l'unica recensione

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25 Febbraio 2009
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bergamo
E' passato molto tempo , la tentazione di metterla e' sempre stata lì ,stasera mi andava....

27 aprile 2009

Questa è una storia vera.
Il racconto a caldo per fissare un’esperienza che per me sarà, comunque, indimenticabile.
Due colpi di lacca per fare la foto, prima che il vento scompigli la memoria.
La realtà è un'immagine mentale dell'oggettività delle percezioni.
A meno che non ce la si costruisca come la si vuole.
Questa, per me, è la realtà.
Ma può darsi che me la sia costruita a piacimento.
E tu…la tua…..come l’avrai costruita?


Incontro…a tre

Inutile incolpare i numi avversi….
Certo, il maltempo, il raffreddore, una notte agitata e febbricitante….. qualche invidioso mi avrà
pure fatto il malocchio…..
Ma come si fa ad arrivare in ritardo? A sbagliare porta? A Bologna….undici porte…potrei essere
scusato. Ma Crema…due porte…o si è coglioni, o sfigati. Tutt’e due?
Organizzo, pianifico, prevedo…..fantastico….
Già m’immagino di arrivare a Crema sul mezzogiorno…passeggiare in una piazza assolata…il
tempo di studiare il teatro dell’incontro, di rilassarmi…. di cercare un angolo in ombra, dove
appostarmi per scrutare l’arrivo della mia preda…..
Tutto si sgretola. Spiazzato. Da cacciatore, divento bersaglio mobile: “Sono qui…ti vedo….”.
Mi ritrovo accanto a te, inebetito, impacciato, a prenderti sottobraccio. Ancora invischiato nella
fretta dell’arrivo, balbettando qualcosa. Mi sblocchi tu, da presa mi prendi sottobraccio, e via….ma
sono ancora troppo veloce, ancora in pista d’atterraggio….
Finalmente, al ristorante. Carino, all’unisono decidiamo per l’angolo più appartato….scelta
vincente!
Tento un approccio maldestro, un bacetto, una carezza….Tu cerchi rassicurazione, complimenti….
Mi punzecchi…Mi calamìti con gli occhi, col tuo sorriso da Gioconda che si è appena mangiata di
nascosto una caramella….e non vuole farsi beccare a masticarla…Dovrei parlare io, dunque… Ma i
piloti in atterraggio non ci sono troppo con la testa, avrebbero bisogno loro di rassicurazione, di
scaricare lo stress…non riescono a fare i galanti, inanellano gaffes…..finchè, Alessandra, avrai
pensato bene di non infierire oltre, ti sei tolta gli occhiali, ed hai ceduto il posto a Lalla…così
quell’imbranato di pilota, che ti sempra così bravo a scrivere ma meno bravo a parlare, ti è venuto
finalmente vicino ed ha osato un contatto che gli è più congeniale…quello fisico.
Ma l’Alessandra ogni tanto fa capolino dietro Lalla….e punge….mi sento in scacco….sono pronto
al peggior finale immaginato, ad uno struggente saluto sulla piazza, un Casablanca a rovescio, con il
vecchio Humphray che sale sull’aereo, e la bella Ingrid che lo saluta, per poi avviarsi verso il The
End……sottobraccio a …….dicendogli: “ora che mi sono tolta di testa quello, sento che la nostra
sarà una lunga storia….”
Ed invece…..
Ed invece, sarà la pioggia, che m’aiuta a ribaltare il mio triste finale. La maledico da ormai dieci
lunghi giorni, ma ora vuole riabilitarsi,. Così, almeno, penso che sia andata. Cielo nero, goccioline
che sferzano i visi, mi sento rivitalizzato. “andiamo…..? andiamo.”
E subito mi sembra che spunti l’arcobaleno! Ma cerco di non darlo troppo a vedere, che non si
spezzi l’incantesimo…
La breve e interminabile corsa nella campagna, accompagnata da canzoni scelte per me… piccole
attenzioni, tanto gratificanti…..il motel, visto e rivisto, quante volte l’abbiamo detto e pensato, ci
andiamo non ci andiamo….
Io non mi sono ancora capito, se sarò co-protagonista o spettatore. E per fortuna che ci sei tu,
Alessandra-Lalla, a tenere in piedi l’inizio dello spettacolo….Ti /vi muovete con apparente
naturalezza, accendi la radio, ti distendi sul letto, ti lasci spogliare……
Se il letto è il palco, il bagno diventa la quinta del teatro; la protagonista Alessandra esce e riappare
in scena Lalla.
