per loro non è lavoro ma stanno facendo quello han sempre voluto fare nella vita (e li pagano pure).
Quindi loro si stanno solamente giocando e divertendo.

Io penso che se la si guarda da questa prospettiva in pochi, pay incluse, possono dire la stessa cosa delle proprie professioni (anche quelle che fanno far un botto di soldi ancor più grande di quello che guadagna un già ben pagato pilota).
 
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voi cosa ne pensate al riguardo
Pur coordinata dopo una virgola e assente il punto interrogativo, io mi permetto di considerarla una domanda, non trovando altra interpretazione.

Penso che il 98% di coloro che spalano gli escrementi delle vacche per fornirci il latte amano il proprio lavoro e che bere il latte degli altri non è nemmeno contro natura. E penso anche che è strano il mondo.

Ho fatto questa considerazione, polemica ma vera, per introdurre quello che ne ho sempre pensato: che anche la personale percezione del sacrificio e della qualità del proprio lavoro dipende almeno in parte da ciò che gli altri ci comunicano del nostro ruolo sociale. In questo senso la prostituta si accetta in quanto persona con alti redditi, si disprezza in quanto la società non le riconosce un ruolo di elevata utilità per la comunità.
 
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Terza stella a destra poi dritti sino al mattino
Ho conosciuto, nel passato, una sola persona che si vantava di non aver mai dovuto lavorare in vita sua e nonostante questo esser diventato sufficientemente ricco da non dover temere nulla per il resto della propria esistenza. No, non era ne Bernardo Provenzano e neppure Toto' Riina. Era un sindacalista.
 
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Ne conobbi più d'una in verità nei miei tempi di maggior interesse ( 2003 più o meno )

e la più giovane torno a casa, la sorella più vecchia mai più lo fece, è ancora qui, si è sposata con un italiano ed ha avuto un paio di bambini, la sento ancora qualche volta per le festività più importanti.
.
Grazie per la preziosa testimonianza, allora è vero che l'amore ogni tanto vince, ed anche l'amicizia, visto che vi sentite ancora.

Tornando al topic, mi sembra piuttosto evidente che quello della mignotta sia un mestiere ingrato. Tuttavia, permette di guadagnare in fretta somme che nessun altro lavoro "normale" ti farebbe percepire. Per questo motivo è molto difficile smettere. Chi tornerebbe a fare un lavoro da 800 Euro al mese?
 
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Terza stella a destra poi dritti sino al mattino
Ti dirò la verità Tillo,
so di essere un tipo strano ma, molte ne ho conosciute e con tante siamo rimasti buoni amici, ho la tendenza a "fidelizzare" e se una persona mi piaceva, non ne frequentavo altre e per questo alla fine i rapporti si stringono e restano.
Una botta e via non è mai stato il mio motto,
Le mie amiche ormai oggi hanno quasi tutte smesso l'attività e sono sparse in mezza italia, roma, milano,torino. bergamo, palermo, alcune sono transitate anche su questo forum che ancora ne conserva rivoli di memoria, tuttavia il tempo passa, la vita va avanti, c'è chi si sposa, chi fa figli, chi ha racimolato abbastanza denaro per vivere il resto della vita facendo altro, c'è chi oggi è una nuovamente affermata curatrice fallimentare, chi oggi fa la casalinga ed alleva i suoi ragazzi che ha avuto con un collega italiano, c'è chi si è lasciata prendere dalla bulimia ed oggi fatica ad uscirne per poter tornare alla vita, Sono storie di vita, un giorno o l'altro potrei scriverne un romanzo, come qualcuna di esse ha già fatto, citandomici peraltro.
Oggi la tecnologia, come ad esempio applicazioni come watsapp aiutano molto a enere i contatti sotto quel punto di vista. i telefoni "operativi" ormai sono silenti da anni, ma quelli personali e privati no.
L' unica che non sento più, non so dire se purtroppo o per fortuna, è l'unica che mi spezzò il cuore qualche anno fa. ho i suoi numeri ovviamente, ammetto anche di andare qualche volta a sbirciare quello scrive in un certo luogo ma .... mi trattengo dal contattarla ancora, so che mi farei del male nuovamente.
 
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Culandia
ma poi veramente nessun utente di questo forum ha mai incontrato nella sua piu' o meno lunga carriera di punter una/o che , come diceva un noto cantautore genovese "lo facesse per vocazione" se e' cosi stento stento a crederci

Beh, io invece una la ho incontrata ed penso proprio che fosse sincera quando diceva che lo faceva per "vocazione".
Non sono certo l'unico, visto che è plurirecensita qui.
Questa persona ha altre attività, suppongo anche abbastanza redditizie; continua a fare la prostituta perché proprio le piace farlo.

Questi "studi", che poi sono indagini, lasciano il tempo che trovano e non hanno una reale utilità.
C'è sempre qualcuno che non ha un cazzo da fare e ammazza il tempo con "picci" personali per poi avere dei risultati banali da diffondere come "studio verità".
D'altronde è oltraggioso non dar seguito ad un luminare dell'università di camerino...
 
