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Altro amico, altra storia. Notaio, divorziato dalla moglie, porta avanti una storia con un'impiegata del suo studio.Per lui una cosa senza impegno, poco più di una questione di sesso "a Km 0 ". Per lei, con il senno di poi si capisce che c'era il desiderio o l'aspettativa di qualcosa di diverso. E quando lei comincia a pretendere quel qualcosa in più, lui si ritrae, riprende le distanze, chiude la storia. Anna (giusto per darle un nome) non se ne fa una ragione, è una donna delusa, si sente sedotta e abbandonata, medita vendetta. E' l'mpiegata di fiducia dello studio, l'alter ego del notaio, gestisce tutte le pratiche. Fino a quel momento è lei che ha fatto funzionare tutto, sarà lei a mandare tutto a rotoli.... Quando i casini che ha combinato sono saltati fuori, lei si era già licenziata, ma comunque le responsabilità erano tutte del notaio. Che ha profumatamente pagato i "suoi" errori. In denaro ed in reputazione, oltre ad una sospensione dall'albo.
Morale: MAI avventure in casa o sul lavoro. Il rischio è incommensurabilmente troppo alto.
Regola di noi avvocati: chi fotte in studio si fotte lo studio.
credo che valga, in generale, per tutti i liberi professionisti.
Eguale dicasi per clienti, colleghe, concellieri e giudici: io, per esserrmi fatto un giudice di una causa che seguivo, ci ho lasciato 9.000 eurini e, se, in quei 3 mesi di relazione, fossi andato a pay tutte le sere, avrei risparmiato.
Per completezza, devo tuttavia segnalare che un mio collega è talmente fenomenale non solo da farsi in studio le clienti bone ma anche, al momento di rimettere la notula, di conteggiare come "sessioni in studio" le caricate che si fa con loro sulla scrivania.
detto questo, credo che la volpe debba fare i danni lontano dalla tana.