E ti vedo nuda, finalmente. E sei tanta. Ma per contenere due persone, bisogna essere tanta.
Mi piace pensare a Lalla che avvolge Alessandra, di morbidezza. Che nasconde gli spigoli
appuntiti. Sei tutta un velluto, caldo, sensuale, su cui vien voglia di adagiarsi, penetrare, avvolgersi.
Una morbidezza fresca, giovane, armoniosa. Saprai scattare, guizzare, graffiare. Ma dopo. Per ora
sei il mio quieto uragano, che ha investito la torre e si è placato, a riposare.
E provo a far sì che tutto vada, finalmente, come doveva andare.
Tradurre in realtà quello che immaginavo, ormai da tanto, troppo tempo.
Accarezzarti, baciarti, coccolarti….
Esplorare il tuo corpo, cercare i tuoi punti deboli….baciare, succhiare i tuoi capezzoli…il tuo
collo…
E finalmente, scoprire il tuo sesso. Le tue, grandissime, piccole labbra. Un sorriso che si apre su una
bocca già grondante di muco. Il tuo dito che s’insinua, ne raccoglie, me lo porge orgogliosa come se
l’avessi tuffato nel miele più delizioso. E lo è, il più delizioso…..ne mangio dal barattolo, ne passo
sul forellino scuro, ti giri, risalgo con la lingua lungo la schiena, sento un brivido che ti
percorre…che voglia di baciarti…maledetto raffreddore…..
Come abbiamo continuato? Non ricordo bene. Forse l’Alessandra è tornata in camerino, è riapparsa
Lalla avvolta in un telo bianco. Sempre morbida, passiva, inerme.
Sono entrato in te, dolcemente, in punta di piedi come per non disturbare. Ma non ti ho più sentita
passiva. Hai sollecitato la mia voce, reclamato le mie sensazioni. Era Lalla che parlava, o
Alessandra?
E siamo giunti dove pareva già scritto dovessimo arrivare. Se obbligo è stato, l’ho assolto con
grande gioia! Ti ho sentita fremere, stringere le mie mani, il cuscino…mi hai donato sensazioni
fortissime, gratificazione, il piacere di penetrare in te, di aderire al tuo corpo….possedere ed essere
posseduto, catturato in te per sempre….il desiderio che quell’attimo non finisse mai, la paura che
fosse la prima e l’ultima volta…..
“Quante ne hai avute, Luigi?” “cinque o sei…” “allora io sono la settima” No, avrei voluto dirti, sei
la Prima.
“E pensare che volevi pagarmi….”
Sì, io ti avrei pagata.
E stai certa, tanti pagherebbero, e bene, il tuo corpo. Ma pagherebbero una “Insospettabile
Casalinga”, una “Signora amante trasgressione”, una “Particolare, occhi blu”.
Non Lalla.
E non avrei sentito la tua mano cercare la mia, una carezza sulla guancia.
Perdonami, Lalla, se non ti ho donato il mio orgasmo. Non ci sono riuscito: troppo il
coinvolgimento emotivo, troppo il desiderio di fare durare all’infinito il nostro incontro,
perpetuarne il piacere mentale, il godimento fisico….. Non sono riuscito a chiudere il mondo fuori
dalla stanza, dalla testa…..E’ bastato un sms per spezzare un incanto, maledetti telefonini, ci
aiutano a stare vicini, ma che prezzo ci fanno pagare….
Tu sei stata più generosa, mi hai concesso di aiutarti, di assisterti; la gratificazione di sentire
ancora affiorare, sotto le mie dita, altri umori, altri fremiti; di scoprire il tuo segreto, lo stimolo
leggero e rapido che ti porta al piacere, contenuto…composto…come se Alessandra frenasse il dito
di Lalla, le mettesse una mano sulla bocca, le dicesse “non farti scoprire, c’è gente estranea…..
ecco, hai finito, ora datti un contegno.”
Mi sarebbe piaciuto che anche tu ti adagiassi sopra di me, abbandonata, per farmi sentire avvolto,
coperto, protetto. E prenderti in braccio, sollevarti, leggera, come se fossimo nello spazio, senza
gravità. Ma il tuo pilota non ha osato salire così in alto, non ti sei sentita volare….chissà, un’altra
volta…forse….dipende….da noi?
Ti volevo bene; ora, di più. Mi piacevi molto; ora, di più. Ti desideravo; ora, ancora di più.
Grazie di esistere, Donna...
 
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Di solito faccio fatica a leggere, un po' per pigrizia un po' per distrazione, ma questo racconto mi ha tenuto incollato fino in fondo, grazie
 
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