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Z

zodiac

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leggevo l' altro giorno su un quotidiano che secondo uno studio effettuato da un professore di sociologia dell' universita' di camerino , tutti coloro che si prostituiscono (donne , uomini, trans) interpellati dicono la stessa cosa : non amano la loro professione e farebbero qualsiasi cosa , se potessero scegliere . A sostegno di questa tesi questo "luminare" cita un suo precedente studio dal quale emerge che il 98% delle prostitute non ama il suo mestiere. A parte i dubbi su queste ricerche che non si sa bene con quali criteri sono condotte e se questi criteri siano sufficientemente scientifici , per non parlare del fatto che potrebbe avere attratto una particolare categoria di esercenti non rappresentative della generalita' delle pay credo personalmente che la percentuale di pay che non amano il proprio mestiere sia molto piuì bassa , parlo per esperienza diretta , una mia fidelizzata mi confido' infatti che amava il suo lavoro e di averlo scelto perche' rappresentava un modo per guadagnare molto e in poco tempo , voi cosa ne pensate al riguardo
Penso che le stime siano abbastanza veritiere , tu andresti volentieri con la prima che passa e che assolutamente non ti piace .
Il 2% anche se lo ritengo un po basso magari è nata per fare il mestiere , tutte le altre ci sono arrivate a causa dell'evoluzione della loro vita , bisogna sempre vedere cosa c'è dietro la decisione di fare la prostituta , tralasciando le sfruttate o ghetizzate che sono costrette da terzi , la maggioranza delle meritrici arrivano a prostituirsi perchè costrette dal loro stato sociale o dalle storie che si portano appresso .
Storie che il + delle volte sono quelle che senti ogni giorno al mercato o in televisione , tradite , vessate dalla società , lasciate dal compagno o divorziate con figli da mantenere , debiti , bollette da pagare e sempre più spesso disoccupate.
Credo che sono poche quelle che lo fanno per l'abito firmato o tante altre cazzate , credo che ci voglia tanto coraggio a prendere questa decisione .
Poi magari si abituano e la vita scivola via , diventa routine o un lavoro come un'altro , ben pagato e esantasse , che fa passare in secondo piano tutto il resto .
 
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zioclaudio

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beh possono andare a fare le badanti ps ma fra le t girls com è la percentuale???
 
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puttaniere del piave
pia riflessione la tua zodiac , ma non credo rispecchi la realta' credi veramente che se potessero scegliere(qui non parliamo di quelle costrette) tra fare la badante, pulire i cessi, lavorare in fabbrica .. oppure la prostituta il 98% sceglierebbe un lavoro " normale" SUVVIA NON SIAMO IPOCRITI conosco personalmente alcune ragazze carine e intelligenti ma con storie personali molto tristi alle spalle e in situazioni economiche assai precarie che mai e poi mai si sognerebbero di fare questo mestiere ;diceva bene un utente di questo forum per scegliere di fare questo mestiere " bisogna essere troie prima dentro e poi fuori "
 
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tra il Tevere e i loft.
pia riflessione la tua zodiac , ma non credo rispecchi la realta' credi veramente che se potessero scegliere(qui non parliamo di quelle costrette) tra fare la badante, pulire i cessi, lavorare in fabbrica .. oppure la prostituta il 98% sceglierebbe un lavoro " normale" SUVVIA NON SIAMO IPOCRITI conosco personalmente alcune ragazze carine e intelligenti ma con storie personali molto tristi alle spalle e in situazioni economiche assai precarie che mai e poi mai si sognerebbero di fare questo mestiere ;diceva bene un utente di questo forum per scegliere di fare questo mestiere " bisogna essere troie prima dentro e poi fuori "

Io non esagererei con le definizioni, certo su una cosa concordo: se non tutte, molte di quelle presenti sul mercato da anni, una certa propensione al sesso devono averla, viceversa proseguire secondo me sarebbe impossibile.

Ma attenzione!!! predisposizione non significa certo, fare i salti di gioia tutte le volte che si vede un cazzo.. Assoltamente. Predisposizione significa essere portati verso un qualcosa.

Vedi, io , forse sbagliando non ho mai considerato questa attività, un lavoro come tutti gli altri, come invece fanno molti altri qui sopra, che a volte sembra stiano descrivendo il mercato delle azioni.

Scopare con una persona, anche fingendo, anche per denaro.. Non può secondo me, essere paragonato ad un bollettino alla posta, a lavare i piatti, a portare un taxi, piuttosto che lavorare in banca.

Scopare con una persona, significa entrarci volente o nolente in una confidenza profonda, sentirne il sudore, gli odori, coglierne le espressioni, le fragilità i brividi di piacere, che Dio le benedica! ... Insomma non è paragonabile ad un lavoro come tutti gli altri secondo me.

Perciò una predisposizione al sesso deve esserci ( parlo sempre di quelle libere ovviamente e non costrette).

Ovviamente anche l'architetto più bravo e con la mano e l'inventuva migliore, ha i suoi periodi no, è ha clienti e committenti con i quali proprio non riesce ad andare d'accordo.

Forse mi sbaglio di grosso.. Ma ho questo sentore della prostituzione in generale..
 
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Hawkeye

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Vorrei chiedere a riccard o ad altro volonteroso consocio se è possibile recuperare sul web l'articolo che ha dato il la a questa discussione.
 
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il mio sondaggio, alla domanda ma tu per 1000,00 euro al mese cambieresti vita il 100% delle intervistate cioè tutte quelle con cui sono stato rispondeva ridendo assolutamente no.
 
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